martedì 1 febbraio 2011

"Apollo 20", nel volume in italiano il ruolo di Armstrong e Aldrin

L'avevo preannunciato a suo tempo e ora mi sembra giusto chiudere il cerchio. Mi riferisco alla controversa questione dell'Apollo 19 e dell'Apollo 20, le due presunte "ghost missions" (la prima delle due, però, abortita) che sarebbero state svolte congiuntamente da statunitensi e sovietici per recuperare i resti di una nave madre aliena sulla faccia oscura della Luna.




A questa vicenda, che si sarebbe svolta senza il coinvolgimento diretto della Nasa, ho già dedicato due post (devo dire ricchi di commenti). Il terzo l'avevo promesso una volta letta la versione italiana del libro di Luca Scantamburlo ("Apollo 20, la rivelazione") perché ero stato avvertito che, rispetto al testo in inglese (oggetto del secondo post), ci sarebbero stati aggiornamenti e novità. La lettura del volume è quasi completa e poi ho avuto anche un confronto epistolare con l'autore del saggio per verificare, appunto, gli aspetti non ancora resi pubblici. Per cui, eccomi qua di nuovo pur sapendo che molti di voi storceranno il naso. Eppure l'idea che mi ero fatto mesi fa non è affatto cambiata. Anzi, ribadisco e confermo che secondo me non sono solo bufale, forzature e mistificazioni; la sensazione più netta che provo è che qualcosa non quadri e che sia necessario lasciare al tempo - di solito galantuomo - il giudizio finale. Premetto anche che quella che troverete qui è una sintesi estrema della lettura del volume: molti altri dettagli e particolari coerenti con la storia meritano di essere letti insieme alle contraddizioni e alle incongruenze messe in luce dall'autore per contestualizzare la complessa vicenda. Dunque, avanti con gli aspetti da evidenziare:
1) L'astronauta David Scott (Apollo 15) - la cui voce è presente nel falso video della cosiddetta "City" - è stato per sua stessa testimonianza storica coinvolto decenni fa in un progetto segreto dell'Usaf ("Blue Shuttles", progettati per il Manned Spaceflight Engineer) poi abortito, in qualità di addestratore degli astronauti militari (Air Force Space Division). Questo è emerso da un suo memoriale letto e studiato da Scantamburlo: questo aspetto, insieme ad altri, fanno pensare all'autore del saggio che le manipolazioni audio e video di parte del materiale di Apollo 20 diffuso su YouTube siano state appositamente predisposte per lanciare criptici messaggi e lasciare indizi per i più attenti, ma anche per richiamare l'attenzione dei protagonisti di queste presunte vicende occulte della storia delle missioni spaziali. I cosiddetti Blue Shuttles sarebbero dovuti decollare proprio dalla base aerea di Vandenberg, che sarebbe stata utilizzata sia per Apollo 19 sia per Apollo 20.
2) Alexei Leonov - il famoso cosmonauta sovietico e preteso pilota del modulo lunare "Fenice" di Apollo 20 - è stato effettivamente presente negli Stati Uniti nel 1993, come sostenuto dal comandante di Apollo 19 ("moonwalker1966delta"), anche se resta da dimostrare la sua presenza a San Antonio.
3) I primi due uomini sbarcati sulla Luna, Neil Armstrong e Buzz Aldrin - questa è una delle affermazioni più "pesanti" di Scantamburlo, sulla base della testimonianza che ha raccolto durante i contatti con il comandante di Apollo 19 - avrebbero fatto parte del nuovo equipaggio di riserva di Apollo 19, che fu poi impegnato all'interno del simulatore di volo al Kennedy Space Center in Florida nel tentativo di salvare la vita ai compagni dell'equipaggio primario in difficoltà nello spazio a causa dell'incidente della capsula (febbraio 1976) al termine della manovra di inserimento nell'orbita lunare. Grazie al Centro di Controllo di Houston, direttamente collegato al KSC, l'equipaggio di riserva fu determinante nell'aiutare gli astronauti di Apollo 19, passando i dati di telemetria. Houston fu chiamato in causa dal Controllo Missione di Vandenberg dopo l'incidente nello spazio per motivi legati all'uso del simulatore presente al KSC. Fino alla pubblicazione del libro, Scantamburlo aveva celato i nomi di Aldrin ed Armstrong, perché ancora alla ricerca di indizi e dettagli storici che potessero in qualche modo fornire delle conferme. Pur non trovandoli in modo esplicito, ha sottolineato una serie di misteriose parole pronunciate pubblicamente proprio da Armstrong in una sala della Casa Bianca, nel luglio del 1994, in occasione del venticinquesimo anniversario dell'allunaggio di Apollo 11. Inoltre, Scantamburlo ha interpellato Aldrin per posta elettronica su questi presunti retroscena che lo vedrebbero protagonista. Non ha ricevuto risposte: l'autore interpreta il silenzio dell'ex astronauta della Nasa come un "no comment".

4) Apollo 19 e 20 sarebbero dunque state missioni spaziali militari congiunte Usa-Urss sotto l'egida del Dipartimento della Difesa americano, ma effettuate con mezzi civili Nasa. Insomma, missioni Apollo occulte, riprogrammate segretamente dopo la loro cancellazione per motivi di budget. Sarebbero state delle "Orange Missions" (ovvero Coloured Missions), ma un'altra oscura missione spaziale (il cui nome in codice o nome ufficiale è svelato per la prima volta nel libro, nome emerso dalle rivelazioni di uno dei due presunti comandanti intervistati da Scantamburlo) le avrebbe precedute anni prima. Si tratterebbe di una misteriosa spedizione che avrebbe avuto probabilmente luogo ai tempi dell'Apollo 11, ufficialmente la prima missione di allunaggio americana. Prima o dopo Apollo 11 non è certo: ma su questa missione Scantamburlo non ha ancora raccolto elementi e dettagli.
5) Certe lettere maiuscole romane accanto ai crateri lunari - come ad esempio D ed Y per i crateri "Izsak D" ed "Izsak Y" indicati da William Rutledge (presunto comandante di Apollo 20) - sono in effetti usate dagli addetti ai lavori nell'ambito della topografia lunare; Scantamburlo ha trovato e letto i testi scientifici che lo dimostrano e che spiegano il principio di nomenclatura per fissarne l'uso.

Un altro dei motivi che mi porta a riproporre la storia di Apollo 19 e 20 è il fatto che in primavera uscirà il film "Apollo 18". La numerazione è diversa, d'accordo, ma la storia è simile: una missione oltre l'ultima passata ufficialmente alla storia, Apollo 17, per trovare tracce di vita extraterrestre. Ecco il link se volete maggiori dettagli. Sarà anche e solo un triller fantascientifico, ma chissà perché l'hanno fatto e perché, soprattutto, proprio su quel tema... Riporto anche la tesi di Roberto Pinotti del Cun: potrebbe trattarsi di un altro modo per "acclimatare" la gente all'idea che non siamo soli nel cosmo.

Fonte: http://misterobufo.corriere.it/

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