giovedì 30 settembre 2010

Scoperto pianeta potenzialmente abitabile a 20 anni luce dalla Terra

Un team di "cacciatori di pianeti" guidato da astronomi dell'Università della California di Santa Cruz e dal Carnegie Institution di Washington ha annunciato la scoperta di un pianeta simile alla Terra per massa e dimensioni, e orbitante attorno alla propria stella in posizione tale da consentire l'esistenza di acqua liquida.



Se la scoperta venisse confermata da altri istituti di ricerca astronomica, si tratterebbe del pianeta più simile alla Terra mai scoperto, e il primo caso di pianeta potenzialmente abitabile.

Un pianeta "potenzialmente abitabile" è un pianeta in grado di sostenere la vita, ma non necessariamente ospitale per l'essere umano o per le forme di vita terrestri. L'abitabilità deriva da diversi fattori, ma l'acqua liquida e un'atmosfera adatta sono gli elementi più importanti.

"Le nostre scoperte mostrano un caso di pianeta potenzialmente abitabile" afferma Steven Vogt, professore di astronomia e astrofisica a Santa Cruz. "Il fatto che siamo stati in grado di rilevare questo pianeta così velocemente e così vicino a noi ci dice che pianeti come questo devono essere davvero molto comuni".

La scoperta è stata resa possibile dagli scorsi 11 anni di osservazioni e raccolta dati all' osservatorio di W.M. Keck delle Hawaii. "Tecniche avanzate combinate con telescopio terrestri continuano a guidare la rivoluzione dei pianeti extrasolari" afferma Paul Butler del Carnegie Institution. "La nostra abilità di scoprire mondi potenzialmente abitabili è limitata soltando dal tempo dedicato all'uso del telescopio".

Gli astronomi hanno scoperto due pianeti attorno alla nana rossa Gliese 581, portando il numero di pianeti attorno alla stella a sei, e rendendo questo sistema planetario il più popolato mai scoperto (oltre, ovviamente, al nostro). Questa stella si trova a circa 20 anni luce da noi, nella costellazione della Bilancia, relativamente vicino a noi quindi.

Tra questi due pianeti, il più interessante è Gliese 581g, con una massa pari a 3-4 volte quella della Terra ed un periodo orbitale pari a meno di 37 giorni. La sua massa indicherebbe che si tratta di un pianeta roccioso, con una superficie ben definita e con sufficiente gravità da trattenere una qualche forma di atmosfera.

In realtà aleggiavano da tempo sospetti che questo pianeta potesse essere presente nel sistema solare esaminato, che contiene già due pianeti al limite della zona Goldilocks,la zona abitabile in cui è possibile la presenza di acqua liquida. "Avevamo pianeti su entrambi i lati della zona abitabile, uno troppo caldo e l'altro troppo freddo, e ora ne abbiamo uno proprio nel mezzo, e sembra essere buono [nella temperatura]" dice Vogt.

Il pianeta Gliese 581g mostra sempre la stessa "faccia" alla sua stella. Ha quindi un emisfero sempre illuminato, ed un altro costantemente nell'oscurità. Questo contribuirebbe a creare un clima superficiale stabile, e una zona abitabile su pianeta in corrispondenza del "terminatore", la linea che separa la superficie illuminata da quella al buio. "Una forma di vita emergente potrebbe avere una vasta gamma di climi stabili da scegliere per evolversi, dipendentemente alla sua longitudine" spiega Vogt.

La temperatura superficiale media stimata all'altezza del terminatore si aggira tra i -12 e i -31°C, mentre i lati illuminato e oscuro sarebbero rispettivamente molto più caldo o freddo.
Se il pianeta è composto da roccia simile a quella terrestre, potrebbe avere un diametro di 1,2-1,4 volte quello del nostro pianeta, con una gravità simile (pari o di poco superiore) alla nostra.

"E' davvero difficile rilevare un pianeta come questo" afferma Vogt. "Ogni volta che misuriamo la sua velocità è sera, e sono state necessarie più di 200 osservazioni con una precisione di 1,6 metri al secondo per rilevarlo".

La scoperta non solo rilancia la ricerca di pianeti Earth-like, ma fa ben sperare di trovarne molti di più di quanto fosse stato previsto in precedenza. "Se questi pianeti sono rari, non ne avremmo trovato uno così velocemente e così vicino. Il numero di sistemi con pianeti potenzialmente abitabili è probabilmente nell'ordine del 10-20%, e quando moltiplichiamo questo dato per le centinaia di miliardi di stelle nella Via Lattea, è un numero davvero imponente. Ci potrebbero essere decine di miliardi di questi sistemi solo nella nostra galassia".

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/2010/09/scoperto-pianeta-potenzialmente.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+DitaDiFulmine+%28Dita+di+Fulmine%29

Ex ufficiali USA: Ufo manomisero testate nucleari

Lunedì scorso, presso il National Press Club di Washington D.C. ha avuto luogo un’importante conferenza stampa durante la quale vari ex appartenenti alle forze armate USA hanno voluto rivelare al grande pubblico le loro esperienze personali vissute con gli oggetti volanti non identificati (UFO).



L’evento, che ha suscitato moltissimo interesse sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo, ha visto la partecipazione di un pubblico senza precedenti formato non solo da persone appassionate ma anche da giornalisti, politici e media di tutto rispetto (CNN in testa) a testimonianza del fatto che questa volta le cose sono state organizzate in maniera molto seria.
L’oggetto della conferenza è stata l’interazione che gli UFO ebbero con le forze armate americane e sovietiche negli anni dal dopoguerra fino alla fine della cosiddetta “guerra fredda”: in altre parole, questi eminenti personaggi hanno voluto in prima persona raccontare episodi di vita reale, vissuta durante la loro carriera militare, nei quali hanno potuto assistere a fenomeni che, in qualche caso, hanno rischiato di minare persino il precario equilibrio di pace esistente a quei tempi fra i blocchi militari contrapposti. Si tratta di uomini con autorizzazioni oltre il “top secret” che, a quel tempo, avevano in mano “i destini del mondo”: un solo ordine e un loro semplice gesto avrebbe potuto scatenare un nuova guerra mondiale con conseguenze disastrose per il genere umano.
Gran parte di loro, infatti, ha svolto delicati incarichi presso installazioni segrete e siti contenenti testate atomiche: un lavoro di grande responsabilità che a volte fu reso vano dall’intervento di questi anomali oggetti volanti. Sono molteplici, in effetti, i casi in cui questi UFO intervennero direttamente sulle testate nucleari, disattivandole e rendendole inutilizzabili sotto lo sguardo incredulo ed impotente degli addetti ai lavori.
Tra i conferenzieri (in tutto circa 120 persone) spiccava la figura del famoso ufologo e ricercatore Robert Hastings, al quale è andato sicuramente il merito di aver raccolto le testimonianze e di aver convinto questi uomini a parlare in pubblico raccontando esperienze dirette: un lavoro certosino, sicuramente difficile da portare a termine, vista la delicatezza della materia che ha più volte coinvolto la sicurezza nazionale. Tra i militari presenti, molta attesa c’è stata per Robert Salas (vecchia conoscenza anche del Disclosure Project di Steven Greer) ufficiale di lancio della Base USAF di Malmstrom (Montana) nel 1967, sede dei famigerati missili ICBM (missili balistici intercontinentali), che assistette ad un episodio nel quale gli UFO disabilitarono ben 10 testate nucleari, e per Robert Jamison, ex “nuclear missile targeting officer” dell’USAF che ha testimoniato come più volte, durante la sua carriera, è dovuto intervenire per ripristinare l’efficienza di missili nucleari misteriosamente disattivati dall’intervento di questi oggetti non convenzionali.
Per concludere, questo importante avvenimento ricco di testimonianze concrete non ha certamente deluso le aspettative: inutili sono state le polemiche e le perplessità espresse su quanto avvenuto, palesate dai soliti agenti della disinformazione che hanno cercato di minare l’importanza delle testimonianze presentate. In questo caso, occorre dire, un importante messaggio è stato recapitato ai centri del potere: noi siamo qui a testimoniare affinché la verità venga fuori definitivamente…

Fonte: http://danilo1966.splinder.com/

Ambasciatore per extraterrestri: le Nazioni Unite negano

Molto scalpore ha fatto la possibilità che le Nazioni Unite stessero per nominare il primo ambasciatore spaziale, in previsione di un prossimo contatto con civiltà extraterrestri. Peccato che l'informazione non sia vera.



L'Office for Outer Space Affairs delle Nazioni Unite ha infatti dichiarato oggi che si tratta di una cosa priva di senso. "L'articolo del Sunday Times è insensato" afferma il portavoce. Il Sunday Times aveeva infatti diffuso la notizia che Mazlan Othman, astrofisica malese, sarebbe stata il primo ambasciatore spaziale, con l'incarico di trattare con eventuali extraterrestri in caso di contatto.

Othman in effetti è a capo dell' Office for Outer Space Affairs, un piccolo dipartimento delle Nazioni Uniti che si dedica a promuovere la cooperazione internazionale per un uso pacifico dello spazio e per favorire lo sviluppo di tecnologie e scienza legate all'esplorazione del cosmo.

Ma Othan fa l'ambasciatrice per conto dell'umanità, e non è stata incaricata da nessuno di fare le veci del pianeta Terra. "Non ci sono piano per modificare l'attuale mandato" afferma l'Office.
La notizia era rimbalzata in tutto il mondo, venendo pubblicata da parecchio giornali on-line e da telegiornali. Ma se qualcuno si preoccupasse, ogni tanto, di verificare le informazioni, l'imbarazzo di avere una notizia priva di fondamento si sarebbe potuto evitare.

La bufala sarebbe stata ben evidente se qualcuno si fosse preoccupato di visitare il sito dell' UNOOSA, in cui non c'è alcun riferimento alla notizia. E sarebbe anche stato chiaro che l'Office non si occupa di intrattenere relazioni con gli extraterrestri, ma ha ben altri scopi, molto più terrestri.

Secondo il Sunday Times, Othman avrebbe dovuto spiegare il suo nuovo ruolo alla conferenza scientifica della Royal society a Buckinghamshire, Inghilterra. In realtà, verranno "soltanto" affrontati tempi come la spazzatura spaziale, gli asteroidi, e la celebrazione della World Space Week tra il 4 e il 10 Ottobre.

Probabilmente tutto è nato da una battuta (evidentemente mal interpretata) in cui Othman disse che il Segretario Generale delle Nazioni Unite sarà colui che "rappresenterà l'umanità...se dovessimo avere un contatto con gli alieni".

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/2010/09/ambasciatore-per-extraterrestri-le.html

lunedì 27 settembre 2010

ONU: Nominato ambasciatore per gli alieni?

Con una mossa quasi a sorpresa, che destabilizzerebbe anche il più acerrimo detrattore degli UFO, l’ONU avrebbe nominato “un ambasciatore” che avrà il compito di stabilire il primo contatto ufficiale con gli alieni.



