mercoledì 30 maggio 2012

Ricordare l'Eterno: La visione di Platone dell'"Educazione" nelle Esperienze Anomale

Le persone che descrivono l'esperienza di incontro con alieni, spesso dicono di ricevere informazione di qualche tipo, come se venissero educate su argomenti complessi che possono sembrare chiarissimi durante l'esperienza, ma che possono divenire nebbiosi o persino sembrare banali in seguito. Gli argomenti sono spesso di grande importanza, come una calamità ambientale imminente, causata dal comportamento umano o da altre cause, forse sconosciute.


L'autore Whitley Strieber ha descritto una misteriosa "scuola segreta" a cui ha partecpiato da ragazzo, una scuola gestita da esseri che lui ha associato ai suoi incontri (The Secret School , 1989). Il racconto di Strieber e quelli di altri esperienti sono in qualche modo consistenti con le scoperte di studiosi di folclore e antropologi culturali, per i quali le persone nei secoli hanno raccontato di essere state portate in strani posti da esseri non-umani e alcuni di questi rivelano aspetti piacevoli o disturbanti di dimensioni della realtà prima sconosciute. Come dobbiamo intendere l'aspetto "educativo" dell'esperienza di incontro con l'alieno?

In molti racconti del fenomeno, si suggerisce che l'"educazione" degli esperienti vada oltre l'insegnamento formale o l'informazione tecnica ricevuta a bordo di presunte imbarcazioni aliene. Molti autori hanno notato che la comprensione di sè e le identità personali di alcuni esperienti vengono cambiate per sempre, quando scoprono di essere in qualche modo legati agli alieni. Come individui che passano nell'iniziazione sciamanistica e nell'esperienza di pre-morte, gli esperienti a volte ricordano vite precedenti e dimensioni di esistenza che sono state dimenticate quando sono nati come esseri umani. Diversi anni fa, la psicologa Edith Fiore, è stata una delle prime a descrivere casi in cui gli esperienti hanno detto di aver ricordato che la loro "vera" identità non era umana, ma aliena. (Encounters , 1989).

Platone e la Reincarnazione

La nozione che l'educazione riguardi una sorta di ricordo di verità dimenticate venne postulata da Platone, la figura centrale nella filosofia Occidentale. Platone aderì alla dottrina della reincarnazione, per la quale l'anima umana (psyche) si sposta in un nuovo corpo dopo la morte di quello precedentemente occupato da essa. Come altre persone di culture pre-moderne, prese per certo che l'universo sia composto di piani che trascendono quello sensoriale o materiale. Nel suo dialogo Fedone, Platone descrive l'anima eterna, imprigionata nel corpo mortale, che desidera tornare alla sua origine.
Soffrendo di amnesia dopo l'essere nata in un nuovo corpo, l'anima non può facilmente ricordare la sua origine divina, ma invece rimane affascinata dai fenomeni sensori e sensuali in modo da rimanere ancora più attaccata al corpo. Platone suggerì che la filosofia coinvolgesse il processo del ricordare quello che l'anima sapeva prima di nascere e un processo concomitante di indebolimento dell'attaccamento al corpo.

Come evidenza che l'anima abbia una relazione con il dominio eterno, Platone fa notare che abbiamo la conoscenza della verità, per esempio nella geometria, che non può essere mai perfettamente istanziata nel mondo materiale. Nel suo dialogo Menone, Socrate mostra che uno schiavo completamente diseducato può elaborare una prova di un problema di geometria. Com'è possibile? Perchè il ragazzo schiavo ha "ricordato" quello che sapeva prima di nascere, quando la sua anima si trovava in prossimità degli schemi eterni o forme di cui i fenomeni materiali sono repliche imperfette.
Educazione: Dipingere quello che già Conosciamo

Il nostro verbo "to educate" deriva dal Latino educare, che è relativo a educere, condurre o trarre fuori. In altre parole, l'educazione riguarda il processo di trarre fuori quello che già conosciamo. L'esperienza di incontro con l'alieno, potrebbe essere compresa come un tale processo di "educazione"?
Ci sono analogie intriganti tra la spiegazione di Platone e quella offerta da alcuni addotti e le loro esperienze, in particolare la nozione che gli esperienti "scelgono" di nascere come umani.
Benchè molti esperienti inizialmente temono e persino detestano i loro rapitori, alcuni esperienti infine stabiliscono una relazione con essi, diversa, più positiva e persino amorevole. Tali esperienti concludono che loro stessi hanno "scelto" non solo di incarnarsi come esseri umani che avrebbero dimenticato la loro identità alla nascita, ma anche di essere presi dagli esseri con cui sono in qualche modo legati intimamente.

Molti degli esperienti con cui hanno lavorato lo psichiatra John Mack e la direttrice della clinica PEER Roberta Colasanti, sono passati in una specie di crescita spirituale o di trasformazione nel processo dell'apprendere sulla loro identità aliena. Tale trasformazione può non essere limitata ai soli esperienti, suggerisce Mack, ma può avere implicazioni più ampie per l'intera umanità, che ora è nel processo di apprendere quello che gli stessi esperienti hanno scoperto. Uno spostamento fondamentale che metterebbe in questione i sistemi di credo che legittimano le istituzioni sociali e politiche di tutti i tipi.
Se gli esperienti sono l'avanguardia di un processo di trasformazione che altererà la comprensione dell'umanità sulle sue origini e sul suo destino, potremmo ben capire il perchè la società "ufficiale" resista con tanta forza anche solo al menzionare il fenomeno di incontro con l'alieno e facendo poco sforzo per apprenderne le possibili implicazioni per l'umanità.

