lunedì 6 giugno 2011

Nuove forme di vita arrivano dallo spazio?

II nostro vecchio pianeta Terra è soggetto negli ultimi anni a tante sollecitazioni e cambiamenti , provocati soprattutto dalla mano poco avveduta dell’uomo , che ha inquinato ormai di tutto , sia con gli scarichi industriali, che con esperimenti nucleari sotterranei e atmosferici , che hanno provocato alterazioni nell’ecosistema , con tante specie animali e vegetali che si stanno estinguendo o sono già estinte a causa di questi motivi .


Ma non solo , come sappiamo ormai tante specie tropicali si stanno espandendo in zone dove prima la loro presenza era da considerarsi utopistica . Addirittura stanno fiorendo nuove specie sconosciute di cui ancora non si sa l’origine, o specie da poco scoperte in ambienti dove non si pensava potesse esistere vita , e questo dimostra ancora una volta che sappiamo poco su segreti e fenomeni della natura e quindi dell’Universo . A parte poi la ormai acclarata presenza di UFO nei nostri cieli, che senza nasconderci dietro un dito e senza perifrasi, provengono dallo spazio esterno , come del resto ha detto un certo Philip J. Corso , dal lato del suo background militare e di intelligence , ed è l’unica spiegazione plausibile e ovvia , che regge ormai a dispetto di spiegazioni semplicistiche e di comodo , bisogna solo avere un po’ di coraggio nell’affermarlo . Poi come se non bastasse , cruente catastrofi stanno proliferando in tutto il mondo , vedi l’ultimo terribile terremoto e maremoto del Giappone dell’11 Marzo , con le tante vittime e il danneggiamento della centrale nucleare di Fukushima , che dimostra il fatto come l’uomo sia capace di accendere l’atomo , ma non di spegnerlo . E non dimentichiamoci nuovi virus e malattie , testati forse in segrete basi ( vedi la super controllata base di Fort Detrick negli USA ) , che stanno seminando ancestrali paure nel mondo , non si sa se ad arte o meno . Ma tornando al discorso iniziale sui cambiamenti al nostro ecosistema , e se questi cambiamenti non dipendessero solo da noi , ma avessero anche una matrice esogena e non solo endogena ? Conosciamo per esempio la nota teoria dell’astronomo di Cambridge Fred Hoyle , detta della ” panspermia ” , che teorizzò l’arrivo della vita sui mondi dell’Universo tramite le comete , gli asteroidi e le meteoriti. Sappiamo inoltre che nell’ambito della nostra atmosfera , si sta discutendo negli ultimi tempi di fenomeni quali gli ” ebanis ” , o di strane forme luminose sconosciute a Hessdalen in Norvegia e in altre zone del mondo , e anche del nuovo misterioso fenomeno degli ” orbs ” , di cui non si sa ancora la natura e l’origine certa. E se fossero nuove forme biologiche che giungono dallo spazio ? Ma di questi ultimi argomenti ne parleremo magari in altra occasione , perché necessitano di un discorso più approfondito . Riprendiamo l’argomento iniziale che riguarda i cambiamenti biologici nell’ecosistema terrestre . Cominciamo proprio dal mar Jonio , che bagna Tarante , la nostra città , che in un articolo pubblicato dall’inserto scientifico de La Stampa di Torino , Tuttoscienze , il 24 Dicembre 2008 , scrisse di una ricerca effettuata nel nostro mare per cinque anni dalla nave oceanografica Universitatis , che per mezzo di un siluro sonar che scandagliò il fondale , e delle riprese filmate dal robot subacqueo teleguidato ” Fiuto ” , trovò davanti alla costa di Santa Maria di Leuca nella zona denominata ” Apulian plateau ” , un agglomerato di coralli tra i 300 e i 1200 metri di profondità . E’ risaputo che nell’alto Jonio , a metà strada dalle coste del continente africano , vi è una fossa abissale che supera i 3000 metri di profondità . I fondali della zona furono scandagliati, perché in alcune occasioni i pescatori di quei lidi trovavano nelle reti da pesca pezzi di coralli vivi , e questo incuriosì gli oceanografi, per il semplice fatto che detti coralli non facevano più parte della nostra fauna marina da più di 15 mila anni , e i coralli bianchi filmati erano scomparsi dal Mediterraneo dalla fine dell’ultimo periodo dell’Era Glaciale . Questo tipo di coralli sono importantissimi per la vita marina , perché crescono nelle profondità buie del mare , e