La notizia, diffusa nella serata di ieri in tutto il mondo, ha subito destato incredulità: in Italia è stata resa nota da vari siti web e testate giornalistiche, nonché dall’edizione pomeridiana domenicale del TG di “Studio Aperto”. Questa notizia per gli insider e gli appassionati del settore suona più o meno come la conferma di ciò che hanno sempre sostenuto: i governi, segretamente, hanno sempre saputo dell’esistenza di altre forme di vita nell’universo oltre la nostra e ce lo hanno nascosto per vari motivi, ma ora si preparano al grande annuncio per raccontare la verità a tutta la comunità mondiale.
L’ambasciatore che rappresenterà il nostro pianeta, nell’eventualità di un contatto, è stato già designato: si tratta in realtà di una scienziata malaysiana semisconosciuta, l’astrofisica Mazlan Othman, 58 anni, già capo dell’UNOOSA (l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Spaziali). La decisione di nominare un “ambasciatore” scaturirebbe dalle recenti pubblicazioni rese note dalla NASA, nelle quali la stessa si è dichiarata possibilista sulla probabilità dell’esistenza di forme di vita aliene dopo che la sonda Keplero, nel suo viaggio di ricerca, avrebbe individuato oltre 700 pianeti di cui almeno 140 con caratteristiche simili alla nostra Terra. Di qui la necessità, per l’ONU, di non farsi cogliere impreparata di fronte ad un eventuale contatto e la mossa a sorpresa di nominare addirittura un “ambasciatrice degli alieni”, com’è stata soprannominata la Dott.ssa Othman. Quest’ultima, la prossima settimana, parlerà in una conferenza stampa che si terrà presso la Royal Society Kavli Foundation, nel Buckinghamshire, contea dell’Inghilterra, dove spiegherà i dettagli del compito che andrà a svolgere. In attesa di tale evento, la scienziata ha già comunque dichiarato che “la continua ricerca di forme di vita aliene, portata avanti da varie organizzazioni, ha mantenuto viva la speranza di ricevere, un giorno, segnali intelligenti dallo spazio. Quando ciò avverrà i governi del mondo avranno bisogno di una risposta coordinata che tenga in considerazione la delicatezza del momento e della questione. Ed è per questo che l’ONU ha già in atto un organismo pronto per questa eventualità.”

Fonte: http://www.agi.it

venerdì 24 settembre 2010

Festival sulla ricerca della vita aliena a Greenwich

Il prossimo 14 Ottobre 2010, presso il famoso Osservatorio Astronomico Reale di Greenwich (Regno Unito) si aprirà un singolare festival dedicato alla ricerca della vita extraterrestre.



Durante la giornata andrà in scena uno spettacolo planetario dal titolo: “Astrobiologia: la nuova scienza della vita nell’Universo”, che vedrà intervenire numerosi scienziati, astronomi e biologi provenienti da tutto il mondo, impegnati ad indagare le origini ed i limiti della vita sul nostro pianeta e nella ricerca della vita nell’universo.
L’evento, organizzato dall’astrobiologo Lewis Dartnell, presenterà al pubblico un tour dei pianeti e delle lune del nostro sistema solare dove ipoteticamente, tenuto conto delle condizioni che la generano, potrebbe essersi formata la vita. Tra le altre attività che saranno presentate al pubblico, una menzione speciale va alla mostra delle meteoriti raccolte dall’Osservatorio in anni di ricerca, alla presentazione delle novità riguardanti le future missioni della NASA e, tempo permettendo, alla possibilità di poter vedere tramite il telescopio la luna di Giove, Europa, prima indiziata come sede probabile di una qualche forma di vita aliena.

Fonte:http://danilo1966.splinder.com/

giovedì 23 settembre 2010

27/09/2010: 120 ex militari chiedono la verità su UFO e basi nucleari

Un gruppo di persone composto da ex militari terrà una conferenza stampa al National Press Club il 27 settembre, con l'intento di richiedere formalmente indagini ed il rilascio di informazioni su alcuni episodi quanto meno oscuri che hanno visto coinvolti, in passato, UFO e siti nucleari.



La notizia risale ormai al 15 settembre, quando Reuters dedica un artico alla questione; in realtà, la conferenza era prevista da ben prima (come testimonia un articolo che ho reperito su Technorati), ma pare non aver ricevuto molta attenzione fino ad ora. Alla conferenza saranno presenti otto ex ufficiali provenienti dalle forze armate americane e britanniche, ma il gruppo alle loro spalle conta oltre 120 ex militari o ufficiali in pensione che hanno assistito personalmente a UFO che interagivano con i siti nucleari.
L'ultimo episodio pare sia avvenuto nel 2003. In alcuni casi, diversi missili nucleari hanno malfunzionato simultaneamente e senza alcun apparente motivo, proprio mentre un oggetto non identificato di forma circolare svolazzava tranquillamente sopra basi militari e bunker nucleari.

Episodi di questo tipo sembrano essere stati più frequenti di quanto si possa immaginare. Uno di questi è quello del capitano Robert Salas, che vide in prima persona il malfunzionamento di un missile di test alla Malmstrom Air Force Base, incidente che gli venne ordinato di non nominare mai.
Un altro membro del gruppo di ex militari è il colonnello Charles Halt, che ha osservato un oggetto a forma di disco emettere raggi di luce nel perimetro della base RAF Bentwaters, e che ha ricevuto una trasmissione radio che sosteneva che il velivolo fosse atterrato nell'area di stoccaggio delle armi nucleari.
Pare che durante la conferenza verranno forniti dettagli molto precisi e sbalorditivi, spiegando anche quale sia stata la risposta immediata a questi incidenti da parte del personale dell'esercito. Il gruppo di ex militari che hanno assistito a fenomeni UFO è stato messo assieme da Robert Hastings, autore del libro "UFOs and Nukes: Extraordinary Encounters at Nuclear Weapons Sites", e che coordinerà gli interventi dei partecipanti.

"L'Air Force sta mentendo sulle implicazioni relative alla sicurezza nazionale circa i fenomeni aerei non identificati nei pressi di basi nucleari, e noi possiamo provarlo" sostiene Salas. Halt aggiunge che "credo che i servizi di sicurezza sia degli Stati Uniti che del Regno Unito abbiano tentato, allora e adesso, di modificare il significato di ciò che accadde alla RAF Bentwaters utilizzando metodi ben collaudati di disinformazione".
Durante la conferenza verranno distribuiti documenti americani segreti declassificati, come supporto per mostrare quanto il fenomeno di UFO in volo sopra siti nucleari sia reale, fin dal 1948.
All'evento, previsto per lunedì 27 settembre 2010 alle 12.30 nella Holeman Lounge della National Press Club, parteciperanno:

* Dwynne Arneson, USAF Lt. Col. Ret., communications center officer-in-charge
* Bruce Fenstermacher, former USAF nuclear missile launch officer
* Charles Halt, USAF Col. Ret., former deputy base commander
* Robert Hastings, researcher and author
* Robert Jamison, former USAF nuclear missile targeting officer
* Patrick McDonough, former USAF nuclear missile site geodetic surveyor
* Jerome Nelson, former USAF nuclear missile launch officer
* Robert Salas, former USAF nuclear missile launch officer


Fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php

martedì 21 settembre 2010

L'Ufo di Montreal

Qualche giorno fà è stato l'anniversario di un avvistamento molto famoso...quello di Montreal in Canada. Ecco un servizio su quell'incredibile eveno.



Fonte: http://fratellidiluce.it/

sabato 18 settembre 2010

Ufo blocca areoporto in Mongolia

La presenza di un UFO ha paralizzato per circa tre ore il traffico aereo dell'aeroporto di Baotou della Mongolia Interna, la sera di sabato 11 settembre. Di seguito la notizia riportata dal Shanghai Daily e dal People Daily.



MONGOLIA, AEROPORTO CHIUSO PER PRESENZA DI UFO

13 Settembre 2010 - L'apparizione di un oggetto volante non identificato ha costretto l'aeroporto di Baotou, Mongolia interna, Cina, a ritardare di circa un'ora la sera di sabato scorso i voli di tre aerei in procinto di atterrare. Un UFO, il terzo avvistato in Cina quest'anno, è stato visto librarsi a circa 4 km a est dell'aeroporto di Bautou verso le ore 8 di sera, ha riferito oggi il portale di news online Dbw.cn. I funzionari aeroportuali hanno subito richiamato l'atterraggio di tre aerei provenienti da Shanghai e Pechino previsti per le ore 9.14 per problemi di sicurezza. Ad altri due aerei è stato ordinato di atterrare negli aeroporti limitrofi di Erdos e Taiyuan. Le operazioni aeroportuale sono ritornate alla normalità a partire dalle ore 10, dice il rapporto, ma i funzionari non hanno fornito ulteriori dettagli circa l'oggetto. www.shanghaidaily.com

UFO AVVISTATO A BAOTOU, MONGOLIA INTERNA

13 Settembre 2010 - Controllori del traffico aereo del The Hohhot Air Traffic Management Bureau hanno osservato attraverso i radar un oggetto volante non identificato (UFO) 40 km a est di Baotou, località della Regione Autonoma della Mongolia Interna, alle ore 20.00 di sabato scorso 11 settembre. "L'aeroporto di Baotou ha ricevuto l'avviso dal Hohhot Air Traffic Management Bureau circa la presenza di un UFO. Per garantire la sicurezza, un aereo diretto all'aeroporto è stato costretto ad atterrare in un aeroporto secondario. In caso contrario, ci sarebbe stata possibilità di collisione", ha detto Ms. Lou funzionario dell'aeroporto di Baotou. Attorno alle ore 21.14 tre aerei in partenza da Pechino e Shanghai diretti a Baotou sono stati costretti a ritardare l'atterraggio e a rimanere in volo nell'attesa dell'ordine di atterrare. Inoltre, il volo 1107 della Air China Flight diretto da Pechino a Bautou è stato costretto ad atterrare all'aeroporto di Erdos e il volo 1137 della Juneyao Airlines Flight da Shanghai a Bautou è atterrato all'aeroporto di Taiyuan. L'aeroporto di Baotou non ha ricevuto avviso di riprendere la normali attività fino alle ore 10.00. english.peopledaily.com.cn

Fonte: http://www.segnidalcielo.it/index.php/segnidalcielo-news/126-ufo-blocca-aeroporto-di-baotou-in-mongolia

Incontro ravvicinato nella Valle del Volturno (Isernia)

Incontro ravvicinato a MONTAQUILA - Valle del Volturno (Isernia). E' accaduto a un signore 50enne del posto, Enrico Martino, che ieri nella ancora buia mattina del 15 settembre ha visto un'astronave palesarsi davanti a lui sul tratto di strada che percorreva in macchina per lavoro. Subito dopo l'accaduto si è precipitato visibilmente scosso alla redazione del Primo Piano, quotidiano di informazione del Molise per testimoniare l'incredibile fatto. Di seguito l'articolo pubblicato il 15 Settembre 2010.



Avevo appena ritirato i giornali a Isernia, e mi accingevo ad intraprendere il consueto giro di smistamento alle edicole, iniziando da Fornelli”. Questo l’incipit dell’incredibile 50enne di Montaquila che alle cinque di ieri, quando ancora era buio, mentre imboccava il viadotto Vandra ha notato un insolito bagliore. “Avvicinandomi -ha continuato l’uomo con gli occhi ancora lucidi di emozione, come stesse rivivendo la scena- mi sono reso conto che la luce proveniva da un oggetto sospeso a mezz’aria, appena oltre il guard rail destrodel viadotto. Quando ho accostato in corrispondenza del misterioso oggetto sono rimasto esterrefatto.

Era una sorta di ellisse, del diametro apparente di una decina di metri. L’oggetto in pochi secondi ha smesso di emanare quella luce intensa che aveva attirato la mia attenzione, ed ha conservato solo un lieve alone luminoso, che mi rendeva comunque impossibile distinguerne i particolari. Ciò nonostante, ho intravvisto delle ombre sulle pareti, come fossero proiezioni di qualcuno o qualcosa che si muoveva all’interno del grosso ovale. Per qualche minuto -Enrico Martino prosegue nel suo dettagliato racconto- sono rimasto a guardare, come paralizzato, senza trovare la forza di uscire dalla mia vettura. Poi l’oggetto ha iniziato a muoversi. Emettendo una sorta di intenso sibilo si è abbassato al di sotto del piano del cavalcavia, rendendosi invisibile alla mia vista.

