giovedì 31 marzo 2011

Incredibile incontro ravvicinato avvenuto tra la ISS e una flottillas Ufo

In attesa di ulteriori verifiche sulla veridicità del video vi proponiamo questo interessante video.



La registrazione di questo incredibile filmato è con tutta probabilità datata 3 Febbraio 2011. Nel video in questione la Stazione Spaziale internazionale in orbita attorno alla terra è avvicinata improvvisamente da una moltitudine di oggetti volanti non identificati che appaiono dallo spazio esterno disponendosi in perfetta formazione lineare.L’accaduto non confermato dalle fonti ufficiali NASA e taciuto (volutamente?) dai principali organi di stampa e dai mezzi televisivi è indice che qualcosa di strano quel giorno sia realmente avvenuto,come suffragato dalle immagini e dal video che evidenzaliena vi propone di seguito. Una prima analisi eseguita sulle stesse fa escludere che possa trattarsi di riflessi,stelle o spazzatura spaziale, inoltre gli oggetti risultano ben distinti e possiedono una tipica conformazione circolare luminescente, riconducibile al fenomeno ufo osservato in diverse occasioni anche in atmosfera terrestre.

Di seguito alcuni fotogrammi delle immagini registrate dalla ISS comparate all’elaborazione grafica eseguita sulle stesse.




Fonte: http://evidenzaliena.wordpress.com/

Islam e Ufo: una strana storia...

Gli ufo sono stati avvistati da molti secoli nei cieli di tutto il mondo. In moltissimi testi antichi e in tutte le tradizioni religiose c'è sempre almeno una storia che parla di oggetti volanti misteriosi, come nella Bibbia, nei Veda e in tantissimi altri, i quali molto spesso sono percepiti come manifestazioni portentose riconducibili alle prodigiose facoltà divine.


Autori come E.Von Daniken o Z. Sitchin hanno ottenuto un grande successo proprio per aver riletto in chiave ufologica gran parte di queste storie, precedentemente interpretate come mere manifestazioni divine, trasformandole in contatti con esseri extraterrestri, i quali secondo questa teoria, sarebbero appunto quello che i nostri antenati chiamavano dei.
Ormai questo genere di esegesi è diventata molto conosciuta anche grazie alla rete, ed è ormai un classico dell'ufologia, ma per quanto vi siano episodi analoghi anche nella tradizione islamica, tale corrente religiosa non sembrava essere particolarmente interessata alla faccenda. Invece, forse cavalcando l'onda di progressiva apertura generale nei confronti dell'esopolitica, anche l'Islam si scopre attento alla questione ufo, tanto che recentemente Louis Farrakhan il "National Minister Assistant" della famosa organizzazione americana "Nation of Islam" (NOI) fa sapere che la propria religione è molto interessata agli ufo, e che la cosa oltre ad unire le religioni del mondo, si spera che possa in qualche modo pure "salvarlo". Per chi non lo sapesse il NOI è quel nutrito e famoso movimento afro-americano musulmano fondato negli anni '50 da Elija Muhammad, che ebbe come suo principale esponente Malcolm X, il quale reclama l'islamicità del popolo afro-americano in base al fatto che gli schiavi neri importati dall'Africa venissero in gran parte da nazioni la cui religione originale era appunto quella musulmana. Per quanto ci siano delle differenze tra la religione islamica tradizionale e la dottrina seguita dal NOI, oggi tale organizzazione è molto seguita è gode di molto rispetto nell'opinione pubblica americana, soprattutto dopo che storicamente ha contribuito in maniera decisiva ai cambiamenti sociali degli anni '60 durante le famose lotte per la parità e per i diritti civili negli Stati Uniti, raggiungendo risultati universali per la considerazione delle minoranze e nelle battaglia antirazzista.
Un elemento di carattere ufologico legato all'Islam che è emerso dall'oblio, è una curiosa storia che Elija Muhammad stesso raccontava volentieri, riferendosi spesso ad una misteriosa "Eath Orbiting Mother-Plane" (una sorta di nave-madre orbitante intorno alla Terra), dotata di numerosissimi e portentosi armamenti. Anche se non è ben chiaro cosa vi succedesse a bordo, non è il solo esempio, infatti nei testi coranici si fa sovente riferimento agli ufo in generale chiamandoli "Airborne Wheels" ( wheels sta per ruote, ingranaggi, cerchi - mentre airborne significa aerotrasportato, aereo).Ma secondo la mitologia islamica la "Eath Orbiting Mother-Plane" non sarebbe un'astronave aliena, ma un oggetto costruito in un lontanissimo passato, dall'uomo. Secondo la leggenda il "Wheel" originale sarebbe stato costruito in un'isola riconducibile all'attuale Giappone da alcuni "scienziati" con l'aiuto di Dio, con il principale scopo di creare le montagne sulla Terra.
Ovviamente se si volesse affrontare questa leggenda razionalmente ci si troverebbe di fronte ad alcune incongruenze: innanzi tutto chi possedeva millenni fa la tecnologia per costruire un'astronave? Perchè tanto lavoro per costruire delle montagne?
Comunque Farrakhan allude anche ad un misterioso complotto, secondo il quale, in riferimento alla questione ufo, dice che "Many have died or have been killed to keep from sharing what they have seen.". Insomma, come nella più classica casistica cospirazionista molti sarebbero morti o sarebbero stati uccisi al fine di mantenere il segreto. Mah..
Il NOI, sempre tramite le dichiarazioni del religioso musulmano, si batte anche affinchè aumenti la disclosure, infatti parafrasando le sue parole, "faremo sì che il Governo degli USA divulghi i propri archivi e che gli Americani siano informati di questa realtà", sempre in riferimento all'esistenza degli ufo. Infatti sembra che abbiano messo sù un bel gruppo di ricercatori autofinaziandosi, al fine di acquisire prove in merito.
E ancora: "The founder of the Nation of Islam, Fard Muhammad (Elija Muhammad, n.d.a), taught us about these objects that the world calls UFOs, and he gave us great details as to the materials that they were constructed of and that most of these objects come from this planet Earth," ha detto Ishmael Muhammad, il leader nazionale del NOI a AOL News, ovvero che Elija Muhammad ha insegnato ai suoi discepoli molte cose sui materiali e sul modo con cui sono costruiti quelli che il mondo chiama ufo, e che la maggior parte di essi sono fatti su questa Terra. Secondo Ishmael Muhammad, alcune decadi fa, addirittura l'FBI entrò con una scusa in uno dei Templi per una perquisizione, portandosi via molto materiale inerente, compresi tutti i documenti su cui c'erano i dettagli e i diagrammi di questi ufo. Ma non solo: lo stesso sarebbe stato preso a bordo di uno di questi "Wheel" dove avrebbe ascoltato la voce di Elija Muhammad.
Certo la voce del NOI non è la rappresentanza del popolo musulmano nella sua interezza, ma per quanto riguarda gli Stati Uniti è certamente significativa. Ora, resta da vedere se come già detto, sia l'ennesimo salto sul carro vincente (vedi la Chiesa Cattolica) per cavalcare l'emotività della massa sensibile al fenomeno ufo, oppure come sembra sia un'autentica tradizione islamica, riletta in chiave contemporanea, passando per le misteriose rivelazioni di Elija Muhammad, che per quanto possa aver metaforizzato qualcosa, di certo non era un semplice sprovveduto cantastorie. Una cosa è comunque ampiamente condivisa, trasversalmente da tutti i popoli e da tutte le religioni: la questione ufo è quantomai realistica e penetra la storia dell'umanità in maniera capillare e misteriosa, da sempre, e il livello di consapevolezza esige ormai una conoscenza più veritiera. Sembra che i tempi siano maturi, finalmente, per conoscere la verità.

Fonte: http://insolitanotizia.blogspot.com/

mercoledì 30 marzo 2011

UFO “attratti” dagli aeroporti: le ipotesi di Conidi dopo Oslo

Il caso del presunto UFO avvistato nei cieli di Oslo è tra i più intriganti del momento, raccogliendo interesse nel panorama ufologico internazionale e dando vita numerose ipotesi.


Ricercatori e semplici appassionati si interrogano sulla reale natura dell’oggetto volante non identificato. Le opzioni di un deltaplano o di un aliante, per motivi diversi, vengono scartate e rese poco credibili da numerosi fattori. In Italia, tra chi ha prestato maggior interesse per il presunto UFO norvegese,vi è il Centro Ufologico Ionico. Walter Conidi (nella foto), ufologo di punta dell’associazione pugliese, offre una chiave di lettura affascinante sul giallo dell’ OVNI scandinavo.

In merito all’avvistamento di Oslo-spiega Conidi- posso dire che fenomeni di avvistamento Ufo nei pressi di aeroporti sono degli eventi frequenti negli ultimi mesi. Quando un aeroporto chiude gli spazi aerei fa sempre notizia ed in questo caso, quello che fa più riflettere sono le dichiarazioni della NFL (Norwegian Air Sport Generation) che ha in qualche modo messo in dubbio le parole del capitano dell’aereo della compagnia SAS che affermava che il velivolo sconosciuto fosse un aliante o un deltaplano, ipotesi scartata dalle dichiarazioni di John Eric Laupsa della NFL che ha affermato che nessun ultraleggero era presente nei registri di volo”. Dall’analisi e dalle dichiarazioni di Walter Conidi, si evince come gli addetti ai lavori abbiano una sensazione ben precisa.

Ovvero che l’UFO di Oslo ha buone probabilità di finire agli archivi come un giallo insoluto. Tuttavia i recenti precedenti, di avvistamenti simili avvenuti in Cina, fanno porre dei quesiti a Walter Conidi. “Nell’anno precedente ci sono stati tre avvistamenti in Cina, di cui l’ultimo in ordine cronologico avvenuto l’11 Settembre del 2010 a Baotou (Mongolia). Le autorità Cinesi in quel caso hanno rifiutato di commentare l’accaduto, anche se alcuni esperti ritenevano che i tre avvistamenti potevano indicare la presenza di un nuovo velivolo militare cinese. Per il momento possiamo solo affermare che il caso rimane un UFO, inteso come oggetto volante non identificato“.

Fonte: http://notiziefresche.info/ufo-attratti-dagli-aeroporti-le-ipotesi-di-conidi-dopo-oslo_post-92228/

martedì 29 marzo 2011

Onu e Ufo: nuove rivelazioni

Tra i vari documenti declassificati negli ultimi mesi dal MoD, il Ministero della Difesa britannico, ve ne sono alcuni che testimonierebbero l’interesse suscitato dagli UFO negli ambienti dell’ONU. In particolare si parlerebbe di alcune iniziative prese sotto l’egida ONU da parte del governo dell’isola caraibica di Grenada.


