lunedì 26 maggio 2014

Le nostre divinità potrebbero essere Alieni scesi sulla Terra, lo pubblica la Nasa

Secondo un libro edito dalla Nasa, “Archeology, Anthropology and Interstellar Communication”, gli Alieni potrebbero averci fatto visita in passato...

Davvero molto curioso il libro edito dalla Nasa, nel quale si ritiene plausibile che, degli Alieni abbiano visitato il nostro Pianeta negli anni passati. Le divinità tanto celebrate da diverse culture antiche, rappresentano sempre esseri con poteri superiori, capaci di fare cose incredibile e con gli anni si sono conquistati il rispetto di molte popolazioni che gli dedicano sacrifici animali e molto tempo fa anche sacrifici umani. Secondo la Nasa, dopo un’attenta lettura e ricostruzione dei manoscritti ritrovati, non sarebbe da escludersi l’ipotesi, Alieni scesi sulla Terra. Antichi astronauti extraterrestri venuti in visita a mostrare di cosa fossero capaci. Sembra pazzia ma, bisogna pensare che anche l’ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, ha dichiarato che non si stupirebbe se si scoprisse che gli extraterrestri hanno già visitato il nostro pianeta.


La teoria degli astronauti alieni venuti sulla Terra, fonte gazzetta.it

Il libro della Nasa, curato da Douglas Vakoch, direttore del Interstellar Message Composition presso l’istituto SETI affronta nel dettaglio il tema della comunicazione con eventuali civiltà aliene.Molti degli autori hanno lasciato dichiarazioni come,  il professor William Edmondson, dell’Università di Birmingham, il quale ha dichiarato :” Possiamo dire poco, se non altro, su ciò che significano queste raffigurazioni, sul perchè siano state incise nella roccia o su chi li abbia creati, Potrebbero essere stati fatti degli alieni a tutti gli effetti”. Douglas Vakoch, tratta invece la difficoltà che si potrebbe incontrare a seguito di un primo contatto con una civiltà aliena e dice: “ Se un segnale radio venisse rilevato da un moderno esperimento dei SETI, potremmo intuire dell’esistenza di un’intelligenza, ma non potremmo capire cosa dicono. Anche se rilevassimo una civiltà in uno dei sistemi stellari più vicini, i loro segnali dovrebbero attraversare migliaia di miliardi di chilometri, raggiungendo la Terra dopo molto tempo. Per andare oltre la semplice individuazione di tale intelligenza, e avere qualche possibilità realistica di comprenderla, possiamo prendere esempio da ricercatori che affrontano sfide simili sulla Terra. Come gli archeologi, che ricostruiscono la storia di civiltà del passato da informazioni frammentarie, così dovranno fare i ricercatori del SETI per comprendere civiltà lontane da noi, separate da vaste distese di spazio e tempo”, a concluso Vakoch.

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