Un movimento progressivo, non brusco, eppure tale da indurre una sorta di spostamento d’aria che ha fatto sobbalzare la macchina. A quel punto, senza accertarmi della direzione intrapresa da quel misterioso disco, ho ingranato la marcia e in pochi minuti mi sono allontanato dalla zona
”. Un racconto che ha dell’incredibile quello del 50enne di Montaquila, persona ben nota che mai in passato si era trovato ad essere protagonista di episodi simili. L’uomo, che ieri mattina ci ha raggiunti presso la nostra redazione, appariva ancora visibilmente scosso: “Ho iniziato a tranquillizarmi solo quando la luce del nuovo giorno ha prevalso sul buio. Fino a quel momento mentre guidavo non facevo altro che guardarmi attorno, nel timore che lo strano oggetto mi stesse seguendo”. Non di meno Enrico Martino è stato combattuto anche sull’opportunità di rendere pubblico quanto gli era accaduto: “In principio ho avuto la tentazione di non rivelare a nessuno l’episodio del quale ero stato protagonista, consapevole del fatto che qualcuno avrebbe potuto darmi del visionario.

Poi ho riflettuto ed ho considerato che era invece giusto parlarne, anche per capire se altre persone si fossero imbattute nello stesso strano oggetto. Al riguardo sono pronto a fornire ogni possibile dettaglio, anche perché in quanto sto raccontando a Primo Piano Molise non c’è nulla di fantasioso o di inventato. Si tratta esattamente di quello che ho visto
”.

Fonte: http://www.segnidalcielo.it/index.php/segnidalcielo-news/127-incontri-ravvicinati-nella-valle-del-volturno-segnalazioni-ufo-in-italia

14 nuovi oggetti trans-nettuniani

Oltre l'orbita di Nettuno risiedono numerosi oggetti rocciosi e ghiacciati noti come TNO (Trans-Neptunian Objects). Uno di questi, Plutone, è classificato come pianeta nano (non senza molte proteste da parte di astrofili).
In attesa che la sonda New Horizon arrivi nei pressi di Plutone, e contribuisca a svelare parte dei misteri che avvolgono quella regione del nostro sistema solare, un gruppo di astronomi è riuscito ad aggiungere 14 nuovi oggetti trans-nettuniani al catalogo, e promette di aggiungerne a centinaia negli anni a venire.



La ricerca è stata effettuata scavando negli archivi di dati raccolti da Hubble, che ancora una volta si dimostra essere uno degli strumenti astronomici più utili mai realizzati. "Gli oggetti trans-nettuniani ci interessano perchè sono i blocchi rimasti dalla formazione del Sistema Solare" spiega Cesar Fuentes, a capo della ricerca.

La tecnica per individuare questi oggetti, che sono particolarmente oscuri per la poca luce solare che si riflette sulle loro superfici, è molto ingegnosa. Come un TNO orbita attorno al Sole, si muove su un campo stellato, apparendo come una strisciata luminosa in fotografie a lunga esposizione.

Il team ha quindi realizzato un software in grado di elaborare centinaia di immagini alla ricerca di queste tracce luminose, per poi ottenere una conferma diretta e visiva di ogni oggetto proposto come TNO.
Misurando il movimento sulla volta celeste, gli astronomi hanno calcolato l'orbita e la distanza degli oggetti scoperti. Combinando invece la distanza e la luminosità, si è fatta una stima delle dimensioni, che si aggirano tra i 40 ed i 100 chilometri di diametro.

Si sono così scoperti 14 oggetti, inclusi due che formano un sistema binario come Pultone-Caronte. Tutti questi oggetti hanno una magnitudine di 25-27, circa 100 milioni di volte inferiore alle stelle visibili ad occhio nudo.

Contrariamente alla maggior parte dei pianeti, che tendono ad avere una piccola inclinazione sull'eclittica, gli oggetti trans-nettuniani hanno orbite generalmete molto inclinate. E attraverso lo studio delle differenze di inclinazione sull'eclittica si sono ottenute ulteriori informazioni su come questo gruppo di oggetti lontani si sia evoluto nei passati 4,5 miliardi di anni.

Il dato incoraggiante è che la scoperta di questi oggetti è avvenuta analizzando solo una minuscola frazione della volta celeste, pari a circa un terzo di grado quadrato. Ci sarebbero quindi molti altri possibili oggetti oltre Nettuno, probabilmente a centinaia, che ancora attendono di essere scoperti a tutte le latitudini sull'eclittica.

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/

venerdì 17 settembre 2010

Quando gli extraterrestri sono benevoli

Numerosi sono gli incidenti in cui presunti alieni sono considerati responsabili di ogni scelleratezza: dai rapimenti alle mutilazioni animali, dagli esperimenti genetici a forme di possessione, dall'innesto di impianti sino all'assassinio... Nondimeno, si possono riportare delle testimonianze che vedono gli extraterrestri (o esseri ritenuti tali) protagonisti di azioni generose. Forse non è in errore l'ufologo spagnolo Salvador Freixedo: infatti l'ex gesuita, esperto di "apparizioni mariane", reputa che, per lo più, le entità con cui vengono in contatto alcuni uomini siano ostili o indifferenti, benché certune siano, invece, evolute e magnanime.



Passiamo in rassegna qualche caso di interventi alieni positivi.

Deanna Dube fu sanata da una patologia cardiaca grave ed invalidante, dopo che una creatura le impose le mani sul petto. L'ufologo Alfredo Lissoni così ricostruisce la storia.

"La Dube era una tranquilla casalinga statunitense che sostiene di essere stata miracolata dagli extraterrestri. La donna era nata con un difetto al cuore, una malformazione del ventricolo destro, molto più grosso del sinistro. Questo le procurava acuti dolori. Già due suoi parenti, con lo stesso problema congenito, erano morti. Nel 1990 Deanna, ormai trentenne, raccontò durante un’intervista televisiva: 'A dodici anni mi trovavo in camera da letto quando, una notte, vidi qualcuno davanti a me, un essere alto e di sembiante androgino. Mi esortò a non aver paura e mi promise che avrebbe cercato di guarire il mio cuore. Adagiò la mano sul petto e sentii la pressione esercitata. Il giorno dopo, mi recai in ospedale per continuare la serie delle analisi ed i medici mi riferirono che il mio cuore era tornato di dimensioni regolari, in un modo che la scienza ufficiale non riusciva a spiegare...”. Deanna era guarita! Durante la trasmissione "Encounters of the fourth kind", la Medallion TV avrebbe mostrato due radiografie, del 'prima' e del 'dopo'. Nella seconda immagine il cuore della Dube era tornato normale”.

Un altro caso di “medicina aliena” è sempre ricostruito da Lissoni: "Il fisico Luis Lopez, ufologo, ebbe modo di rintracciare, nel Salvador, un uomo, un vagabondo che, date le proprie condizioni, certamente non aveva alcun interesse per gli U.F.O. Egli raccontò che un giorno era stato rapito e portato a bordo di un U.F.O., ove era stato sottoposto alla tradizionale visita medica a base di spilloni. Una volta tornato a terra, l'uomo si accorse di essere guarito da una cervicale cronica, che lo tormentava da parecchi anni".

Il colonnello Tomin, dell'allora esercito sovietico, espone il caso di un atterraggio miracoloso compiuto in una notte di nebbia da un cargo militare con un carico di sessanta tonnellate. Il velivolo riuscì a toccare terra senza problemi, nonostante le luci dello scalo fossero tutte spente a causa di un'avaria. I piloti dichiararono di essere stati guidati sulla pista da un proiettore che li seguiva da dietro.

Rinaldo Del Monte (un cantante e cantautore conosciuto anche come Rinaldo Ebasta) affermò che, in un periodo in cui la salute era molto precaria, un giorno, mentre era nella sua abitazione, notò che si era come aperta una parete. Del Monte si ritrovò all’improvviso in un’astronave dove tre "alieni spirituali" gli spiegarono che aveva una coronaria occlusa. Gli ufonauti eliminarono l’ostruzione con un bisturi. Tornato sulla Terra, gli specialisti diagnosticarono una totale remissione.

Sono piuttosto frequenti le occasioni in cui oggetti volanti non identificati sabotarono siti nucleari, bloccarono apparecchiature elettroniche, disinnescarono missili atomici, contennero fuoriuscite radioattive (come a Chernobyl nel 1986), neutralizzarono azioni di guerra condotte spesso da caccia. Qui, però, si potrebbero vedere interventi non disinteressati ma compiuti nel segno di Cicero pro domo sua, ossia civiltà del cosmo agirebbero nelle situazioni in cui la sicurezza dei loro velivoli o del loro habitat è messa a repentaglio dalle sconsiderate iniziative dei militari.

È logico chiedersi per quale motivo certi occupanti di U.F.O. si mostrerebbero solleciti nei confronti di pochi sventurati, per ignorare migliaia di altre persone in condizioni simili, se non peggiori. E’ una domanda legittima, ma che non trova risposta: succede d’altronde che donne ed uomini di fede, atei, agnostici non ricevono grazie da Dio, mentre altri, sia credenti sia miscredenti, sono beneficati da guarigioni portentose o sfiorati dal soprannaturale.

Da che cosa tragga origine questa “disparità di trattamento" è tema che esula dal presente campo d'indagine.

Fonti:

F. Lamendola, Due casi ufologici brasiliani di terrestri uccisi dal “raggio della morte” di creature aliene, 2010
A. Lissoni, Curato da un U.F.O.?, 2007. L’articolo esamina una casistica alquanto diversificata, considerando sia egli effetti nocivi sia le pur rare conseguenze benefiche degli incontri ravvicinati.
R. Malini, U. F. O., il dizionario enciclopedico, Milano, Firenze, 2003, s.v. Abduction e Chernobyl

Fonte: http://zret.blogspot.com/2010/09/quando-gli-extraterrestri-sono-benevoli.html

giovedì 16 settembre 2010

Intervista a Paul Hellyer

Pubblichiamo la recente intervista di Paola Harris a Paul Hellyer. Buona lettura!

È un onore per me essere qui a Toronto, Canada, il 7 Maggio 2010 per intervistare Paul Hellyer. Ed è un piacere tornare in Canada dopo l'intervista che feci a Paul nel 2005, su diverse questioni controverse, come gli UFO e il cover-up governativo. L'ultimo libro scritto da Paul si intitola, "Light at the End of the Tunnel: A Survival Plan for the Human Species", e tra i molti argomenti trattati, l'ex Ministro della Difesa canadese affronta la questione UFO, la retroingegneria ET e il sistema finanziario globale, temi che si è gentilmente prestato a discutere con noi in questa intervista.



Paola Harris: Il 2005 è stato un anno importante per te. Dalla mia visita qui cinque anni fa, molte cose sono successe. Avevi già in mente di scrivere quest'ultimo libro, nel 2005?

Paul Hellyer: "All'epoca non ne avevo idea, ma non mi ci volle molto per decidere di voler scrivere un'opera finale, una sorta di eredità. Nel 2005, purtroppo, stavo ancora cercando di superare il dolore per la morte di mia moglie, Ellen, e il dover vivere da solo. Così chiesi a Sandra, la vedova del mio migliore amico, se e potesse prendere in considerazione l'idea di sposarmi. Era vedova da 10 anni, e rispose di sì. Fissammo il matrimonio per l'1 Ottobre 2005, che è anche l'anno in cui cominciai a interessarmi seriamente alla presenza e alla tecnologia extraterrestre. Sono stato Ministro della Difesa canadese e ho ricevuto rapporti di avvistamenti. Dicevamo, "questo è un fenomeno naturale", "quest'altro non è spiegato", ma non approfondimmo mai davvero. Quell'anno lessi "The Day After Roswell" del Col. Corso e giunsi alla conclusione che ciò che scriveva era vero ed era importante. Così feci una dichiarazione all'Exopolitics Symposium di Toronto, secondo la quale gli UFO erano reali come gli aerei che volano sopra le nostre teste, e sarebbe ora che il governo degli Stati Uniti cominciasse a dire la verità su questo tema, perché devono essere affrontate questioni economiche e militari importantissime. E come si può affrontare un problema di cui non si ammette nemmeno l'esistenza? Come si può discutere del problema, se il governo statunitense non riconosce ufficialmente nemmeno la sua presenza sui radar?".

