lunedì 26 marzo 2012

In mostra il “Meccanismo di Anticitera”, l’oggetto che non avrebbe dovuto mai esistere

Lo chiamano “il primo computer del mondo” e non è un’esagerazione, anche se- quando è stato costruito- non esistevano ancora nè circuiti nè internet. È il “meccanismo di Anticitera”, lo straordinario manufatto scoperto in un relitto davanti alla costa di questa piccola isola greca. A partire dal prossimo 4 aprile verrà presentato al pubblico, per la prima volta, in una mostra speciale al Museo Archeologico Nazionale di Atene.


Era il giovedì di Pasqua del 1900, quando alcuni pescatori di spugne, gettandosi nel mare a poca distanza da Creta, trovarono coperta da alghe ed incrostazioni una nave romana naufragata almeno duemila anni prima. Pochi mesi dopo, una spedizione archeologica organizzata dal Governo greco individuò sott’acqua quell’eccezionale strumento composto da ruote dentellate ed ingranaggi che lo facavno assomigliare ad un orologio ante litteram.
Il relitto, infatti, risaliva probabilmente all’80 a.C, ma il prezioso carico che trasportava verso Roma era ancora più antico, forse del III-II sec a.C e di provenienza ellenica. In greco sono infatti le parole incise su quest’oggetto che più di tutti, da subito, ha attirato l’attenzione e solleticato la curiosità degli studiosi per la sua peculiarità.
Il Meccanismo di Anticitera non è un semplice astrolabio, non è un planetario e nemmeno uno strumento per la navigazione: è tutte queste cose insieme e molto di più. Dopo oltre un secolo di indagini e di studi, anche con tecniche sofisticate ( la Tac ha evidenziato i minutissimi e perfetti ingraggi di cui è composto), si è arrivati alla conclusione che si tratti di un calcolatore astronomico, il più antico di cui si abbia traccia ed incredibilmente avanzato.
Questa sorta di cosmografo infatti era così preciso che poteva contemporaneamente mostrare l’orbita di Marte, di Mercurio e delle costellazioni zodiacali, indicare le fasi lunari, fungere da calendario secondo il computo egizio di 365 giorni e annunciare quando e dove si sarebbero svolti i Giochi Panellenici, ospitati ogni quattro anni da una diversa città.
Non basta: era tanto accurato da riconoscere l’esistenza degli anni bisestili, ufficialmente istituiti dal calendario giuliano circa 100 dopo. E ancora, sapeva calcolare i movimenti della Luna rispetto al Sole e alla Terra utilizzando il Ciclo Metonico, il Ciclo Callippico, il Ciclo Exeligmos ed il Ciclo Saros. Senza entrare nei dettagli- perchè il discorso rischia di farsi davvero molto tecnico- in questo modo il Meccanismo di Anticitera poteva prevedere senza errori tutte le eclissi.
Ancora oggi non c’è certezza, tra gli esperti, su chi sia stato l’inventore, ventun secoli fa, di uno strumento del genere. A partire dal III sec. a.C, grazie agli studi di Apollonio di Perga ed Ipparco di Nicea, le conoscenze del mondo ellenico in campo astronomico erano molto approfondite ed era possibile trasformarle concretamente in un complesso strumento che rappresentasse i movimenti celesti.
La personalità più adatta sembra essere quella di Poseidonio di Rodi- un vero genio universale esperto di geografia, filosofia, letteratura, matematica, astronomia… Operava proprio nelle isole Ionie, vicino a dove è stato recuperato il relitto. A smontare questa tesi, però, due elementi: la totale mancanza di qualsivoglia riferimento a questa sua presunta scoperta nei testi antichi e soprattutto la lingua utilizzata per le iscrizioni trovate sull’oggetto. Le scritte sono infatti in dialetto corinzio, diverso da quello parlato a Rodi.
Un altro punto ancora da chiarire è come sia stato possibile costruire il Meccanismo di Anticitera. Un conto infatti è contemplare, in teoria, che le nozioni scientifiche dei tempi permettessero l’ideazione di questo computer dell’antichità; un altro, però, è capire come, in pratica, gli artigiani dell’epoca abbiano potuto realizzarlo.
La strumentazione era in bronzo ed era formata da rotelle, molle e altri parti meccaniche di dimensioni anche molto piccole, dalle dentellature millimetriche, eppure tagliate in modo precisissimo per garantire il perfetto funzionamento dei complessi ingranaggi. Un problema non trascurabile, con il quale ha dovuto anche fare i conti una nota fabbrica di orologi che ha voluto riprodurre, con la tecnica moderna, questa meraviglia del passato.
Per prima cosa, gli orologiai dei nostri tempi hanno rinunciato al bronzo, preferendo l’acciaio. Volendo ridurre le dimensioni, per trasformarlo in modello da polso, hanno poi dovuto utilizzare il laser, per preparare le singole componenti. Sono così riusciti a realizzare un orologio che riproduce 10 delle funzioni del meccanismo recuperato dai fondali. Ne sono state fatte solo quattro copie: una verrà consegnata al Museo ateniese che lo esporrà insieme all’originale.
La mostra presenterà al pubblico tutti i tesori rinvenuti all’interno del relitto, nella prima compagna del 1900/1901 e nella seconda, condotta nel 1976. Sculture, monete, gioielli, ceramiche, oltre 380 manufatti rinvenuti nella stiva delle nave colata a picco prima di portare la pregiata merce ai ricchi patrizi romani. Ovviamente, al centro dell’esposizione ci sarà proprio il calcolatore astronomico di Ancitera, da molti considerato un Oop Art- Out of Place Artifact, insomma un oggetto fuori dal suo tempo, che non avrebbe mai dovuto esistere, un vero e proprio anacronismo di difficile interpretazione.

Fonte: http://www.extremamente.it/2012/03/24/in-mostra-il-meccanismo-di-anticitera-loggetto-che-non-avrebbe-dovuto-mai-esistere/

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