Benchè Platone non consideri l'abduction aliena, conclude il suo famoso lavoro, la Repubblica, con una lunga descrizione dell'esperienza di pre-morte di un guerriero Greco famoso, Er, che si svegliò nel momento della sua pira funebre (fortunatamente spenta), 12 giorni dopo la sua presunta morte e raccontò una storia straordinaria del reame in cui le anime dimorano prima di rinascere. Er descrisse come le anime seguissero Lachesi, una delle tre Parche, che parlava ad esse tramite un interprete nel modo seguente:

O anime di un giorno, ecco l’inizio di un altro periodo di vita terrena, che finisce in morte. Nessuno spirito guardiano vi assegnerà una sorte, ma voi sceglierete la vostra sorte. Lasciate scegliere a colui al quale spetta per primo, la vita alla quale sarà legato per necessità. La virtù non ha padrone: l'uomo che la onora o disonora, ne avrà di più o di meno. La colpa è di chi sceglie; Il Cielo non ha colpa.

(Souls of a day, here shall begin a new round of earthly life, to end in death. No guardian spirit will cast lots for you, but you shall choose your own destiny. Let him to whom the first lot falls choose first a life to which he will be bound of necessity. But Virtue owns no master: as a man honors or dishonors her, so shall he have more of her or less. The blame is his who chooses; Heaven is blameless. (Translation by F. Cornford, Oxford Press, 1970))

Ovviamente, questa esperienza cambiò la vita di Er, che nella sua condizione di pre-morte incontrò quello che altri normalmente dimenticano nel processo della nascita. Alcuni esperienti sembrano vedere gli "alieni" come interpreti di poteri ben superiori, come intermediari che tentano di farci ricordare le nostre vere origini in modo che possiamo vivere diversamente nel tempo in cui siamo incarnati. Nel processo del ricordare la nostra vera identità, possiamo anche scegliere di allinearci con un destino che altrimenti rimarrebbe irrealizzato. Invece di continuare a degradare il pianeta perchè siamo in preda alla avidità, all'avversione e all'illusione, l'umanità potrebbe evolvere in modo da rendere costruttive le relazioni tra umani e tra gli umani e la biosfera.

Naturalmente, ci sono molti aspetti confusi e oscuri dell'esperienza di incontro con alieni, inclusi aspetti che non sembrano rientrare in questa interpretazione. Non dobbiamo scartare la possibilità che altri alieni si impegnino in complesse azioni di inganno, studiate per celare finalità che hanno poco o nulla a che fare con la trasformazione umana. Tuttavia, esperienti coraggiosi e persone che hanno preso seriamente le loro testimonianze, ci fanno un dono condividendo con noi la possibilità che individui stiano incontrando esseri da un altro piano della realtà, un piano al quale l'umanità è in qualche modo legata e al quale possiamo tornare. Il riconoscere la nostra relazione con piani superiori, comunque, non è una scusa per volare lontani dalla responsabilità, ma richiede invece un maggiore impegno nell'esibire compassione per tutta la vita sul pianeta blu e verde.

Michael E.Zimmerman, Ph.D., è presidente e professore di filosofia all'Università Tulane ed è professore di clinica presso il dipartimento di psichiatria alla Tulane School of Medicine. Ha scritto due libri su Heidegger: Eclipse of Self (1981) e Heidegger's Confrontation with Modernity (1990). Più recentemente, ha scritto Contesting Earth's Future: Radical Ecology and Post-modernity (1994). Zimmerman è direttore del comitato consultivo del PEER, un progetto del Center for Psychology & Social Change.

fonte: http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.6664

lunedì 14 maggio 2012

Sei un addotto? scoprilo qui...

Molti milioni di persone, a quanto sembra, hanno avuto incontri con esseri alieni. Molti attribuiscono la causa di tali esperienze a memorie soppresse e la loro consapevolezza si limita a un occasionale evento paranormale, che sembra confonderli più di ogni altra cosa. Alcuni non sono pronti per sapere con certezza, altri provano un profondo bisogno di sapere se sono coinvolti con gli alieni. Se sei tra questi ultimi, continua a leggere.


Questo è un elenco di 58 frequenti sintomi condivisi dalla maggior parte degli addotti, basato su ricerche già divulgate e su scoperte personali, compilato solo per fornire un supporto che consenta di stabilire se sei un addotto (non è un metodo assoluto, ovviamente potrebbero esserci altre spiegazioni). Se tu o qualcuno di tua conoscenza si rivede in molti dei tratti qui elencati, sarebbe opportuno cercare l’aiuto di un ricercatore o terapista qualificato. L’elenco non segue un ordine particolare.

Chiediti se…

1. Hai avuto inspiegabili missing o lost time (tempo mancante, o vuoto temporale) di un’ora o più.

2. Ti sei trovato paralizzato a letto con un essere nella tua stanza.

3. Hai cicatrici o segni insoliti, senza alcuna possibile spiegazione su come te li sei procurati (strane cavità simili a cucchiaiate, cicatrici diritte, segni triangolari, cicatrici sul palato, nel naso, dietro o nelle orecchie, lateralmente al ginocchio).

4. Hai mai visto sfere di luce o flash di luce in casa tua o in altri luoghi.

5. Hai ricordi di volare nell’aria che non potrebbero essere sogni, o sogni ricorrenti che riguardano l’azione di volare.

6. Hai un “ricordo particolare” che non se ne andrà (ad es. un volto alieno, un esame, un ago, un tavolo, un neonato molto esile e strano, etc.).

7. Hai visto raggi di luce fuori di casa o che entrano nella tua stanza attraverso una finestra.

8. Hai sognato spesso avvistamenti UFO, raggi di luce o esseri alieni.

9. Hai mai avuto un avvistamento scioccante o avvistamenti multipli nella tua vita.

10. Hai una consapevolezza cosmica, interesse per l’ecologia, l’ambiente, la dieta vegetariana, o sei molto impegnato dal punto di vista sociale.

11. Hai la forte sensazione di avere una missione o un compito importante da svolgere, a volte, senza sapere a cosa sia dovuto questo impulso.