Harris: In una conversazione informale mi dicesti che per te sarebbe stata l'unica volta. Pensavi che saresti andato alla University of Toronto a porre determinate domande, come hai fatto, e rilasciare la dichiarazione, che infatti hai rilasciato. Ma cinque anni dopo, la cosa non si è conclusa, e tu continui ad interessartene...

Hellyer: "Pronunciai quel discorso, venne solo poche settimane prima del mio matrimonio e domandai alla mia futura moglie se lei fosse d'accordo. Lei era dubbiosa, riluttante, ma io dissi, be', sarà la prima e l'ultima volta e desidero che venga fuori in un'occasione pubblica. Lei disse, va bene, procedi. Non immaginavo dove mi avrebbe portato perché, naturalmente, dopo quell'uscita pubblica, la gente voleva parlarmi e io svolgere delle ricerche. Ho sempre detto di essere stato nel giardino d'infanzia dell'ufologia nel 2005 e sono probabilmente salito al livello 5 o 6 dopo molta ricerca nei cinque anni seguenti. Ho letto moltissimi libri, e ora so molto di più a riguardo della maggior parte della gente. Quando decisi di scrivere un altro libro, pensai di dovervi includere un capitolo, un'introduzione a dire il vero, sulla presenza e la tecnologia extraterrestre. E anche rivolgere un appello per un pieno disclosure, perché le implicazioni di quanto è andato avanti segretamente negli ultimi 50 o 60 anni sono molto profonde. La maggior parte della gente non ha idea di quanto siano importanti queste rivelazioni per il nostro futuro come specie".

Harris: Nel tuo libro hai riportato informazioni di prima mano, perché hai parlato con molti testimoni, come Travis Walton, il Col. Halt di Bentwaters (UK), Nick Pope, Edgar Mitchell e Shirley MacLaine e molti altri, che ti hanno suggerito di scrivere il libro. Fra tutti chi ti ha colpito maggiormente?

Hellyer: "Come sai, ho ricevuto un briefing da una serie di persone con grandi conoscenze, incluso Steven Greer. Il suo briefing è durato tre ore, ed erano presenti i testimoni che aveva trovato, 400 contatti con persone di ogni sorta che avevano conoscenze dirette dell'argomento. Così volli parlare con alcuni di loro. Ad esempio, intervistai un paio di contattati, incluso Travis Walton, che ha vissuto un'esperienza incredibile. Sono stato con lui a parlare per due giorni e sono assolutamente convinto, assolutamente che abbia detto la verità. S'impara molto parlando con queste persone. Travis Passò un gran brutto periodo quando venne liberato cinque giorni dopo la sua abduction, a cercare di convincere la gente che non era un trucco, e disse nei suoi confronti la gente si divise a metà. Circa metà dei suoi amici gli credette, l'altra metà no. Ci mise molto tempo a riprendersi psicologicamente dall'esperienza.

Un altro testimone che ho intervistato approfonditamente è Jim Sparks. Jim, probabilmente, è stato addotto più volte, con una frequenza maggiore di chiunque altro con cui io abbia parlato. Lui si opponeva a queste persone (gli alieni, ndt) ma, in seguito, arrivò a fidarsi di loro, e loro a fidarsi di lui, ricevendo molte informazioni. Ha scritto un libro sulle sue esperienze e mi ha dato il permesso di riportare una parte importante, diverse pagine di un vero dialogo tra lui e gli extraterrestri, in cui loro esprimevano preoccupazione per quanto sta accadendo sulla Terra: stiamo inquinando i fiumi, i laghi, e l'aria che respiriamo. Volevano che lui facesse sapere al mondo della loro preoccupazione a riguardo. Quindi lo incoraggiarono a divulgare la cosa, come infatti sta facendo con delle conferenze e con il suo libro. Ma volevano anche premere a favore di un'amnistia per molte persone nel caso il governo decidesse di attuare una politica di maggior trasparenza.

La retroingegneria derivante da UFO crash e altri contatti con gli ET è così importante che certi elementi del governo USA vollero tenerla segreta persino ai leader politici. Alcune persone coinvolte nelle Black Operation hanno lavorato sottoterra per anni e anni e solo il cielo sa cos'hanno ottenuto. Ma a mio parere, sarebbe un grosso affare e sicuramente una delle cose che voglio sapere è se hanno davvero sviluppato carburanti esotici, come l'energia punto zero e la fusione fredda, come dichiarato da alcuni testimoni. In questo modo potremmo trasformare il nostro mondo in appena 10 anni circa, e salvarlo dal riscaldamento globale. L'altra cosa che scrivo nel libro è che persino se questo non fosse vero, gli extraterrestri ci darebbero quella tecnologia se gliela chiedessimo, perché desiderano salvare il nostro mondo per poterci venire".

Harris: Steven Greer, che hai menzionato, grazie al Disclosure Project ha coinvolto testimoni appartenenti all'esercito e all'intelligence militare. Quindi il cover-up è vero, non è qualcosa che ci stiamo inventando ed è molto complesso, perchè il governo USA ancora non ha ammesso quanto accadde a Roswell. Siamo rimasti ancora alla versione dei palloni sonda e dei manichini.

Hellyer: "Propinano ancora la storiella del pallone sonda, sebbene molti sappiano che è una menzogna. Nel caso del crash di Roswell, ad esempio, dicono ancora che non è accaduto niente, sebbene vi siano testimoni di tutti i tipi che dicono il contrario. Hanno cominciato a lavorare alla retroingegneria subito dopo quell'evento, e disponevano di alcuni dei migliori cervelli degli Stati Uniti, e così è da allora. Sono passati più di 60 anni e ormai avranno costruito astronavi e ricavato carburanti esotici. La popolazione mondiale ha il diritto di sapere queste cose. Per questo non dobbiamo arrenderci finché non sarà fatta piena chiarezza. Ma questo deve essere fatto dal Congresso, dalle persone che li hanno finanziati senza saperlo. Una volta che decideranno di intraprendere questa strada, dovrebbero indire un'amnistia, come suggerito da Jim SParks dopo aver parlato con gli extraterrestri, in modo che la gente possa parlare onestamente sotto giuramento, senza temere le conseguenze di essere giudicato per i crimini commessi durante le loro carriere".

Harris
: Un astronauta dell'Apollo 14 (Edgar Mitchell, ndt) ha affermato davanti al Washington Press Club che Roswell è un caso autentico, che lui è stato messo a conoscenza di queste cose, più il fatto che c'è stato il Disclosure Project del 2001 a Washington DC, con tutti i testimoni presentato da Greer. Cosa credi che impedisca il completo disclosure, dal momento che altri paesi hanno ammesso l apresenza di UFO, di c'documenti e di avvistamenti...?

Hellyer: "Credo dipenda dal fatto che un ristrettissimo gruppo di persone, negli Stati Uniti, voglia tenere per sé molto segreti, senza doverli condividere né con altre persone del loro paese né con il resto del mondo. Non saprei dire con certezza perchè lo facciano, se per un vantaggio finanziario per gli Stati Uniti, o per un vantaggio finanziario dell'industria petrolifera, ad esempio mantenendo segreta l'esistenza di carburanti esotici. Ma sono sicuro che qualcuno ne sta beneficiando, e che sia convinto che questo beneficio derivi proprio dalla segretezza in cui sono tenuti determinati argomenti".

Harris: Pensi che l'intera questione extraterrestre sia benevola?

Hellyer
: "Penso siano amichevoli, ma vi sono molte specie, come sai, di cui siamo a conoscenza. Il governo degli Stati Uniti ha lasciato intendere, a volte, che c'è una specie che non lo è, ma non ha mai specificato quale, e quindi non c'è modo di saperlo, senza un disclosure. Perché potrebbero semplicemente sfruttarla come scusa per spendere centinaia di bilioni di dollari in armamenti, e questo mi preoccupa molto".

Harris: A quante persone in the know - astronauti e militari - in qualità di Ministro della Difesa, rivolgeresti la questione? Persino il Vaticano si è fatto avanti, affermando che gli extraterrestri sono nostri fratelli e sorelle. In che modo pensi potremmo presentare la cosa alla gente in modo da non suscitare panico o pressione, o cambi di status quo? O credi che si verificherà comunque un cambiamento di status quo?

Hellyer: "Credo che il pubblico sia pronto. Certamente questo deve essere divulgato per gradi. Ci si deve abituare. Si comincia a sapere qualcosa e a dire va bene, queste persone sono benevole, hanno molto da insegnarci. Una delle cose che emerge chiara e forte dalle ricerche che ho fatto, è che sono molto più spirituali di noi, quindi dovremmo pensare a loro non come a nemici ma come a fratelli e cercare di lavorare con loro, per trarne vantaggio reciproco.

Ma tu stessa hai parlato con molte persone che si sono rese conto che gli UFO file vennero girati all'industria e il governo degli Stati Uniti ne perse il controllo. Questo risale ai tempi di Eisenhower. Per questo era così preoccupato del complesso militare industriale. Disse che avremmo dovuto stare attenti a loro e tenerli d'occhio perché avrebbero fatto cose nei loro interessi e non necessariamente nell'interesse comune, e questo, credo, è esattamente ciò che è accaduto. Quel piccolo gruppo di persone trae beneficio da quest'aura di paura.

Conosciamo entrambi Carol Rosin. Lavorò per Werner von Braun per un po' di tempo, e lui continuava ad avvertirla, dopo che si era come ammorbidito, che questo complesso militare/industriale doveva avere un nemico per giustificare le enormi spese militari mentre la gente moriva di fame e per carenza di cure medica in tutto il mondo. Disse, prima saranno i comunisti, e così è stato. Poi disse che sarebbero stati i terroristi, ed ora questo si sta realizzando. Poi, secondo von Braun, il nemico sarebbero stati gli extraterrestri, ed ora stanno tentando di fare soldi per costruire una base sulla Luna e fare altre cose che alcuni di noi pensano siano più di interesse militare che scientifico. Ma siccome il popolo americano non ha mai dato veramente l'autorizzazione a farlo, non potrebbero.

Nessun governo guadagna consensi spendendo il denaro pubblico per la militarizzazione dello spazio. Al contrario, penso che gran parte della gente dica, eih, è un'area di interesse comune che dovrebbe essere utilizzata per tutta l'umanità e il miglioramento delle sue condizioni. Ma questa strada è bloccata da quella che nel mio libro chiamo Cabal, il nocciolo duro del governo ombra di cui tutti parlano, che prima o poi dovrà uscire allo scoperto e il Congresso è l'organizzazione che può obbligarli a farlo".

Harris: Il tuo libro è esaustivo perché parli di tutto questo e di come dovremmo rapportarci con le altre civiltà nel mondo. Ma come potremmo cambiare la nostra visione del mondo in modo da non essere più una specie pericolosa, che si uccide a vicenda, e per non essere più così critici nei confronti di chi non è come noi?

Hellyer: "Io penso che stiamo vivendo in un mondo infelice dove vanno male molte cose, e nel mio libro comincio col dire che ci restano circa 10 anni per cambiare rotta e convertirci a nuove forme di energia, non i 30 o 40 anni di cui parlano i politici. Allora sarà troppo tardi e il riscaldamento globale porterà alla devastazione di molte zone, come il Bangladesh ad esempio, che potrebbero venire sommerse dalle acque e molte isole del Pacifico, e persino Manhattan. In questo modo andremo dritti verso la distruzione se non decideremo di cambiare.

