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venerdì 21 ottobre 2011

Margherita Hack: Nessuna fine del mondo nel 2012, ma forse nel 2036...

Intervista all’astrofisica di fama mondiale Margherita Hack rilasciata al sito ildemocratico.com”: nessuna Apocalisse per il 2012, ma un asteroide Near Earth potrebbe colpire la terra nel 2036. Il nome dell’asteroide deriva dal Dio egiziano Apophis che significa il “distruttore”.


Di seguito il punto di vista dell’astrofisica:

Cari lettori per il 21 dicembre 2012 non è prevista alcuna Apocalisse e, se lo dice Margherita Hack, possiamo stare tutti tranquilli, però…
Un serio pericolo per il nostro pianeta ci sarà, ma tra circa 25 anni. Un asteroide denominato 99942 Apophis, nome infausto di un Dio egizio, che significa il distruttore, intercetterà l’ orbita della Terra nel 2036 e, se dovesse cadere sul nostro pianeta, l’impatto stimato potrebbe generare un’energia pari a circa 87o megatoni, ovvero 65.500 volte la bomba atomica di Hiroshima.


Prof.ssa Hack come si può evitare l’impatto con Apophis?
Gli esperti dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA) sono già al lavoro da anni e stanno studiando il modo per deviare l’asteroide. L’innovativa missione Don Quijote dell’ESA, infatti, intende dimostrare che è possibile deflettere alcuni tipi di asteroidi, utilizzando la tecnica dell’impatto cinetico, ideale secondo la maggior parte dei ricercatori, per il caso in esame di Apophis”.

Ci può illustrare gli altri studi per evitare l’impatto con Apophis?
Esistono diversi studi e certamente la soluzione più semplice è quella di deviare la traiettoria con una testata nucleare , ma gli asteroidi possono essere formati da materiale incoerente e, nel caso dell’utilizzo di una bomba nel tentativo di neutralizzarli potrebbero invece essere trasformati in uno sciame che colpirebbe ugualmente la Terra. Per ovviare a questo rischio si potrebbe costruire un “trattore gravitazionale” (descritto nei particolari in un articolo sulla rivista Nature), consistente in una astronave teleguidata. la quale posizionandosi sul suolo di Apophis e, tramite dei getti propulsori potrebbe deviare la rotta dell’asteroide. Questa missione è stimata in circa 12 giorni, per un costo complessivo di circa 300 milioni di dollari”.

Esistono altri pianeti vicini con le stesse caratteristiche della terra?

Si esiste (ride) , ma a 20 anni luce dal nostro pianeta e impiegheremmo circa 2000 anni per raggiungerlo. Si chiama Gliese 581d. Bisognerebbe partire con una nave spaziale e, gli astronauti dovrebbero farsi ibernare fino al raggiungimento del pianeta….ma qui non è più scienza, ma fantascienza”.

Fonte: http://www.tnepd.com/2011/margherita-hack-su-apophis-fine-del-mondo-non-nel-2012-ma-forse-nel-2036?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+Tnepd+%28TNEPD%29

martedì 12 aprile 2011

L’attività mineraria di una civiltà aliena nelle cinture di asteroidi dovrebbe essere visibile dalla terra?

Piuttosto che cercare segnali radio alieni che dicano “Ciao!”, una strategia alternativa è quella della ricercare di segni indiretti di mega-progetti ingegneristici portati avanti da civiltà aliene avanzate.


Jill Tarter, veterana astronoma del SETI ha chiamato questa ricerca “SETT” (Search for Extraterrestrial Technology). Una nuova ricerca pubblicata da Duncan Forgan dell’Università di Edimburgo insieme a Martin Elvis dello Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics di Cambridge Massachussets, suggerisce che potremmo cercare segni di un progetto molto ambizioso di estrazione mineraria della Cintura di Asteroidi dei sistemi stellari alieni. Il materiale degli asteroidi potrebbe essere estratto per la costruzione di colonie, satelliti solari o magari per costruire un “mondo ad anello” come immaginato dallo scrittore di fantascienza Larry Niven.

Per di più, i metali preziosi sono sicuramente molto richieste per tecnologie avanzate come quella digitale o le reti ad alta velocità. Le cosi dette “tecnologie verdi” del futuro come le celle ad idrogeno, faranno grande uso di risorse rare, e la Cintura degli Asteroidi rappresenta una buona fonte per la ricerca di simili materiali.

Si tratta di un terreno ideale, rimasto dopo la formazione dei pianeti, pronto per essere usato. Ciò che lo rende ideale è il fatto che le continue collisioni hanno ridotto la grandezza dei asteroidi portando per di più in superficie elementi altrimenti sepolti più in profondità. I campioni di asteroidi di cui siamo in possesso dimostrano che ci dovrebbero essere grandi quantità di oro, platino, ferro, nichel, magnesio e silicio, tra gli altri.