12. Hai una sensazione segreta di essere “speciale” o “scelto” in qualche modo.

13. Hai vissuto eventi inspiegabili nella tua vita, e ti sei sentito stranamente ansioso, di conseguenza.

14. Hai avuto molte, insolite esperienze psichiche - come sapere che sta per succedere qualcosa prima che accada.

15. Per le donne: hai mai avuto gravidanze isteriche, o feti fantasma (essere in stato interessante, e non esserlo più).

16. Ti sei mai svegliato in un posto diverso da quello dove ti sei addormentato, o non ricordi di essere mai andato a dormire (svegliandoti con la testa ai piedi del letto o in macchina).

17. Hai mai sognato occhi simili a quelli degli animali (come quelli di un gufo o un cervo) o ricordi di aver visto un animale che ti guardava. O, anche, se hai paura degli occhi.

18. Ti sei mai svegliato nel bel mezzo della notte spaventato.

19. Hai reazioni forti davanti alla copertina di Communion o di raffigurazioni di alieni. Sia di avversione che di attrazione.

20. Hai inspiegabili forti paure o fobie (ad es. altezza, serpenti, ragni, grossi insetti, alcuni suoni, luci, la tua incolumità o lo stare da solo).

21. Hai avuto problemi di auto-stima per molta della tua vita.

22. Hai visto qualcuno con te restare paralizzato, non potersi muovere o congelato nel tempo, soprattutto qualcuno con cui vivi.

23. Ricordi di aver avuto un posto speciale, di significato spirituale, quando eri più giovane.

24. C’è mai stato qualcuno, nella tua vita, che ha affermato di aver visto un’astronave o un alieno vicino a te, o è stato testimone di una tua scomparsa.

25. Hai mai trovato strane macchie di sangue sulle lenzuola o sul cuscino, senza riuscire a spiegartele.

26. Ti interessano gli avvistamenti UFO o gli alieni, che ti spingono forse a leggere molto a riguardo.

27. Hai una forte avversione verso l’argomento UFO o alieni - non vuoi parlarne.

28. Hai mai sentito la necessità improvvisa di guidare o camminare in direzione di una località lontana o sconosciuta.

29. Hai la sensazione di venire osservato spesso, soprattutto di notte.

30. Hai mai sognato di passare attraverso una finestra chiusa o una parete solida.

31. Hai mai visto una strana nebbia o foschia, che non dovrebbe esserci.

32. Hai udito strani ronzii o suoni pulsanti di cui non sei riuscito a identificare la fonte.

33. Hai avuto insolite perdite di sangue dal naso, in qualsiasi momento della tua vita. O ti sei svegliato con il naso che sanguina.

34. Ti sei mai svegliato con un dolore ai genitali che non puoi spiegare.

35. Hai mai avuto problemi al collo o alla schiena, vertebra T3 spesso fuori, o ti sei svegliato con un insolito indolenzimento in qualche parte del corpo.

36. Hai mai avuto sinusiti croniche o disturbi nasali.

37. Ci sono oggetti elettrici attorno a te che vanno fuori controllo o smettono di funzionare, senza alcuna spiegazione (come le luci della strada, che si spengono quando ci passi sotto, interferenze nella TV e nella radio quando ti avvicini, etc.)

38. Hai mai visto una figura incappucciata vicino a casa tua o in casa tua, e soprattutto vicino al tuo letto.

39. Hai mai sentito frequenti o sporadici suoni all’orecchio, soprattutto in uno.

40. Hai una paura insolita dei dottori o hai la tendenza a evitare trattamenti medici.

41. Soffri d’insonnia o disturbi del sonno che ti sconvolgono.

42. Sogni di medici o procedure mediche.

43. Soffri di frequenti o sporadici mal di testa, soprattutto nella zona del setto nasale, dietro un occhio o in un orecchio.

44. Hai mai la sensazione di impazzire persino a pensare a questo genere di cose.

45. Hai mai avuto esperienze paranormali o psichiche, inclusa l’intuizione.

46. Sei predisposto verso comportamenti compulsivi o di dipendenza.

47. Hai mai canalizzato messaggi telepatici da parte di extraterrestri.

48. Hai udito una voce esterna nella tua testa, che ti parla, magari dandoti delle istruzioni o guidandoti.

49. Hai mai avuto paura dell’armadio, ora o quando eri piccolo.

50. Hai mai avuto problemi sessuali o relazionali (come la strana sensazione di non doverti impegnare in una relazione perché questo interferirebbe con “qualcosa”).

51. Devi dormire contro la parete o con il letto contro la parete.

52. Hai paura di dover essere vigile, altrimenti verrai preso da “qualcuno”.

53. Hai difficoltà a fidarti delle persone, soprattutto se si tratta di figure autoritarie.

54. Sogni di distruzioni o catastrofi.

55. Hai la sensazione di non dover avere il permesso di parlare di certe cose, o che non dovresti parlarne.

56. Hai vissuto molte delle esperienze qui elencate, e ti ricordi dei tuoi figli o genitori che parlavano di esperienze simili, all’occasione.

57. Hai tentato di risolvere questo tipo di problemi con scarso successo o non riuscendovi affatto.

58. Presenti molti di questi sintomi, ma non riesci a ricordare niente riguardo un’abduction o un incontro alieno.




Il questionario del prof. Richard Boylan




Ecco i punti chiave del dottor Richard Boylan per comprendere preliminarmente se un soggetto è rapito o meno.

1. Inspiegabile ansietà e/o impossibilità a rilassarsi dopo aver vissuto esperienze insolite.

2. Panico davanti a oggetti, immagini, storie, film o altro raffiguranti incontri ravvicinati con alieni.

3. Insonnia persistente dopo un evento altamente inusuale, e/o incubi relativi a UFO, ET o incontri ravvicinati.

4. Lunghi periodi di tempo passati a pensare o fantasticare (sogni lucidi) su ET, UFO e incontri ravvicinati.

5. Strani comportamenti concernenti UFO ed ET, ad esempio leggere tutto il possibile sull'argomento.

6. Inspiegabili mutamenti di umore o irritabilità dopo alcuni avvenimenti anomali.

7. Sintomi fisici o segni caratteristici di un incontro ravvicinato.

8. Vuoti di memoria (Missing Time) in seguito ad un avvenimento anomalo.

9. L'insorgere improvviso di sentimenti antisociali o socialmente non comuni.

10. Senso di risveglio verso una coscienza cosmica e nuove prospettive universali.

11. Improvvisa sensazione di affinità verso gli addotti e protagonisti di IR4, e di attrazione verso gli ET, sentendoli familiari.