Qui, il primo ministro dell’epoca, Sir Eric Gairy (siamo nei lontani anni 70), capeggiò un’iniziativa votata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (la 33/424 del 18 dicembre 1978) nella quale fu sancita l’istituzione di un’agenzia avente lo scopo di ricercare, coordinare e diffondere notizie sugli oggetti volanti non identificati e fenomeni connessi. L’iniziativa di Grenada fu una delle pietre miliari della storia della diplomazia internazionale sugli UFO ma finì presto nel dimenticatoio: un capo di stato, membro delle Nazioni Unite che fa discorsi, convoca esperti ed audizioni per portare il tema degli UFO e degli alieni all’attenzione della comunità internazionale, in modo che esso possa essere trattato in maniera adeguata e soprattutto globale, costituiva sicuramente un evento fondamentale e senza precedenti. Parliamo in effetti di esopolitica ai più alti livelli politici mondiali.
Ma, oltre ad alcune riunioni formali, avvenute nel 1978, alla presenza dei massimi esperti nel settore (tra i quali il Prof. J. Allen Hynek, il dott. Jacquee Vallee e Stanton Friedman) la risoluzione 33/424 non fu, in realtà, mai attuata in quanto lo sforzo per scoprire la verità sugli UFO si estinse con il rovesciamento del governo caraibico e la destituzione dello stesso Gairy nel 1979: l’idea di creare tecnicamente un Ufficio di studio sugli oggetti volanti non identificati rimase ed è tuttora un’ipotesi attuabile ma mai messa in opera (almeno ufficialmente). I nuovi documenti rilasciati quindi dal Regno Unito se da un lato gettano nuova luce sull’interesse internazionale nei confronti dell’argomento UFO, dall’altro dimostrano la contrarietà del governo britannico alla messa in atto di questa iniziativa, giungendo addirittura a far cadere il governo di Grenada, dietro il tacito consenso (?) degli Stati Uniti che in quell’occasione, stranamente, adottarono una posizione più blanda. Ufficialmente, quindi, non vi fu una ragione precisa per contrastare questo crescente interesse negli ambienti politici internazionali, eppure fu così che andò a finire.
Sebbene i documenti britannici risultino sempre coerenti nella loro opposizione all’iniziativa di Grenada, ne esistono altri invece che addirittura prevedevano alcune opzioni per salvare la faccia a Gairy e al suo governo: in un telegramma risalente al 5 dicembre 1978, pur ribadendo la contrarietà all’azione di Grenada si auspicava di essere disposti ad aiutare il loro governo e porlo fuori dai guai senza alcuna incidenza finanziaria e di manodopera per gli altri governi e per l'ONU. Insomma la legge del bastone e della carota.
Ma il primo ministro Gairy era un uomo testardo e profondamente convinto che la sua iniziativa UFO fosse qualcosa di rilevanza estrema per l'umanità.
Nel suo discorso tenuto durante la 33 ª sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 12 ottobre 1978, Gairy osservò come, Grenada, venisse in quel momento identificata in tutto il mondo e fosse al pari delle maggiori potenze nel condividere le informazioni sul fenomeno degli oggetti volanti non identificati, principalmente a causa dell’insistenza con cui sollevò la questione nell’Assemblea Generale nel 1975.
Nell’esprimere la propria soddisfazione per aver sollevato un sufficiente interesse sul tema degli UFO, auspicava il sostegno degli Stati membri per la ricerca in questo campo, con il coordinamento delle Nazioni Unite. La domanda che lui poneva era quella di sapere perché all’uomo venisse impedito di accedere alle informazioni sugli UFO, una questione divenuta oramai di grande interesse ed importanza per tutti, soprattutto per il progresso del genere umano.
Non v’è dubbio, dopo queste affermazioni, che il primo ministro Gairy avrebbe sicuramente perpetrato la sua iniziativa sugli UFO se nel marzo 1979 un colpo di stato non l'avesse fermato. Il nuovo governo di Grenada non ebbe alcun interesse all’iniziativa sugli oggetti volanti non identificati e screditò Gairy, accusandolo di essere un credente di voodoo e dischi volanti. Indipendentemente da difetti di Gairy, non vi è alcun dubbio che la sua iniziativa presso le Nazioni Unite aveva ragione colpito nel segno, con molto anticipo sui tempi.
Quello di cui il mondo avrebbe bisogno oggi, e che tutti auspichiamo, è che un altro paese membro prima o poi, prenda in mano l’iniziativa e tenti di riattivare la decisione 33/424, istituendo una volta per tutte un ente o un dipartimento in seno all’ONU per condurre alla luce del sole una ricerca approfondita su questo importante argomento. Una ricerca per dare finalmente risposte adeguate alla domanda più importante della nostra epoca. Esistono o non esistono?

Fonte: http://www.openminds.tv

Avvistamenti nei pressi della base aerea di Warren

Il 23 ottobre 2010, la Base aerea dell’ Air Force di Warren, a Cheyenne, nel Wyoming, ha temporaneamente perso le comunicazioni con 50 dei suoi missili Minuteman (ndr: « Il Minuteman III è un ICBM, cioè un missile balistico intercontinentale in grado di trasportare testate nucleari fino alla distanza di quasi 10.000 chilometri » – fonte wikipedia).


I cinque responsabili ai Servizi di Allarme Missilistico del lancio dei missili da Alpha ad Echo, che prevede la 319a Squadriglia di Missili Stragici, non sarebbero stati in grado di controllarli durante il periodo del malfunzionamento, anche se un volo dalla piattaforma posteriore avrebbe potuto risolvere il problema, in base a quanto affermato da un portavoce dell’ Air Force.

Questo annuncio è stato dato meno di un mese dopo la conferenza a cui ho partecipato (ndr: l’articolo è di Robert Hastings, ricercatore sulle correlazioni UFO e nucleare) che ha visto 7 ex militari riferire della correlazione tra UFO e basi nucleari.

Il Global Strike Command, che controlla i missili, ha rilasciato come dichiarazione ufficiale che ad aver innescato il problema è stata la non corretta sostituzione di un componente elettronico.

Lo sviluppo più importante di questa vicenda è però il seguente: sono stati segnalati avvistamenti da parte del personale dell’ Aeronautica in servizio, di un “enorme dirigibile” tra il 23 ed il 24 Ottobre del 2010. Il personale ha dichiarato che non era un dirigibile commerciale, ma assomigliava ad uno Zeppelin tedesco della prima guerra mondiale, molto più lungo e stretto. Tuttavia non presentava nessun alloggio per i passeggeri, ne nessuna insegna di identificazione (per il riconoscimento militare o pubblicitario).

Che questo oggetto sia stato o meno coinvolto nel malfunzionamento è da verificare. Sono state inviate pesanti sanzioni per chi ha violato il segreto militare.

La base è sede di svariati avvistamenti: il 28 Novembre scorso uno sceriffo del Nebraska, sede di svariati siti missilistici della base di Warren, ha avvistato un oggetto triangolare prontamente inseguito da un caccia a nord ovest della città di Bushnell, dove la zona è praticamente disseminata di silos missilistici.

Fonte: http://centroufologicotaranto.wordpress.com/

Test del Dna per extraterrestri

Un gruppo di ricercatori del MIT e Harvard University sta sviluppando uno strumento per cercare tracce di materiale genetico sul Pianeta Rosso. Potrebbe dimostrare che il progenitore comune di tutte le specie viventi è nato su un altro pianeta. In tal caso, saremmo tutti un po' marziani.


Presto potremo scoprire che in verità i marziani siamo noi. Da quando Darwin, più di 150 anni or sono, formulò la teoria dell’evoluzione delle specie, tutti sanno sin dalla scuola elementare che tutte le forme di vita sulla Terra discendono da un comune progenitore, comparso più o meno 3,5 miliardi di anni fa in circostante ancora da chiarire. Quello che oggi un numero crescente di scienziati sospetta è che questa sia solo la seconda parte della storia. Una storia iniziata molto prima e molto più lontano. Il microrganismo “numero zero” poteva non essere autoctono, bensì immigrato. Nato su un altro pianeta, Marte, e trasportato quaggiù a bordo di un meteorite. Se le cose stanno davvero così, ce lo dirà uno strumento sviluppato da ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) e Università di Harvard.

E come dimostrare il legame di parentala, se non attraverso il fatidico test del DNA? Anche sul Pianeta Rosso, frammenti di materiale genetico (DNA o RNA) potrebbero essere cruciali per risalire alla verità, come nelle migliori indagini poliziesche. È quello che intendono cercare Christopher Carr e Clarissa Lui del Dipartimento di Scienze della Terra, Atmosferiche e Planetarie del MIT, insieme al biologo molecolare Gary Ruvkun, del Massachusetts General Hospital e Harvard University, attraverso il Search for Extra-Terrestrial Genomes (SETG). Lo strumento è stato presentato nel corso della IEEE Aerospace Conference in Montana.

L’idea che i marziani siamo noi può sembrare balzana, ma gli indizi a sostegno non mancano. Primo, nelle prime fasi del Sistema Solare, il clima sui due pianeti rocciosi attigui, Marte e Terra, erano molto più simili di quanto non siano adesso, quindi la vita che si è sviluppata sull’uno potrebbe aver avuto chance anche sull’altro. Secondo, è un fatto che circa un miliardo di tonnellate di rocce abbiano viaggiato da Marte verso la Terra, raschiate via dall’impatto di asteroidi. E per questioni di dinamiche orbitali, è 100 volte più semplice per le rocce viaggiare da Marte a Terra che viceversa. Terzo, i microrganismi riescono a sopravvivere nello spazio interplanetario e resistere allo shock di violenti impatti. Pertanto, se la vita si fosse sviluppata là, i microrganismi marziani potrebbero aver contaminato la Terra e tutte le specie potrebbero essere discendenti di un extraterrestre.

I ricercatori del MIT si sono messi in testa di scoprirlo. Intendono raccogliere campioni di suolo marziano, isolare qualsiasi traccia microrganismi o resti fossili vi sia, separare il materiale genetico e analizzarlo con le stesse tecniche che si usano nelle indagini forensi sulla Terra. Obiettivo: cercare similitudini con le sequenze del DNA terrestre (il DNA può preservarsi fino a un milione di anni e, sebbene ogni specie abbia il suo specifico codice, alcune porzioni sono praticamente universali). L’impresa è ardua, senza dubbio. Poggia, però, su basi solide. Sonde e rover spediti su Marte hanno mostrato che, un tempo, c’era acqua allo stato liquido, e forse ce n’è ancora nel sottosuolo, condizione imprescindibile per la vita.

Ci vorranno altri due anni per completare il prototipo del dispositivo SETG. Per il momento, non è ancora stato “prenotato” da una delle prossime missioni in partenza per Marte. Se in futuro spiccherà il volo a bordo di una sonda, abbinato a un rover scavatore, sarà il primo caso di CSI nello spazio.

Fonte: http://www.media.inaf.it/2011/03/24/test-del-dna-per-extraterrestri/

Un UFO blocca l'aeroporto di Oslo. Caos nei voli

Nessuno sa con certezza cosa abbia bloccato il traffico aereo all'aeroporto di Oslo, mistero verificatosi il giorno 24 marzo 2011.

Ma le conseguenze sono state enormi, con effetti sul traffico nel fine settimana.


