giovedì 15 dicembre 2011

Robert Bauval: ”La scienza non basta, impariamo dagli Antichi Egizi”

"Per quello che sappiamo del cosmo, per quello che abbiamo scoperto negli ultimi vent’anni, siamo praticamente obbligati a pensare alla possibilità di una vita extraterrestre."

Arrivati alla fine della lunga chiaccherata con Robert Bauval- lo scrittore belga famoso in tutto il mondo per le sue intuizioni che hanno cambiato il modo di interpretare la civiltà egizia- l’ultimo argomento da trattare non poteva che essere questo.


Dopo aver discusso della reale datazione della Sfinge e del significato delle Piramidi di Giza, dopo aver analizzato ciò che svelano a questo proposito l’archeoastronomia e le geologia, dopo aver ripercorso le possibili, remotissime origini della prima cultura “stellare” africana (quella di Nabta Playa) e dopo aver evidenziato l’eredità moderna del sapere esoterico egizio, affrontiamo anche il tema “alieni”: Bauval crede – come altri studiosi, esponenti della cosiddetta “Teoria degli Antichi Astronauti”- che questa enigmatica civiltà dai tanti misteri ancora insoluti sia mai venuta in contatto con viaggiatori spaziali?




Uomo di grande cultura e umanità, affascinante conferenziere, poliglotta ( conosce perfettamente anche l’italiano, oltre che il francese, l’inglese e l’arabo), Robert Bauval ha legato il suo nome e la sua vita all’Egitto, terra in cui è cresciuto e che ha esercitato su di lui un’attrazione irresistibile. Di quel popolo che migliaia di anni fa ha edificato opere uniche, mai eguagliate nella storia dell’umanità, non smetterebbe mai di parlare. E di studiare, per arrivare a carpirne il vero segreto…



Il discorso, a questo punto, si fa complesso, tra fisica e metafisica, scienza e filosofia, materia e spirito…
< Negli ultimi secoli ci siamo illusi che la scienza fosse l’unico modo per percepire la realtà. Ma non è vero, le risposte non sono solo all’esterno. E non usare questa nostra abilità interiore è un grande sbaglio. Lo stanno incominciando a capire anche importanti scienziati: più la ricerca procede, più i concetti si fanno ardui, tanto che a volte sembra che nemmeno loro sappiano bene di cosa stanno parlando. Pensiamo agli ultimi modelli interpretativi dell’Universo, alla moderna cosmologia: per capire certi concetti a prima vista assurdi ( come le teorie del multiverso o delle stringhe, NdA) bisogna per forza cambiare approccio e modificare il nostro processo mentale. Gli Egizi avevano trovato il modo, ce l’hanno insegnato, ci hanno detto cosa siamo: lo capivano meglio di noi. Il punto più affascinante di quello che ci hanno tramandato è la loro assoluta certezza che fosse possibile realizzare una transizione tra materia e spirito, dalla morte alla rinascita. Erano davvero convinti di poterlo ottenere. E quello che io ora voglio scoprire è se e come fossero in grado di farlo>.

Fonte: http://www.extremamente.it/2011/12/10/robert-bauvalla-scienza-non-basta-impariamo-dagli-antichi-egizi/#more-5261

mercoledì 7 dicembre 2011

La NASA individua ufficialmente il primo pianeta adatto alla vita

e' tato identificato per la prima volta un pianeta che potrebbe avere acqua liquida e quindi ospitare, forse, la vita. Si chiama Kepler 22b, poco più di due volte più grande della Terra e con un anno di 290 giorni, il primo pianeta conosciuto a trovarsi alla distanza giusta dal suo Sole.


La ricerca, realizzata da un gruppo della Nasa e pubblicata su The Astrophysical Journal, è "una pietra miliare lungo la strada per trovare il gemello della Terra", secondo Douglas Hudgins, uno dei responsabili Nasa della missione Kepler, un programma per la ricerca di pianeti al di fuori del sistema solare. Secondo i ricercatori Kepler-22b orbiterebbe attorno alla propria stella a una distanza del 15% inferiore a quella della Terra dal Sole e riceverebbe una quantità di calore giusta per mantenere sulla sua superficie una temperatura media (circa 22 gradi) tale da permettere l'esistenza di acqua liquida in superficie.

Anche se i ricercatori non hanno potuto ancora appurare se Kepler-22b abbia una composizione di genere rocciosa, come Terra o Marte, oppure gassosa, come Giove o Nettuno, la sua individuazione è un importantissimo passo in avanti verso la ricerca di pianeti simili alla Terra. La presenza di acqua liquida è una delle caratteristiche ritenute più importanti per poter ospitare la vita ma mantenere una grande quantità d'acqua in forma liquida è una condizione ritenuta "difficile", in quanto dipende da una combinazione di molti diversi fattori di cui il più importante è la sua orbita in una ben limitata distanza dalla sua stella.

