mercoledì 23 aprile 2014

"UFO – I dossier italiani", gli autori Petrilli e Sinapi: "Ecco tutta la verità dell'Aeronautica Militare"

Li chiamano UFO e tutti pensano a navicelle spaziali con alieni in libera uscita, all’area 51 o a extraterresti che studiano la Terra dall’alto della loro tecnologia avanzata. In realtà di questi Oggetti Volanti Non identificati (Unidentified Flying Object nella versione inglese che dà vita all’acronimo che tutti noi conosciamo) non si sa molto. Eppure in Italia, dagli anni Settanta a oggi, gli avvistamenti “ufficiali” raccolti dall’Aeronautica Militare sono più di 400. A questo fenomeno, ancora in gran parte sconosciuto, i giornalisti Lao Petrilli (RDS, La stampa) e Vincenzo Sinapi (ANSA) hanno dedicato un bel libro dal titolo “UFO – I dossier italiani” (Editore Mursia). Coi due autori, che hanno affrontato l’argomento in maniera rigorosa e oggettiva, abbiamo parlato di tutti questi avvistamenti nei cieli italiani che non hanno trovato alcuna giustificazione tecnica o naturale.



Qual è la genesi di questo libro? Da quale esigenza nasce?
Lao Petrilli: Il libro nasce dalla nostra curiosità giornalistica. Sapevamo dell'esistenza dell'archivio istituzionale che raccoglie la documentazione sugli UFO italiani. Visto che nessuno vi aveva avuto libero accesso, e che non esistevano pubblicazioni esaustive sulla materia, dopo averne parlato fra di noi per un certo periodo, abbiamo pensato che sarebbe stato interessante - e forse utile - avvicinarci alla questione con l'approccio asettico del nostro lavoro di cronisti. Fatta richiesta all'Aeronautica Militare, gli interlocutori, che già ci conoscevano anche per la nostra esperienza di inviati di guerra, ci hanno concesso la consultazione degli atti. Li abbiamo trattati esattamente come i documenti di altra natura che trattiamo quotidianamente.

In quale periodo storico ci sono più segnalazioni? Qual è la regione con più UFO?
Lao Petrilli: Il trend degli avvistamenti è abbastanza regolare, seppure con qualche discostamento che appare fisiologico. E con un'eccezione molto evidente. Nel 1978 furono registrati addirittura 69 casi. C'è da ricordare che in quel periodo grande successo ebbe il bellissimo film di Spielberg, “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Non è perciò da escludere un effetto-suggestione. La Regione con più avvistamenti è il Lazio. Dal 1972 al 2013 ce ne sono stati in tutta Italia 445, 53 dei quali nel Lazio, 43 in Toscana, 36 in Campania e in Lombardia, 34 in Puglia, 31 in Sicilia. Fanalini di coda sono l'Umbria, con 3, la Valle d'Aosta con 2, e il Molise, con un solo avvistamento.

Come si è posto lo Stato di fronte agli UFO? C’è un’attenzione particolare oppure il fenomeno viene sottovalutato?
Vincenzo Sinapi: Nel libro si tratta anche questo aspetto. I documenti consultati dimostrano come della materia si sia sempre occupata l’Aeronautica militare: quella degli Ufo, del resto, è un’evidente “violazione” dello spazio aereo nazionale e garantirne la difesa è il principale compito istituzionale dell’Arma azzurra. Nel 1978 – anno boom di avvistamenti e di alcuni casi “allarmanti” – su input di Palazzo Chigi e del ministero della Difesa, l’Aeronautica viene ufficialmente individuata come l’Istituzione competente a raccogliere le segnalazioni di Ufo provenienti dalle altre Forze Armate e dalle Forze di Polizia, oltre che dagli enti civili che in un modo o nell’altro hanno a che fare con la sicurezza del volo. Di fronte a queste segnalazioni, l’Aeronautica fa una serie di indagini tutte finalizzate a stabilire che l’oggetto non costituisca una “minaccia” per il Paese. Se alla fine non è possibile individuare una causa tecnica o naturale, l’evento viene classificato come Ufo. Niente di più niente di meno. Da tempo e da più parti si sollecitano indagini più approfondite finalizzate ad individuare la “natura” di questi oggetti. Indagini che però esulano dai compiti della Forza armata. E’ proprio per questo che, sempre dal 1978, si parla di un coinvolgimento anche del Cnr. Nei documenti esaminati c’è la conferma di un accordo in questo senso raggiunto tra sei diversi ministeri, su indicazione della presidenza del Consiglio. Sembra tutto deciso, ma alla fine non se ne fa niente. Il motivo non è dato sapere.

A suo avviso quanto sono attendibili queste dichiarazioni? Ce ne sono alcune molto autorevoli, come quelle dei piloti di linea, ma altre che sembrano francamente frutto dell’immaginazione.
Lao Petrilli: A mio avviso il solo fatto che siano state incluse in documenti ufficiali, nell'unico archivio istituzionale esistente sulla questione-UFO, le rende più attendibili di altre. E' però ovvio che le dichiarazioni più 'serie' sono quelle di piloti (sia di voli di linea che militari) con molte ore di volo nel curriculum, così come di esponenti delle forze dell'ordine. Alcune delle altre testimonianze, poi, effettivamente, suscitano perplessità. Le abbiamo comunque incluse nel libro perché prese in considerazione dalla stessa Aeronautica Militare, sebbene in certe carte, quelle appunto relative ad episodi 'coloriti', si legga fra le righe di qualche dubbio emerso fra chi ha indagato.

Qual è l’elemento curioso in cui vi siete imbattuti durante le ricerche?

Vincenzo Sinapi: Le descrizioni di “umanoidi”, nei rari casi di incontri ravvicinati del terzo tipo archiviati dall’Aeronautica, sono probabilmente le più intriganti. Si passa dall’alieno “altro tre metri con le ginocchia nodose”, a quelli “alquanto belli nelle loro tute attillate”, all’extraterrestre che “in italiano, ma con accentuato timbro vocale metallico”, minaccia il contadino che lo guarda interdetto dicendogli: “se non te ne vai ti lancio pinna velenosa…”. Curiose anche le descrizioni degli oggetti volanti non identificati: il classico disco volante è sempre molto gettonato, ma ci sono anche quelli a forma di “sigaro”, di “cappello da zorro” o da “Babbo Natale”. Ed è stato visto anche un Ufo “a forma di ocarina”.


fonte: http://www.huffingtonpost.it/2014/04/18/ufo-dossier-italiani-avvistamenti-verita-aeronautica_n_5172269.html

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