giovedì 26 gennaio 2012

Astrofisico americano: “Ho inventato la macchina del tempo”

Per viaggiare nel passato basta sfruttare le corde cosmiche. Sevono solo milioni di masse solari, spiega lo scienziato. Direttamente da Princeton al Festival delle scienze 2012 di Roma

Cosa direste a voi stessi, se vi trovaste di fronte alla persona che eravate qualche anno fa?


Conviene rifletterci un istante, perché re-incontrarsi nel passato non è un’ipotesi così assurda come può sembrare. I viaggi nel tempo sono compatibili con la teoria della relatività generale di Einstein. Il difficile è scoprire come imbarcarsi in una tale impresa. Richard Gott III, professore di astrofisica alla mitica Princeton University, un’idea in proposito ce l’ha. La illustra al pubblico nella lectio magistralis domenica 22 gennaio, alle 12.00 all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nell’ambito del Festival delle Scienze 2012.

“ Tutto è iniziato nel 1991, quando trovai una soluzione esatta delle equazioni di campo di Einstein per due stringhe cosmiche in movimento”, racconta Gott . “ Scoprii che permetteva di andare a ritroso nel tempo”. Già nel 1905 Albert Einstein dimostrò che era possibile mandare avanti gli orologi. Ora sembra che la relatività generale ammetta anche i viaggi nel passato. Il trucco è aprirsi un varco nello spazio-tempo. Com’è noto, lo spazio-tempo non è rigido, ma s’avvalla e si piega per effetto della gravità. Le stringhe cosmiche potrebbero creare il fatidico passaggio per catapultarsi nel passato.

“ Le corde cosmiche sono ipotetiche strutture tubolari, più sottili del nucleo di un atomo, che contengono un vuoto quantico. Non sono state ancora osservate direttamente nell’Universo, ma le stiamo cercando”, spiega lo scienziato: “ All’interno di queste strutture si trovano dense concentrazioni d’energia e una pressione negativa. L’effetto anti-gravitazionale che si genera permetterebbe di deformare lo spazio-tempo a forma di cono attorno alle stringhe cosmiche, offrendo una scorciatoia nello spazio-tempo”. In altre parole, si verrebbe a creare un percorso tra due punti più breve, percorribile più velocemente rispetto al percorso standard di un raggio di luce.

La macchina del tempo ideata da Gott non è concettualmente diversa dall’idea dei wormhole di Kip Thorne. Ma è davvero fattibile o si tratta di pura speculazione? “ Non è qualcosa che si può fabbricare nel garage di casa”, chiarisce l’astrofisico, che all’argomento ha dedicato anche il libro Viaggiare nel tempo (Mondadori, 2005): “ Una macchina del tempo richiederebbe l’impiego di centinaia di milioni di masse solari. È un progetto che solo una civiltà molto avanzata potrebbe realizzare”. Allora, perché interessarsi tanto al problema, se comunque è al di fuori dalla nostra portata? “ Perché capire come costruire una macchina del tempo ci aiuta a indagare le leggi della gravità quantistica e potrebbe svelarci com’è nato e come funziona il nostro Universo”.

Il ragionamento arriva fino all’estremo. Gott, infatti, non esclude che stiamo vivendo in un Universo madre di se stesso: “ Nel 1998, io e Li Xin-Li scoprimmo che un loop temporale avrebbe permesso al cosmo di generarsi. In questo modello, il cosmo si auto-crea in una sorta di circuito chiuso, per cui si ritorna al punto di partenza e si riparte”.

I viaggi nel tempo fanno molto discutere i fisici perché potrebbero determinare situazioni paradossali. Per esempio: se una persona andasse nel passato e uccidesse suo nonno, come farebbe poi a nascere nel futuro? Sono state proposte alcune soluzioni, come quella degli universi paralleli. Tuttavia, alcuni scienziati come Stephen Hawking sono fortemente scettici a riguardo. Hawking è convinto che verrà fuori un effetto della gravità quantistica che viola la costruzione delle macchine del tempo. “ Eppure - ribatte Gott - al momento le leggi della fisica, per come le conosciamo, non ci impediscono di ritenere che sia possibile dire ‘ciao ’ al proprio sè più giovane”. Cominciate quindi a pensare alle raccomandazioni che vi dareste per evitare gli sbagli che avete poi commesso nel futuro.