costituiscono un rifugio per gli organismi che vivono a quelle profondità . Le ricerche più recenti , oltre a rivelare una enorme ricchezza di specie marine e tipi di vita mai osservati prima , come vermi e cnidari sconosciuti, che sono dei celenterati tentacolati , stanno rivelando un tipo di organismo microbico che sopravvive in un luogo con scarso ossigeno . Il Progetto Biodeep ha poi esplorato il lago sottomarino Bannock , sempre nel Mar Jonio , a 100 miglia dalla Libia , lago che si trova a 3300 metri di profondità , in una zona dove si uniscono la placca continentale europea con quella africana . Si pensava che in questo abisso del nostro mare , a causa della enorme pressione della massa d’acqua , della elevata salinità e dell’anossia ( mancanza o scarsità di ossigeno ) , non ci fosse vita , e invece sono state individuate colonie di microbi che si sono adattate a vivere in quell’ambiente e a quelle profondità . E’ una scoperta che ha un grande valore anche per la ricerca di vita in mondi extraterrestri , e per la ricerca agricola e farmaceutica . Infatti molte missioni spaziali con sonde automatiche , hanno evidenziato per esempio la presenza attuale o nel passato , di ambienti con elevata salinità su Marte e su altri corpi celesti . Sappiamo per esempio che sotto la superficie di Europa , satellite di Giove , c’è un oceano ipersalino . Quindi l’attività microbica nel lago sottomarino Bannock nello Jonio , è un ulteriore sostegno alla tesi che forme di vita di questo tipo esistono anche al di fuori della Terra e non solo . Sicuramente la ricerca di vita del 21° secolo sarà nel mare , ultima frontiera del nostro pianeta , e nello spazio ultima frontiera del futuro . Ma se dal mare ha avuto origine la vita , la vita nel mare ha forse avuto origine dallo spazio ? Nel Luglio del 2001 e nell’Agosto del 2006 uno strano fenomeno si verificò nell’area di Kerala in India . Per alcuni giorni una strana pioggia rossa si è abbattuta sulla città , anche se la gente del luogo era abituata alle tempeste di sabbia che si mescolano con la pioggia . Ma uno scienziato locale , Godfrey Louis , un fisico della Mahatma Gandhi University , non la pensava allo stesso modo . Raccolti alcuni campioni di questa strana sostanza caduta , ha iniziato una ricerca che è ancora in corso , anche se una certa parte di questi studi è già apparsa sulla prestigiosa rivista Astrophysics and Space Science . Anche altre università si sono occupate della faccenda , tra cui la Corbell University ( Usa ) e la Sheffield University ( Gran Bretagna ) . E’ stato scoperto che in questa strana pioggia rossastra vi sono dei globuli rossi, che hanno un diametro di 10 micron , leggermente più grandi dei globuli rossi umani che sono di 7 micron . E qui sembra di leggere una parte del romanzo ” A come Andromeda ” scritto dal famoso astronomo e astrofisico Fred Hoyle con John Elliot, non a caso fautore della teoria della panspermia , in cui si ricostruisce il DNA di una evoluta razza aliena che aveva trasmesso un messaggio dalla galassia di Andromeda , con il codice binario 0-1 , per la costruzione di un perfezionatissimo ipercalcolatore senziente , romanzo che ha poi ispirato altri quattro libri come : il seguito , sempre di Hoyle , ” L’insidia di Andromeda ” , quindi ” Messaggio da Cassiopea ” , scritto a due mani da Chloe Zerwick e Harrison Brown , oltre a ” Progetto stelle ” di Gregory Benford ( se non ricordo male l’autore , chiedo venia ) , e ” Contact ” di Cari Sagan . Perché questo accostamento ? Perché lo scienziato della Gandhi University sostiene di aver osservato negli studi sulla pioggia rossa di Kerala , delle piccole cellule fuoriuscire da una cellula madre , che hanno dato origine a un processo di duplicazione , come nel romanzo A come Andromeda . Solo che questo processo quando si verifica sulla Terra , ha bisogno del DNA degli organismi in questione . Il mistero è che Godfrey Louis non è riuscito a trovare nessun DNA , e ha inviato quindi il materiale ad una università più attrezzata , come il Centro di Astrobiologia di Cardiff nel Galles , capitanata dall’astrotìsico premio Nobel Chandra Wickramasinghe , che tra l’altro noi del CUT abbiamo conosciuto personalmente