12. Sensazione di aver ricevuto messaggi telepatici dagli ET, o incremento delle facoltà intuitive.

13. Sensazione di condividere il proprio spazio mentale con un ET.

14. Comparsa di poteri psichici (ESP), o un loro incremento.

15. Attrazione verso una spiritualità o una pratica religiosa basata sulla compenetrazione tra la natura e la Suprema Forza Vitale, rispetto di tutte le forme di vita.

16. Desiderio di rivedere l'ET con cui si sono avuti precedenti contatti.

17. Ossessivo senso di missione acquisito durante gli incontri ravvicinati, per quanto vago, poco chiaro e relegato nell'inconscio.

18. Forte impulso a recarsi in un dato luogo intuendo un probabile ed imminente contatto, per una ragione sconosciuta (che poi si rivela un incontro ravvicinato).

19. Senso di una parziale eredità extraterrestre, perché si condivide una certa prospettiva sulla situazione della Terra, o perché si possiede un patrimonio genetico in comune con gli alieni, o perché in qualche modo si ha un genitore biologico alieno, o perché si prova la sensazione di essere nati altrove.

20. Sensazione che il proprio destino sia con gli ET, altrove nella galassia, o di dover raggiungere la propria vera casa, un pianeta mostrato dagli ET.

In caso di risposta affermativa anche solo a tre o quattro delle domande precedenti, secondo Boylan potrebbero esistere sospetti di abduction o di IR4 avvenuti in fase onirica. A chiunque ritenga necessario un approfondimento in questa complessa e delicata materia, consigliamo innanzitutto di cercare di prendere coscienza dei diversi aspetti più evidenti dell'esperienza, annotando, ad esempio, su un diario tutte le fasi (con date, luoghi, circostanze, persone, etc.) del proprio vissuto che appaiano rilevanti, in associazione o meno a presunte interferenze o manifestazioni inusuali. Per esperienza, è davvero difficile in Italia trovare specialisti del settore, o organizzazioni di ricerca ufologica con validi gruppi di sostegno, peggio che mai psicologi che credano agli ufo o che vogliano giocarsi la propria credibilità professionale con questi argomenti. Se riuscite a trovarne uno, siete tra i pochi fortunati. Le sedute di ipnosi regressiva, che in America ormai fanno anche nelle scuole, qui in Italia sono disdegnate quasi da chiunque, specie dall'ambiente della psicologia.


Fonte: http://www.silverland.info/abduction/sei-un-addotto-scoprilo-qui/







giovedì 10 maggio 2012

Implicazioni della teoria dell'inflazione per le visite extraterrestri

La domanda sempre ricorrente sul perché sembra che la Terra non sia stata visitata da extraterrestri

Recentemente si è sostenuto che il ragionamento antropico applicato alla Teoria dell’Inflazione rafforzi la previsione secondo la quale dovremmo fa parte di una vasta civiltà galattica, rafforzando così il paradosso di Fermi “Dove sono tutti?”. Inoltre, la teoria delle superstringhe e della M-brane ammette la possibilità di universi paralleli, alcuni dei quali, in linea di principio, potrebbero essere abitati. In aggiunta, discussioni riguardo ad un concetto così esotico di trasporto come “wormhole attraversabili” ora le si trovano nella rigorosa letteratura di fisica.


Di conseguenza, la soluzione al paradosso di Fermi “siamo soli”, basata sui limiti delle opinioni dell’inizio XX secolo, appare oggi in contrasto con i nuovi sviluppi delle migliori teorie di fisica e astrofisica. Per tanto riesaminiamo e rivalutiamo l’attuale ipotesi secondo cui gli extraterrestri o le loro sonde non si trovano in prossimità della Terra e ipotizziamo invece che potrebbero essere trovate alcune prove della loro presenza, in determinati rapporti UFO di alta qualità. Questo studio approfondisce l’ipotesi precedente secondo cui: (1) il viaggio interstellare da parte di civiltà avanzate non esula a priori dai principi della fisica e, quindi, potrebbe essere fattibile, e (2) che tali avanzate civiltà potrebbero preferire la ricerca della conoscenza da specie incontaminate piuttosto che una comunicazione diretta tra specie, e di conseguenza scegliere un apparente occultamento della loro presenza.

Questo articolo è stato pubblicato dal Journal of the British Interplanetary Society, vol. 58, pp.43-50, 2005 – vedere il sito: http://www.ufoskeptic.org/ e per la versione originale: http://www.bis-space.com/
Traduzione a cura di Lavinia Pallotta.
Buona lettura.