Abbiamo già scoperto cinture di asteroidi intorno ad altre stelle. Infatti, la stella Epsilon Eridani ha ben 3 cinture. Il telescopio spaziale a infrarossi Spitzer, della NASA è stato molto prolifico nel rilevare l’impronta termica di queste cintura extraterrestri.

(Paragone tra il nostro Sistema Solare e quello di Epsilon Eridani. Credit: NASA)

Qualsiasi civiltà spaziale di grandi dimensioni riconoscerebbe gli asteroidi come una buona risorsa mineraria, ed è plausibile pensare che cercherebbero di usarli. Ma scoprire anomalie nelle cinture degli asteroidi tali da indicare la presenza di una civiltà aliena è davvero impegnativo. Prima di tutto, dovremmo presumere che la civiltà era cosi avanzata che è riuscita a costruire, con un enorme spesa, l’infrastruttura necessaria per il trasporto delle risorse da e verso la cintura. Per di più servirebbero enormi sistemi robotici per le parti più massicce dell’operazione di estrazione e per lo spostamento di queste verso le fabbriche spaziali.

Indizi a riguardo potrebbero essere trovati in uno squilibrio chimico nella cintura causato dall’estrazione di uno specifico minerale o di una specifica serie di elementi. In secondo luogo, il sistema della cintura dovrebbe essere anomalo per via dello smembramento degli asteroidi più grandi. Infine, le enormi quantità di polvere causate dalle operazioni minerarie dovrebbero causare un insolita distribuzione termica all’interno del sistema.

I ricercatori predicono che operazioni di estrazione mineraria condotte per lunghi periodi diminuirebbe molto il numero di grandi asteroidi presenti nella cintura esaminata. Il resto sarebbe solo polvere e asteroidi di piccola taglia. Nessun telescopio nel prossimo futuro sarà in grado di vedere un asteroide in un altro sistema stellare ma la distribuzione della polvere può darci degli importanti indizi riguardo alla loro dimensione.

Un altro scenario immagino dalla fantascienza è quello di Star Wars: L’impero colpisce ancora. Dove Darth Vader manda la sua flotta per polverizzare una cintura di asteroidi per scovare Han Solo e la sua Alleanza di Ribelli. Un operazione del genere sarebbe sicuramente visibile dalla Terra e sarebbe difficilmente spiegabile con altre ipotesi.

(Navi di Darth Vader vicino ad una miniera presente in un asteroide, alla ricerca di Han Solo. Credit: Star Wars Legacy)

Il problema tuttavia è che insolite dinamiche planetarie potrebbero far si che gli asteroidi della cintura entrino più spesso in collisione e si polverizzino molto più del solito. Per di più, la nube circumstellare da cui ogni sistema planetario si viene a formare potrebbe essere partita con un’insolita predominanza di una certa sostanza chimica che a noi del Sistema Solare potrebbe sembrare un anomalia indice di operazioni di minatori alieni.

In conclusione, probabilmente i sistemi di asteroidi sono tanto variabili e diversi quanto hanno dimostrato di esserlo i sistemi planetari finora scoperti. Quindi le anomalie da sole non possono essere prove conclusive dell’esistenza di miniere aliene. Scoprire un insolita cintura degli asteroidi sarebbe sicuramente molto suggestivo e affascinante ma non proverebbe nulla.

Un intenso programma del SETI potrebbe puntare le antenne verso un certo sistema dove abbiamo rilevato anomalie nella cintura dei asteroidi per cercare la presenza di segnali particolari, cosi come si potrebbe cercare la presenza di pianeti abitabili nei dintorni.
Nonostante i limiti attuali, è ancora probabile che la ricerca SETT sia il modo più veloce e pratico per trovare civiltà avanzate fuori dalla Terra.

Serviranno ancora decenni prima di avere telescopi spaziali abbastanza potenti da osservare esopianeti lontani e cercare possibili biomarcatori, e anche in quel caso non saremmo al cento per cento sicuri.
Comunque sia, aldilà degli alieni, l’ipotesi di una civiltà che sfrutta le risorse minerarie degli asteroidi del proprio sistema planetario potrebbe riguardarci in prima persona. E forse quello che questa ricerca rivela più di tutto è la plausibilità che in un futuro possa toccare a noi sfruttare le risorse dei asteroidi. Per quanto riguarda gli alieni, sicuramente civiltà molto avanzate hanno in atto da qualche parte progetti molto grossi, ma per adesso non abbiamo alcun indizio a riguardo, ne abbiamo ancora la tecnologia adatta per trovare questi indizi, ma di certo la fantasia non ci manca, ed è un esercizio molto importante cercare di immaginare come una civiltà spaziale potrebbe mettere in atto progetti del genere.