il 16 Ottobre 2010 alla Conferenza di Strasburgo , che sta studiando l’enigma di Kerala e che ha dichiarato : « Non abbiamo mai visto nulla del genere prima d’ora . Non ci sono dubbi che questi globuli sono composti da idrogeno , silicio, ossigeno , carbonio e alluminio . Possiedono pareti molto spesse , così che è diffìcile entrarvi o estrarre il materiale che vi è all’interno . Le analisi che abbiamo eseguito con il Dapi ( la sostanza utilizzata dai biologi per mettere in luce la presenza di DNA all’interno delle cellule viventi ) ha dato risultati contrastanti » : Neanche a Cardiff sono riusciti a capire perché questi globuli siano rossi, perché le pareti delle cellule siano così resistenti , che cercando di romperle , il contenuto interno si può disperdere . Secondo il fisico Louis , forse le pareti delle cellule sono così spesse per sopravvivere al viaggio nello spazio extraterrestre . Questo avvalorerebbe la tesi che determinati organismi sono resistenti al vuoto cosmico e ai raggi cosmici, e possono arrivare sul nostro azzurro pianeta indenni . Quindi Louis ipotizza che la pioggia rossa è composta da organismi di origine extraterrestre arrivati sulla Terra , grazie allo scontro con una piccola cometa , i cui frammenti sono caduti nella nostra atmosfera sulla zona di Kerala . In effetti quando nel 2001 furono sentite delle esplosioni nella zona , prima della pioggia rossa , simili a quelle che si ascoltano quando le meteoriti esplodono nella nostra atmosfera , l’ipotesi non è da scartare . Se la cosa è plausibile , ci vorrebbe un corpo cometario che dovrebbe avere al suo interno almeno 50.000 chilogrammi di tali organismi . Sempre secondo Louis la ripetizione del fenomeno è plausibile perché dopo cinque anni la Terra è entrata di nuovo nell’orbita della cometa del 2001 , come succede per esempio quando c’è l’annuale pioggia di meteoriti nella notte di San Lorenzo . Ma perché solo a Kerala ? Secondo lo scienziato , sicuramente un fenomeno simile è capitato in altre aree del mondo , ma o non ci hanno fatto caso , o le cronache non sono state riportate . Se si legge però il libro di Charles Fort : The hook of thè damned ( il libro dei dannati ) , c’è un capitolo dedicato alle piogge misteriose di strane sostanze , fra cui anche quelle di colore rosso , quindi questo enigma è di antica data e globale . Secondo David Lloyd direttore della Cardiff University , i ” globuli rossi ” caduti su Kerala potrebbero essere una sconosciuta forma di vita terrestre non ancora scoperta , ma secondo lui l’ipotesi extraterrestre non è da scartare del tutto , oltre all’enigma del perché sia caduta solo nel 2001 e nel 2006 . Tra le altre ipotesi, ci sono anche quella dell’esplosione meteoritica e quella che la pioggia sia stata colorata di rosso da spore di alghe aeree ( ! ) che proliferano in quell’area . Secondo alcune testimonianze dei residenti in zona , la prima pioggia rossa fu preceduta da un tuono e da un lampo di luce , e successivamente alla pioggia alcuni alberi nei boschi si ritrovarono con le foglie avvizzite e con un colore grigio cenere . Si parlò anche di una crescita abnorme di licheni , che avrebbero liberato una enorme quantità di spore nell’atmosfera , tuttavia del meccanismo che avrebbe innescato questo fenomeno non è stata trovata alcuna traccia . In alcuni sedimenti analizzati dalla pioggia rossa , tra l’altro sono stati trovati anche una componente di silicio e una presenza di alluminio , con una bassissima concentrazione di fosforo , e la cosa è sconcertante , in quanto l’alluminio normalmente non figura nelle cellule viventi . Una delle teorie convenzionali elaborate per spiegare il fenomeno di Kerala , è stato quello che la pioggia contenesse sangue di uno stormo di pipistrelli distrutti da una meteora , ma come vediamo , tante volte le spiegazioni cosiddette razionali , sono più irrazionali di quelle eretiche .

Al momento quindi la teoria extraterrestre sembra la più plausibile , anche perché secondo Chandra Wickramasinghe , se nella pioggia rossa verranno trovati specifici isotopi del carbonio , differenti da quelli presenti nelle forme di vita terrestri, sarà la prova conclusiva della loro provenienza extraterrestre .