Gran parte del traffico aereo in Norvegia è stato paralizzato, dalle ore 16 alle ore 17:30 del 24 marzo, dopo che un pilota della compagnia SAS (Scandinavian Airlines System) ha notato un UFO (Unidentified Flying Object) nei cieli che danno la via d'accesso all'aeroporto di Oslo Lufthavn Gardermoen.

L'aereo della compagnia SAS era in volo sul lato ovest dell'aeroporto, quando il capitano di bordo ebbe un contatto visivo con un altro velivolo che rifletteva la luce del Sole. La distanza del misterioso velivolo con l'aereo della SAS era di circa un centinaio di metri, in quota leggermente più bassa.

"Il capitano del velivolo SAS ha interpretato il tutto con l'avvistamento di un aliante, che si trovava ad una quota più alta rispetto a quella che può ottenere normalmente", ha dichiarato il capo informazioni SAS Knut Morten Johansen.

Per motivi di sicurezza, lo spazio aereo intorno a Gardermoen è stato chiuso per circa mezz'ora. Ciò ha portato ad ulteriori spese per il gruppo SAS e notevoli ritardi per i suoi 10.000 / 15.000 passeggeri.

Il responsabile dell'ufficio informazioni dell'aeroporto di Oslo Gardermoen, Jo Kobro, ha dichiarato che "tra 60 e 90 aeromobili (tra partenze e arrivi) sono stati coinvolti in seguito all'incidente".

Il giovedì è il giorno più trafficato della settimana, ma quel giorno ci fu il caos totale. Molti aerei hanno fatto rotta per aeroporti alternativi come Goteborg, Torp e Rygge, ma altri sono stati bloccati.

L'incidente ha avuto anche ripercussioni nel fine settimana. Questo non tanto per l'UFO apparso giovedì, ma per i piloti che non erano disponibili per un volo supplementare per recuperare quello perso il giovedì, visto il turno di riposo dei piloti stessi.

Resta il fatto che nessuno, finora, è riuscito a determinare con certezza cosa sia accaduto giovedì pomeriggio. La polizia ha collegato tutto ad un aliante, ma finora senza risultati certi visto che c'è una specifica indagine in atto.

La seconda ipotesi per spiegare la vera identità dell'UFO che ha bloccato l'aeroporto do Oslo è quella di un deltaplano, ma vista l'altezza è quasi impossibile da controllare. E lo stesso vale per i cosiddetti ultraleggieri.

E' come girare alla ricerca di un "ago in un pagliaio". Nessuno sa con certezza cosa fosse quell'UFO.

Anche la NFL (Norwegian Air Sport Generation) ha messo in dubbio che il velivolo sconosciuto fosse un aliante.

"Sulla base dei nostri registri, a quell'ora e in quella zona, non c'era nessun aliante quel giorno", ha dichiarato John Eric Laupsa (NFL).

Inoltre afferma che "un aliante in quella zona poteva essere drammatica e con conseguenze spiacevoli".

John Eric Laupsa conclude dichiarando che "le condizioni meteorologiche erano tali che oggetti attaccati a terra possono essere stati trasportati, una volta staccati dal suolo, per via di un flusso d'aria verso l'alto. Ho incontrato molti oggetti leggeri ad alta quota".

Il mistero, comunque, dell'aeroporto di Oslo rimane aperto.

Fonte: http://www.centroufologicoionico.com/

domenica 27 marzo 2011

Intervista a Dan Burish

Dal blog Disclosureprojectufo l’intervista effettuata nel 2006 dal Project Camelot.

Dan Burisch (al secolo Danny Benjamin Crain) è nato il 12 febbraio 1964. Il cognome Burisch venne cambiato successivamente dopo il matrimonio con Deborah Kay Burisch, già madre di un figlio nato da un precedente matrimonio.


La sua vicenda è stata un fulmine a ciel sereno che ha letteralmente scosso gli ambienti ufologici mondiali. Le sue straordinarie affermazioni sembrano confermare quello che gli studiosi hanno sempre sostenuto: l’esistenza di un gigantesco cover-up sulla realtà extraterrestre da parte del governo USA che va avanti, in maniera pressoché ininterrotta, da oltre cinquanta anni. E’ già avvenuto in passato che qualcuno facesse dichiarazioni sensazionali (vedi Rober Lazar) ma mai come in questo caso, vi era stata a supporto una tale impressionante mole di dati e riscontri.
L’attendibilità e le credenziali di Burisch sembrerebbero al di là di ogni ragionevole dubbio. Un ulteriore importante aspetto della sua storia è la conferma dell’esistenza del Majestic Twelve, l’ultrasegreto gruppo di studio governativo, composto da scienziati e alti ufficiali delle forze armate USA, che ha gestito il problema UFO/alieni fin dal 1947, anno in cui avvenne il più documentato incidente UFO della storia, ovvero quello di Roswell.
Il 22 aprile 2004, Dan Burisch chiese udienza presso il Congresso degli Stati Uniti per rivelare le informazioni in suo possesso sull’Area 51 e sui progetti segreti ivi condotti dal governo degli Stati Uniti, relativi a virus sviluppati in laboratorio, interazioni con alieni e trattati tra questi ultimi e gli USA. Trattati che, è bene ribadirlo, costituiscono una palese violazione della costituzione americana; ed è questo il motivo principale per cui Burisch ha chiesto l’immunità al Congresso in cambio delle sue rivelazioni.
Buona visione.







Fonte: http://danilo1966.splinder.com/

sabato 26 marzo 2011

Libri: Gli alieni mi hanno salvato la vita di Maurizio Baiata e Il caso Caponi, un incontro unico al mondo

Presentiamo due interessanti libri recentemente disponibili in libreria:

Gli alieni mi hanno salvato la vita di Maurizio Baiata
Molte persone in tutto il mondo dichiarano di essere in contatto con entità provenienti da Altrove. Maurizio Baiata, giornalista investigativo, ex-critico musicale e da oltre 20 anni ricercatore http://www.blogger.com/post-create.g?blogID=4977974539732198049UFO, conosce queste esperienze.


Ne ha studiato le componenti, ha ascoltato le testimonianze, ma le ha anche vissute. Gli Incontri Ravvicinati e i contatti diretti con esseri diversi dall’Uomo si susseguono da sempre e non sono frutto di allucinazioni, o il parto di fantasie malate dei protagonisti. Nel proprio graduale processo di presa di coscienza, ogni individuo si scontra con traumi, blocchi psicologici e difficoltà a volte apparentemente insormontabili. La storia narrata in questo libro lo dimostra, in un mosaico quasi autobiografico di 40 anni di vita.
Un giornalista Rock innamorato della poesia e delle emozioni della Beat Generation, racconta un lungo periodo della nostra Storia in cui suoni, colori, emozioni, stravolgimenti interiori e cronache di viaggio si amalgamano con ciò che poi è divenuta la sua vera passione, il fenomeno degli Oggetti Volanti Non Identificati. Il cercare di comprendere cosa si cela dietro il mistero più grande dell’Umanità, la presenza di forme di vita intelligente extraterrestre, costituisce la trama de “Gli Alieni Mi Hanno Salvato la Vita”. Trasferitosi recentemente negli Stati Uniti, il percorso dell’Autore sembra trovare un fine, verso le ragioni del contatto con altre creature partecipi e forse artefici del nostro destino. E verso le ragioni dell’Amore, che fanno dell’essere umano qualcosa di straordinario in un universo che così poco conosciamo. "
Maurizio Baiata commenta così il titolo del suo libro:

"Ringrazio tutti per l'interesse dimostrato nei confronti del mio libro. Alcune persone mi chiedono il perche' del titolo. Una risposta, preliminare, e' che il titolo sintetizza i fatti e le ragioni che hanno determinato scelte importanti nella mia vita. La "loro" presenza il piu' delle volte non e' percettibile, Io ho aperto gli occhi solo durante questo ultimo anno e quindi ho potuto ricollegare tutto, o quasi, da una esperienza di pre morte che vissi 40 anni fa. Quindi, il titolo".


Il caso Caponi, un incontro unico al mondo
Maggio 1993, Pretare di Arquata del Tronto (AP), Italia. Un piccolo paesino ai piedi del monte Vettore diviene testimone di un evento straordinario che segna per sempre la vita di un ragazzo di 23 anni. Un caso per molto tempo screditato e tenuto nascosto agli occhi del mondo e tutt’ora irrisolto.




Questo avvenimento fece scuola nell’ambito dell’ufologia italiana rilegata fino a quel momento soltanto a casi d’oltreoceano diventando per l’Italia l’equivalente di quello che fu Roswell per gli Stati Uniti.
Filiberto Caponi in prossimità della sua abitazione, incontra e successivamente fotografa più volte una misteriosa creatura.
In quegli stessi giorni, a pochi chilometri da lì, altri testimoni avvistano un essere molto simile: forse un alieno.

La vita del ragazzo cambia improvvisamente. Le sue istantanee, scattate con una vecchia Polaroid, raffiguranti un presunto E.T., girano per redazioni di giornali, centri ufologici e studi televisivi, con inevitabili ripercussioni negli affetti, nel lavoro e nei rapporti sociali.
La vicenda attira l’attenzione di noti ufologi e scienziati, fino alla comparsa di inquietanti uomini dal look rigorosamente nero, nonché la visita di un enigmatico religioso dal singolare soprannome.
La diffusione della straordinaria notizia causa l’intervento delle Forze dell’Ordine e della Magistratura che, per la prima volta in casi del genere, interviene tempestivamente al fine di evitare eccessivi allarmismi nell’opinione pubblica.

Fonte: http://inaufraghidellestelle.blogspot.com/2011/03/gli-alieni-mi-hanno-salvato-la-vita-di.html

Ufo in Italia: il coraggio di “cavalcare la tigre”

Il “richiamo del cielo”. Negli ultimi anni si assiste, sempre più spesso, ad organi d’informazione tradizionali che iniziano ad occuparsi, con il taglio della cronaca e dell’inchiesta, di episodi di avvistamento UFO o semplicemente commentando contributi in video e in immagini provenienti dal web e in particolare da YouTube. Una linea in controtendenza con il trend degli ultimi decenni in Italia. Un telegiornale che si posiziona in avanguardia, coraggiosamente su questo terreno minato, è Studio Aperto. Incurante delle critiche dei non amanti della tematica UFO. Costoro non gradiscono. In Italia non è così scontato che un tg nazionale commenti, di tanto in tanto, un caso di avvistamento o un video di presunto UFO. In Sud America, invece, è un atteggiamento nelle corde dei mass media locali.


Le telecamere del telegiornale di Italia Uno erano ad esempio recentemente a Rho, in occasione della recente conferenza. Non solo la tv. Numerosi giornali locali e nazionali iniziano a seguire, con soluzione di continuità, non solo i casi più clamorosi ma anche quelli più specifici e particolari. Ad esempio basti vedere il risalto, con tanto di titolo di apertura in una pagina di cronaca, che ha riservato la Gazzetta del Mezzogiorno al recente caso dell’UFO di Manduria. All’interno del lungo pezzo di Nando Perrone vi è un’intervista ad Antonio De Comite.