Fonte: http://andromedawaked.blogspot.com/2012/01/gott-ho-inventato-la-macchina-del-tempo.html

Avvistato Ufo in aeroporto. La polizia locale indaga sul caso

MEXICALI. E’ stato avvistato un oggetto volante, giorni fa, nel cielo di Mexicali (Messico). Si tratterebbe di un disco dalla forma rotonda e lampeggiante apparso nei pressi dell’aeroporto della città. La polizia locale che segue il caso da vicino ha aperto un’indagine.



L’allarme sarebbe stato lanciato da numerosi cittadini (tra cui un poliziotto) e registrato dalle telecamere di sicurezza urbana.
La notizia, riportata sul giornale messicano “La Policiaca” parla dell’avvistamento «di un Ovni» (termine usato dai Paesi di lingua spagnola per indicare un Ufo), avvenuto qualche giorno fa. Secondo le testimonianze raccolte da Alejandro Monreal Noriega, comandante generale delle Pattuglie della Direzione di Sicurezza Pubblica Municipale (Dspm), i primi a dare l’allarme sono state le persone che abitavano nella zona aeroportuale e gli operatori che gestiscono le telecamere di sicurezza urbana. Proprio il sistema di videosorveglianza ha catturato le immagini del disco volante mentre si muoveva.
Il misterioso dispositivo poi, si sarebbe spostato dalla zona dell’aeroporto verso il nuovo deposito, per poi essere avvistato dai cittadini nella zona del Parco Industriale Marán, infine nella zona Rivera Campestre.

«La direzione ed il movimento dell’oggetto erano indefiniti. L’ufo cambiava repentinamente rotta», ha dichiarato uno dei poliziotti della sicurezza pubblica municipale, Martín Ruelas, «era un oggetto rotondo di luce bianca, grande; si potevano anche vedere delle luci lampeggianti di colore blu e giallo. Si muoveva in alto, in basso e di lato».
Al momento, riferisce il comandante Monreal Noriega, «ad occuparsi del caso sono sia l'autorità aeroportuale che la polizia locale, sperando che si riesca a capirne di più».



Fonte: http://www.primadanoi.it/news/524299/Avvistato-Ufo-in-aeroporto-La-polizia-locale-indaga-sul-caso.html

venerdì 13 gennaio 2012

L'enigma dei 12 segnali del Seti: sono extraterrestri ?

In questi ultimi giorni una notizia curiosa e affascinante è venuta dall'altra sponda dell'oceano Atlantico. 12 segnali, considerati "intriganti" sono stati pubblicati in questi giorni dai ricercatori all'Università di Berkeley, che li ha analizzati e ha fatto alcune considerazioni. Tanto è bastato per scatenare un putiferio tra voci di segnali alieni e smentite con tanto di comunicati stampa. Secondo quanto dichiarato si tratterebbe di frequenze strette, molto più strette di quelle prodotte da eventuali fenomeni astrofisici conosciuti, che variano in frequenza con il tempo, come ci si aspetterebbe a causa dell’effetto doppler imposte dal moto relativo del trasmettitore e il telescopio radio ricevente. Tuttavia da Berkeley catalogano questi segnali come interferenze, disturbi dello spettro, che per ora è non solo prematuro, ma anche assurdo paragonare a segnali intelligenti. Ma qualcuno non ci crede e si chiede se non sia una marcia indietro.


Come dicevamo il team di Berkeley avrebbe bisogno di molti più dati per confermare che i segnali di questo tipo in realtà provengano da una fonte intelligente. I segnali falsi, conosciuto come radio-frequenze(RFI), sono la rovina di ogni radioastronomo, perchè possono essere causati da moltissime cose, dai satelliti radar per aerei al Wi-Fi. Il Berkeley SETI Project Scientist Andrew Siemion ha dichiarato all'Huffington Post: "Ogni tecnologia umana che produce emissioni radio in una frequenza radioastronomica nella banda osservabile è considerato un RFI ".

