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domenica 6 giugno 2010

Su Europa, satellite di Giove, c’è una civiltà. Parola di astrofisico

Questa intervista, fatta all’astrofisico russo Boris Rodionov, apparve sul quotidiano “La Stampa” il giorno 30 gennaio 1998. I quesiti furono posti da Giulietto Chiesa. Chissà perchè non se ne parla più. Buona lettura.



Quando ho mostrato quelle foto agli ingegneri che costruiscono i nostri oleodotti e gasdotti, la reazione e’ stata unanime: ma sono sistemi di oleodotti sotto una coltre di ghiaccio. Non avevo detto loro da dove venivano quelle foto. Pensarono che fossero foto da un satellite della Siberia, con risoluzione di nove chilometri“.

Boris Rodionov, professore di micro e cosmofisica dell’Istituto Mifi (Ingegneria Fisica dell’Universita’ di Mosca), racconta la sua ” scoperta” con aria divertita. Le foto sono quelle della sonda americana Galileo, che sta ancora girando attorno a Giove, fotografando ad ogni passaggio le lune del gigante del nostro sistema solare: Io, Europa, Ganimede, Callisto. E quelle che hanno attirato l’attenzione di Rodionov, e non solo la sua, mostrano la superficie di Europa.

Strane, troppo strane per non far pensare – dice il professore -. Basta esaminarle con attenzione per escludere subito che si tratti di fessure naturali, di incrinature di tipo geologico“. Rodionov confuta in questo modo la tesi di molti planetologi, che interpretano quei segni come fratture causate dalle forze di marea esercitate da Giove: da queste fratture, secondo la tesi che Rodionov nega, uscirebbe acqua allo stato liquido, che poi si rapprenderebbe rapidamente. Quali altre ipotesi rimangono in piedi? “Due soltanto – replica Rodionov – una tecnogenetica, l’altra biogenetica. La seconda mi sembra fantastica, perche’ condurrebbe alla conclusione che quell’intricata rete di tubi e’ il sistema circolatorio di un essere vivente. La prima e’ da verificare, ovviamente, ma sta in piedi: quelle straordinarie vie di comunicazione (uso termini approssimativi per farmi capire) sono il prodotto di una civilta’. Per giunta di una civilta’ molto piu’ evoluta della nostra“.

Europa e’ una delle lune di Giove. Il suo diametro e’ all’incirca di 3000 chilometri, poco piu’ piccola della nostra Luna, dunque. Non ha quasi atmosfera. La sua superficie e’ coperta da una lastra di ghiaccio che dovrebbe essere spessa fino a parecchie centinaia di metri. E qui cominciano le stranezze notate dal professore russo. La prima e’ che le altre tre lune di Giove sono crivellate di crateri, come lo e’ la nostra Luna, e anzi molto di piu’ perche’ l’enormita’ di Giove e’ tale da attrarre un sacco di spazzatura planetaria, centinaia di volte di piu’ della Luna e della Terra messe assieme. Europa invece presenta solo (nella parte coperta dalle foto di Galileo) tre crateri grandi e nove piccoli. Non c’e’ spiegazione per questa differenza. Guardando meglio si vede che il ghiaccio di Europa non e’ dappertutto maculato dagli urti di milioni di meteoriti che, indubbiamente, colpiscono la superficie del satellite come quella delle altre lune di Giove. Vi sono zone dove il ghiaccio appare liscio e lucente. Come se venissero svolti in continuazione “lavori di riparazione”. La fittissima rete di condotte che emerge dalle foto, sebbene ricoperta dai ghiacci, e’ talmente regolare, con interconnessioni parallele del tutto geometriche, da escludere il caso.

"Si tratta – dice Rodionov – di tubi, o canali della lunghezza di centinaia di chilometri, di profili diversi e diametri che possono arrivare a 200 metri, a piu’ piani. Che non si tagliano l’uno con l’altro ma si scavalcano. Sono tunnel, autostrade, abitazioni, impianti industriali? “Non lo sappiamo, ma ripeto – dice Rodionov con calma olimpica – che chiunque analizzi quelle foto concludera’ che sono prodotti artificiali“. Solo una civilta’ molto antica ed evoluta, molto piu’ della nostra, puo’ permettersi di vivere in quelle condizioni.