Un taglio equilibrato ed asciutto, non sensazionalistico ma obiettivo. L’ufologia non più come il fenomeno folcloristico da raccontare con articoli che, in gergo, venivano definiti di “colore” ma descritta alla stregua di una realtà sociale. Non più il riempitivo da mettere in prima pagina nelle sonnacchiose cronache estive.

Una lenta, graduale svolta che potrà sfociare in una “rivoluzione culturale” del fenomeno UFO in Italia. Rivoluzione culturale di cui si avvertono i primi significativi accenni,già da qualche anno. Per buona pace di coloro che, sull’altare di una presunta superiorità intellettuale, gradirebbero veder relegata l’ufologia esclusivamente nelle pubblicazioni di settore. Molto dipenderà, ovviamente, da come gli ufologi italiani, singolarmente, riusciranno a frenare rivalità e gelosie. Soprattutto superare annose contrapposizioni. Frenare, per quanto possibile, l’istinto autolesionistico che li porta a scaramucce “filosofiche”. Fini a se stesse. I presupposti per un cambio di marcia sembrano profilarsi. C’è un vasto pubblico di appassionati, un bacino d’utenza crescente che è la chiave di volta per penetrare nei circuiti dell’informazione tradizionale.

Il livello qualitativo medio dei ricercatori è molto elevato. Migliore di quello di tanti altri paesi, ufologicamente, più evoluti. Le derive “fondamentaliste” sono in declino mentre si sta imponendo una corrente “neorealistica”. Cosa manca? Un pizzico di convinzione in più e di audacia, il coraggio di provare il balzo del definitivo salto di qualità. Abbandonare la nicchia e sbarcare in un nuovo mondo. Fuggire dalla tentazione del “appeasement” con gli scettici. Il destino dell’ufologia italiana è ancora nelle mani degli ufologi, consorziati e indipendenti. Il coraggio, una volta per tutte, di cavalcare la tigre.

Fonte: http://notiziefresche.info/ufo-in-italia-il-coraggio-di-cavalcare-la-tigre_post-91211/

giovedì 24 marzo 2011

UFO: a Santa Rosa c’è grande attesa per “Lady OVNI”

Il mondo dell’ufologia guarda con estremo interesse al “III Congreso Internacional de Investigadores de OVNI” che si svolgerà il 25 ed il 26 marzo a Santa Rosa, in Argentina. Appuntamento per esperti del settore UFO che vedrà riuniti le più spiccate personalità del Sud America.


Tra i relatori della conferenza anche Bibiana Bryson (nella foto). L’investigatrice ufologa argentina è senza ombra di dubbio un punto di riferimento internazionale per il suo metodo di indagine. Un modello che ispira molti colleghi di altri paesi. La stampa specializzata europea, non a caso, l’ha ribattezzata “Lady OVNI“. C’è grande attesa per il suo intervento. Infatti, molti appassionati pensano che proprio la Bryson possa offrire qualche rivelazione o raccontare qualche aspetto inedito su qualcuno dei casi di indagine ufologica sulla quale è al lavoro. Non a caso l’ufologa sudamericana non ha fornito anticipazioni, alla vigilia, sul tema che toccherà durante la sua relazione. Ha tenacemente resistito al pressing dei giornalisti.

La Bryson, va ricordato, si inserisce in quella nuova corrente ufologica che in Italia viene definita “neorealistica”. Ovvero indagini approfondite su ogni avvistamento, portare alla luce ogni aspetto che possa offrire ad una spiegazione convenzionale. Anche a costo di deludere qualche appassionato. La Bryson è molto severa e scrupolosa nel suo lavoro di indagine, riuscendo a smontare, solo negli ultimi tre mesi, almeno tre episodi che avevano acceso la fantasia sia di esperti che di semplici amanti della tematica UFO. Insieme alla Bryson nella due giorni argentina si registrerà la presenza di altri numerosi ufologi di fama internazionale. La rappresentanza di ricercatori argentini comprenderà Luis Burgos (FAO, La Plata ), Hector Boetto (CEUFO, Belgio), Bryson Bibiana (Argentina RADIO), Dr. Luis Reynoso (Rosario), Gustavo Co. (CEDIF – Buenos Aires) e Oscar Mario Quique (CEUFO, La Pampa). Non solo ufologi argentini. Tra i relatori stranieri si registreranno gli interventi di Ademar Gevaert (Brasile), Jorge Anfruns Dumont (Cile), Hector Boetto (CEUFO , Belgio). E’ possibile consultare i dettagli del “III Congreso Internacional de Investigadores de OVNI” sul sito ufficiale dell’ ente organizzatore, il Centro Estudios UFO.

Fonte: http://notiziefresche.info/ufo-a-santa-rosa-ce-grande-attesa-per-lady-ovni_post-90895/

Il nostro DNA è forse un'eredità marziana?

Secondo diversi scienziati planetari, è plausibile immaginare che le specie viventi che popolano la Terra, uomo compeso, possano aver avuto origine su un altro corpo celeste. Una delle ipotesi più interessanti, e probabilmente una delle più realistiche se si parla di panspermia, è che frammenti di materiale organico proveniente da Marte siano giunti sul nostro pianeta a bordo di meteoriti.


C'è però un problema: stabilire con certezza se un campione organico proviene effettivamente da Marte o da un altro corpo planetario, ed escludere la possibilità della contaminazione terrestre. E' per questo motivo che i ricercatori di MIT e di Harvard hanno sviluppato una nuova tecnologia per la ricerca e l'analisi di patrimoni genetici appartenenti a possibili forme di vita extraterrestri.

Il concetto è basato su diversi elementi ormai dati per certi se si parla di Marte. Uno di questi è la straordinaria somiglianza che Marte e la Terra avevano milioni di anni fa: il clima dei due pianeti era abbastanza simile, ed è ragionevole supporre che qualunque cosa fosse in grado di sopravvivere su un pianeta fosse capace di farlo anche sull'altro.

Nel corso dell'evoluzione planetaria, circa un miliardo di tonnellate di roccia ha viaggiato per milioni di chilometri nello spazio, coprendo la distanza Marte-Terra e precipitando sul nostro pianeta. Sappiamo che alcuni microrganismi sono in grado di resistere allo shock del viaggio e dell'impatto sulla Terra, oltre al fatto che ci sono forme di vita che potrebbero sopravvivere per migliaia di anni in attesa di condizioni tali da poter riprendere tutte le attività biologiche più complesse.

Insomma, abbiamo ormai accertato che negli ultimi 2-3 miliardi di anni di anni ci sono state condizioni favorevoli affinchè lo scambio di materiale organico tra Terra e Marte potesse avvenire. Non c'è certezza che questo scambio si sia davvero verificato, ma è un'ipotesi sull'origine della vita sul nostro pianeta che non va di certo scartata.

Ma come comprendere se effettivamente le specie viventi terrestri hanno antenati su Marte? L'unica soluzione è studiare il Pianeta Rosso, ormai biologicamente morto (pare) ma con condizioni tali da poter conservare tracce e fossili di origine biologica per un periodo molto più lungo rispetto a quanto si verifica sulla Terra.

L'apparecchio ideato dal MIT, chiamato SETG (Search for Extra-Terrestrial Genomes), è in grado di prelevare un campione di suolo marziano, di isolare ogni eventuale microrganismo vivente o fossile presente nel campione, e estrarre il materiale genetico per analizzarne la sequenza. "E' un grande progetto" dice Christopher Carr, ricercatore del MIT, "ma se andiamo su Marte e troviamo forme di vita imparentate con noi, potremmo aver avuto origine su Marte. Oppure, se la vita è iniziata qui sulla Terra, potrebbe essere stata trasferita su Marte. In entrambi i casi, potremmo essere imparentati con la vita marziana".

Entrambi i pianeti erano in passato ricoperti d'acqua, con condizioni tali da poter consentire lo sviluppo della vita come noi la conosciamo. In tempi moderni, Marte ha perso la maggior parte della sua acqua, ma è possibile che continui ad esistere acqua liquida sotto la superficie.
"Oggi, su Marte, il posto migliore per cercare la vita è lo strato di terreno sotto la superficie".

Lo strumento elaborato dai ricercatori può scavare sotto la superficie marziana, prelevare un campione dallo strato di terreno che offre maggiori probabilità di trovare componenti organici, e studiare eventuali componenti biologiche dei campioni attraverso le tecniche comunemente utilizzate sulla Terra per l'analisi genetica.

In aggiunta, viene eseguita una ricerca su frammenti di DNA particolarmente comuni tra le specie viventi terrestri, allo scopo di cercare somiglianze tra patrimoni genetici provenienti da due differenti pianeti e confermare, o smentire, l'ipotesi della panspermia marziana.
Perchè pensare che sia Marte ad aver dato origine alla vita sulla Terra, e non sia stato il nostro pianeta ad aver esportato materiale biologico nello spazio? Una semplice ragione di buon senso: le dinamiche orbitali ci dicono che è 100 volte più semplice che una roccia marziana si "metta in viaggio" verso la Terra, piuttosto che il contrario.

Occorreranno probabilmente altri due anni per il completamento del SETG. I ricercatori stanno ultimando il prototipo e procederanno a breve con i test. Non è ancora previsto l'impiego di questo apparecchio in una delle future missioni su Marte, ma pare sia facilmente adattabile alla trivella di un lander o di un rover.

"Non è improbabile che la vita su Marte possa essere legata alla vita sulla Terra, e condividere una genetica comune" dice Christopher McKay, astrobiologo della NASA. "In ogni caso, sarebbe importante mettere alla prova questa ipotesi".

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/2011/03/il-nostro-dna-e-forse-uneredita.html

Ultimi avvistamenti Ufo

Tibet. Questa fotografia è stata scattata nel Karze, una regione orientale del Tibet il giorno 20 Febbraio 2011.


Un gruppo di amici si trovava su una strada nei pressi del vicino aeroporto, quando l'auto su cui viaggiavano ha a cominciato ad avere problemi al motore. Il gruppo allora esce dalla macchina per spostare la vettura fuori strada al limite della carreggiata ed è qui che vede un UFO dalla classica forma di "disco volante" metallico librarsi nel cielo e scattano una fotografia. I testimoni hanno presentato la loro foto a dei ricercatori per l'analisi. Il Tibet ha un coinvolgimento con gli UFO che potrebbe anche andare indietro di migliaia di anni e si dice in quei luoghi, che un gigantesco UFO è sepolto da qualche parte sotto le montagne della regione. Nel 10 ° secolo DC, i monaci tibetani hanno introdotto nelle pagine di manoscritti sacri Buddisti delle raffigurazioni di dischi volanti metallici che loro avevano visto nei cieli tibetani in quei tempi.

Piedimonte Matese (Ita.Non esisterebbe l’ufologia senza una figura centrale, nella catena dinamica del fenomeno OVNI: i testimoni. I veri, grandi, assoluti protagonisti di qualsiasi news, avvistamento, ripresa video o in immagini.