Gli Scienziati del SETI utilizzano una varietà di tecniche per escludere i candidati non idonei alla ricerca di un segnale "interessante", per esempio si "richiede che il segnale venga solo da una direzione e si cercano variazioni del segnale causate dal moto relativo della Terra rispetto a un trasmettitore molto distante. Siemion ha spiegarto il dilemma degli scienziati del SETI nell'affrontare la ricerca di segnali alieni: molti probabilmente assomigliano a impulsi tipici della società umana. Quando gli astronomi respingono segnali apparentemente inutili, comincia la missione di osservazione del SETI, che cercando di cogliere un segnale reale tra i RFI, può incorrere spesso in errore. Gran parte del lavoro di uno scienziato SETI è escludere i potenziali candidati per evitare di fare qualsiasi annuncio che si riveli illusorio. Con tutto questo sforzo dedicato alle analisi di segnali reali, da separare da quelli falsi, potrebbe succedere un giorno di imbattersi davvero in una trasmissione aliena genuina, ignorandola perché sembra proprio come un RFI.


Anche se la stragrande maggioranza dei segnali candidati può essere attribuita a RFI, gli errori possono ancora produrre risultati interessanti. Nel 1967 un segnale, che è stato catalogato come ipoteticamente intelligente perché produceva un bip ad un tasso costante, è stato identificato dopo tempo come un nuovo tipo di corpo celeste, ormai famoso e che oggi chiamamo Pulsar.

Antony Hewish, che ha supervisionato la ricerca vincendo per questo il premio Nobel ha rilevato: "E 'un problema interessante - se si pensa di avere individuato la vita altrove, nell'universo come si fa ad annunciare i risultati responsabilmente Chi lo fa? Uno lo dice per primo?"

Twitter, chiaramente, non è la risposta...

Un documento chiamato "SETI Post-Detection Protocol" esiste proprio per tale occasione, ma Siemion è scettico che sarà seguito nel caso di una osservazione importante. Probabilmente tra emozione ed euforia la voce, grazia anche a internet si spargerebbe bel prima che qualunque protocollo possa essere aperto, o che una voce istituzionale dia la "lieta!" novella.

Fonte: http://www.ufoonline.it/2012/01/11/l-enigma-dei-12-segnali-del-seti-sono-extraterrestri/

mercoledì 11 gennaio 2012

Stephen Hawking: colonizzaremo Marte entro pochi anni, ma dovremo guardarci dall’incontro con gli “alieni”

Il famoso cosmologo inglese, Stephen Hawking, è tornato a parlare di un probabile quanto ormai prossimo incontro con gli alieni. Lo ha fatto durante un’intervista rilasciata al programma radiofonico Today (dell’emittente BBC) in occasione del compimento del suo settantesimo compleanno.


Secondo l’eminente scienziato, l’uomo certamente finirà con il colonizzare entro pochi anni il pianeta rosso, ma dovrà guardarsi dall’incontro con gli “alieni”. Un concetto ripetuto più volte in passato e ribadito anche in questa occasione. Secondo Hawking, però, l’uomo ha necessità di esplorare lo spazio e trovare un’alternativa alla Terra. Grazie al comportamento umano, siamo a rischio estinzione futura ed abbiamo la necessità di “colonizzare lo spazio, stabilire colonie autosufficienti su Marte ed altri corpi del sistema solare entro i prossimi 100 anni o poco più”. A chi gli chiede cosa ne pensa sull’esistenza di vita nello spazio egli risponde: “La scoperta di vita intelligente altrove nell'universo sarebbe la più grande scoperta scientifica mai effettuata. Ma sarebbe molto rischioso tentare di comunicare con una civiltà aliena. Se gli alieni avessero deciso di farci visita il risultato potrebbe essere identico a quello ottenuto dagli Europei quando sbarcarono sul continente americano: l’estinzione dei nativi locali”. E’ quindi questo che dobbiamo aspettarci da un futuro contatto alieno? Speriamo di no, ma se l’alternativa deve essere l’estinzione di massa sul nostro pianeta, forse è meglio correre il rischio….

Fonte: http://www.huffingtonpost.co.uk

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