Un’altra ipotesi sulla natura esogena di questi organismi , è quella che se sono stati trasportati da una piccola cometa , questa avvalorerebbe la tesi della panspermia di Sir Fred Hoyle e dello stesso Chandra Wickramasinghe , tesi che afferma come sappiamo che questi corpi celesti siano veicoli di trasporto di vita nel Cosmo . Comunque questi studi sulla pioggia rossa di Kerala sono certamente affascinanti , perché potrebbero dimostrare definitivamente il fatto che sia la vita organica che quella intelligente , siano la norma nell’Universo . Dulcis in fundo , recentemente la Nasa ha divulgato la notizia della scoperta di un microbo nel lago Mono , nei pressi dello Yosemite National Park in California , che sostituisce l’arsenico al fosforo per la sua crescita , e questo aumenta la prospettiva di trovare vita organica su pianeti dove non c’è fosforo nell’atmosfera , visto che si pensava che questo elemento fosse uno dei componenti principali per lo sviluppo della vita . Ormai dopo la scoperta di oltre 500 pianeti extrasolari, come ha scoperto di recente anche il telescopio spaziale Kepler , con alcuni con le condizioni necessarie adatte alla vita , nella fascia cosiddetta abitabile , anche se sono convinto che le condizioni adatte alla vita , che non credo siano solo basate sul carbonio , ma anche sul silicio , sulla linfa vegetale e forse anche sull’atomo , credo che l’Universo sia pieno di pianeti simili alla Terra , e gli amminoacidi viaggiano nel Cosmo per mezzo di comete ( i messaggeri dello spazio ) e meteore , provenienti chissà da quali recessi dell’Universo . Certo che dopo tanti anni in cui il Darwinismo e il Creazionismo l’hanno fatta da padrone , ci potrebbe essere teoricamente una terza strada come quella della vita di nuove forme biologiche che arrivano dalle profondità dello spazio e si adattano ai pianeti dove arrivano , compresa la Terra , creando forse nuovi ecosistemi biologici, e la teoria forse non è così peregrina . Recentemente una equipe dell’Università dell’Arizona , diretta dalla ricercatrice italiana Sandra Pizzarello , ha analizzato un meteorite carbonaceo , un fossile tra i più antichi del Sistema Solare , trovato in Antartide . Dopo aver ricreato in laboratorio le stesse condizioni della Terra primitiva , si è scoperto che nei residui rilasciati dal meteorite , c’era una grande quantità di ammoniaca , elemento anticipatore delle molecole organiche come amminoacidi e DNA , fondamentali per la vita . Questo dimostrerebbe che la vita sulla terra fu accesa dall’ammoniaca contenuta nello sciame meteorico caduto e risalente ai 4 miliardi e ai 3 miliardi di anni fa . La rivista scientifica Journal of Cosmology , ha pubblicato ultimamente una ricerca di Richard Hoover , scienziato della Nasa , che sostiene di aver scoperto una forma di vita aliena giunta dallo spazio , e di come vi sia arrivata . Frutto di lunghi anni di ricerche , l’astrobiologo del Marshall Space Flight Center della Nasa , ha chiesto ad altri ricercatori in tutto il mondo di verificare se le sue prove sono corrette o meno . Hoover ha studiato per oltre dieci anni fossili di batteri molto piccoli, caduti in zone remote del pianeta e raccolti in Antartide , Siberia e Alaska , per cercare le meteoriti condriti carboniose , di cui in questo momento ne sono state trovate solo una decina di campioni . Alcuni di questi fossili sono simili ad alcuni batteri terrestri e secondo Hoover , questo dimostra che la vita nell’Universo è molto più diffusa di quanto si pensi . Analizzati al microscopio elettronico , sono stati rilevati batteri somiglianti a quelli terrestri , ma anche altri sconosciuti batteri , veri e propri alieni . Questo rinforzerebbe , se ce ne fosse ancora bisogno , la tesi della panspermia , e cioè che la vita sulla Terra arriva dallo spazio , e non solo sulla Terra , ma anche su altri pianeti, e che non è quindi una eccezione del nostro mondo .Tra questi batteri scoperti, ce ne sarebbero alcuni privi di azoto . Il ricercatore del SETI ( l’ente per la ricerca radioastronomica di vita intelligente nel Cosmo ) , Seth Shostak , ha detto che se la scoperta fosse confermata , l’impatto sulla scienza in generale e l’astronomia in particolare , sarebbe di vasta portata . La ricerca di Richard Hoover verrà sottoposta a test di altri ricercatori , e se ci sarà conferma della provenienza esogena , si avrà la certezza che davvero batteri alieni sono scesi sulla Terra . Mi viene in mente inoltre che nel Dicembre 1984 un meteorite di origine marziana fu trovato in Antartide dalla ricercatrice Roberta Score , e nel 1996 David McKay della Nasa disse di aver trovato al suo interno tracce di vita , e infatti vennero esaminate strutture a catena di possibile origine biologica . Recentemente anche gli studi sugli oceani di Jonathan Eisen , collaboratore del celebre decifratore del DNA , Craig Venter , potrebbero rivoluzionare la classificazione delle creature