Sono spesso le figure nell’ombra della tematica UFO. Spesso chiedono l’anonimato, tanti chiudono nel cassetto dei ricordi, temendo i pregiudizi sulla tematica e tacciono. Nel 2011 tuttavia, la tematica UFO si avvia sempre più verso un riconoscimento pubblico. Ed ecco, come nel caso dell’ “UFO sighting” nei cieli di Caserta, i testimoni dell’episodio si facciano avanti. Contattino il Centro Ufologico di Benevento e non abbiano remore a commentare pubblicamente ciò che è accaduto. Alessandro Golini (nella foto) e Pasquale Di Muccio sono due appassionati di ultraleggeri. Fotografando un momento del volo hanno immortalato, involontariamente, l’oggetto volante non identificato divenuto il caso UFO italiano del momento.

Quello che mi è successo è stato del tutto inaspettato- racconta Alessandro Golini-sono un pilota di ultraleggero. Una domenica mattina di poco tempo fa, in una giornata limpida con qualche nube, ero in volo sui cieli di Alife. Un incantevole paesino. Spaziando tra un paese e l’altro, il mio collega che stava a terra ha scattato delle foto al mio ultraleggero. Ho continuato a volteggiare nei cieli non accorgendomi di niente: sono atterrato ed ho “angarato” l’ultraleggero. Sono poi andato a casa. Quando era ormai sera mi arriva una chiamata da un mio collega Pasquale Di Muccio. Questi mi diceva che, mentre stava scaricando le foto dalla macchina fotografica al pc, su una immagine che ritraeva il mio aereo in volo c’era un corpo tondeggiante del colore grigio scuro con delle scie concentriche di forma discoidale. Al campo base eravamo veramente stupiti. Sapevamo che la nostra zona è ricca di avvistamenti. Mai avremmo immaginato che sarebbe capitato proprio a noi di imbatterci di qualcosa di simile”.

Fonte: http://www.ciskomagik.blogspot.com/

L’Iran ha costruito un disco volante?

Non è chiaro quanto lontano o quanto in alto possa andare, ne quanto sia grande, o come possa essere possibile farlo decollare. Ma il velivolo creato dall’ Iran, a loro dire, è il primo disco volante terrestre.


Chiamato “Zohal”, Saturno in inglese, il velivolo senza pilota è stato creato per “riprese fotografiche aeree”, ma può essere utilizzato anche per altre missioni. L’agenzia Fars ha mostrato il velivolo in volo su un paesaggio boscoso non meglio definito, ed a vedersi assomiglia molto ad un disco volante di un B-movie Holliwoodiano. I rapporti non hanno indicato molto, ma hanno sostenuto che doveva essere molto piccolo, dato che può essere utilizzato in spazi chiusi.

Facile da trasportare, da lanciare e da controllare, emette poco rumore”, dicono i ragazzi dell’ ISNA (Iran’s Students News Agency). “Il dispositivo appartiene ad una nuova generazione di apparecchi a decollo verticale ed è stato progettato per le ricognizioni fotografiche aeree”.

Il “disco volante” è stato presentato alla mostra delle “tecnologie strategiche” a cui ha partecipato anche l’ Ayatollah Ali Khamenei.

L’ Iran sostiene spesso d’aver inventato o scoperto cose clamorose, costantemente difficili da confermare.

Nota: C’è da aggiungere che ultimamente il mondo ha visto l’esplosione di nuovi “giocattoli” tecnologici, dei piccoli velivoli a tre o quattro eliche, controllabili anche da comuni smartphone, ed è proprio questo quello che afferma un’altra agenzia studentesca iraniana, la PopSci, che indica come “responsabile del malinteso” il tricottero DraganFlyer x6.

Fonte: http://centroufologicotaranto.wordpress.com/

martedì 22 marzo 2011

Ufo: il fattore umano

Osservare e guardare...per quanto queste due azioni si ritengano complementari tra loro, esiste una sottile differenza; e spesso accade di osservare l'esterno guardando il riflesso trasposto di ciò che abbiamo dentro; in poche parole, a volte ciò che vediamo è ciò che vorremmo vedere.
Questo avvenimento, che di certo avranno sperimentato in molti, diventa anche uno degli argomenti con i quali la moderna psicologia, e non solo, tenta di spiegare il fenomeno Ufo.


Un vecchio articolo, apparso nel 1972, a firma di due psichiatri associati alla Harvard Medical School, descriveva gli Ufo come false percezioni di organi sessuali. Lester Grinspoon e Alan D. Persky, questi i nomi dei due autori, asserivano che la maggior parte dei testimoni UFO sono persone che soffrono di disturbi psicologici non trattati; si tratterebbe di soggetti che sono ritornati alla "modalità primaria di pensare", ovvero in un dei periodi tipici dell’infanzia.
Questo modo di relazionarsi rispetto alle cose implica il fatto che, molto spesso, sogni e allucinazioni vengano scambiati per la realtà; si potrebbe definire a tutti gli effetti uno stato di “schizofrenia”, durante il quale le vittime ricordano e rivivono la loro "prima percezione infantile."
Ragionando in questi termini, l’osservare un Ufo in lento avvicinamento sarebbe riconducibile al ricordo del seno materno, così come, per logica e quasi scontata conseguenza, osservare un oggetto sigariforme diventa la trasposizione inconscia di un simbolo fallico.
Grinspoon e Persky liquidano in tal modo anni e anni di avvistamenti come semplici rappresentazioni simboliche legate alla libido infantile, simbolo degli estremi di gratificazione e di onnipotenza.
Tralasciando il fatto che tali osservazioni vanno lette in un determinato contesto storico per l’Ufologia, e tralasciando le personali deduzioni, non certo simpatiche, di chi scrive, esiste per fortuna un filone di studi psicologici molto più attinente alla tematica trattata.
Un buon inizio sarebbe di certo la lettura di “Flying Saucers. A Modern Myth of Things Seen in the Skies”, di Carl Gustav Jung, uno dei più noti e influenti seguaci di Freud, che dedicò parte del suo tempo e del suo interesse al fenomeno Ufo.
Una delle prime domande che si pose Jung fu la seguente: gli Ufo sono reali, oppure si tratta di semplici prodotti di una fantasia psichicamente proiettata?
Nessuno di certo si aspettava che il grande psichiatra e psicoanalista riconoscesse la natura extraterrestre del fenomeno; rimane comunque vero che tentò di condurre uno studio nella maniera più asettica possibile, pur propendendo intimamente, per intuibili motivi, all’ipotesi di una proiezione del subconscio.
Il giudizio di Jung si concentra quindi sull’origine degli Ufo, collegandoli con immagini di antichi archetipi e trasformandoli in un vero e proprio mito vivente.
Si tratterebbe di un “gioco”, una proiezione della fantasia che travalica ogni organizzazione terrena; si potrebbe addirittura azzardare l’ipotesi che il fenomeno Ufo, a detta di Jung, rappresenterebbe la risposta dell’uomo di fronte ad una minaccia sempre più pressante, quella del mondo moderno.
La sua preoccupazione principale non si focalizza sul discernere se gli avvistamenti siano o meno reali, l’attenzione viene invece spostata sull’aspetto psichico della questione; perché questi fenomeni vengono segnalati in maniera sempre più crescente quando l’umanità si sente direttamente minacciata?

Proviamo a capire meglio il pensiero di Jung attraverso la citazione testuale di una sua intervista rilasciata all’APRO (Aerial Phenomena Research Association); da premettere che i suoi studi sul fenomeno erano iniziati già nel 1944 e che l’intervista risale al 1958.

…ho raccolto una grande quantità di osservazioni relative a oggetti volanti non identificati fin dal 1944. I dischi non si comportano secondo le leggi fisiche, ma come se fossero senza peso. Per confermare l'origine extraterrestre di questi fenomeni deve essere necessariamente confermata anche l'esistenza di un loro rapporto con intelligente interplanetarie. Ciò che un tale fatto potrebbe significare per l'umanità non può essere previsto, ma ci metterebbe senza dubbio in posizione di estrema precarietà, quasi delle comunità primitive in conflitto con le culture superiori "


Impossibile quindi negare il fenomeno Ufo, ma di certo possibile provare a darne una spiegazione ben differente e lontana da quella dell’ipotesi extraterrestre; per la prima volta gli Ufo e la psicologia si ritrovano a faccia a faccia, e si tratta di una sfida alla quale non ci si può sottrarre.
A ben riflettere, da sempre, l’Ufologia ha rappresentato un banco di prova per tutte le dottrine scientifiche, un mistero che si vorrebbe mantenere tale ma rispetto al quale è allo stesso tempo impossibile sottrarsi; anche la psicologia non ha resistito a dire la sua, e anche in questo caso, come sempre, lo studio sugli Ufo ha trovato nuove ipotesi di ricerca e spunti di confronto.
Questa ultima affermazione rappresenta, almeno in parte, una delle caratteristiche più affascinanti e nobili di questa ricerca; l’Ufologia riesce ad arricchirsi anche e soprattutto dal confronto con i suoi detrattori, non si tratta di una ricerca statica, fossilizzata, che abbraccia e difende, anche oltre ogni ragionevole dubbio, quelle che ritiene essere delle verità assolute.
In maniera di certo differente da alcune scuole di pensiero, l’Ufologia riesce ad aprirsi alle innovazioni, e dalle innovazioni riesce a trarre nuove idee, a percorrere nuovi sentieri, a sperimentarsi quotidianamente.
Fatta questa breve premessa, è giusto a questo punto chiedersi in che modo la psicologia possa venire incontro agli studi ufologico o, almeno, esserne una valida collaboratrice; per dare una risposta a questo quesito, dobbiamo innanzitutto tenere bene a mente uno dei problemi più spinosi con il quale ogni ricercatore deve confrontarsi.
Coloro che studiano i fenomeni relativi a oggetti volanti non identificati si trovano spesso di fronte ad un insolito dilemma: non avendo quasi mai dati concreti e materiali da valutare (un frammento o altro), bisogna scegliere se abbandonare l’intera indagine oppure basarsi sui rapporti dei testimoni oculari, una fonte di informazioni non sempre affidabile.
Diverso l’approccio dello scienziato che lavora con dati che possono essere replicati e convalidati, che possono essere confermati dai colleghi; d’altra parte la soluzione di rinunciare alle testimonianze è del tutto improponibile, l’unico compromesso rimane quello di entrare nello stato d’animo del testimone.
Tutti i rapporti stilati sugli avvistamenti Ufo si basano, per la maggior parte, sulla percezione di terzi rispetto al fenomeno osservato; è quindi importante stabilire fin dall’inizio che percezione e fenomeno non rappresentano la stessa cosa e non posseggono la medesima valenza.