Introduzione

La domanda sempre ricorrente sul perché sembra che la Terra non sia stata visitata da extraterrestri (ET) ha dato vita a numerose discussioni sul tema del “Paradosso di Fermi”. Il problema nacque come battuta di Enrico Fermi ai suoi colleghi dopo pranzo, un giorno del 1950 a Los Alamos. Se ipotizziamo l’esistenza di solo un’altra o molte civiltà aliene nella Via Lattea della nostra galassia, e se ipotizziamo la colonizzazione che implica il viaggio interstellare vicino alla velocità della luce o molto meno, il modello di diffusione prevede la colonizzazione o almeno la visita di tutti i pianeti abitabili della galassia nella scala temporale di decine milioni di anni, molto meno rispetto agli approssimativi 13 x 109 anni di età della galassia stessa. Da qui il paradosso: dove sono tutti [1]? Possibilità teoriche sconosciute a Fermi, oggi rendono persino più forte il paradosso. Ora si può congetturare razionalmente riguardo le prospettive presentate dagli universi paralleli a membrana [ovvero la “teoria M-brane”, 2]. Pertanto, se l’esistenza di un universo multi-dimensionale come si deduce dalle teorie delle superstringhe e della M-brane è corretta, potrebbero esserci universi abitati a minuscole distanze ortogonali dal nostro. Inoltre, il ragionamento antropico è stato recentemente applicato alla teoria dell’inflazione, per arrivare ancora una volta alla conclusione che dovremmo trovarci all’interno di una più vasta civiltà galattica [3]. Mentre una volta, la soluzione al paradosso di Fermi “Siamo soli” era l’unica apparentemente valida, oggi risulta incompatibile con l’assunto dell’auto-campionamento casuale e dell’universo infinito, coerente con la teoria dell’inflazione. Ci troviamo così nella curiosa posizione per cui l’attuale teoria cosmologica prevede che si dovrebbe avere esperienza di visite extraterrestri. Allo stesso tempo, le attuali fisica e astrofisica suggeriscono che tali visite possano non essere impossibili come si credeva.

Recenti progressi scientifici
In recenti scoperte astronomiche, sono stati catalogati oltre 100 esopianeti, con la sensibilità di localizzazione ora aumentata al punto che, ad esempio, un pianeta delle dimensioni di Giove si è dedotto si trovasse in un’orbita simile a quella di Giove, attorno ad una stella simile al Sole [4]. Nel campo dell’esobiologia, molte recenti attività suggeriscono che alcuni degli elementi fondamentali per la vita possano avere origine nello spazio come anche essere trasportati dai meteoriti [5-6]. La possibilità di una diffusa panspermia ha ricevuto nuovo impeto [7-8]. Tali studi e scoperte rendono plausibile l’ipotesi che ci sia vita intelligente altrove, nell’universo. Questo, naturalmente, è il postulato fondamentale formulato dai sostenitori del SETI, Search For Extraterrestrial Intelligence, che usa mezzi di localizzazione ottici o a microonde. L’ipotesi extraterrestre (ETH), secondo la quale la vita intelligente proveniente da “altrove” nell’universo potrebbe stare facendo visita alla Terra, è diventata meno inverosimile attraverso la tesi secondi cui il limite della velocità della luce – “loro non possono giungere fin qui da là” – non è così limitante come ipotizzato in precedenza. Questo limite vede la propria origine nella teoria speciale della relatività, che non mettiamo in discussione. Ad ogni modo, nel contesto della relatività generale (GR) ci sono tre approcci che potrebbero permettere di by-passare legittimamente tale limite, data una conoscenza sufficientemente avanzata (forse di milioni di anni) di fisica e tecnologia.

Un approccio diffuso da Thorne e Sagan riguarda la possibilità di wormhole, o cunicoli cosmici, una specie di scorciatoia attraverso la metrica dello spazio-tempo [9]. Usando la GR standard come base, sono stati ricavati e pubblicati nella letteratura scientifica alcuni requisiti matematici per wormhole attraversabili e sembra ci sia la possibilità di progettare una metrica wormhole, almeno in linea di principio [10]. Un secondo, più recente approccio, pubblicato nella letteratura sulla GR, è stato denominato la “Warp Drive di Alcubierre” [11-12]. A differenza del limite della velocità della luce nello spazio, non c’è limite alla velocità alla quale lo spazio può espandersi. Più veloce della luce [FTL] il movimento relativo fa parte della teoria dell’inflazione e, presumibilmente, l’universo al di là della distanza Hubble si sta allontanando da noi più veloce di c. Si è visto che un’astronave contenuta in un volume di spazio Minkowski potrebbe, in teoria, fare uso di espansione FTL dello spazio-tempo retrostante e una simile contrazione antistante, con il superamento dell’inconveniente della dilatazione temporale e di impreviste accelerazioni. Un simile approccio implica la costruzione di un “tubo di Krasnikov” [13] per collegare spazialmente luoghi remoti. Naturalmente, sarebbe necessaria, in entrambi i casi, la cosiddetta materia esotica. Se la GR fosse da reinterpretare in termini di un vacuum polarizzabile, come inizialmente proposto da Dicke [14], questo aprirebbe la possibilità a un diverso tipo di ingegneria metrica in cui le proprietà dielettriche del vacuum potrebbero venire alterate in modo tale da aumentare la velocità della propagazione locale della luce. In effetti si starebbe creando un indice locale di rifrazione inferiore all’unità [15]. In ultimo, c’è la possibilità teorica di fare uso delle dimensionalità supplementari della teoria delle superstringhe e M-brane, per trasferirsi in universi paralleli, dove il limite della velocità della luce potrebbe essere piuttosto diverso, e rientrare nel nostro universo, nel luogo desiderato. Questa è di gran lunga la possibilità più speculativa.

