giovedì 12 aprile 2012

Intelligenze extraterrestri....alcune riflessioni

Come potrebbe essere l'incontro tra due civiltà totalmente diverse? Riuscirebbero a camunicare? O forse non riuscirebbero nemmeno a vederci...A tal proposito vale la pena ricordare l’affascinante storia degli Indios americani che all avvicinarsi le navi di Cristoforo Colombo non riuscirono a vederle perché erano talmente diverse di tutto ciò che già conoscevano.”


“Quando l’armata di Colombo sbarcò nelle isole dei caraibi nessuno dei nativi potè vedere le navi anche se presenti all’orizzonte, il motivo fù perché non avevano alcuna conoscenza nel cervello, nessuna esperienza del fatto che esistessero le caravelle.
Così lo sciamano iniziò a notare che nell’oceano c’erano strane onde ma non vide alcuna nave.
Iniziò a domandarsi che cosa stesse causando quello strano effetto e si avvicinò ripetutamente alla costa guardando e riguardando ma solo dopo un certo periodo di tempo riuscì a vedere le navi e dopo averle viste avvisò gli altri della loro presenza.
Solo allora, gli altri, confidando e credendo in lui riuscirono a vederle.


Le ricerche hanno portato alla conclusione che l’uomo, al di sotto di un preciso sublivello o metalivello, non è più in grado di riconoscere l’intelligenza come tale.
Concepisce come intelligenza solo ciò che si muove nella cornice del suo stesso comportamento.
Oltre quella cornice, nel microcosmo, appunto, semplicemente non la può vedere.
La stessa cosa accadrebbe con un’intelligenza di grandi dimensioni, uno spirito molto esteso: l’uomo vedrebbe solo il caos, perché non riuscirebbe a districare quelle complesse connessioni.
Le decisioni di una simile intelligenza gli rimarrebbero del tutto incomprensibili, giacche i parametri su cui essa si fonda supererebbero la sua capacità di elaborazione.
Anche un cane vede nell’uomo solo il potere cui si sottopone, non lo spirito. I comportamento umani gli sembrano privi di senso, perché noi agiamo sui fondamenti della riflessione, i quali superano le capacità percettive del cane.
Allo stesso modo, non potremmo percepire Dio – ammesso che esista – in quanto intelligenza, dato che il suo pensiero deve poggiare su una riflessione totale, la cui complessità ci è completamente preclusa.
come conseguenza, Dio ai nostri occhi appare caotico e quindi serve soltanto a far vincere la locale squadra di calcio o a sventare una guerra. Un essere simile si trova ben oltre i confini estremi della capacità di comprensione umana.
Cosa che, a sua volta, spinge a porsi una domanda: da parte sua.
Dio è in grado di cogliere l’intelligenza del nostro sublivello ? Forse siamo solo un esperimento in una provetta…

Gli extraterrestri vengono sempre presentati come l’espressione grottesca e amplificata delle paure e delle speranze umane.
Gli alieni di Incontri ravvicinati simboleggiano la nostra nostalgia del paradiso perduto. In fondo sono angeli e si comportano di conseguenza. Alcuni eletti vedono la luce. La cultura di questi extraterrestri non interessa, sono semplicemente funzionali a una rappresentazione religiosa. Sono intimamente e profondamente umani perché sono creati dagli uomini.
Pensate al momento del loro arrivo: una luce bianca e splendente, un’apparizione eterea… Proprio quello che vorremmo accadesse.
Hanno poco di extraterrestre anche gli alieni di Independence Day. Sono malvagi perché corrispondono alla nostra idea di malvagità. Anch’essi non hanno una reale alterità. Il bene e il male sono valori postulati dagli uomini e difficilmente la fiction può permettersi di non tenerne conto.
Abbiamo difficoltà a credere che i nostri valori non siano anche i valori degli altri e che la loro idea del bene e del male potrebbe non corrispondere alla nostra.
Per comprendere queste cose non è necessario stare ad ascoltare lo spazio. Ogni nazione, ogni cultura ha i propri alieni davanti alla porta di casa, ma sempre al di là di una barriera. Finché non avremo interiorizzato questi concetti, non potremo instaurare una comunicazione con un’intelligenza aliena.
Perché, con ogni probabilità, non ci sarà una base comune di valori, non ci saranno un bene e un male universale e, verosimilmente, non ci saranno neppure apparati sensoriali compatibili attraverso i quali comunicare.

Se vogliamo arrivare a una vera comunicazione con gli extraterrestri, forse bisogna immaginare uno Stato di formiche. Anzitutto le formiche sono assai organizzate, non veramente intelligenti.


Ma supponiamo che lo siano. Ci troveremmo di fronte al compito di comunicare con un’intelligenza collettiva che mangia i proprio simili, malati e feriti, senza trovare questo fatto moralmente riprovevole, che s’impegna in guerre senza comprendere la nostra idea di pace, che vede la riproduzione individuale come qualcosa di assolutamente inaudito e che tratta come un sacramento lo scambio e il consumo di escrementi.
In breve, un’intelligenza che sotto ogni punto di vista funziona in modo del tutto diverso dal nostro, ma che funziona!

Fonte: http://qualcosanonva.wordpress.com/2012/03/20/contatto-con-altri-mondi/

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