La percezione è un processo estremamente complesso, che porta il testimone a selezionare, organizzare e interpretare degli stimoli sensoriali rispetto ad un quadro significativo di quanto si trova ad osservare; si tratta quindi di uno stimolo sensoriale che molto spesso compromette i dati osservati.
In tal senso, la percezione di un evento fatta da un testimone, potrebbe facilmente essere differente da quella resa da un secondo testimone dell’evento stesso; come se ciò non bastasse l’interpretazione visiva non è mai spontanea, risente quasi sempre delle convinzioni personali, dello stato animo vissuto in quel preciso istante, della cultura e delle convinzioni religiose.
Gli errori più frequenti nei quali cade spesso il testimone, ovvero quelli che l’ufologo deve essere in grado di intravedere, derivano spesso dalla errata identificazione degli stimoli e da illusioni ottiche: la mente a volte tende a fare brutti scherzi; la luna all'orizzonte appare più grande rispetto a quando è più alta nel cielo, un bastone che galleggia nell’acqua può sembrare piegato, mentre un esperimento condotto nel 1929 ha dimostrato che una piccola sorgente stazionaria di luce, posta in una stanza buia sembrerà muoversi fluttuando nell’aria.
Queste distorsioni percettive vengono vissute dalla maggioranza delle persone, altre invece si presentano come peculiari rispetto ai singoli bisogni psicologici; un classico esempio che rispecchia l’ultimo concetto espresso, esempio tra l’altro abbastanza curioso, è quello illustrato da Jerome Bruner nel 1947: i bambini poveri sono più inclini a sopravvalutare le dimensioni delle monete rispetto ai bambini ricchi.
Una seconda categoria di errori è quella relativa all’errata interpretazione di stimoli come reali; si tratta spesso di risultati che scaturiscono da particolari psicopatologie che affliggono il testimone, quali ad esempio allucinazioni o carattere psicotico.
In tutti questi casi si hanno grossi problemi nel riuscire a distinguere le immagini prodotte dalla realtà esterna e quelle derivanti dalla realtà interna; rimane infine la deliberata falsificazione dell’avvenimento descritto, una eventualità che purtroppo è sempre in agguato nel lavoro del ricercatore sul campo.
Da non sottovalutare il numero dei testimoni che hanno assistito al fenomeno; più il numero è alto, più le possibilità di una isteria collettiva potrebbe essere reale: la possibilità di contagio isterico deve essere sempre tenuta in considerazione nella valutazione di alcuni rapporti relativi ad avvistamenti UFO.
Un colloquio psichiatrico dovrebbe far parte della routine relativa alla valutazione degli osservatori, proprio per questo molto spesso, insieme ai soliti questionari di routine, dovrebbe essere presente anche un breve test psicologico.
In questo contesto si inserisce anche il problema dell’ipnosi, spesso portata come prova di credibilità di un testimone; in realtà questa tecnica si rivela molto utile soltanto come fonte di informazione, ma non dimostra in alcun modo se il soggetto sta mentendo o meno.
Classico esempio sono le persone che non riescono a distinguere la realtà dalla fantasia; questi soggetti, posti sotto ipnosi, “riveleranno” particolari che per loro sono reali ma che non hanno alcuna attinenza con la realtà oggettiva; la pratica di chiedere al paziente di ricordare solo gli eventi reali ridurrà ma non eliminerà l’elemento fantasia.

Cosa dire in conclusione rispetto a quanto appena esposto?
Non si può negare che molto spesso il testimone vede ciò che vuol vedere, che spesso costruisca di sana pianta una situazione visiva, oppure che esistano degli avvistamenti che sono in realtà frutto della fantasia di una mente instabile o inconsce proiezioni di celate paure.
Questi argomenti non possono però dipingere l’Ufologia e, in particolare, le ricerche condotte sul campo, come inutili perdite di tempo; si tratta di sfide conosciute e quotidianamente accettate da tutti coloro che dedicano tempo e fatica a questa attività, sfide che arricchiscono il bagaglio culturale dell’ufologo e rendono l’ufologia stessa un immenso crocevia di applicazioni scientifiche, rendendo sempre più fragile quella ormai vecchia idea che la vorrebbe come una pseudoscienza.

Fonte: http://esomisteri.blogspot.com/

lunedì 21 marzo 2011

Presunte tipologie aliene: i rettiliani

Nell'ambito dei racconti di avvistamenti di UFO e rapimenti alieni si sostiene in alcuni casi che gli alieni avrebbero la forma di rettili umanoidi. Nella classificazione delle razze aliene i rettiliani apparterrebbero al cosiddetto tipo Delta.


Questa razza, di tendenza tipicamente minacciosa, è quella dietro a tutto il programma delle abduction. Hanno una genetica simile a quella dei rettili. Probabilmente la loro razza si è evoluta assumendo la forma umanoide partendo da forme primitive di vita rettile. Le razze dei Grigi sono governate a loro volta dalle menti rettiliane. Alcune teorie della cospirazione extraterrestre hanno sostenuto la presenza sulla Terra di stirpi di "rettiliani" di origine extraterrestre, in alcuni casi in grado di mutare la propria forma. Secondo tali teorie sarebbero per esempio rettiliani gli alieni provenienti dalla costellazione del Drago, che sarebbero le "eminenze grigie", i padroni nascosti degli alieni più famosi, i cosiddetti Grigi, provenienti dal sistema di Zeta Reticuli, Orione e Bellatrix. Di extraterrestri rettiliani racconta Herbert Schirmer, che sostiene di essere stato rapito ad Ashland (Nebraska) nel 1967 da esseri umanoidi, alti tra 1,4 e 1,8 m, rivestiti da una tuta aderente, con testa sottile e allungata e pelle grigio-bianca; la bocca sarebbe stata simile ad una fenditura e non si sarebbe mossa mentre parlavano e i loro occhi sarebbero stati inclinati. Sulle tute Schirmer avrebbe visto un emblema a forma di "serpente alato". Secondo Schirmer tali esseri proverrebbero da un'altra galassia e sarebbero provvisti di basi sul nostro pianeta.



John Rhodes raccolse insieme le testimonianze dei presunti contatti tra esseri umani e rettiliani umanoidi; ha fondato nel 1997 un apposito centro di ricerca ed è apparso in televisione e alla radio per illustrare le sue scoperte e le presunte prove scientifiche di sostegno alle sue teorie. Rhodes afferma che i rettiliani umanoidi discenderebbero dai dinosauri e sarebbero quindi un sottoprodotto dell'evoluzione terrestre.


Rhodes per avvalorare le proprie tesi cita le teorie di Dale Russell degli anni ottanta, relative alla descrizione di quale sarebbe potuta essere l'evoluzione dei dinosauri in specie intelligente. Secondo Rhodes l'attenzione umana sarebbe intenzionalmente spostata dai mondi sotterranei allo spazio profondo, proprio allo scopo di mantenere segreti gli argomenti riguardanti le dimore dei popoli sotterranei e le loro antiche civiltà. I rettiloidi delle teorie da Rhodes assomigliano a dei tipi di entità descritti da alcune delle persone che sostengono di essere state rapite dagli alieni.


Secondo David Icke, come pubblicato nel suo libro The Biggest Secret: The Book That Will Change the World (in italiano: Il più grande segreto: Il libro che cambierà il mondo) gli umanoidi rettiliani sarebbero una forza occulta che manipolerebbe e controllerebbe l'umanità. La razza sarebbe costituita da esseri alti 2,13 m e bevitori di sangue e proverrebbe dal sistema stellare Alpha Draconis. Ad essa apparterrebbero molti leader mondiali, tra cui la famiglia reale inglese, Bill Clinton, Hillary Rodham Clinton, George W. Bush, Barack Obama.


Zecharia Sitchin afferma di aver individuato in tavolette sumere il riferimento a una razza aliena (gli Annunaki) che avrebbe creato la razza umana (mischiando i propri geni con quelli dell'Homo Erectus) allo scopo di utilizzare gli uomini come schiavi nelle sue miniere in Africa. Gli Annunaki, da sempre, abiterebbero il loro pianeta Nibiru, trasformato in una specie di "nave spaziale" mista (convivendo con le altre razze tra cui i Rettiliani) al servizio della Confederazione Galattica. Secondo Sitchin le tavolette attesterebbero che il popolo Sumero dalla "testa nera" sarebbe stato creato da questi esseri mescolando "l'essenza di vita" di "uomini e bestie". L'esistenza di uomini serpente secondo Sitchin sarebbe provata dalla concezione di regalità e dal suo collegamento alla figura del drago, definita in Babilonia come 'Sir' o dragoni (ossia "grande serpente", dal sanscrito sarpa, parola che originariamente descriveva il grande "Dio-Dragone", creatore e governatore della antichissima cultura dravidica).


Alle teorie di Stichin si è riallacciato Laurence Gardner, secondo il quale sarebbe esistita una "Linea del Sangue dei Dragoni", una variante del Sacro Graal collocata nell'antica Mesopotamia quando gli Anunnaki sarebbero discesi sulla regione creando una linea di sangue reale attraverso una manipolazione genetica.

Fonte: http://www.invasionealiena.com/articoli-alieni/274-alieno-rettiliano.html

Esopianeta potrebbe avere un’atmosfera ricchissima in metalli

Ad una prima occhiata, l’esopianeta GJ 1214b sembrerebbe soltanto un altro esempio della crescente categoria di pianeti cosi detti “super-Terre”. Scoperto grazie al MEarth Project, nel 2009, GJ 1214b orbita intorno ad una nana di classe M, nella costellazione di Ofiuco, in un orbita molto stretta che la porta a fare il giro intorno alla propria stella ogni 1.6 giorni.


L’anno scorso, questo esopianeta diventò la prima super-Terra dove gli scienziati erano riusciti ad identificare un elemento preciso nell’atmosfera. Si trattava di vapore acqueo! Adesso, grazie a nuove indagini fatte dallo stesso team di allora, sono state scoperte altre nuove caratteristiche dell’atmosfera di questo esopianeta.

Precedentemente il team aveva suggerito che le loro osservazioni potevano potenzialmente essere spiegate da due ipotetici modelli planetari. Nel primo modello, il pianeta potrebbe essere coperto da uno strato di idrogeno ed elio, ma la mancanza di caratteristiche tipiche dell’assorbimento della luce nello spettro dell’atmosfera ha suggerito che questo non era il caso, a meno che questo strato non fosse nascosto sotto un altro spesso strato di nuvole. Comunque, dai dati disponibili per adesso, non erano mai riusciti ad escludere questa possibilità del tutto.

Combinando le vecchie osservazioni con le più recenti fatte con il MEarth Observatory, il team adesso spiega di essere riuscito ad escludere questo scenario con una fiducia intorno a 99.99%. Il risultato è che il rimanente modello, che prevede la presenza di altissime quantità di metalli(in astronomia si parla di elementi metallici nel caso di tutti quelli che non sono idrogeno ed elio) è quello più plausibile. Il team continua anche a sopportare la loro prima conclusione che prevede un’atmosfera che contiene almeno 10% vapore acqueo. Grazie a queste nuove osservazioni, la sicurezza di questa ipotesi è del 99,7%. Mentre la presenza del vapore acqueo potrebbe dare l’impressione di un posto invitante, come una giungla tropicale, il team predice che il pianeta dovrebbe avere una temperatura media di 279,4°C.

