venerdì 24 giugno 2011

64 anni fa Kenneth Arnold avvista per la prima volta un gruppo di oggetti volanti non identificati.

Non è la rivelazione che ci si aspetta da un uomo d’affari di 32 anni, padre di famiglia, una carriera nel football stroncata da un incidente al ginocchio, e pilota civile amatoriale con 9mila ore di volo alle spalle.


Eppure è stato un uomo così, Kenneth Arnold, che il 24 giugno 1947 sconvolse gli Stati Uniti e poi il mondo intero dichiarando di aver osservato alcuni oggetti volanti che non era riuscito a identificare mentre sorvolava le Cascades Mountains nello stato di Washington. Quel giorno nasce l’ufologia: perché Arnold è il primo a riportare pubblicamente un avvistamento, nonché il primo a coniare il termine dischi volanti, anzi piatti volanti: flighting saucers.

Ma ripercorriamo, in base al racconto dello stesso pilota, cosa successe quel pomeriggio. Erano circa le tre di una giornata di sole, il cielo e l’aria erano “ chiari come il cristallo”. Arnold era sul suo CallAir A-2 di ritorno a Yakima (Washington) da un viaggio di affari a Chehalis – il nostro aveva coniugato la sua passione per il volo e gli affari diventando un commerciante che si spostava via aerea – e aveva fatto una piccola deviazione dal suo itinerario. Voleva infatti tentare di ritrovare un aviogetto della marina C-46 che era precipitato qualche giorno prima dalle parti del Monte Rainer; non è ancora chiaro se l’intento era semplicemente collaborare alle ricerche o aggiudicarsi la ricompensa di 5mila dollari. Tuttavia, i suoi tentativi erano stati vani. Così, non avendo trovato nulla, era tornato sulla sua rotta originaria. Lì accadde qualcosa.

“ Ero sulla mia rotta da non più di due o tre minuti quando un bagliore venne riflesso sul mio aeroplano. Mi spaventò facendomi credere di essere troppo vicino a un altro velivolo. Ma guardando ovunque nel cielo non riuscivo a capire da dove provenisse il riflesso, fino a che non guardai a sinistra e a nord del Monte Rainer, dove osservai un gruppo di nove aviogetti dall’aspetto molto particolare che volavano in formazione e in direzione 170° nord-sud, approssimativamente all’altezza di 9.500 piedi”.

Kenneth cercò di seguire lo stormo ma non riuscì a tenergli dietro. Basandosi sulla distanza tra il Mount Rainer e un’altra cima del gruppo, il Monte Adams, provò allora a calcolarne la velocità, stimandola pari a circa 1.500 Km/h. A incuriosire di più Arnold però, oltre al movimento irregolare e saltellante, fu l’aspetto di questi strani oggetti: senza una coda, a forma di ferro di cavallo o mezza luna. Perso di vista il gruppo, il pilota fece spallucce, e pensando si trattasse di un nuovo tipo di aeroplano in via di sperimentazione da parte dell’esercito tornò al suo viaggio.

Atterrato a Yakima, Arnold fece rapporto all’ufficio dell’aeronautica civile, avendo trovato chiuso - si racconta - l’ufficio locale dell’Fbi.

Poi scese più nei particolari con i giornalisti presenti in attesa di notizie sul velivolo scomparso: cercando di spiegarsi e di descrivere il modo di volare di quegli strani oggetti, Kenneth coniò l’immagine di “ piatti volanti che saltavano sull’acqua”. I cronisti riportarono il termine flying saucers, e tali rimangono ancora oggi.

Pochi tra i suoi colleghi lo presero sul serio: molti risero, altri pensarono a un’ allucinazione provocata dal Sole, un suo amico pilota cercò di persuaderlo che si trattava di un nuovo tipo di razzi radiocomandati. Tuttavia Kenneth era sicuro di quel che aveva visto, e non cambiò mai versione. Neanche quando l’ Army Air Corps stessa dichiarò che doveva essersi trattato di un miraggio. Col tempo poi si parlò anche di uno stormo di pellicani o di un gruppo di meteoriti.

A credere al pilota fu invece il resto del mondo. Arnold fu letteralmente sommerso da lettere e telefonate di persone che raccontavano avevano avvistato oggetti volanti non identificati. Come quel pilota della United Airlines che dieci giorni dopo riportò di aver visto nove oggetti simili a dischi nel vicino Idhao. Inoltre, il velivolo della marina fu ritrovato alla fine di luglio, ma a quanto pare senza corpi all’interno. Come spiegazione iniziale, le autorità addossarono la colpa ai puma, poi dissero che il luogo del ritrovamento era troppo impervio per permettere il recupero dei corpi.

Certo, tutto può essere spiegato. Il dubbio però resta, e permette di sognare. A renderlo pungente, poi, c’è un ultimo particolare: il fatto che Fbi ed esercito cominciarono a interessarsi a Kenneth Arnold solo una quindicina di giorni dopo l’avvistamento: cioè nei giorni immediatamente successivi a quello che viene ricordato come incidente di Roswell.

Fonte: http://daily.wired.it/news/cultura/2011/06/24/primi-ufo-alieni.html?page=1#content

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