giovedì 19 maggio 2011

Segni non decifrati

Riporto due episodi ufologici estrapolati dal novero di una casistica non molto nutrita e poco studiata. L’interessante casistica riguarda U.F.O. o loro rottami su cui furono scorti misteriosi segni che, ad oggi, restano indecifrati. Il primo evento si riferisce ad uno schianto accaduto nel 1954 in Messico ed è ricostruito da Peter Kolosimo; il secondo caso è correlato al noto incidente di Kecksburg.


"Nel 1954 l'attenzione di molti quotidiani fu polarizzata da una curiosa targa metallica rinvenuta nel Messico settentrionale, a poche decine di chilometri dal confine statunitense. La targa recava incisi segni che nessuno riuscì a decifrare. A quanto si disse, l'oggetto era precipitato al passaggio di un apparecchio fusiforme transitato nel cielo ad altissima velocità in direzione sud est. Il comando, che aveva preso in consegna la targa, si dichiarò dispostissimo a farla esaminare, ma, quando alcuni giornalisti si presentarono per scattare fotografie, l'oggetto non c'era più. Qualche giorno dopo, qualcuno affermò trattarsi d'un semplice contrassegno staccatosi da un missile spaziale americano, ma la prova di ciò non venne mai fornita: le autorità competenti 'dimenticarono' d'aver visto la lamina in questione".

Il 9 dicembre 1965, a Kecksburg (Pennsylvania), un ordigno infuocato fu visto cadere. I frammenti furono prelevati da personale militare e trasportati in una zona segreta. Verso le 16:30, molte centinaia di testimoni, ripartiti nei tre stati di Michigan, Ohio e Pennsylvania, oltre all'Ontario, in Canada, videro una palla di fuoco attraversare il cielo su un asse nord ovest/sud est. Anche molti piloti in volo al momento dei fatti notarono il fenomeno e riferirono di un'onda d'urto percepita in prossimità dell'oggetto. Alle 16:45, due bambini che giocavano in un bosco nei pressi della piccola cittadina di Kecksburg, avvistarono un oggetto luminoso, mentre precipitava nel bel mezzo della foresta. Si sviluppò un incendio che arse gli alberi circostanti. I bambini entrarono immediatamente in casa e raccontarono l'accaduto alla madre che avvisò i vigili del fuoco e la polizia.

La spiegazione ufficiale, all'epoca dei fatti, menzionò la caduta di un meteorite. La N.A.S.A. in seguito cambiò versione (di copertura), chiarendo che si era schiantato al suolo un satellite russo.

Ivan Sanderson calcolò la traiettoria della sfera infuocata, basandosi sulle testimonianze e stabilì che l'oggetto si era spostato ad una velocità di appena 1.600 chilometri all'ora. Ciò smentirebbe la tesi di un meteorite che sfreccia a velocità più elevate. Alcuni rapporti della N.A.S.A. indicarono che il satellite sovietico Cosmos 96 aveva effettivamente abbandonato la sua orbita il 9 dicembre 1965, ma alle 3.15 di notte (ossia circa tredici ore prima dei fatti occorsi in Pennsylvania): una simile sfasatura cronologica è del tutto incompatibile con l'orario dell'impatto sulla regione di Kecksburg, orario indicato dai testimoni oculari.

E’ chiaro che l'U.F.O. di Kecksburg, nonostante (o mercè) le "delucidazioni" fornite dall'ente spaziale statunitense, non fu un satellite: tra l'altro, alcuni osservatori, avvicinatisi al luogo dell'impatto, poterono osservare dei glifi su un oggetto che raffigurarono come una gigantesca campana di bronzo con striature dorate sulla superficie. Si tratta di grafemi formati per lo più da archi, asole e segmenti spezzati, talora uniti tra loro. Alcune fonti ufficiali provarono a liquidare le descrizioni dei testimoni, dichiarando che i simboli erano quelli dell’alfabeto cirillico. Anche senza essere esperti di scritture, si nota subito che i segni non sono caratteri del sistema ideato da Cirillo e Metodio.

Si può rilevare una vaga somiglianza formale tra i glifi di Kecksburg e l’antica scrittura semitica di Biblo, risalente all’inizio del II millennio a.C. E’ un sistema di tipo sillabico che il Dhorme ritiene di aver decriptato. Reputo, però, che l'analogia in parola sia il risultato di una coincidenza.

Fonti:

Cortex, Il controverso crash di Kecksburg, 2008
J. Friedrich, Le antiche scritture scomparse, Firenze, 1973, p. 155-161
P. Kolosimo, Ombre sulle stelle, Milano, 1966
R. Malini, Enciclopedia degli U.F.O., Firenze, Milano, 2003, s.v. Kecksburg

Fonte: http://zret.blogspot.com/2010/08/segni-non-decifrati.html

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