Praticamente tutte le religioni principali, ad un certo punto, hanno inglobato altre importanti religioni cercando di distruggerle, e alcune di queste lo hanno fatto predicando l'importanza di trattare il prossimo come vorremmo essere trattati noi. Nella pratica, hanno fatto esattamente l'opposto!

Nel mio libro affronto questo argomento e chiedo un anno di perdono in cui tutti i popoli che si sono combattuti negli ultimi 2000 anni o più, perdonino chiunque lo abbia fatto, e comincino a collaborare per costruire il Regno di Dio, che io concepisco come un mondo dove tutti abbiano cibo e acqua potabile a sufficienza, un tetto sulla testa, abbastanza vestiti per coprirsi, e accesso all'istruzione che dia loro l'opportunità di coltivare creativamente le proprie capacità.

Questo è il mondo di cui tutti noi parliamo, che tutti sognamo e speriamo, ma per il quale facciamo molto poco. È interessante il caso, tornando per un attimo alla questione UFO, di uno dei primi pionieri canadesi in questo campo, Grover Smith, che aveva accesso a informazioni da parte dei Visitatori Stellari, come alcuni di noi li chiamano. Smith disse che avremmo raggiunto un punto - sicuramente glielo avevano detto loro - in cui si doveva scegliere tra il bene e il male. E se avessimo continuato verso il male, contro i nostri simili, il mondo era condannato.

Al contrario, se avessimo scelto il bene in tutti i modi a noi possibili, soprattutto con tutta questa tecnologia, avremmo potuto creare un mondo di sorprendenti possibilità per tutti. Oggi ci troviamo a proprio a quel punto e io credo che gli extraterrestri siano molto interessati alla scelta che faremo.

Se sceglieremo la via della collaborazione o se continueremo a dire, "il mio potere o il mio desiderio di diventare presidente del Paese, o di essere dittatore ecc è così forte e ho tali ragioni per volerlo, che sono disposto a usare le forze armate per uccidere i miei nemici e rinchiuderli se diventano troppo potenti", e via dicendo. In altre parole, quello che abbiamo fatto e continuiamo a fare in tante parti del mondo".

Harris: La parte del tuo libro sui carburanti alternativi è molto personale, come anche quella sulla collaborazione politica internazionale, perché ti piace metterti nei panni degli altri e vorresti innovare il sistema monetario. Puoi parlarmi di ciò che più ti sta a cuore, fra questi argomenti? Come potremmo risolvere i problemi?

Hellyer: "La questione più urgente è il cambiamento del sistema monetario mondiale, il sistema bancario. È una lunga storia e so che non vuoi che mi dilunghi. Ma è assolutamente importante. L'attuale sistema bancario, detto in parole povere, ha legalizzato la frode e va cambiato per il bene comune. Nel mio libro spiego che il mondo è governato da una élite molto ristretta e immensamente ricca, e che tale vuole rimanere.

Vogliono tenere in pugno le risorse e la ricchezza del mondo e per farlo hanno introdotto la globalizzazione, che non ha avvantaggiato nessuno concretamente, eccetto loro. Vogliono mantenere un sistema bancario che ha provocato più di 25 recessioni e depressioni negli Stati Uniti negli ultimi 120 anni. Ed ora, dopo uno dei peggiori crack -questo è uno dei più drammatici crack dalla Grande Depressione - vogliono farci credere che stanno mettendo a posto il sistema, ma non è così. Fingono di punire i banchieri responsabili del crollo, ma è solo un colpetto sulla mano, è come dare una multa di 20 dollari a una prostituta perché sta sulla strada, ben sapendo che lo rifarò la sera seguente e guadagnerà ancora di più.

Le banche fanno esattamente così. Se la ridono per tutto il tempo. È un argomento complesso. Forse potrebbe essere interessante se potessi accennare a un po' di storia. Torniamo al tempo in cui re Guglielmo stava combattendo una guerra, esaurì i soldi, qualcuno disse che un modo per farne era istituire una banca.

Così fece in modo che i ricchi d'Inghilterra iscrivessero un milione duecento mila sterline in oro e argento e li prestassero al governo all'8%, che è un interesse molto alto per un prestito garantito dal governo. Poi, per mostrare la sua gratitudine, il governo permise alle banche di stampare un altro milione duecentomila sterline in banconote e di prestarle ai loro amici ad alti livelli di interesse. In altre parole, venne loro permesso di prestare lo stesso denaro due volte! Nel corso degli anni, per colpa dell'avidità dei banchieri e della collaborazione (per usare una parola gentile) dei politici, il rapporto è aumentato enormemente.

Nei primi anni del XX secolo la Banca Federale degli Stati Uniti doveva avere una riserva di oro del 25%, il che significa che poteva prestare lo stesso denaro quattro volte. Nei miei primi anni in Canada, dovevano avere una riserva in contanti dell'8%, il che significava che potevano prestare lo stesso denaro 12 volte e mezza. Poi oggi, con questo nuovo sistema di "adeguatezza patrimoniale" - che non è per niente adeguato e dovrebbe chiamarsi piuttosto inadeguatezza patrimoniale - stanno prestando lo stesso denaro 20 volte e raccogliendo interessi su di esso, ogni volta.

Non è altro che una frode legalizzata e il fatto che una minuscola minoranza di ricchi possa farla franca è una disgrazia. Ho continuato a dire che dobbiamo ridurre il rapporto dal 20:1 al 3:1 ad esempio, e ridurre la somma della proporzione del denaro che le banche creano da un quasi monopolio a due terzi, in modo che i governi detengano la licenza in nome del popolo e possano stampare un terzo del denaro (34% è la quantità che riporto nel libro) e usarla per bilanciare i loro budgets, pagare la sanità, e finanziare il passaggio dall'economia basata sul petrolio in qualcosa che salverebbe il mondo dal riscaldamento globale e fare altre cose fondamentali, come fornire il cibo e rifugio a chi ne ha bisogno, dando ai poveri un'opportunità.

Questo deve essere fatto, perché se così non fosse, andremo avanti per altri 5, 10, 15 anni e poi avremo un altro crack, altri milioni di persone perderanno il lavoro, le case e gli affari e questo andrà avanti finché non faremo davvero qualcosa per cambiare. Ci vorrà molto fegato per opporsi all'industria bancaria perché è un osso duro e spenderebbe milioni per impedire che questo accada. Ma allo stesso tempo sarebbe il più grande servizio all'umanità che qualsiasi leader o gruppo di leader possa fare, e io spero e prego che venga fatto, e che cercheranno di capire come funziona il sistema, cosa che in pochi sanno, ma che si può apprendere in poche ore".

Harris: Hai un consiglio da dare ai giovani, per aiutarli a cambiare la situazione ed entrare in questo nuovo mondo che entrambi auspichiamo?

Hellyer: "Il mio consiglio è di partire dagli individui. Di solito uso la metafora della spiaggia. Se la maggior parte dei granelli di sabbia sono puliti, la spiaggia è bella e ospitale. Se invece la maggior parte dei granelli di sabbia sono macchiati di petrolio (o, in senso più generale, se la maggior parte è malvagia menefreghista e concentrata su se stessa), allora la spiaggia sarà brutta e sporca, che è quello che sta accadendo oggi.

Abbiamo pochissima integrità personale. Sul giornale ogni giorno c'è qualcuno che rapina qualcun altro. I governanti rapinano la gente, la gente cerca di rubare allo stato, ad esempio non pagando le tasse, ecc. Tutto deve partire dagli individui, e deve partire dal basso, non dalla cima.

Una buona leadership è importantissima e se avremo qualcuno con alti standard morali ed etici, nelle posizioni di comando, questo contagerà anche i giovani. Ma alla base i giovani devono cambiare il mondo, uno alla volta, individualmente, e tentare di lasciare il mondo in una situazione migliore di come l'hanno trovato.

Se ognuno facesse così, pianterebbero un albero o due o raccoglierebbero una lattina o due, o farebbero qualsiasi cosa si renda necessaria, donare un dollaro o due a qualcuno in una situazione migliore della loro, ecc.

Se un numero sufficiente di persone lo facesse, eserciterebbe una pressione politica sui leader perché vengano avviati i macro-cambiamenti essenziali per cambiare il sistema monetario, fermare il riscaldamento globale e fare tutto il necessario per salvare il mondo".

Fonte: Paolaharris.com
Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.com/2010/09/intervista-paul-hellyer.html

 Ufo: svelati dal Washington Post alcuni misteri degli ex militari americani

Da sempre il mistero aleggia attorno al mondo degli Ufo e degli avvistamenti. Ma alcuni dei segreti sono stati portati alla luce da un'inchiesta del Washington Post. Si chiama “America Top Secret” e da due anni a questa parte sta tentando di capire le "falle" della sicurezza del sistema americano, dagli attentanti dell'11 settembre.



Ma da tali analisi, è emerso anche altro. In primo luogo, la catena del comando militare può essere facilmente messa a repentaglio. Come? Ai militari è ordinato di non rivelare le loro attività ai propri ufficiali comandanti.

Ma di cosa si sono occupati questa famigerati programmi Top Secret? Ma di ufo naturalmente, ed in particolare delle tecnologie da essi usate e della vita extraterrestre in genere. L'accesso e l'informazioni di tali settori era assolutamente vietato ad ammiragli e generali.

Un esempio? Il sergente Clifford Stone lavorò per 22 anni nell’esercito americano e fece parte di un gruppo segretissimo che lavorò su un programma Top Secret, il Programma sensibile. La sua missione consisteva nel raccogliere i residui di Ufo schiantatisi al suolo o artefatti. Stone non rivelò mai lo speciale tipo di addestramento cui era sottoposto. Tale progetto fu chiamato Moon Dust. Tutte le sue missioni segrete furono controllate e gestite da un misterioso individuo dall'identità ignota, che Stone che chiamava “colonnello”. I suoi incarichi temporanei (TDY) duravano da 3 a 7 giorni mentre in alcuni casi internazionali duravano fino ad un mese.

Ma Stone non è l'unico. Ancor più singolare è stata l'esperienza di Dan Sherman, che lavorò nell’Air Force americana per 12 anni, ma al tempo stesso, durante il suo addestramento militare come analista elettronico di intelligence (ELINT), venne addestrato per un incarico molto particolare, di altissimo livello: comunicare con gli alieni attraverso un linguaggio telepatico nel remoto caso di un’interruzione elettromagnetica delle comunicazioni a livello mondiale. Questo progetto era il “Preserve Destiny”.

Dall'indagine del Washington Post si evince che: “Un ufficiale militare coinvolto in uno di questi programmi segreti disse che gli fu ordinato di firmare un documento che gli proibì di rivelare al suo comandante, con il quale aveva lavorato a stretto contatto ogni giorno, il contenuto delle sue missioni perché non era autorizzato a conoscerle. Un altro alto funzionario della difesa ricorda il giorno in cui ha cercato di scoprire quale fosse il budget per il suo programma, si sentì rifiutare l’accesso da un collega".

Fonte: http://www.nextme.it/rubriche/misteri/875-ufo-svelati-dal-washington-post-alcuni-misteri-degli-ex-militari-americani

mercoledì 15 settembre 2010

L'areonautica francese ammette l'esistenza degli extraterrestri

Un nuovo rapporto francese pubblicato il 31 maggio 2010 ha concluso che gli UFO sono decisamente reali e forse di origine extraterrestre. Pur non essendo uno studio ufficiale del governo, la relazione di valutazione della Commissione Sigma/3AF proviene da una fonte molto credibile, cioè l'Associazione Aeronautica e Astronomica di Francia, nota come 3AF, che ha istituito una commissione per gli Unidentified Aerial Phenomena nel maggio 2008.