Le uniche possibili, del resto, perche’ solo sotto uno spesso riparo di ghiaccio si puo’ evitare il bombardamento dei meteoriti e quello non meno esiziale della potente radioattivita’ che promana da Giove. Ma quelle “riparazioni” lascerebbero pensare che quella civilta’ e’ ancora in vita, non si e’ estinta. E’ cosi’? Rodionov non esita a rispondere affermativamente. Sono io che esito a porre la domanda successiva: ma allora come mai non hanno mai tentato di uscire all’esterno? In fondo, penso, noi appena abbiamo avuto i mezzi tecnici siamo andati fuori, nello spazio, dove le condizioni non permettono la vita. E noi stiamo da sempre interrogandoci sulla vita fuori dalla Terra. Boris Rodionov interrompe la disquisizione: “Le foto dimostrano che loro escono fuori, come lei dice. Quelle riparazioni sono fatte con acqua calda, che esiste in abbondanza nelle viscere del satellite. In secondo luogo, per quanto riguarda la loro curiosita’…forse ci conoscono gia’ abbastanza...”.

Rodionov non ha l’aria di scherzare, crede negli Ufo, evidentemente, ma non e’ questo il punto. Qui a Mosca, nel suo istituto, sulla sua ipotesi nessuno ride o scherza. Nei prossimi giorni un seminario speciale sara’ dedicato alla sua analisi. Rodionov ha inviato tre cartelline di spiegazione anche a Edward Stone, direttore del Jet Propulsion Laboratory di Pasadena e ha ricevuto una risposta interlocutoria: la Nasa sta anch’essa analizzando le foto e trova ” interessante” l’ipotesi dello scienziato russo. Si puo’ andare oltre, sulla base dei dati esistenti? Rodionov ha un piano. Cercare di stabilire un contatto laser. Sono gia’ stati elaborati diversi linguaggi nell’eventualita’ di un contatto. Siamo dentro il sistema solare e, quindi, in condizioni molto vantaggiose. “Ma – aggiunge il professore russo – il contatto potrebbe comunque non esserci. Ricordi le formiche. Allora ci puo’ servire moltissimo Galileo. Che ha ancora due anni di vita. Ci saranno altre foto, in altri momenti, da altre angolazioni. Potremo ottenere le carte in rilievo e confrontare le eventuali variazioni alla superficie delle zone lucide. Cioe’ se vi sono stati nel frattempo altri risanamenti delle ferite meteoriche. Insomma con opportune correzioni del programma scientifico di Galileo potremmo ricavare un’immensa quantita’ di informazioni. Per ora abbiamo foto di circa la meta’ di Europa. Potremo avere un quadro piu’ preciso di gran parte della sua superficie. Ma, in attesa di tutto cio’, quello che gia’ vediamo e’ sufficiente a concludere che lassu’ c’e’ una vita intelligente“.

Fonte: http://centroufologicotaranto.wordpress.com/

domenica 30 maggio 2010

Sempre più probabile la vita su Europa

Europa, la luna di Giove, è uno dei mondi alieni più promettenti per quanto riguarda la ricerca di vita extraterrestre. Recenti analisi sembrano infatti dimostrare che l'oceano nascosto sotto il suo strato di ghiaccio superficiale conterrebbe ossigeno a sufficienza per supportare forme di vita simili a come noi le conosciamo sulla Terra. Ci potrebbe essere ossigeno a sufficienza per supportare milioni di tonnellate di biomassa.



La ricerca, realizzata da Richard Greenberg, scienziato planetario del Lunar and Planetary Laboratory dell' Università dell'Arizona, era in realtà già stata resa nota nell'Ottobre del 2009, come Dita di Fulmine aveva scritto al tempo in questo post.
Ma solo ora arrivano le prime conferme all'ipotesi di Greenberg.