Chiaramente, quando si raggiunge la progettazione di soluzioni warp drive o wormhole, emergono ostacoli apparentemente insormontabili, come insostenibili necessità energetiche [16] o il bisogno di materia esotica [17]. Così, per avere successo, si dovrà contare su qualche ancora imprevisto progresso, sul quale possiamo solo speculare, come una tecnologia capace di unificare fluttuazioni del vacuum altrimenti casuali [18]. Ciononostante, la possibilità di viaggi interstellari a tempo ridotto, da parte di civiltà extraterrestri (ET) avanzate non è, come potrebbe sostenere qualche ingenua considerazione, fondamentalmente esclusa dai principi di fisica attualmente conosciuti. La conoscenza ET dell’universo fisico potrebbe comprendere nuovi principi che permetterebbero qualche forma di viaggio FTL. Questa possibilità deve essere presa sul serio, poiché l’età media delle stelle adatte nella “zona abitabile della galassia”, nella quale anche la Terra è situata, si è scoperto essere circa 109 anni maggiore del sole [19], suggerendo la possibilità di civiltà estremamente avanzate oltre alla nostra. Ci sono altre ragioni per cui la soluzione al paradosso di Fermi “Siamo soli” forse dovrebbe essere messa da parte a favore della ETH. Una soluzione che si preferiva, in precedenza, secondo la quale la biogenesi è un evento estremamente raro in concomitanza sia con la panspermia che il viaggio interstellare impraticabile [1], è ora scarsamente plausibile alla luce delle considerazioni cosmologiche già discusse. La ETH sembra essere la soluzione rimasta più proponibile, là dove “ET” viene interpretato in senso generale di non-terrestre, che possa comprendere realtà extradimensionali, come nella teoria delle superstringhe e del M-brane. Date la scienza e la tecnologia ET estremamente avanzate, che ci si aspetta in civiltà considerevolmente più antiche, assieme ai molti rapporti d’osservazioni sin dalla Seconda Guerra Mondiale, di tecnologie altamente avanzate che sembrano operare a piacere nei cieli terrestri, è logico cercare prove di visite ET in almeno una frazione degli attuali rapporti inspiegabili a cui si fa comunemente riferimento come “avvistamenti UFO”. Potrebbe derivare riluttanza a farlo, dal nostro fallimento nel renderci conto che sono state fatte osservazioni di visite ET “genuine”. Questo approccio, che seguiamo qui, esplora la possibilità che “apparteniamo effettivamente ad una grande civiltà, ma ne siamo inconsapevoli” [3].

La risposta dell’Aeronautica Militare (1947-1969)
Rapporti di oggetti sconosciuti nei cieli, che parevano qualche tipo di velivolo e che si esibivano in manovre straordinarie, vennero resi pubblici, per la prima volta, nel 1947. Il primo avvistamento di dominio pubblico si verificò il 24 giugno di quell’anno, dopodiché si verificarono molte centinaia di avvistamenti nei mesi seguenti. Il fenomeno continua tuttora [20-24]. In principio l’aeronautica militare USA raccolse i resoconti degli avvistamenti per analizzarli nell’operazione Project Sign (1948-1949). A questo seguirono il Project Grudge (1949-1952) e il Project Blue Book (1952-1969) [20,25]. Un 20% degli avvistamenti del Project Blue Book, dal 1953 al 1965 restò inspiegato, se viene inclusa la loro categoria “dati insufficienti” [22]. Il Battelle Memorial Institute (BMI; Colombo, Ohio) ha scoperto nel suo studio di 3.201 rapporti dal 1947 al 1952, che la percentuale di unknown [sconosciuti, nda] (avvistamenti inspiegabili) aumentava con l’aumentare della qualità delle informazioni sull’avvistamento e l’affidabilità degli osservatori [21]. Una percentuale sorprendentemente alta, il 30% degli avvistamenti civili e un ancor più sorprendente 38% degli avvistamenti militari, valutati di eccellente qualità, venne catalogato come sconosciuto. D’altra parte, solo il 15% circa degli avvistamenti civili e il 20% di quelli militari, valutati scadenti, era unknown. L’aumentare nella percentuale di sconosciuti con l’aumentare della qualità dei resoconti è un risultato inaspettato se gli avvistamenti fossero tutti spiegabili come errori (errori di corretta identificazione del fenomeno avvistato) sia da parte dell’osservatore/i o da parte degli scienziati che hanno analizzato gli avvistamenti. In questa raccolta di 3.201 avvistamenti nessuno è stato classificato come bufala e solo l’1,5% è stato classificato come causato da effetti psicologici. Questo risultato, scoperto nello studio del BMI durato diversi anni, confuta l’affermazione, fatta nel Condon Report [22] secondo la quale i rapporti UFO provengono da “individui meno informati” che “non sono necessariamente affidabili”. Vale la pena di notare che Condon ebbe accesso ai risultati dello studio del BMI, ma non si fa alcun riferimento ad esso nel Condon Report. Il Project Blue Book terminò nel 1969 con il Condon Report, promosso dal governo [22]. Nella sezione di apertura del Report, il suo direttore concluse che, dopo anni d’indagine, l’aeronautica statunitense non aveva trovato niente di realmente nuovo – nulla che supportasse ipotesi di una nuova fisica o l’ETH – e ulteriori indagini non avrebbero probabilmente trovato niente di veramente nuovo nel futuro. Il Report consigliava che l’aeronautica terminasse il suo progetto d’indagine, cosa che fece alla fine del 1969.

Il Condon Report (1968)

Verso la fine degli anni ’60, l’aeronautica statunitense stipulò un contratto con l’Università del Colorado per intraprendere uno studio scientifico delle prove concernenti il fenomeno UFO. Il direttore del progetto fu il Prof. Edward U. Condon, fisico rinomato ed influente che non fece segreto della sua opinione, sin dall’inizio, secondo la quale nessuna prova significativa di visite extraterrestri fosse passibile di risultato. Lo studio fu relativamente breve (2 anni) ed ebbe un budget notevolmente basso (app. $500 K) per un serio studio scientifico. Quando venne divulgato il Condon Report, nel 1968, la comunità scientifica americana accettò le sue conclusioni apparentemente negative, riguardo le prove di visite extraterrestri, in modo generalmente acritico e, per alcuni versi, persino in modo entusiasta, poiché offriva una fine ad una situazione problematica. Seguì un avvallo al Report da parte della National Academy of Sciences, in seguito ad un insolitamente rapido riesame e l’aeronautica usò prontamente il Report come giustificazione per terminare ogni ulteriore coinvolgimento pubblico a riguardo. La conclusione negativa del Report è, comunque, più apparente che reale, perché c’è una sostanziale discrepanza tra la conclusione nel “Summary of the Study” scritto da Condon singolarmente, e la conclusione che si può ragionevolmente trarre dalle prove presentate nel corpo principale del Report. Tale dicotomia fu possibile perché lo studio era un progetto sul quale Condon, il direttore, aveva l’unica autorità; non era il lavoro di un comitato i cui membri avrebbero dovuto raggiungere una qualche conclusione comune. Un’analisi del Condon Report fatta da Sturrock [26] descrive dettagliatamente i molti contrasti tra lo sprezzante sommario di Condon e i dati reali. Dato il migliaio di pagine di lunghezza del Report, si può tranquillamente ipotizzare che ben pochi nella comunità scientifica avrebbero sacrificato il tempo necessario per leggere l’intero documento. L’impatto del Report fu, così, prevalentemente dovuto ad una speculazione da parte di Condon, sulla propria prestigiosa reputazione scientifica per far accettare le sue opinioni come rappresentanti l’apparente risultato di un’indagine scientifica. In verità, come documenta Sturrock, Condon non prese parte alle indagini e manifestò la conclusione che intendeva trarre, ben prima che i dati fossero opportunamente esaminati, un approccio tutt’altro che scientifico.