Il presidente della Commissione è Alain Boudier, un ex addetto francese della Difesa e uno dei suoi membri chiave Jean-Gabriel Greslé, ex pilota di caccia che ha studiato presso la US Air Force Academy e in seguito divenne un pilota aereo di linea con la Air France, dove ha vissuto un paio di avvistamenti UFO. Greslé ha pubblicato tre libri di UFO in Francia.

Il Sigma/3AF non è una relazione finale, ma solo un documento di lavoro in corso, tuttavia, offre buon materiale di base sulla storia della ricerca UFO ufficiale in Francia, un equilibrato lavoro di Sigma nel corso degli ultimi due anni con una breve descrizione della maggior parte dei casi significativi francese e alcune osservazioni e conclusioni. Il rapporto inizia con una breve storia della ricerca ufficiale francese sugli UFO, il che è piuttosto esteso: "La Francia è l'unico paese in cui la raccolta di Unidentified Aerospace Phenomena (PAN in francese) e il suo studio scientifico sono stati assegnati dal 1977 ad una organizzazione ufficiale civile, il CNES (Centro Nazionale per gli studi spaziali, l'agenzia spaziale francese), attraverso il gruppo di studio GEPAN."Dopo una breve descrizione di questa unità, oggi conosciuta come GEIPAN (Studi e Informazioni sul gruppo aerospaziali non identificati Phenomena), la relazione descrive gli studi ufficiali e quasi-ufficiali francesi, tra cui il famoso COMETA (Comitato per la In-Depth Studies) del 1999, pubblicato da un gruppo di alto rango militare francese in pensione e agenti dei servizi segreti, che ha concluso che gli UFO erano reali e probabilmente extraterrestre.

I membri della Commissione Sigma/3AF hanno incontrato anche i rappresentanti ufficiali dei militari francesi e molte altre organizzazioni di intelligence che avevano qualche coinvolgimento UFO in passato. Queste includevano la Gendarmeria Nazionale, che ha raccolto i rapporti UFO sistematicamente dal 1960, il Segretariato generale della Difesa Nazionale, che ha rilasciato un interessante rapporto, alcuni anni fa (anche se non mi risulta che sia mai stata rilasciato al pubblico), l'Air Force e la Direzione generale per la sicurezza esterna, che ha ammesso attraverso una "fonte autorizzata" che gli UFO sono stati monitorati dall'agenzia fin dai primi anni Sessanta.

La sezione su "i casi più significativi francesi" fornisce una descrizione molto breve di cinque episodi: un avvistamento di massa con più di testimone in Madagascar nel 1954, il famoso sbarco e Close Encounter del terzo tipo (CE-III) in Valensole nel 1965, che è stato documentato dalla Gendarmeria, il caso di atterraggio altrettanto famosi in Trans-en-Provence nel 1981 e un altro simile a Nancy nel 1982, noto come "amaranto", entrambi dei quali sono stati studiati da GEPAN e pubblicati rispettivamente nelle loro note tecniche N º N º 16 e 17. L'ultimo caso è un avvistamento multiplo tra Biarritz e Strasburgo in Francia nel novembre 1990.

Nella sezione commenti, la relazione Sigma/3AF usa il linguaggio non ambiguo, per esempio: "Nessun fenomeno naturale può spiegare la maggior parte delle relazioni di osservazione accompagnata da rilevazioni elettromagnetiche effettuate da uno o diversi radar. I servizi di difesa e controllo del traffico aereo hanno dovuto far fronte un certo numero di volte in tutto il mondo con sconosciuti intrusioni aeree o indotte artificialmente da fenomeni. Più tardi, la relazione prosegue affermando: "Il comportamento di questi dispositivi durante gli incontri con aerei da combattimento o intercettori - alcuni hanno partecipato a vere battaglie vorticoso negli Stati Uniti - suggerisce che sono controllati, o guidati da automazione particolarmente sofisticate. La superiorità aerea è tale che nessuna delle molte intercettazioni che sono state fatte contro di loro, negli Stati Uniti per esempio, sono state in grado di superare uno di questi dispositivi".

Dopo aver delineato una serie di caratteristiche esposte dagli UFO, come le "notevoli accelerazioni dopo uno stato di stallo", indicherebbero che:
"... dobbiamo respingere la tesi di una origine terrestre per tutte le osservazioni formulate nella Seconda guerra mondiale. Infatti, se una nazione del mondo fosse stata in grado di sviluppare segretamente una tale arma come quelle osservate per più di mezzo secolo, i mezzi di analisi e di logistica strategica a disposizione avrebbe permesso la rapida identificazione. I sorvoli illegali che si sono resi colpevoli di condurre potrebbe costituire un "casus belli". Gli esperti Sigma/3AF continueranno a dichiarare che le caratteristiche suggeriscono che in molti casi i dispositivi rilevati, lungi dall'essere non identificati, sono facilmente riconoscibili da parte degli organismi di difesa aerea come parte di una tecnologia molto più avanzata della nostra. Inoltre siamo stati in grado di ottenere seri indizi circa l'origine dei fenomeni aerospaziali che è oggetto della nostra ricerca. Gli elementi tecnologici che abbiamo scelto, ci permettono di trarre alcune ipotesi circa l'aeromobile in questione, che non sembrano appartenere a una tecnologia terrestre identificabile nei momenti in cui essi sono stati osservati".

"La relazione Sigma/3AF concorda infine con la conclusione di Cometa, che ci troviamo probabilmente di fronte ad una presenza ET. Tale conclusione è stata piuttosto controversa per uno studio semi ufficiale. Tuttavia, la Commissione non si mai scontrata con Sigma/3AF. Pertanto, l'ipotesi centrale proposta dalla relazione COMETA ancora non può essere respinta fino ad oggi e rimane perfettamente credibile" hanno scritto. "Molti documenti e materiali esaminati dagli autori di questo rapporto lo confermano. Abbiamo quindi mantenuto, tra alcuni altri, ma solo come ipotesi di lavoro, la possibilità che la maggior parte delle imbarcazioni osservate possano avere una origine non terrestre".

Rapporto completo Sigma/3AF in inglese (pdf)

Fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6358

Ufo fotografato in Francia

Un oggetto di origini sconosciute è stato fortuitamente fotografato nei cieli di una località francese situata in Provence. Il posto in questione è Moustiers Sainte Marie in Alpe e l’avvenimento si è verificato il 31 Agosto 2010, in pieno giorno. L’autore della foto, che qui proponiamo, ha utilizzato una fotocamera Pentax K2OD con tempo di esposizione 1/750s ed un obiettivo 14 mm.
Cliccare sulla foto per ingrandirla.



Fonte: http://www.ufocasebook.com

lunedì 13 settembre 2010

Vita e bugie su Marte...

Esistette una civiltà su Marte? Soprattutto due ricercatori in Italia hanno ipotizzato che il Pianeta rosso fu in tempi remoti abitato da esseri antropomorfi: mi riferisco all'ingegner Ennio Piccaluga ed al giornalista Gianni Viola, autori rispettivamente di "Ossimoro Marte" e del libro "La civiltà di Marte".



Gigantesche statue, piramidi, astroporti, edifici turriti (come su Venere?), ponti, collettori… sono strutture artificiali che Piccaluga e Viola riconoscono in immagini realizzate dalle sonde sovietiche e statunitensi. Se, al cospetto di volti, si può pensare a giochi di luci ed ombre o ad illusioni percettive, le piramidi sfidano, con le loro forme geometriche, le resistenze dei più increduli. E' certo che la N.A.S.A. nasconde ed ha nascosto scoperte riguardanti la Luna, Marte e, più in generale, informazioni relative al nostro sistema solare. E' palese che la Sfinge di Cydonia (altrimenti nota come Face on Mars) è un'enorme scultura e non una montagna erosa dagli agenti atmosferici: l'immagine originale è stata sottoposta a pesanti ritocchi ed il viso è diventato un mascherone. Se l'ente "scientifico"-militare statunitense mente in modo spudorato sul fenomeno delle chemtrails, avrà i suoi “buoni” motivi per occultare verità marziane.

Se si accetta che l'astro rosso fu abitato, bisogna chiedersi da chi e quale fu il destino del popolo ivi insediato. Considerando la fisionomia dei volti, si può presumere che i Marziani furono simili ai Terrestri: furono i nostri antenati? La piramide pentagonale di Cydonia è un riferimento a Venere o la prova che gli abitanti di Marte erano antropomorfi, dato che nel pentagono è inscrivibile la figura umana? Che cosa determinò il declino e la scomparsa della civiltà di Marte? Una catastrofe naturale o un conflitto? Qualche indizio pare collegare il corpo celeste al nostro pianeta, specialmente all'Egitto: le piramidi, il nome stesso El Cairo che significa "Marte", forse la Sfinge di Gizah.

Il passato, con le sue magnifiche civiltà, ed il presente, con le avventure spaziali, intrecciano enigmi: è noto che parecchie missioni fallirono, in seguito ad incidenti, errori di calcolo, presunti sabotaggi. Qualcuno non vuole che le esplorazioni scoprano tracce di vita intelligente, non di batteri.

Intanto l'acqua è stata trovata e le varie missioni hanno consentito di appurare che l'atmosfera del pianeta, benché assai rarefatta, non è molto diversa da quella di Gaia. Ormai si conoscono l’orografia con dorsali, tavolati e vulcani, i letti di fiumi prosciugati (i celebri canali di Schiaparelli), i fondali oceanici anch’essi in secca, le calotte ghiacciate dei poli… : mentre la planetologia ha acquisito molti dati certi, l’esobiologia e l’esoarcheologia stentano a documentare ed a suffragare le loro ipotesi, a causa soprattutto dell’ostracismo perpetrato dalla scienza accademica.

Lo studio dei miti e della storia antica ci offre utili indizi: le somiglianze tra l’architettura mesopotamica e la presunta ziqqurat di Marte paiono dare ragione a quegli autori che individuano delle radici esterne nelle civiltà che sbocciarono alla fine del Neolitico. Se gli abitanti di Marte avevano conseguito uno sviluppo tecnologico, poterono abbandonare il corpo celeste per approdare sulla Terra.

Pare che i Greci conoscessero i satelliti di Marte: sono forse evocati da Omero in Iliade XV e da Virgilio in Georgiche III. Il poeta di Andes scrive: “Martis equi biiuges et magni currus Achilli", ossia "I cavalli appaiati di Marte ed il carro del magnanimo Achille". “I pianeti sono dei”, si suole ripetere: gli scudieri e demoni di Marte, Deimos e Phobos, sono dunque i satelliti?

Alcuni obiettano: perché mai i Marziani avrebbero edificato monumenti che si possono vedere solo dall’alto? Certo, che se ragioniamo solo in termini pragmatici, secondo i pregiudizi dell’uomo contemporaneo, non comprenderemo mai perché un popolo decida di erigere costruzioni imponenti e che competono con il tempo. Forse le piramidi della Terra, i siti megalitici sorti un po’ in tutto il mondo, le linee di Nazca rispondono a mere esigenze pratiche? Tralasciamo i loro valori simbolici, quei manufatti sono testimonianze di genti aduse a confrontarsi con il fenomeno della precessione, con la meccanica celeste, con misteriose energie, con dimensioni invisibili.

Pare dunque che la cultura marziana fosse di tipo megalitico e pure un po’ megalomane: ciclopici edifici (non si adduca il motivo della pareidolia) sono le vestigia di un mondo oggi in rovina, ma un tempo grandioso.

Che la N.A.S.A., l’E.S.A., gli astronomi ortodossi continuino a negare l’evidenza è una prova che l’evidenza esiste. Le vere domande che ci poniamo dunque non riguardano solo il passato di Marte, ma pure un possibile legato etnico, genetico, culturale, un’eredità che, nel bene e nel male, continua a giocare il suo ruolo, benché in modo pressoché inavvertito, tra noi, uomini del XXI secolo.