Europa ha bene o male le dimensioni della nostra Luna, ma è completamente ricoperta da uno strato di ghiaccio spesso qualche chilometro che custodisce un oceano globale profondo circa 160 km. Da quello che sappiamo, dove c'è acqua potrebbe esserci una possibilità di vita, anche se le due cose non sembrano essere così strettamente legate come ci si potrebbe immaginare.

Ma ciò che suggerisce che Europa potrebbe realmente essere popolata da forma di vita è l'influsso che Giove ha sulle sue lune. Si sa infatti che la gravità del gigante gassoso può provocare un riscaldamento tale degli oceani di Europa da permettere la sopravvivenza di forme di vita complesse. Senza contare che la costante irradiazione energetica proveniente dal pianeta reagisce con lo strato superficiale di ghiaccio liberando ossigeno ed altri ossidanti nell'oceano sottostante.



Quello che si è sempre pensato su Europa tuttavia è che questo bombardamento di particelle ionizzate che liberano ossigeno nell'oceano della luna gioviana non consentirebbe di trasportare sufficiente ossigeno per supportare la vita in strati profondi del mare globale. Questo considerando anche i bombardamenti di detriti spaziali che potrebbero scalfire il ghiaccio: potrebbero infatti scavare il guscio ghiacciato di Europa per qualche decina di metri, ma non raggiungere l'oceano sottostante.

Il nuovo studio tuttavia sembra suggerire l'idea che l'ossigeno possa aver raggiunto anche l'oceano sotterraneo di Europa, passando attraverso la superficie ghiacciata. La chiave è l'attrazione gravitazionale di Giove.
Giove infatti esprime su Europa una forza gravitazionale circa 1000 volte maggiore rispetto a quella che la Terra esercita sulla Luna, facendola gonfiare e comprimere, e rendendola geologicamente attiva, oltre che fornire una spiegazione sul perchè la superficie ghiacciata non sembra essere più vecchia di 50 milioni di anni.

La forza gravitazionale di Giove potrebbe provocare l'emersione di ghiaccio profondo, a contatto con l'oceano, verso la superficie, dove verrebbe ossigenato. Durante questo processo, strati più superficiali ed ossigenati della calotta ghiacciata verrebbero spinti in profondità, portando ossigeno al mare di Europa. Il meccanismo è tale che occorrerebbero circa 2 milioni di anni per ossigenare l'intero oceano di Europa.

Non solo: parte della crosta ghiacciata potrebbe sciogliersi in profondità, creando fratture che trascinano materia ricca di ossigeno dalla superficie all'oceano di acqua liquida prima di ricongelarsi. Anche se questo processo fosse meno imponente di quanto è stato calcolato, occorrerebbe solo mezzo milioni di anni per raggiungere livelli di ossigenazione paragonabili a quelli di alcune zone scarsamente ossigenate della Terra, in grado di supportare crostacei e microrganismi. In soli 12 milioni di anni, periodo geologicamente cortissimo, il mare globale di Europa raggiungerebbe livelli di ossigeno tali da essere paragonabili agli oceani terrestri ricchi di vita, se non addirittura superiori.

Tutte queste ipotesi portano a ritenere che su Europa sia possibile, grazie al continuo rifornimento di ossigeno dagli strati superficiali della luna, la presenza di circa 3 milioni di tonnellate di vita. Se questo numero non dice niente, possiamo fare queste analogie:

* 3 milioni di tonnellate: 22.000 balene azzurre, il mammifero e l'animale più grande del mondo.
* 3 milioni di tonnellate: 60.000 capodogli
* 3 milioni di tonnellate: 3.000.000 di squali bianchi
* 3 milioni di tonnellate: 150.000.000 di Macrocheira kaempferi, il granchio più grande del mondo (20 kg di peso)

Fonte: http://www.ditadifulmine.com/2010/05/sempre-piu-probabile-la-vita-su-europa.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+DitaDiFulmine+%28Dita+di+Fulmine%29

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