Se da una parte queste scoperte sono storie molto interessanti legate all’atmosfera di questo pianeta, la prevalenza di elementi pesanti potrebbe darci tanti indizi anche sulla struttura geologica del pianeta e magari la sua storia. I modelli planetari legati alla sua atmosfera suggeriscono che, almeno per i pianeti di questa massa e temperatura, ci possono essere due scenari di formazione. Nel primo caso, l’atmosfera è direttamente nata durante la formazione del pianeta. Tuttavia, questo indicherebbe un’atmosfera ricchissima di idrogeno, ma cosi non è. La seconda ipotesi, è che il pianeta si sia formato molto lontano, ai confini del sistema stellare a cui appartiene, ma che sia poi migrato per qualche motivo verso l’interno. In questo modo, se prima era solo una palla di ghiaccio, con tutto il calore ricevuto dalla vicinanza alla propria stella, è diventato un pianeta con una ricchissima atmosfera, creata dalla sublimazione del ghiaccio che preservava sulla propria superficie.

Oltre alla propria ricerca intorno alle caratteristiche dell’atmosfera di questo pianeta, il team ha anche analizzato i movimenti dell’orbita del pianeta, alla ricerca di piccole vibrazioni che indicherebbero la presenza di altri corpi vicini. Per adesso non c’è stato alcun risultato in questo senso.

Fonte: http://link2universe.wordpress.com/2011/03/17/esopianeta-potrebbe-avere-unatmosfera-ricchissima-in-metalli/#more-3594

domenica 20 marzo 2011

È il momento di Mercurio, inizia l'esplorazione del primo pianeta del nostro sistema solare

Dopo sei anni di viaggio, la sonda Messenger è la prima a entrare nell'orbita di Mercurio. In questi giorni il pianeta raggiunge la miglior posizione per farsi ammirare nel cielo.


Prende il via così l'esplorazione di un mondo sconosciuto. Che proseguirà con la missione BepiColombo dell'ESA. L’occhio di bue finalmente illumina il primo pianeta, a lungo rimasto nell’ombra. Ora tocca a Mercurio. Il 17 marzo la sonda MESSENGER della NASA entra nell’orbita, dopo aver solcato per sei anni tutto il Sistema solare interno. Comincia l’era dell’esplorazione di Mercurio, visitato solo di sfuggita in passato, più di 35 anni fa, dalla sonda Mariner 10. Il momento d’oro del “messaggero degli dei”, nella mitologia romana, comincia sotto i migliori auspici. Proprio in questi giorni, infatti, il piccolo pianeta generalmente troppo vicino al Sole per essere visibile, raggiunge la sua miglior posizione nel cielo e può essere ammirato dopo il tramonto, sopra l’orizzonte, in direzione ovest. Il 22 marzo è il miglior giorno del 2011 per vederlo brillare. Intanto, i sette strumenti a bordo di MESSENGER si preparano a raccogliere nuovi e inediti dati, non appena la sonda si sarà posizionata lungo l’orbita allungata (compiendo un giro ogni 12 ore e raggiungendo, nel punto più vicino, la distanza minima di 200 chilometri e nel punto più lontano, la distanza massima di 15 mila chilometri). Ma questo è solo l’inizio. Nel 2014, arriverà BepiColombo: missione tra le più ambiziose dell’ESA, in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA), che vede l’Italia fortemente coinvolta. “BepiColombo sarà una missione ben più complessa di MESSENGER, con due satelliti separati: uno dedicato all’ambiente che circonda Mercurio (radiazione solare, campo magnetico, vento di particelle), e l’altro interamente rivolto al pianeta stesso (superficie, topologia, struttura interna)”, anticipa Enrico Flamini, coordinatore scientifico dell’Agenzia Spaziale Italiana e PI dello strumento SIMBIO-SYS, uno dei quattro esperimenti di Bepi Colombo che coinvolgono la comunità scientifica italiana (insieme all’accelerometro ad alta sensibilità ISA, l’esperimento di radioscienza MORE, e strumento SERENA per lo studio dell’ambiente particellare). “La reciproca collaborazione tra i gruppi scientifici di lavoro su MESSENGER e BepiColombo produrrà una cascata di dati. Con finalmente darà una visione esaustiva del pianeta”.
L’entrata in orbita di MESSENGER segna il fischio d’inizio. “Nessuna sonda ha mai osservato stabilmente Mercurio. Da ora in poi sarà possibile acquisire immagini dell’intera superficie, come non l’abbiamo mai vista, e fare misurazioni precise”, afferma Gabriele Cremonese, astronomo dell’INAF-OA di Brera, che insieme al suo gruppo di ricerca collabora già con la NASA all’elaborazione dei dati di MESSENGER.
Come mai questo rinnovato interesse per Mercurio? “È il pianeta più vicino al Sole, è importante conoscere la sua struttura interna per comprendere meglio le fasi iniziali dell’evoluzione del Sistema Solare”, risponde Cremonese. “Inoltre, conoscere meglio i nostri pianeti ci aiuta a interpretare le scoperte sui pianeti extrasolari. Mercurio, in particolare, è emblematico: un pianeta molto vicino alla sua stella, caldissimo, roccioso, denso, estramente interessante come modello di confronto con esopianeti simili”.


Di stranezze, Mercurio, ne ha parecchie e gli scienziati hanno deciso di vederci chiaro. Pur essendo il mondo più vicino al Sole, con temperature superficiali che arrivano a 500 °C, potrebbe avere il ghiaccio ai poli. Inoltre, ha un gigantesco nucleo di metallo che occupa quasi interamente la struttura interna. Un antipasto delle sorprese scoperte che ci aspettano ci è stato già servito nei mesi scorsi, quando su Science ricercatori NASA, in collaborazione con Cremonese e colleghi, hanno annunciato la scoperta di attività vulcanica recente su Mercurio, osservata nel corso dei fly-by di avvicinamento della sonda. Prossimi aggiornamenti attesi per l’11 maggio, nel corso del team meeting della NASA.

Fonte: www.media.inaf.it/2011/03/16/e-il-momento-di-mercurio/

sabato 19 marzo 2011

Video di Adam Kadmon: Il segreto di Marte

Da prendere con le dovute precauzioni un curioso video dal blog di Adam Kadmon...Buona Visione.
Negli anni 70, un programma televisivo annunciò la fine dell'Umanità nella prima metà del 21 secolo a causa di una glaciazione e quali eventi l'avrebbero preceduta. La serie venne subito dopo cancellata. Dissero poi che si trattava di uno scherzo. Eppure le previsioni climatiche e l'aumento delle attività vulcaniche profetizzate da quella lontanissima puntata, oggi si rivelano esatte. Una coincidenza?
Scopriamolo insieme.



Fonte: http://777babylon777.blogspot.com/

venerdì 18 marzo 2011

Tunnel spaziotemporali di 'livello stellare'

I tunnel spaziotemporali, noti come ponti di Einstein-Rosen, sono un esempio di oggetti strani contemplati dalla teoria della relatività generale.


Anche se nessun esperimento ha dimostrato finora la loro esistenza, gli scienziati ritengono che essi potrebbero essere delle vere e proprie "scorciatoie" tra un punto e l'altro dello spazio. Oggi, nuovi studi suggeriscono che queste particolari strutture potrebbero esistere tra le stelle e anzichè essere vuoti esse potrebbero contenere una sorta di "fluido perfetto", un plasma che si connetterebbe tra due stelle rendendole in qualche modo riconoscibili.

Alcuni scienziati guidati da Vladimir Dzhunushaliev, dell'Eurasian National University in Kazakhstan , hanno studiato questa possibilità trovando che le strutture d'ingresso verso le porte del tunnel sarebbero compatibili con le stelle. Questa idea ha condotto i ricercatori a pensare al fatto che i wormholes possano esistere non solo tra le stelle normali ma anche tra oggetti ancora più densi e collassati: le stelle di neutroni.

A grandi distanze, questi sistemi si mostrerebbero ancora come delle stelle vere e proprie o come stelle di neutroni classiche ma mostrerebbero delle differenze che potrebbero essere addirittura rivelate. E per rivelare queste peculiarità, i ricercatori hanno sviluppato un modello di una stella normale con un tunnel che si diparte dal suo centro e attraverso cui la materia esotica si muove. Due stelle che condividono lo stesso wormhole avrebbero perciò una connessione univoca dato che esse sono collegate alle aperture dello stesso tunnel. Inoltre, dato che la materia esotica si comporterebbe come una specie di fluido, le stelle dovrebbero "pulsare" in un modo insolito e queste pulsazioni dovrebbero dar luogo all'emissione di alta energia, sottoforma di raggi cosmici estremamente energetici.

Tutto molto bello ed interessante peccato che la parte più difficile è quella di calcolare esattamente che tipo di oscillazioni e quale forma di energia ci aspettiamo. Insomma, queste informazioni potrebbero essere utili per capire come potrebbe apparire dalla Terra un sistema stellare con wormhole al fine di andare ad identificare nello spazio queste eventuali strutture esotiche.

Fonte: http://astronomicamentis.blogosfere.it/2011/03/tunnel-spaziotemporali-di-livello-stellare.html
Grande figura aerospaziale francese ed europea, uno dei padri del missile Ariane, Yves Sillard ex Direttore Generale del CNES (Centro Nazionale di Studi Spaziali), presiede oggi il comitato direttivo del GEIPAN (Groupe d'Etudes et d'Informations sur les Phénomènes Aérospatiaux Non-identifiés) in seno al CNES.


Ha risposto alle domande della rivista Nexus (edizione francese) nel suo ultimo numero di marzo 2011.

Nexus: oggi stiamo assistendo ad un vasto movimento di scoperchiamento del segreto sui dossiers concernenti gli UFO. Il qualità di Presidente del comitato direttivo del GEIPAN, cosa ne pensa?


Yves Sillard
: io stesso, nel 2007, sostenni e ottenni, in pieno accordo con la direzione del CNES, l'opportunità di rendere di dominio pubblico i documenti che il GEIPAN aveva in suo possesso. Ora possiamo, anche, consultare liberamente il tutto online sul sito internet del CNES. Negli ultimi anni, più di una dozzina di Paesi hanno seguito l'esempio. Solo la politica degli Stati Uniti, che dal 1969 e in contrasto all'evidenza non è interessata a questi dossier. E ciò rimane totalmente incomprensibile.

Sono rammaricato sull'assenza di collegamenti tra diversi organismi esistenti in tutto il mondo. Ci auguriamo vivamente che i PAN (phénomènes aérospatiaux non identifiés) siano analizzati secondo le stesse procedure in tutti i Paesi e che i risultati vengano condivisi in comune. Ciò permetterà di avere una visione d'insieme, la più obiettiva possibile, per creare un clima favorevole alla deposizione delle testimonianze e di sviluppare un'archiviazione globale. Il GEIPAN non ha risorse umane sufficienti per mantenere le relazioni in corso con altri gruppi, dello stesso genere, nel mondo.