Le prossime rivelazioni su Marte potrebbero essere mortali.

Fonte: http://zret.blogspot.com/

Muore il colonello USAF Wendelle Stevens

Tucson, Arizona - Martedì 7 settembre 2010 è deceduto, all’età di 87 anni, il Col. USAF Wendelle Stevens, una delle maggiori autorità nel campo della ricerca UFO e la presenza aliena nel nostro pianeta.



Egli fu coinvolto nel problema UFO fina dal 1947 quando assegnato alla Base Aerea USAF di Anchorage, in Alaska, fu coinvolto in un progetto classificato avente lo scopo di raccogliere dati relativi agli avvistamenti UFO nel Circolo Polare Artico.
Egli si occupò, tra l’altro, del de-briefing ai piloti coinvolti in avvistamenti di oggetti non identificati ed acquisì testimonianze dirette, filmati, fotografie e tracciati radar per conto dell’Air Force. Al momento del pensionamento, nel 1963, la questione UFO divenne per lui una vera e propria passione alla quale egli si dedicò per il resto della vita. Viaggiando per vari Paesi egli si rese conto della vastità e della realtà del problema, acquisendo nel tempo una delle più grandi ed invidiabili collezioni private di testimonianze e documenti riguardanti il contatto con più civiltà extraterrestri. A differenza di coloro che sostengono la possibile pericolosità degli alieni e fini malevoli perpetrati attraverso le abduction, Stevens ha sempre sottolineato gli aspetti pacifici dell’interazione aliena ed il rispetto da parte di questi esseri dei diritti umani. Per questo motivo nel 2006, durante una conferenza alle Hawaii, fu il promotore dell’emanazione di un documento noto come “Dichiarazione sulle relazioni pacifiche con civiltà extraterrestri”, che doveva porre le basi per avviare un contatto pacifico ed ufficiale con le civiltà aliene che visitano il nostro pianeta. Molto attivo come ricercatore, studiò numerosi casi di contatti ravvicinati e pose a disposizione del grande pubblico i risultati delle sue innumerevoli indagini. Dopo anni di ricerca, prima con l’Air Force e poi privatamente, non vi era più alcun dubbio che l’umanità fosse visitata da razze extraterrestri: egli sapeva, per esperienza diretta, che i governi di tutto il mondo avevano condotto studi seri e segreti sugli UFO alla ricerca di prove, coprendo la verità al grande pubblico con menzogne e dichiarazioni fuorvianti. Capì anche che alcun agenzie governative, avevano il compito diretto di veicolare le notizie da divulgare, in modo da controllare sempre la reazione delle masse, rinviare la divulgazione ufficiale e mantenere l’ordine. Nelle sue ricerche, egli stilò i profili di numerose razze aliene che hanno interagito con l’umanità, sulla base delle testimonianze raccolte nel tempo. La speranza che lo ha incentivato a continuare nelle sue ricerche e l’attività divulgativa anche negli ultimi anni, nonostante la veneranda età, è stata la convinzione di veder arrivare il momento in cui l’umanità, preparata adeguatamente per il contatto ufficiale, avrebbe interagito pacificamente con queste razze e con loro cooperato per l’innalzamento del livello coscienziale e tecnologico. Oggi, il compianto Col. Stevens, lascia al genere umano un‘eredità senza precedenti, ricca di documenti importanti, trascrizioni, libri, video, testimonianze che hanno il compito di preparare a quel contatto tanto sperato e spianano la strada all’umanità verso un futuro migliore.
Grazie e addio Colonnello Stevens.

Fonte: http://www.openminds.tv/

mercoledì 8 settembre 2010

Un paradosso impeccabile - gli universi paralleli esistono!

La notizia apparsa sul New Scientist Magazine a fine settembre attesta che non c'è più alcun dubbio, nuove prove matematiche spazzano via le ultime obiezioni in merito alla realtà di molti universi o mondi paralleli definita da alcuni: ripugnante per il senso comune. Il Dr Deutch, sempre di Oxford, aveva già dimostrato matematicamente che la struttura simile ad un cespuglio dagli innumerovoli rami creata dall'universo che si separa in altrettante versioni parallele di se stesso può spiegare al meglio la natura probabilistica del risultato quantistico.



Questa dimostrazione finora attaccata ha trovato conferma rigorosa grazie a David Wallace e Simon Saunders che hanno dichiarato: "Abbiamo chiarito gli ultimi punti oscuri e siamo giunti ad un ben chiaro verdetto che ci porta ad affermare con autorevolezza che il lavoro di Everett funziona". Secondo l'audace osservazione di Everett infatti l'universo è in costante ed eterna divisione, quindi non c'è nessun collasso d'onda (o di realtà) bensì ogni possibile risultato a seguito di una misurazione sperimentale accade in un diverso universo parallelo.

Ogni volta che c'è un evento a livello quantistico - il decadimento di un atomo radioattivo - per esempio, o una particella di luce che avvolge la retina - si suppone che l'universo si divida in tanti universi o mondi differenti. A questo proposito Scienza e Conoscenza N° 18 ha intervistato l'estate scorsa Lev Vaidman, una delle autorità mondiali del settore. Da allora, le ultime scoperte sembrano sottrarre completamente la teoria dei "molti mondi" dalla sfera metafisica per farla entrare a tutti gli effetti tra i più importanti sviluppi del mondo della scienza.

Per il linguaggio, anche per il più poetico, è difficile spiegare un paradosso, per un’equazione matematica no. Chi si ricorda il film Sliding doors? Un rompicapo fantasioso? Non si direbbe. Secondo la matematica quantistica sembra facilmente inscrivibile in un’equazione, tra le più scientifiche.
Questa intervista ci permette candidamente di scivolare nella sobrietà e eleganza matematiche dei molti mondi, verso un’interpretazione della meccanica dei quanti degna di una pellicola hollywoodiana. E, di una scuola scientifica, tra le più ortodosse.

Provate ad immaginare: vi trovate di fronte a una scelta da compiere e qualcosa, magari una telefonata o un ingorgo stradale, interviene a farvi intraprendere una strada piuttosto che un’altra. Immaginate che in quel preciso momento il vostro mondo si divida in due, uno stesso passato e due futuri, chissà anche molto diversi. Immaginate che questo capiti molte e molte volte e che una miriade di mondi popolino il nostro Universo. Ricorda molto la trama di un film, ma questa è la conseguenza esperienziale di una rigorosa teoria matematica, la Teoria dei Molti Mondi, appunto. Si tratta di un’interpretazione della meccanica quantistica di cui il fisico israeliano di fama internazionale Lev Vaidman, che abbiamo intervistato durante un suo soggiorno in Italia, è uno dei più importanti sostenitori. Con lui abbiamo parlato dell’origine e degli sviluppi, della forza e delle debolezze di una teoria che riesce a conservare il formalismo originario della fisica dei quanti eliminando il più problematico dei suoi postulati: il collasso d’onda.

SeC: La Teoria dei Molti Mondi non è nuova, il primo a introdurla fu Hugh Everett nel 1957. Ma la sua popolarità tra i fisici sta crescendo solo di recente. Forse è bene ricordare ai lettori di cosa parliamo. Cosa si intende con Many-Worlds Interpretation (MWI)?

Lev Vaidman: Si intende una teoria fisica, in grado di dare spiegazione della nostra esperienza con un formalismo matematico molto “economico” ed elegante, che non cambia le leggi di base della meccanica quantistica. L’idea che sta alla base è quella dell’esistenza di miriadi di mondi nell’Universo in aggiunta al mondo che percepiamo. Questi mondi prendono inizio ogni volta che avviene un esperimento quantistico, in un laboratorio di fisica come nella vita di tutti i giorni. L’esperimento, ad esempio lo sfarfallio incerto di una luce al neon, ha diversi risultati possibili, la cui probabilità si dice non-zero. Noi ci accorgiamo unicamente del verificarsi di uno dei risultati possibili, quello che si avvera nel mondo che osserviamo (la luce si accende in un determinato momento), ma secondo la MWI tutti i risultati possibili si realizzano, ognuno in un mondo differente. In tal senso questa interpretazione della meccanica quantistica si può dividere in due parti: una teoria matematica rigorosa e una spiegazione delle nostre esperienze alla luce di questa teoria e in correlazione con il concetto di stato quantico dell’Universo, ossia della funzione d’onda che lo descrive.

Perciò è dalla teoria matematica che prende le mosse l’interpretazione dei Molti Mondi. Lei la definisce una teoria estremamente economica ed elegante. Da che cosa è nata l’esigenza di un nuovo formalismo matematico?

Lev Vaidman: E’ importante comprendere il fatto che il formalismo della meccanica quantistica, le equazioni quantistiche, danno una rappresentazione della realtà che corrisponde a quella dei molti mondi. Una realtà nella quale in un esperimento quantistico tutti i risultati possibili si avverano. Questo è stato chiaro fin dagli inizi della fisica dei quanti, ma l’idea è sempre stata considerata tanto assurda e in palese contraddizione con l’osservazione sperimentale da pretendere l’introduzione del postulato del collasso: l'esito di un esperimento quantistico non è determinato dalle condizioni iniziali dell'Universo prima dell'esperimento, ma solo le probabilità sono governate dallo stato iniziale. Ecco “spiegato” il perché osserviamo l’avverarsi di uno solo dei risultati possibili. Nel corso degli anni i fisici sono stati, però, molto scontenti di questo postulato e hanno provato a risolvere il problema modificando oppure aggiungendo qualcosa alla meccanica quantistica (definendo il collasso come un effetto casuale genuino, o introducendo l’ontologia delle traiettorie della particella bohmiana). Dal mio punto di vista questi tentativi non hanno avuto molto successo. Al contrario la teoria dei Molti Mondi si presenta come una proposta per rimanere fedeli alla meccanica quantistica, così come è nata originariamente senza bisogno del postulato del collasso, e quindi consente di ammettere le conseguenze filosofiche di questa teoria, ossia che ci siano mondi paralleli in ognuno dei quali si avvera uno e uno solo dei possibili risultati di un esperimento quantistico. Non ci sono evidenze sperimentali in favore della teoria del collasso e contro la teoria dei Molti Mondi. La MWI è una teoria deterministica per un universo fisico e spiega perché il (o, meglio, un) mondo appare non deterministico agli osservatori umani.

In base a che cosa si crea un nuovo mondo? Ossia, qualsiasi possibilità si trasforma in un mondo e quindi si realizza?


Lev Vaidman: Non tutti i mondi che si possono immaginare esistono. Quando si costruisce un esperimento quantistico c’è una probabilità non-zero che ci sia un insieme di risultati. Quello che sappiamo è che ci sarà una separazione in un numero di mondi pari al numero di possibili esiti che vengono associati a questo esperimento. Per proseguire nell’esempio di prima, potrà accadere che io sia condizionato da una luce al neon rotta che si accende e si spegne, e questo evento potrà cambiare o ritardare una mia scelta. Questo è un evento quantistico e provocherà una separazione e la nascita di mondi distinti. Perché avvenga questa separazione abbiamo bisogno di una situazione fisica particolare che ne sia causa. La meccanica quantistica ci assicura che ci sono un certo numero di esiti per un esperimento, ma non ci assicura del fatto che io sia sufficientemente forte o sufficientemente convinto di dare atto a qualcosa, pur se nell’esperimento i diversi esiti sono previsti. Se non sono sicuro di poter dividere il mio mondo in due strade distinte, probabilmente io non darò seguito all’esistenza di entrambe queste strade. Quello che io non posso fare è fermare questo dispositivo quantistico e gli esiti che può dare.

Si tratta senz’altro di comprendere un nuovo significato dei termini fondamentali utilizzati per descrivere l’Universo dal punto di vista della MWI. Cerchiamo di capire più a fondo: che cos’è Un Mondo e dove si collocano i Molti Mondi?