biologiche conosciute come : batteri , archaea ed eucarioti . Con il progetto denominato ” Global ocean sampling expedition” in auge dal 2003 , i due ricercatori stanno scandagliando i mari del globo alla ricerca dei genomi dei microrganismi marini, e stanno accumulando una enorme biblioteca dei geni . I microbi vengono analizzati nel loro habitat naturale e non con le colture in laboratorio , e quindi è più facile studiarli, visto che in laboratorio non si potrebbero riprodurre determinate condizioni naturali . Per la cronaca , Jonathan Eisen è professore di microbiologia al ” Genome Center ” della University of California . Nei suoi studi afferma che questi sconosciuti e invisibili organismi , esigono temperature spaventose e pressioni in atmosfere , che ridurrebbero gli esseri umani a un foglio di carta , quindi è ovvio che vivono in condizioni per noi impossibili . Quali potrebbero essere i vantaggi di tali studi ? Secondo Eisen si potrebbero creare in futuro creature OGM , in grado di ripulire l’aria dai gas che causano l’effetto serra , o produrre combustibili sintetici non inquinanti , come forse anche gli scienziati del Terzo Reich avevano prodotto negli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale . Ma poi come si comporterebbero le multinazionali del petrolio ? La domanda essenziale e fondamentale però è quella , da dove provengono questi microrganismi ? Sono nuovi organismi terrestri , oppure sono organismi che provengono dallo spazio ? Il microbiologo ha affermato che queste creature di certo fanno parte in effetti della materia oscura dell’Universo ” biologico ” . Un’altra possibilità è che questi organismi siano già noti , ma sono relegati in particolari habitat. Comunque questo progetto di ricerca ha un fascino molto particolare , perché ci fa capire come la vita fiorisca in qualunque contesto , a dispetto delle condizioni che più o meno lo permettono , e questo dimostra che la vita è possibile ovunque , anche in ambienti diversi del Cosmo , ed è il fine ultimo di quella grande maestosità che è l’Universo . Vedremo in futuro gli sviluppi di questa ricerca di Jonathan Eisen . Adesso però facciamo un po’ di interessante speculazione scientifica . E se oltre a nuovi ipotetici organismi cosmici, dallo spazio arrivassero nuovi virus , anche letali per l’uomo ? Un paio di anni fa , scrissi una lettera – articolo al nostro quotidiano cittadino Corriere del Giorno , visto che in quel periodo si erano diffusi timori associati al virus dei suini , e tra le ipotesi che formulai ci fu quella delle manipolazioni in qualche laboratorio o base militare segreta come quella di Fort Detrick negli Stati Uniti . Dopo la paura innescata da altri virus come la Sars , la Bse o virus della mucca pazza , il virus dei polli e precedentemente il virus eboia e i forti sospetti sulla genesi artificiale dell’Aids , si paventava il rischio di una pandemia , rischio che poteva aumentare anche per effetto della globalizzazione contemporanea. Il focolaio del virus dei suini si era generato in Messico , anche se poi l’epidemia fortunatamente si è arrestata , non prima però di aver creato un diffuso allarmismo e una vendita sproporzionata di vaccini e conseguente profitto per le multinazionali farmaceutiche . Tra le altre ipotesi che formulai, ci fu quella della ripresa degli studi della famigerata Unità 731 giapponese della Seconda Guerra Mondiale , studi proseguiti nell’era moderna . Poi tirai in ballo anche le presunte scie chimiche . Dulcis in fundo , e questo si collega ai temi di questo articolo , ipotizzai che quest nuovi virus potessero avere una matrice spaziale , e illuminante in proposito è il film del 1971 Andromeda , del regista Robert Wise , tratto da un romanzo di Michael Crichton del 1969 , dove l’arrivo di un organismo alieno chiamato appunto Andromeda , dopo la missione spaziale di un satellite , provoca la morte di esseri umani, genere non accada mai, non possiamo però sapere se oltre a nuovi organismi, non ne giungano altri letali per l’uomo . Recentemente ne è stato fatto un remake televisivo datato 2008 , intitolato Andromeda Strain , che fa capire l’attualità di queste problematiche , dove questo virus alieno rischia addirittura di cambiare il nostro ecosistema vegetale e animale . Mi viene in mente in questo senso la saga dello scrittore di anticipazione David Gerrold , iniziata nel 1983 , improntata alla Guerra contro gli Chtorr , composta da 7 romanzi di cui fu fatta anche una riduzione televisiva , anche questa correlata ai temi di questo articolo , in cui si narra una insolita e strana invasione , dove queste creature aliene non usano almeno apparentemente tecnologie avanzate , non hanno astronavi o armi spaziali , non si sa il loro vero luogo di origine , e giungono sulla Terra instillando una terrorizzante piramide ecologica aliena , costituita da migliaia di specie vegetali e animali aggressive , che mettono a