La parte del Condon Report contenente le analisi degli avvistamenti, non conferma il “Summary of the Study” scritto da Condon [26]. Molti degli eventi presentati nella sezione Casi Studiati, rientrano nella categoria “non identificati” di UFO, per la quale la definizione del Report fu, in sostanza: “Uno sconcertante stimolo per il rapporto di qualcosa visto nel cielo o atterrato al suolo che non è stato possibile identificare come di origine naturale”. In un dettagliato riesame di questo Report, comunque, veniva indicato che l’ ‘intero corpo del rapporto, gran parte della sua “farcitura scientifica”, non poteva essere condivisa da nessuno che lo studiasse approfonditamente, poiché esamina solo una minima parte dei rapporti UFO veramente sconcertanti, e la sua argomentazione scientifica è spesso insoddisfacente. Dei circa novanta casi che affronta specificamente, se ne riscontrano “non identificati” più di trenta’ [27]. Quattro di questi, rianalizzati e riportati in dettaglio al AAAS Symposium del 1996, mostrarono come non sia stato scientifico l’esame del Condon Report a riguardo; la rianalisi è tuttora inconfutata. Pertanto non possiamo trovarci d’accordo con l’affermazione del Condon Report secondo cui il fenomeno non fornisce nuovi spunti d’indagine per la scienza, dato che molti avvistamenti vennero lasciati inspiegati. Inoltre, in molti dei casi che il Report affermò di aver identificato, tale risultato fu raggiunto meramente supponendo che i testimoni avessero visto qualcosa di diverso nel dettaglio rispetto a ciò che avevano riportato. E ancora, un comitato del American Institute of Aeronautics and Astronautics, nel 1971, trovò “difficile ignorare il piccolo residuo di casi ben documentati ma inspiegabili che costituisce il nocciolo duro della controversia UFO” [28]. E’ evidente che il Condon Report venne lasciato in uno stato insoddisfacente [20, 24-26, 29-30]. La conclusione principale del gruppo Condon eluse la questione fondamentale, il fallimento nello spiegare ogni avvistamento, sostenendo: “La prova presentata riguardo gli oggetti volanti non identificati non fornisce indizi che tali fenomeni costituiscano una diretta minaccia fisica alla sicurezza nazionale” [22]. Questo, comunque, non è in contrasto con una parte di rapporti inspiegati che rappresenta attuali visite ET.

E’ necessaria una ri-valutazione del Fenomeno
L’incongruenza stessa del Condon Report, assieme al rafforzamento del paradosso di Fermi grazie ai recenti sviluppi in cosmologia, fisica, astronomia e astrobiologia, non sono altro che due motivi per rivalutare il fenomeno UFO. Un altro motivo è che gli avvistamenti rilevanti non cessarono con la pubblicazione del Condon Report nel 1969. Molti avvistamenti dettagliati da allora si sono resi disponibili per analisi. Gli scienziati non dovrebbero sentirsi riluttanti a studiarli poiché il sommario esecutivo del Report affermò che “qualsiasi scienziato con adeguata formazione professionale e credenziali, che avanzasse un progetto di studio di rapporti UFO ben specifico e delineato, dovrebbe essere sostenuto”. Un esempio di avvistamenti meritevoli di studio sono quelli verificatesi il 31 dicembre 1978, oltre le coste nord-orientali del South Island, Nuova Zelanda. Vennero coinvolti numerosi canali d’informazione registrati su nastro e pellicola durante gli avvistamenti, relativi rilevamenti visivi, radar aerei e al suolo e fenomeni luminosi ripresi su pellicole a colori così come resoconti di 8 testimoni coinvolti. Analisi dei dati registrati e delle testimonianze, indicano che gli oggetti sconosciuti emananti luce intensa furono rilevati dai radar, filmati e si muovevano, apparentemente, in conseguenza dei movimenti dell’aeroplano che trasportava i testimoni. Gli avvistamenti hanno sfidato qualsiasi spiegazione ordinaria [31-32]. Alcune indagini di avvistamenti inspiegabili sono state promosse dai governi fuori gli Stati Uniti. Fin dal 1977 la French Space Agency ha intrapreso un’indagine ufficiale su rapporti UFO con il progetto GEPAN, chiamato in seguito SEPRA. Nell’ondata di avvistamenti in Belgio del 1989-90, civili e ufficiali militari cooperarono nella condivisione dei testimoni oculari, dati radar e immagini video di velivoli a forma triangolare.