Lev Vaidman: La fisica descritta dall’equazione di Schrödinger, che riassume il formalismo dei Molti Mondi, dovrebbe mettere in connessione l’interpretazione matematica con la nostra esperienza. Ma, in effetti, non esiste un linguaggio adeguato ed è perciò necessario aggiungere delle spiegazioni. Per definire Un Mondo nella MWI si può far ricorso alla definizione basata sul comune punto di vista condiviso dagli esseri umani: Un Mondo è la totalità degli oggetti macroscopici in uno stato definito, descritto classicamente. Ciò, però, non implica che Un Mondo possa essere descritto come “tutto ciò che esiste”, perché “tutto ciò che esiste” è l’Universo tridimensionale, il solo Universo fisico che esiste. L’ontologia di questo Universo in termini di meccanica quantistica è uno stato quantistico. Viene frequentemente chiamato come funzione d’onda quantistica e questa funzione d’onda quantistica è lo spazio delle configurazioni. Lo spazio delle configurazioni è la moltiplicazione dello spazio usuale per molte variabili, molte particelle. Quindi c’è ancora un significato per il nostro spazio normale tridimensionale, possiamo chiederci che cosa sta succedendo in una particolare area, in un particolare spazio. Ma siccome ugualmente le particelle che ci sono in questa zona possono essere intrecciate, entangled, con le particelle di un’altra zona, dunque non ci potrà essere una descrizione di una particolare area in termini di stato puro quantistico. Per la fisica la località è molto importante. Se tu fai qualcosa in un posto, niente potrà cambiare in un altro. Questo è a livello dell’universo fisico. Questi mondi di fatto sono una particolare decomposizione della funzione d’onda dell’Universo. Non sono locali perché sono presenti dappertutto. Dove si collocano i Molti Mondi? Stanno tutti nel nostro spazio tridimensionale e vivono in parallelo. Ogni parte della funzione d’onda sente tutto lo spazio. E ce ne sono alcuni che tra loro sono davvero molto differenti.


Quanto differenti? Non posso trattenermi dal domandare se in uno degli altri mondi io potrei essere completamente diversa da quella che sono in questo mondo.

Lev Vaidman: Ognuno di noi può esistere in un mondo e non esistere in un altro e quindi presentarsi o meno come osservatore di questo mondo. Ci può essere un particolare evento quantistico per il quale questo osservatore viene creato mentre in un altro mondo non lo sarà. Potrebbe essere un evento quantistico che cambia il mio percorso da un punto a un altro. In uno di questi mondi incontro una donna e metto al mondo dei figli, mentre in un altro non lo faccio o lo faccio in un momento molto posteriore. Quando, un osservatore compie una qualsiasi misura abbiamo una divisione in due storie diverse. Se possiamo inserire queste storie diverse nella funzione d’onda più generale abbiamo, allora, più mondi diversi. Di fatto un mondo è una particolare storia. Mondi differenti corrispondono a storie differenti. Tutti gli oggetti possono trovarsi in posti differenti e se sono nello stesso posto appartengono anche alla stessa storia. Non posso avere esperienza di questo, ma posso crederlo. Se ricordo di aver fatto un particolare esperimento quantistico, con la convinzione di fare un esperimento con un certo esito ed un altro con un esito diverso, io sono abbastanza sicuro che c’è un altro me in un mondo parallelo. Questo mondo che osservo non è più reale di un altro.

Che cosa vuole dire IO nell’ambito della MWI? Come posso ancora parlare della mia identità?

Lev Vaidman: Nel linguaggio usuale io sono definito in maniera molto precisa: io sono un oggetto macroscopico, definito in un particolare momento di tempo, attraverso una descrizione completa e classica dello stato del mio corpo e del mio cervello. Ma nell’interpretazione dei Molti Mondi quello che io sono ora, tra qualche minuto, quando farò l’esperimento quantistico, si dividerà in due IO, che avranno in comune solo il ricordo di quel momento e del prima, non il futuro. Ora che senso ha dire che ci sarà un altro IO o chiedersi quale dei due IO mi apparterrà di più? Già in questo momento ci sono molti Lev in molti mondi diversi e neppure la loro somma rappresenta il concetto di IO, benché io corrisponda a tutti quei Lev. E’ chiaro che in quest’ottica si deve abbracciare la critica al concetto di identità personale.

Qual è in questa teoria il ruolo della dimensione temporale?


Lev Vaidman: Nella meccanica quantistica, il tempo è un parametro, e si comporta senza proprietà particolari. E’ lo stesso tempo per questo grande Universo fisico e per ciascuna parte di questo Universo rappresentato dai Molti Mondi. Se voglio andare a una teoria fisica più generale che tenga conto ad esempio della gravità quantistica e comunque voglia rispondere anche ad altre domande, in questo caso dovrei cambiare il mio atteggiamento nei confronti del tempo. Ma nel quadro della meccanica quantistica e dell’interpretazione dei Molti Mondi il tempo non è un problema. Nella meccanica quantistica c’è un tempo che va da meno infinito a più infinito, ed è rilevante per la funzione d’onda associata a tutto l’Universo. La funzione d’onda è decomposta, secondo un certo criterio, in tanti rami che corrispondono ai diversi mondi. E quindi quello che succede col tempo è che alcuni di questi rami si dividono ulteriormente. Ci saranno pertanto alcuni mondi che nascono in un particolare momento e che non esistono in un altro momento. Il collasso è una separazione di mondi. Nel momento del collasso ciascuno di questi mondi inizia la sua evoluzione a partire da quel momento.

Risulta difficile capire il peso delle nostre scelte in un Universo in cui tutti i risultati possibili (o quasi) accadono. Quale metro di valutazione resta per indirizzare i nostri comportamenti?

Lev Vaidman: In effetti ci si può domandare come dovrebbe agire chi crede nella teoria dei Molti Mondi. Di fatto in questa teoria il concetto di probabilità non ha significato perché tutte le possibilità avvengono: si tratta di una teoria deterministica, non c’è casualità né ignoranza (i due elementi che definiscono la probabilità). Questo potrebbe portare ad un comportamento del tutto irrazionale o all’incapacità di compiere delle scelte. A mio parere la questione va risolta introducendo il concetto di misura di esistenza. In un qualsivoglia esperimento quantistico, pur nella convinzione che tutti i risultati si verificheranno, si può definire l’incidenza di un risultato rispetto a quella di un altro. Un risultato con una maggiore incidenza corrisponderà ad un mondo con una maggiore misura di esistenza. Abbiamo già detto che io sono strettamente legato a tutti i miei “successori” che si divideranno a seguito di un esperimento quantistico. Questo vuol dire che dovrò preoccuparmi della sorte che toccherà a tutti i Lev dei mondi che si creeranno proporzionalmente alla loro misura di esistenza. Cercherò di favorire il mondo con misura di esistenza più grande, senza però dimenticarmi dei mondi meno importanti.

Non si torna così a reintrodurre di fatto il concetto di probabilità?

Lev Vaidman: C’è una seria difficoltà con il concetto di probabilità nel contesto della MWI. In una teoria deterministica, quale è la MWI, il solo possibile significato di probabilità è una probabilità di ignoranza, ma non ci sono informazioni rilevanti delle quali un osservatore che si sta accingendo a fare un esperimento quantistico sia ignorante. Non ha senso domandare quale probabilità ci sia che il risultato sia A o B, perché io corrisponderò ad entrambi i Lev: quello che osserva il risultato A e quello che osserva il risultato B. Ho tentato di risolvere il problema costruendo una probabilità di ignoranza nel quadro della MWI. I mondi che si creano a seguito di un esperimento quantistico, si formano prima che l’osservatore si accorga del risultato. Ciò diventa più comprensibile nel caso in cui all’osservatore venga dato un sonnifero immediatamente prima dell’esperimento. Quando si sveglia certamente l’osservatore si troverà di fronte al risultato A o al risultato B, ma prima di aprire gli occhi sarà ignorante riguardo a questo fatto nel momento in cui gli viene posta la domanda. Ora la “probabilità” di un risultato di un esperimento quantistico è proporzionale al totale delle misure di esistenza di tutti i mondi che si realizzano. Così posso definire la probabilità di un risultato di un esperimento quantistico, che deve essere ancora fatto, come la probabilità di ignoranza del successore di Lev riguardo all’essere in un mondo con un particolare risultato. L’argomento del sonnifero non riduce la probabilità di un risultato di un esperimento quantistico al concetto usuale di probabilità del contesto classico. La situazione quantistica è fondamentalmente differente. L’argomento semplicemente spiega il principio di comportamento al quale uno sperimentatore si deve affidare: agire come se ci fosse una certa probabilità per risultati diversi. Dal momento che, come si è detto, lo sperimentatore è strettamente legato a tutti i suoi successori e, tutti loro vivranno come rilevante ogni risultato della scelta dello sperimentatore.

Esiste la possibilità di un collegamento tra i Molti Mondi? E qualora fosse possibile si tratterebbe di una connessione locale o non-locale?

Lev Vaidman: Per le situazioni pratiche i mondi, dal punto di vista macroscopico, sono mondi diversi e quindi evolveranno separatamente. Solo teoricamente è possibile costruire un esperimento gedanken in cui riunire i mondi. Per farlo sarebbe necessario causare un’ulteriore divisione tra questi mondi. Poniamo di avere i mondi A e B. Dovremmo dividere il mondo A in C e D e dividere il mondo B in C e in un qualsiasi altro mondo. Almeno un mondo dovrebbe essere comune. Allora i due mondi separati potrebbero fare interferenza. Il problema è che, però, nel caso degli oggetti macroscopici separati è estremamente difficile, per non dire attualmente impossibile, farli interferire. Se abbiamo avuto successo fino ad oggi a stabilire interferenza, ciò è stato possibile solo con molecole che sono composte al massimo da 70 atomi. Un corpo macroscopico ha 1020 atomi. Comunque ipotizzando di poter fare interferire due oggetti macroscopici, bisogna ricordare che il singolo mondo è un concetto non locale, mentre l’Universo è locale. Avremmo bisogno di portare un oggetto macroscopico in un punto comune in ciascuno dei due mondi. Proprio qui dovrebbe avvenire l’ulteriore separazione. Ciascun atomo, e molecola, dei due oggetti macroscopici dei due mondi dovrebbe mantenere la stessa posizione. Questo processo avverrebbe in tutta la zona in cui l’oggetto esiste e quindi anche localmente tutti i punti dovrebbero essere uguali. Quando si dividono due mondi dal punto di vista dell’Universo c’è un forte effetto entanglement, perché tutte le particelle che erano presenti nello stesso punto, sono ora separate. Tutte le particelle del corpo sono “intrecciate” (entangled) alle loro corrispondenti e noi abbiamo bisogno di separarle nuovamente. Questo entanglement deve essere distrutto almeno in un ramo per tornare allo stesso mondo, per creare interferenza tra i mondi. Se voglio tornare ad un solo mondo devo ripercorrere il processo al contrario, attuando una evoluzione che riporti i due mondi al punto iniziale.

Il suo approccio è senz’altro molto ortodosso e legato alla forza del formalismo matematico, ma ugualmente si spinge in regioni in cui il limite tra scienza e filosofia è molto labile. Quale la relazione tra fisica e metafisica?

Lev Vaidman: In effetti ci muoviamo lungo questo limite. La mia ricerca ha a che fare con la metafisica, che non considero una brutta parola. Quando ragioniamo in termini di MWI, se pur descrivendo una realtà apparentemente lontana dal nostro modo di vedere il mondo, riusciamo a spiegare esperienze e paradossi che altrimenti restano inspiegabili. E riusciamo a farlo attraverso un formalismo matematico, il più economico ed elegante possibile.


Fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6341

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