repentaglio l’intero ecosistema terrestre , per trasformare il nostro mondo in qualcosa di ” altro ” . Per la cronaca , l’avanguardia Chtorran è formata da giganteschi e crudeli vermi dal colorito rossastro . Pensate che questa sia solo fantasia di uno scrittore di fantascienza ? Sentite questa , perché adesso voglio raccontare dei fatti reali accaduti negli Stati Uniti nel lontano 1973 , fatti ai confini della realtà , ma assolutamente veri e documentati, riportati con dovizia di particolari da due vecchi numeri del mitico Giornale dei Misteri del Luglio e Agosto 1973 . L’autore degli articoli S. Bonconte , si chiedeva se impreviste mutazioni biologiche dovute a radiazioni o a influssi di provenienza cosmica , si stessero verificando sul nostro vecchio pianeta . E infatti analizzò una notizia proveniente dal Texas , stato americano già noto per i fatti di Aurora del 1897 , sede di un ” presunto ” UFO-crash. L’evento noto come ” Dallas blob ” , dal nome della città come sappiamo tristemente nota per l’omicidio di John Fitzgerald Kennedy del Novembre 1963 , fu teatro di un fenomeno impressionante accaduto alla signora Marie Harris , che un giorno affacciandosi a una finestra localizzata sul retro della sua casa , notò in mezzo al suo giardino una escrescenza bianca , piccola e dall’aspetto ” schiumoso ” , che pulsava ritmicamente . La donna incuriosita , ( adesso riportiamo la cronaca di S. Bonconte ) , scese , la estirpò con una zappetta da giardinaggio e , ridottala in pezzi, la sparse per il giardino . Nel tagliarla notò all’interno una specie di muco scuro e vischioso . Due giorni dopo la ” cosa ” ricomparve e di dimensioni raddoppiate . La signora Harris e il marito allora pensarono di sotterrarla . Apertala videro che quella specie di “plasma” che ne formava il contenuto era divenuto color arancio , mentre all’esterno aveva cambiato il colore bianco con una tonalità gialla intensa . Cosparsa di un potente antiparassitario a base di nicotina , divenne scarlatta e cominciò a emettere una sostanza liquida , che sembrava sangue . Poi assunse un colore violetto intenso . Continuò a crescere lentamente e costantemente . Alcuni studiosi, invitati dai coniugi Harris , membri del Growht International Incorporated , ne tagliarono un pezzo per analizzarlo , ma non riuscirono a far nulla per distruggere la ” cosa ” o per arrestarne la crescita . Un ciclone che colpì la zona , rovesciò torrenti d’acqua e la ” cosa ” sparì improvvisamente , come lavata via . Due giorni dopo ricomparve stavolta più grande ancora e divisa in tre “settori ” . Poi senza un motivo apparente , cominciò a ridursi nuovamente di proporzioni , fino a che si essiccò e morì . Questo il misterioso episodio di Dallas , che ripropose in termini diversi un episodio simile accaduto a Rovezzano in provincia di Firenze nello stesso anno , dove una ” cosa ” pulsò come di vita propria ed emise una sostanza simile a plasma sanguigno , che potrebbe ricordare anche la pioggia rossa di Kerala in India . La ” cosa ” di Rovezzano non era però radicata al suolo e sembrava potersi muovere , come una forma organica più evoluta del blob , quasi una forma di vita tra il vegetale e l’animale . Del resto noi sulla Terra abbiamo i cnidari e i coralli che sembrano piante , ma sono in effetti creature viventi . Se si prescinde dal contenuto mucillaginoso che ricorda il plasma , l’aspetto richiama certi tipi di alghe marine , e un’altra ipotesi potrebbe essere che certe forme vegetali siano state irradiate da un tipo di energia nucleare o da una forma di energia irradiata da un UFO , come negli incontri ravvicinati del secondo tipo , oppure sono spore che arrivano dallo spazio . Tornando ai fatti di Dallas , il quotidiano ” The Miami Herald ” del 1 Giugno 1973 dichiarò che numerose persone raccolsero , senza precauzioni di sorta , esemplari dei ” blobs ” , ma nessuno fece una analisi completa delle escrescenze e nessun biologo le controllò . Dallas fu colpita in uel periodo da violente piogge , per oltre un mese , e la signora Harris espresse la speranza che le escrescenze altro non erano che semplici funghi , ma la cosa non è così semplice e riduttiva . Infine la Harris dichiarò che i ” blobs ” contenevano una sostanza scura all’esterno di una membrana . Inoltre questi potevano assumere diverse colorazioni, e quando venivano punti , diventavano color rosso porpora . Le escrescenze erano bianche e sottili come una cialda , e apparivano completamente disseccate . Secondo il Dottor F.Hurst, botanico della Baylor University e il Dottor J.Flook , botanico della Southern Memodist University , i blobs non erano altro che comunissimi funghi . Il Dr. Hurst lanciò l’ipotesi che si trattasse di un composto di spore che si raggnipparono in una grossa massa protoplasmatica che si nutriva di batteri e che comunemente assumevano una forma gialla pulsante , come quella descritta dalla Harris , e tali formazioni erano