"Siamo stati molto fortunati a identificare questo corpo celeste", ha spiegato William Borucki, uno dei responsabili di Kepler al Centro di Ricerca Ames a Moffett Field, in California. "Abbiamo osservato il suo transito appena tre giorni dopo aver iniziato le osservazioni". Lo strumento principale del satellite Kepler è infatti uno sensibilissimo fotometro in grado di misurare le piccole variazioni della luminosità delle stelle lontane causate dell'eventuale transito (e quindi parziale oscuramento) di possibili pianeti.

La missione Kepler, lanciata dall'agenzia spaziale americana nel 2009, deve il nome al celebre astronomo Johannes Kepler autore delle leggi del moto dei pianeti ha identificato altri 54 candidati pianeti che orbiterebbero nella fascia abitabile. Kepler 22b è però il primo tra questi la cui orbita è stata confermata anche da telescopi e osservatori da Terra.

Fonte: http://centroufologicoionico.blogspot.com/2011/12/la-nasa-individua-ufficialmente-il.html

venerdì 2 dicembre 2011

Assange: siamo tutti spiati da un grande fratello globale

Siamo tutti facilmente spiabili. Tanto che, forse, sta gia' accadendo. E' l'ultimo inquietante scoop messo a segno da WikiLeaks in partnership con il Bureau of Investigative Journalism (BIJ) e Privacy International, organizzazione britannica che si batte per il rispetto della privacy. Una pletora di societa' private sparse per il mondo, Italia compresa, e' infatti in grado di offrire, spesso al miglior offerente, tecnologie capaci di monitorare email, sms e telefonate ''di un'intera popolazione''. Sistemi che - se consegnati agli aguzzini di spietati regimi - possono essere letali ''quanto un proiettile''. ''Nel corso degli ultimi 10 anni'', ha detto Julian Assange durante la presentazione dell'inchiesta, soprannominata SpyFiles, ''e' fiorita un'industria internazionale che fornisce ai servizi segreti degli stati equipaggiamenti capaci di sorvegliare masse di persone. Quelle aziende ora stanno esportando i loro prodotti in giro per il mondo in modo incontrollato''.


Assange e gli altri hanno rintracciato quanto piu' materiale possibile per identificare i nomi di queste societa' e descrivere in dettaglio i 'servizi' che sono in grado di offrire.

Ecco allora spuntare i nomi di 130 aziende basate in 25 paesi: insieme si spartiscono un business che vale 5 miliardi di dollari. Ma i cittadini comuni ne sanno poco o nulla. Gli agenti commerciali di questo Grande Fratello reticolare illustrano infatti i loro prodotti in fiere specializzate dove, spiega il BIJ, ''la gente comune e la stampa non e' ammessa''. Si tratta di strumenti avanzatissimi, che sembrano tratti da un film di Hollywood. Invece sono veri e pronti sul mercato.


''Societa' di sorveglianza come l'americana SS8, l'italiana Hacking Team, o la francese Vupen producono virus Trojans in grado di assumere il controllo di computer e cellulari - incluso iPhone, Blackberry e Android - registrando ogni uso, movimento e persino immagini e suoni della stanza in cui si trovano'', spiega Assange. In pratica, taglia corto il boss di WikiLeaks, ogni cellulare diventa ''una microspia che in piu' e' anche in grado di telefonare''.
'' 'Spero - ha concluso - che la pubblicazione di questo materiale faccia capire che tutti siamo spiati. Non e' una minaccia teorica, che puo' verificarsi in un remoto futuro: sta accadendo oggi, e coinvolge ognuno di noi''. ''E' importante che questi equipaggiamenti siano usati solo in casi molto ristretti e in modo proporzionato'', spiega Eric King di Privacy International. ''Non e' il caso della Siria. In un paese dove non c'e' lo Stato diritto queste tecnologie diventano strumento di controllo politico''. ''I documenti - dice Ross Anderson, professore in security engineering all'universita' di Cambridge - rivelano l'esistenza di un'industria dedicata alla sorveglianza di massa e non impegnata a fornire legali strumenti d'intercettazione. Sono strumenti che permettono ai governi di registrare e analizzare email, chat e sms della gente allo stesso modo in cui Google permette di scandagliare il web''.

Fonte: http://www.ufoonline.it/2011/12/02/assange-siamo-tutti-spiati-da-un-grande-fratello-globale/

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