mercoledì 14 aprile 2010

9 nuovi esopianeti scoperti sconvolgono la teoria planetaria

La scoperta di 9 nuovi esopianeti è stata annunciata al Royal Astronomical Society(RAS) meeting nazionale annuale sull’astronomia.



Quando questi nuovi risultati sono stati congiunti ad altre precedenti osservazioni di esopianeti transitori, gli astronomi sono stati sorpresi di scoprire che 6 di un gruppo di 27 esopianeti avevano orbite retrograde, che quindi orbitavano in senso contrario a quello della loro stella, l’esatto opposto di quello che vediamo nel Sistema Solare.
Questa è una vera bomba che stiamo facendo cadere nel campo dello studio dei esopianeti.” ha dichiarato Amaury Triaud studente dottorando al Osservatorio di Geneva, che insieme ad Andrew Cameron e Didier Queloz guidano una buona parte della campagna di osservazione.



Si pensa che i pianeti si formano nel disco di gas e polvere che orbita intorno ad una giovane stella. Questo disco proto-planetario ruota nella stessa direzione della stella, e fino ad ora, ci si aspettava che anche i pianeti che si formano nel disco avrebbero avuto orbite che seguono più o meno lo stesso piano, e che si muovano nella stessa direzione della rotazione della stella. Questo è il caso dei pianeti nel Sistema Solare.
Dopo il rilevamento iniziale dei 9 nuovi esopianeti(il numero attuale di esopianeti conosciuto è 452) usando il Wide Angle Search for Planets(WASP)il team di astronomi hanno usato lo spettrografo HARPS al telescopio da 3.6 metri ESO in Cile, insieme a dati dal telescopio svizzero Euler, anch’esso situato in Cile, per cercare di confermare le scoperte e caratterizzare gli esopianeti transitori scoperti sia nelle nuove che nelle vecchie osservazioni.

Il telescopio WASP consiste in due osservatori robotici che monitorano simultaneamente il cielo continuamente alla ricerca di eventi di transizione. Un transito avviene quando un pianeta passa davanti alla sua stella, bloccando temporaneamente parte della luce che essa emette. Le 8 fotocamere a grandangolo permettono l’osservazione simultanea di milioni di stelle per rilevare rari eventi di transizione.
Per confermare la scoperta e caratterizzare un nuovo esopianeta di transizione, è necessario ulteriori analisi per rilevare il wooble(leggeri movimenti) della stella intorno al suo centro di massa in relazione al pianeta. Questo viene fatto usando una rete globale di telescopi.

Sorprendentemente quando il team ha combinato i nuovi dati con le osservazioni precedenti hanno scoperto che più di metà di tutti i pianeti gioviani caldi studiati hanno orbite che non sono allineati con l’asse di rotazione delle loro stelle parenti. Hanno persino trovato che 6 esopianeti in questo studio esteso(di cui due sono scoperte nuove) hanno moti retrogradi: orbitano la loro stella nella direzione “sbagliata”.
I pianeti gioviani caldi, detti anche Giove Caldo, sono pianeti che orbitano altre stelle, e che hanno masse simili o più grandi di quella di Giove, ma che orbitano la loro stella molto più vicino di qualsiasi pianeta nel nostro Sistema Solare. Dato che sono sia molto grandi che vicini sono facilmente rilevabili dagli effetti gravitazionali che esercitano sulle loro stelle. Inoltre è molto più facile rilevarli per un transito. Molti dei primi esopianeti scoperti erano di questo tipo.

I nuovi risultati mettono a dura prova il sapere convenzionale, secondo cui i pianeti dovrebbero sempre orbitare nella stessa direzione delle loro stelle,” ha detto Andrew Cameron, dell’Università di St Andrews, che ha presentato i nuovi risultati al RAS National Astronomy Meeting(NAM2010) in Glasgow questa settimana.



Nei 15 anni seguenti alla scoperta dei primi pianeti gioviani caldi, la loro origine è stata un vero puzzle. I nuclei dei pianeti giganti si pensa siano formati da un mix di particelle di roccia e ghiaccio che si trovano soltanto nelle regioni esterne e fredde dei sistemi planetari. I pianeti gioviani caldi devono quindi essersi formati lontani dalle loro stelle e in seguito, per un processo migratorio, essersi avvicinati alla loro stella. Molti astronomi credono che questo sia dovuto alle interazioni gravitazionali con il disco di polvere da cui si sono formati. Questo scenario ha luogo lungo qualche milione di anni e risulta in un orbita allignata con l’asse di rotazione della stella parente. Questo permetterebbe anche ad un pianeta terrestre roccioso di formarsi in seguito, ma sfortunatamente questo non può spiegare le nuove osservazioni.

Per riuscire a spiegare il movimento retrogrado dei esopianeti, serve una teoria della migrazione alternativa, che suggerisce che la prossimità di pianeti gioviani caldi alle loro stelle parenti non è dovuta all’interazione con il disco di polvere, ma ad un più lento processo evolutivo che coinvolge anche una lotta gravitazionale con altri dischi planetari più lontani o stelle compagne lungo centinaia di milioni di anni. Dopo che questi disturbi hanno portato un pianeta gigante in un orbita allungata o capovolta, soffrirebbe una frizione di marea, perdendo energia ogni volta passerebbe vicino alla stella. Eventualmente finirebbe parcheggiato in un orbita quasi circolare ma inclinata e vicina alla stella. “Un effetto secondario drammatico di questo processo è che farebbe fuori qualsiasi pianeta piccolo simile alla Terra, in questi sistemi. ” ha spiegato Didier Queloz del Geneva Observatory.

Per due dei esopianeti retrogradi scoperti sono gia stati scoperte compagne massicce che potenzialmente potrebbero essere la causa di questo effetto. Questi nuovi risultati faranno partire un intensa ricerca per ulteriori corpi in altri sistemi planetari.

Fonte: http://link2universe.wordpress.com/2010/04/14/9-nuovi-esopianeti-scoperti-sconvolgono-la-teoria-planetaria/#more-639
Fonte originale: http://www.eso.org/public/news/eso1016/

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