assai diffuse ( ? ) ed estremamente comuni, e generalmente si manifestavano dopo i temporali estivi, e quando il tempo era afoso . Solo che stranamente questi cosiddetti ” funghi ” , apparvero prima del periodo piovoso . E’ possibile che queste spore siano di matrice esogena ? E se si , che tipo di forme organiche sono ? Tralasciando per il momento le speculazioni scientifiche , ovviamente anche il cinema si è occupato di queste tematiche con film famosi e meno famosi , e ne citiamo alcuni , non pretendendo di ricordarli tutti . Cominciamo da The Quatermass Experiment ( L’astronave atomica del Dottor Quatermass ) del 1955 , regia di Val Guest , dove un’astronave che precipita in mezzo alla campagna inglese , viene recuperata dal suo ideatore/progettista Quatermass. Lanciata precedentemente fuori dell’atmosfera terrestre , dei tre astronauti che compongono l’equipaggio uno solo è rimasto vivo , Caroon , che è stato però contaminato da un organismo alieno gelatinoso , che per procurarsi energia vitale , comincia a sopprimere gli abitanti della zona . Nel 1999 ne fu fatto un ” quasi remake “, con una storia similare , ambientato però su di uno Shuttle della Nasa , film intitolato The Astronauti Wife ( La moglie dell’astronauta ) , del regista Rand Ravich . E’ la volta di Invasion of thè body snatchers ( L’invasione degli ultracorpi ) , film diretto nel 1956 da Don Siegel , film tra l’altro scelto per essere preservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, dove si narra che la cittadina americana di Santa Mira , è stata invasa da esseri spaziali che copiano perfettamente gli esseri umani , ai quali si sostituiscono durante il sonno . Queste creature si replicano all’interno di enormi baccelli alieni, che crescono finché creano copie senza emozioni umane , che eliminano gli originali , baccelli che ovviamente giungono sulla Terra dallo spazio . Di questo film sono stati fatti tre remake dal titolo: Terrore dallo spazio profondo nel 1978 , Ultracorpi l’invasione continua nel 1993 , e Invasion nel 2006 . In Italia ne è stata fatta una parodia con il principe della risata Totò , in Totò nella Luna del 1958 , con i ” cosoni ” al posto dei baccelloni alieni di Don Siegel . Un altro interessante film del 1957 , per la regia di John Sherwood è stato : The monolith monsters ( La meteora infernale ) , dove una meteora precipita nel deserto americano , vicino ad una imprecisata cittadina . In seguito all’azione dell’acqua , i suoi frammenti si rigenerano e si moltiplicano dirigendosi verso la città , uccidendo tutti quelli che si trovano sulla loro strada . Questi frammenti inorganici , con cui non si può prendere contatto, uccidono per procurarsi le sostanze utili alla loro esistenza e moltiplicazione per sopravvivere , sostanze basate sul silicio , lasciando corpi pietrificati, privi della sostanza che rende elastica la pelle . Altro film noto è The Blob ( Blob fluido mortale ) , anno 1958 , diretto da Irvin S. Yeaworth Jr. , con uno Steve Me Queen a inizio carriera , dove si narra che una creatura informe e gelatinosa , giunge sulla Terra all’interno di una meteora , e trovata da un vecchio del luogo , si ingrandisce diventando una massa enorme che ingloba quasi tutto . Verrà alla fine trasportata al Polo Nord , dove il freddo ne arresterà la crescita , ma con il punto interrogativo sulla sua reale morte . E’ stato fatto un remake nel 1988 dal titolo Blob il fluido che uccide . Un altro film famoso del 1960 , del regista Wolf Rilla , è II villaggio dei dannati , tratto dal romanzo ” The Midwicht Cuckoes ” , scritto nel 1957 dallo scrittore inglese John Wyndham , noto per i suoi romanzi sul tema delle ” strane ” invasioni . Si narra che gli abitanti della cittadina di Midwich vengono addormentati da una forza aliena o da strane spore , e alcune donne del luogo subiscono una inspiegabile gravidanza , partorendo degli ” strani ” bambini alieni , che si rivelano dotati di poteri al di sopra della nostra comprensione . Audace la scelta del modo in cui le donne vengono fecondate , per quei tempi, che misero in allarme la Chiesa . Ne fu girato un seguito nel 1963 dal titolo La stirpe dei dannati , e un remake nel 1995 di John Carpenter , noto cultore dell’insolito , dal titolo Villaggio dei dannati , con l’attore deceduto Cristopher Reeve , noto Superman cinematografico e Michael Pare , protagonista del film Philadelphia Experiment . Un altro film del 1962 con i temi di questo articolo è The day of thè Triffìds ( II giorno dei Trifìdi ) , del regista Steve Sekely , uscito in Italia anche col titolo de L’invasione dei mostri verdi , anche questo tratto da un romanzo di John Wyndham , dove si racconta che una fantasmagorica pioggia di meteore solca il cielo in una notte d’estate . La pioggia ha portato con se un carico di spore aliene , che ha dato vita ad una nuova specie di piante assassine , crudeli e inarrestabili , come un’atavica ribellione