Eppure, è un famoso paradosso, è un modello per numerosi paesi che hanno attuato delle strutture analoghe, ad esempio in America del Sud. Il comitato direttivo ha raccomandato, a più riprese, che la squadra del GEIPAN sia leggermente rinforzata da personale appartenente al CNES o altre agenzie, ma ciò non è stato ancora reso possibile.

Nexus: a parte l'assenza di cooperazione internazionale, vede altri ostacoli alla divulgazione?

Yves Sillard: il primo ostacolo è la raccolta delle testimonianze. E' essenzialmente banale nella mente del pubblico, che porta il testimone a deporre ciò che ha visto alla Gendarmeria, ma ci sono, certamente, molte persone che non testimoniano per paura del ridicolo. I PAN di categoria D - che non possono essere spiegati con nessun fenomeno conosciuto - sono assimilati agli UFO, agli ET, ai piccoli omini verdi...e questo può dissuadere i numerosi testimoni, dell'aviazione civile o militare per esempio, di apportare il loro contributo alla raccolta d'informazione.
Il secondo ostacolo è quello di passare oltre la disinformazione, di ignorarla, che non possiamo che deplorare. Gli Stati Uniti hanno imparato l'arte della disinformazione o della ridicolizzazione delle testimonianze, e questo dal Rapporto Condon del 1969 il quale concluse che non c'era nulla di serio negli avvistamenti di UFO. Da allora, questo rapporto è stato ampiamente riportato dall'Agenzia Federale dell'Aviazione americana (FAA) e tutti gli studi seri sembrano suscettibili di essere bloccati, e comprendono molti casi interessanti come i giganteschi fenomeni luminosi di Phoenix in Arizona del 13 marzo 1997, oppure l'osservazione dell'aeroporto O'Hare di Chicago del 7 novembre 2006.

(Sopra una ricostruzione artistica dell'UFO di O'Hare, basato sulla testimonianza fatta dalla CNN da un ingegnere meccanico)

Tra noi, penso che nessuno in Francia avrebbe avuto la possibilità di presentare delle spiegazioni fantasiose, come quelle emanate dalle autorità federali americane dopo i due avvenimenti. Il terzo ostacolo concerne l'approccio della comunità scientifica. Il lavoro del GEIPAN non è, a tutt'oggi, ben compreso da loro e un'azione continua di informazione e la persuasione resta necessaria per gli scienziati, che possono avere un interesse ai PAN di categoria D, senza che questo porti a pregiudicare la loro carriera.

Questa azione è stata ostacolata dall'atteggiamento veemente, forse rafforzata da azioni di disinformazione volontaria da parte degli Stati Uniti, in alcuni circoli razionalisti. L'atteggiamento di questi è probabilmente motivato da delle lodevoli preoccupazioni di lotta contro l'oscurantismo e le credenze alienanti. E' tuttavia profondamente antiscientifico, rifiutare di guardare in faccia l'esistenza di testimonianze inconfutabili, e ciò non è accettabile quando uno studio obiettivo ed intelligente di questi fenomeni viene intrapreso.

L'approccio del GEIPAN, contrariamente a ciò che si pensa, ha un approccio rigorosamente scientifico: ci confrontiamo con dei fenomeni che, per alcuni, sono inesplicabili; quindi bisogna individuarli, classificarli, analizzarli, eccetera...Noi non abbiamo ancora delle conclusioni, noi possiamo fare delle ipotesi.

Nexus: l'ipotesi extraterrestre fa parte di queste?

Yves Sillard: è una possibilità che dobbiamo prendere in considerazione, con serietà, serenità e imparzialità. L'esistenza di civiltà extraterrestri è altamente probabile, anche se sono oltre la nostra comprensione. Se si considera la genesi dell'Universo, queste civiltà possono, in alcuni casi, essere di secoli, migliaia oppure milioni di anni più avanzati rispetto a noi, e noi dobbiamo fare prova di una grande modestia circa la valutazione delle loro capacità scientifiche e tecnologiche eventuali; altre, invece, possono accusare un ritardi importante comparata alla nostra.

Nexus: alcuni credono di vedere nell'atteggiamento degli USA la volontà di mantenere i segreti delle tecnologie extraterrestri, con le quali gli americani sono entrate in contatto.

Yves Sillard: io non lo credo affatto, per una ragione semplice e logica: se così fosse, noi vedremmo queste applicazioni da molto tempo, soprattutto nel settore aerospaziale. Tuttavia, ciò che fa la differenza oggi tra Stati Uniti e gli altri Paesi, è l'enorme quantità di denaro nella ricerca per scopi militari, che si traduce in particolare con l'alto costo dei loro aerei di combattimento. E mi viene in mente l'aereo F-35...

Nexus: il GEIPAN è, a volte, criticato per il suo relativo tepore. La documentazione che viene pubblicata evoca molto spesso "oggetti" e non semplicemente dei "fenomeni". Perchè, allora, non dire semplicemente che il GEIPAN si occupa di UFO?

Yves Sillard: questo perchè molte osservazioni riportate sono di natura molto diversa e non possono, sistematicamente, ricevere la classificazione in oggetti e il termine UFO ha preso un determinato significato, viziato dal suo utilizzo in film di fantascienza molto discutibili. Il GEIPAN si interessa ad un ampio spettro di PAN, che sono riportati e utilizzati per classificare la nomenclatura ABCD, i quali permetteranno di ordinare le indagini che sono state condotte.

Così, oggi, tra i 1650 casi di fenomeni osservati, attorno ai quali è stato possibile raggruppare 6000 testimonianze contenuti nel database del GEIPAN, lo studio ci ha concesso di notare che 690 sono spiegabili o molto probabilmente spiegabili (PAN A e B), 500 sono inspiegabili per mancanza di precisione (PAN C), e 460 appartengono alla categoria dei fenomeni la cui realtà non può essere contestata, ma che sono inesplicabili al nostro livello di conoscenza (PAN D).

In questa ultima categoria, alcune testimonianze descrivono incontestabilmente degli oggetti, per esempio l'osservazione di Nuku Hiva, nella Polinesia francese, nella notte del 21 ottobre 1988, quando dei pescatori videro tre sfere luminose volare ad alta quota. La loro testimonianza fu corroborata da quella di equipaggi di compagnie aeree della Air New Zealand e UTA che, a largo delle isole Marquises, osservarono da tre a sei "UFO" la stessa notte.

Nexus: esistono alcuni casi che sono fonti di dibattito. Tra i quali, ciò che è stato osservato il 5 novembre 1990 sopra la diagonale Biarritz - Strasburgo. Per lei, si trattò di un rientro atmosferico, per altri un caso spettacolare di osservazione di UFO.

(Sopra ricostruzione artistica di una tipologia di UFO che sarebbe stata vista il 5 novembre 1990)

Yves Sillard
: effettivamente, un centinaio di testimonianze su questo avvenimento sono state raccolte dal SEPRA (Service d'expertise des phénomènes de rentrées atmosphériques), che all'epoca sostituiva il GEPAN. Dopo aver preso contatto con la NASA, si è capito che si trattava del rientro in atmosfera del terzo stadio del un missile sovietico Proton, su una diagonale del golfo di Gascogne - Alsace.

Il caso è dunque chiaro e questa spiegazione permise di comprendere le poche differenze esistenti tra le testimonianze: a seconda del luogo e al momento dell'osservazione, fu possibile che i movimenti dell'oggetto apparvero ascendenti per alcuni testimoni. Tuttavia, su insistenza di alcuni testimoni che consideravano questa spiegazione insufficiente, rispetto a ciò che avevano osservato, mi parve giusto approfondire l'inchiesta.

Mi confidai a Jean-Jacques Velasco che dirigeva il SEPRA all'epoca delle osservazioni, ma lui mi convinse del carattere rigoroso ed esaustivo dell'inchiesta iniziale e non sembrò convinto di riaprire il dossier dopo cinque anni il verificarsi dei fatti. Se si vuole essere onesti, ma si tratterebbe allora di una coincidenza straordinaria, non si può scartare totalmente l'ipotesi secondo la quale ci fosse, nello stesso momento e sulla stessa zona geografica, un rientro atmosferico e l'osservazione di uno o molti altri fenomeni inspiegabili.

Nexus: avete sentito, in un modo o nell'altro, qualche pressione su come orientare i vostri lavori?

Yves Sillard: Mai, il comitato direttivo del GEIPAN comprende degli scienziati e dei rappresentanti dell'Aeronautica Militare, dell'aviazione civile, della sicurezza civile, della Gendarmeria...ma in nessun momento ho percepito la volontà di qualcuno di orientare i nostri lavori. Io non ho, comunque, tutti gli elementi per affermare con assoluta certezza che le autorità civili oppure militari comunichino al GEIPAN tutto quello che conoscono in tema PAN; ma, da parte mia, non ho mai notato la minima volontà di occultare informazioni importanti.

Nexus: in questo momento, quali sono le principali inchieste in corso?

Yves Sillard: il GEIPAN ha diverse indagini in corso, ma sembra che il numero di testimonianze, suscettibili di essere classificate nella categoria D, sono diminuite nel corso di questi ultimi anni. Questo può significare che i PAN di categoria D osservati in Francia sono meno numerosi, mentre si moltiplicano in altre parti del mondo, oppure semplicemente che ci sono meno persone che testimoniano ufficialmente in Gendarmeria.

Penso che sia ugualmente interessante discutere della situazione a Hessdalen, in Norvegia, dove sono osservati da, almeno, alcuni decenni dei fenomeni prevalentemente luminosi, totalmente inesplicabili. Si tratta di un caso unico al mondo di regolari apparizioni di PAN, sullo stesso luogo e su scala temporale molto lunga. Io ci sono andato nel 2007, su invito del professore Erling Strand, dell'Università di Oslo. Con l'aiuto di ricercatori italiani, ha organizzato da più di una ventina d'anni, delle campagne d'osservazione con l'utilizzo di macchine fotografiche, magnetometri, lasers e radars. Purtroppo, se l'esistenza indiscutibile dei fenomeni è stata ampiamente confermata, i mezzi impiegati non sono stati sufficienti per poter formulare una ipotesi circa la loro origine.

Il comitato direttivo del GEIPAN ritiene che il carattere eccezionale di Hessdalen merita qualche attenzione in più. Grazie ad un concorso di circostanze favorevoli, un progetto internazionale, che coinvolge gli scienziati norvegesi dell'Università di Oslo, i francesi del CNRS e della CEA e gli italiani del radio-osservatorio di Bologna, è stato messo in piedi. Il GEIPAN ha preso in carico diverse missioni in Norvegia, ma la responsabilità del progetto è nelle mani, naturalmente, degli scienziati coinvolti. Un primo passo, mettendo a disposizione un numero ancora limitato di strumenti di misura, è stato avviato nel mese di dicembre 2010. I risultati registrati saranno disponibili dopo il periodo invernale; i team di scienziati vedranno se converrà proseguire questo studio con dei mezzi più sofisticati.

Fonte: http://www.centroufologicoionico.com/

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