Fonte: http://arxiv.org/PS_cache/arxiv/pdf/1103/1103.5369v1.pdf

lunedì 24 maggio 2010

I russi pronti a lanciare l'operazione per evitare lo scontro Apophis -Terra (news)

Annunciato il progetto dell’Accademia delle scienze
Coinvolta la Lavochkin per la costruzione della sonda che dovrà deviare la rotta dell'asteroide



Milano - I russi sono sempre più intenzionati a organizzare una spedizione per evitare che l’asteoride Apophis entri in collisione con la Terra nel 2036. Lo scorso dicembre Anatoly Perminov, presidente dell’agenzia spaziale federale russa Roscosmos aveva stupito tutti dicendo che la sua agenzia stava studiando il progetto per affrontare il corpo celeste. Ora Lev Zelioni, direttore dell’IKI, l’Istituto di fisica cosmica dell’Accademia delle scienze, in un convegno a Mosca sull’esplorazione cosmica ha precisato che anche il suo Istituto, tradizionalmente impegnato sulle missioni interplanetarie, è coinvolto dal progetto avviato da Roscomos con cui lavora in stretta collaborazione.
FASE A - In aggiunta ha precisato che è stata coinvolta pure la società che dovrebbe costruire la sonda. Si tratta della Lavochkin Association specializzata nella fabbricazione di veicoli spaziali scientifici. Dunque il piano sta assumendo contorni sempre più precisi e concreti avvicinandolo al momento del via politico e quindi all’approvazione della spesa, se si troveranno i rubli necessari. Finora si tratta solo di indagini di “fase A”, come la chiamano gli spaziali, per dire che si esamina la fattibilità dell’operazione. Se il responso è positivo allora si passa ad approfondire il progetto (fase B). Entrambe costano poco e se anche questa è buona si possono avviare le fasi di sviluppo e costruzione (C e D) dopo il reperimento delle risorse economiche adeguate. Il via definitivo, dunque, arriva dopo la fase B.
PREVISIONE CATASTROFICA - L’asteroide Apophis venne scoperto nel 2004 dall’osservatorio Kitt Peak in Arizona (Usa) ed allora veniva espressa una previsione catastrofica: nel 2029 poteva scontrarsi con la Terra. Le successive valutazioni compiute al Jpl della Nasa e all’Università di Pisa dimostravano che le cose potevano per fortuna andare meglio. Nel 2029, 13 aprile, sarebbe passato vicinissimo alla Terra ad una distanza di 36.350 chilometri (circa dove ruotano i satelliti per telecomunicazioni in orbita geostazionaria intorno all’Equatore) mentre una certa probabilità di collisione era riportata nel successivo passaggio del 2036.

Armageddon - Le probabilità restano comunque poche (una su 250 mila) ma il nostro pianeta non è ancora considerato del tutto fuori pericolo anche perché le orbite degli asteroidi subiscono della variazioni soggette come sono agli influssi gravitazionali dei pianeti. Quindi la comunità spaziale internazionale si è data da fare per affrontare il problema ricordando la fantascientifica storia di Armageddon. Progetti sono stati studiati negli Stati Uniti e in Europa ma erano i russi a emergere come intenzionati più seriamente a procedere. E la nuova notizia lo dimostra.

Il distruttore - I russi hanno nella loro memoria la caduta di una cometa o di un asteroide a Tunguska in Siberia nel 1908 che ha distrutto un’ampia regione non abitata. Apophis (dio dell’Antico Egitto che voleva dire Distruttore) che ha un diametro stimato di 350 metri e viaggia alla velocità di circa 30 chilometri al secondo se ci cade addosso svilupperebbe una potenza di 870 megatoni, cioè una potenza 65 mila volte più grande di quella di Hiroshima. Nel dubbio è meglio agire. E il progetto russo prevede una sonda che si avvicina all’asteroide e devia la sua rotta mettendo in salvo in pianeta. «È in gioco la vita delle persone - dice Anatoly Perminov - . Non possiamo sederci ad aspettare con le mani in mano, dobbiamo costruire un sistema che ci permetta di evitare la collisione, anche se costerà milioni di dollari». L’idea dei russi è quella di coinvolgere anche altre nazioni nel loro progetto proprio per trovare risorse finora poco disponibili.

Fonte: http://www.corriere.it/scienze_e_tecnologie/10_maggio_19/asteroide-russia-caprara_ce8e3e92-6365-11df-8b63-00144f02aabe.shtml

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