della natura contro l’uomo . Verranno alla fine distrutte con l’acqua del mare , simbolo della vita sulla Terra . Un film semisconosciuto , ma interessante come principio è The green slime ( II fango verde ) del 1968 , diretto dal regista nipponico Kinji Fukasaku , dove un gruppo di astronauti impegnato in una missione per distruggere un enorme asteroide in rotta di collisione con la Terra , atterrano sulla sua superfìcie , dove viene notata una strana sostanza verde che pulsa sul terreno . Distrutto l’asteroide , uno degli astronauti inavvertitamente trasporta a bordo della stazione spaziale un grumo della strana sostanza , che per effetto dell’energia presente nella stazione , inizia a ribollire e crescere , diventando una strana schiuma , da dove si generano delle creature tentacolate con un solo occhio , che emettono scariche elettriche mortali . Verranno distrutte sacrificando la stazione spaziale , prima che arrivino sulla Terra . Come film più recenti , possiamo citare The Mist ( La foschia ) , film del 2007 diretto da Frank Darabont, dove si narra di un progetto militare chiamato ” Arrowhead ” , studiato e messo in atto con lo scopo di aprire portali verso universi paralleli . Questo provoca l’apparizione di esseri e di un ecosistema alieno , che hanno invaso la nostra dimensione , spostandosi in una strana nebbia o foschia che da loro protezione e occultamento . Infine i militari riescono a riprendere il sopravvento su queste creature, richiudendo il portale dimensionale . Nel 2008 invece è uscito il film The Happening ( E venne il giorno ) , del regista M. Night Shyamalan , tra l’altro regista del bel film Signs del 2002 con Mei Gibson , sull’affascinante tema dei crop-circles collegati agli alieni . In The Happening si narra che molta gente si toglie inspiegabilmente la vita , e si comincia a ipotizzare che a causare questi strani suicidi sia una terribile neurotossina prodotta dalle piante ( o da un organismo alieno ) , che reagiscono a qualcosa che le minaccia . Uno scienziato pensa che quanto accaduto sia un avvertimento della natura contro l’uomo , giudicato da essa una minaccia per l’intero pianeta . Infatti nella zona dove il fenomeno si verifica , c’è la più alta densità di centrali nucleari , che mettono in pericolo tutte le forme viventi , quindi l’uomo è considerato la vera anomalia del nostro mondo , e le piante comunicando tra di loro , emettono questa neurotossina come mezzo di difesa . Nel 1965 l’ex dipendente della Cia , Dott. Cleve Backster , studiò realmente le comunicazioni tra le specie vegetali, contribuendo al perfezionamento della cosiddetta ” macchina della verità ” , usata in tanti casi per appurare la sincerità dei testimoni . Concludiamo ( anche se non abbiamo potuto inserire tutta la filmografia ) questa rassegna cinematografica sui film cosiddetti a ” invasione biologica ” , correlati in qualche modo con i concetti di questo articolo , con il film del 2010 Monsters ( Mostri ) diretto dal regista Gareth Edwards , dove si narra che nel 2016 delle forme di vita aliene si sono diffuse in tutta l’America centrale , portate sulla Terra da una sonda della Nasa , che hanno cominciato a proliferare creando un habitat estraneo vegetale e animale , come in un inarrestabile contagio . Lungo il confine con gli Stati Uniti, viene creato un muro di separazione con la ” zona aliena ” , gestito da forze armate americane e messicane , per contrastare l’espandersi del flagello . Come si vede quindi , anche il cinema ha affrontato le tematiche legate alle nuove forme di vita con provenienza esogena , ma il nostro intento non era quello di metter paura a chi ci legge , anche se nell’era contemporanea per spaventarsi per davvero basta guardare un qualunque telegiornale, ma solo illustrare il fatto che facendo parte il nostro pianeta dell’entità chiamata Universo , può essere soggetto all’arrivo di organismi sconosciuti , oltre a vere e proprie forme di vita intelligente provenienti dagli abissi del Cosmo , in quelli che amiamo definire UFO . Nessuno credo possa contestare questa possibilità , in un senso o nell’altro , forse solo gli ottusi , perché sappiamo poco , credo , dei misteri che ci circondano e quindi non possiamo precluderci nuove teorie e ipotesi di studio . Come disse Albert Einstein , il più famoso scienziato forse esistito : « I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione dei mediocri , i quali non sanno capire l’uomo che non accetta stupidamente i pregiudizi ereditari , ma con onestà e coraggio usa la propria intelligenza ». Parole sante e in attesa di conoscere più approfonditamente i misteri dello spazio , parafrasiamo la frase finale del film ” La cosa da un altro mondo ” del 1951 , di Christian Niby e Howard Hooks , « Scrutate il ciclo » .

Fonte: http://centroufologicotaranto.wordpress.com/

Nessun commento:

Posta un commento

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...