Informazioni negate ora disponibili

I ricercatori del Condon non avevano completo accesso alle informazioni e alle analisi compilate precedentemente dal US Air Force Office of Intelligence (AFOIN) o a tutte le informazioni raccolte dal Project Blue Book. Molte di queste informazioni sono state divulgate negli anni a partire dal 1968. Il rilascio d’informazioni si è verificato su cinque fronti. Primo, l’aeronautica USA ha divulgato i files completi del Project Blue Book nel 1975. Tale divulgazione includeva i files precedentemente irreperibili del Air Force Office of Special Investigation (AFOSI). Secondo, il Freedom of Information Act degli Stati Uniti, che entrò in vigore a metà degli anni’70, portò al rilascio di importanti informazioni da altre agenzie (Federal Bureau of Investigation: FBI, nel 1977; Central Intelligence Agency: CIA, nel 1978, ecc…) sebbene spesso in forma censurata [23-24]. Una terza nuova fonte d’informazioni è la raccolta di rapporti e analisi precedentemente negati, intrapresa dal AFOIN verso la fine degli anni ’40 e i primi anni’50. Questa informazioni sono state divulgate negli ultimi 20 anni come conseguenza di richieste standard di declassificazione di vecchi documenti. Mostra che l’intelligence dell’aeronautica aveva concluso in forma privata, che il 5% degli avvistamenti era inspiegabile, sebbene si trattasse di resoconti apparentemente precisi, fatti da osservatori credibili, contraddicendo così l’affermazione pubblica dell’aeronautica secondo la quale tutti gli avvistamenti potevano essere spiegati. Il documento fornisce una spiegazione del perché l’intelligence dell’aeronautica disse all’FBI, nell’ agosto e di nuovo nell’ ottobre del 1952, che alcuni alti ufficiali dell’aeronautica stavano prendendo in seria considerazione la spiegazione “interplanetaria” [33]. Quarto, governi di stati fuori dagli USA, negli ultimi 25 anni, hanno divulgato importanti informazioni raccolte dalle forze armate e dalla polizia. Non soltanto il governo francese ha rilasciato documenti di avvistamenti attraverso il GEPAN e il SEPRA, ma anche il Ministero della Difesa dell’Inghilterra ha recentemente rilasciato diversi documenti. Anche i governi della Spagna e del Canada hanno divulgato documenti negli anni’70 e’80. Inoltre, alcuni governi, oltre a quello francese, hanno gruppi ufficiali d’indagine sull’argomento. Nel 1997, in seguito ad avvistamenti civili e militari, durante gli anni precedenti, l’aeronautica militare cilena costituì il Comitato per lo Studio dei Fenomeni Anomali (acronimo, CEFAA, in spagnolo) diretto da un ex generale dell’aeronautica, con sede generale nella Scuola Tecnica dell’Aeronautica di Santiago. Uno di noi (Maccabee) fu invitato in Cile nel 1999 a tenere una conferenza ad un simposio sponsorizzato dal CEFAA, per parlare degli avvistamenti. L’aeronautica peruviana costituì un gruppo simile nel 2001. Anche Brasile e Uruguay hanno gruppi d’indagine simili.

Una quinta, nuova fonte d’informazioni non reperibili o utilizzate dal gruppo Condon è costituita dai molti testimoni degli eventi nelle decadi 1940-1960 che hanno lavorato per il governo o l’esercito e dopo aver raggiunto l’età del pensionamento, si sono presentati per divulgare la loro conoscenza di prima-mano [34]. Hanno sentito che fosse più importante per i cittadini sapere cosa stava succedendo piuttosto che continuare ad obbedire alle istruzioni di mantenere il silenzio a riguardo. Una riluttanza a riportare casi UFO sorse a causa di una ridicolizzazione che, sin dagli anni’50 è stata attuata nei confronti dell’argomento. In parte è stata indotta dal gruppo Robertson della CIA del 1953, che sollecitava un programma di debunking contro la realtà del fenomeno [20, 22-23]. Il debunking è molto spesso implementato dall’autorità di una figura che sostiene, a volontà e senza intervistare i testimoni, che qualsiasi cosa venga osservata e riportata come straordinaria sia invece un errore d’identificazione o qualcosa di ordinario. Questo è svilente per i testimoni sinceri, credibili. I maggiori notiziari riportavano subito frasi sarcastiche come “omini verdi” e “appassionati di UFO”, poi gradualmente si disinteressavano all’argomento - cronisti, editori e proprietari d’aziende temono il ridicolo, giusto o ingiusto che sia, tanto quanto lo fanno politici e scienziati. Il rifiuto dell’aeronautica USA, negli anni’50 e ’60 di divulgare i dati degli avvistamenti che aveva raccolto, si aggiunse solo al problema, dal momento che le prove raccolte dal governo non erano disponibili per supportare i testimoni [33]. Il primo direttore della CIA valutò la situazione, nel 1960, come segue: “Dietro le quinte, ufficiali di alto grado dell’aeronautica sono ragionevolmente preoccupati riguardo agli UFO. Ma, attraverso il segreto ufficiale e il ridicolo, a molti cittadini viene fatto credere che gli oggetti volanti sconosciuti siano sciocchezze…per nascondere i fatti, l’aeronautica ha zittito il suo personale” [35]. Anche il Condon Report si aggiunse alla questione, dal momento che dimostrò che gli uomini di scienza potevano semplicemente affermare che i testimoni fossero in errore o disonesti, ed essere creduti dalla gran parte dei loro colleghi, sebbene non avessero prove a sostegno di tali affermazioni. Questo provocò, di conseguenza, una maggiore riluttanza da parte dei testimoni a rivelarsi. Ne consegue che “i testimoni UFO più credibili sono spesso quelli più restii a presentarsi con un resoconto del caso di cui sono stati testimoni” [27]. Questo fattore del ridicolo ha impedito a molto seri ricercatori persino di tentare di riportare le proprie scoperte sulle riviste preferite dalla maggior parte degli scienziati. Di conseguenza, una delle esortazioni fatta dal moderatore di un gruppo di scienziati, nel 1997, è che gli editori delle riviste cambino la loro politica di rifiuto nel prendere persino in seria considerazione articoli relativi al fenomeno UFO, in modo che tale difficoltà possa diminuire [36].

Ipotizzando una strategia ET
Se ammettiamo che almeno alcuni avvistamenti inspiegabili possano essere manifestazioni d’intelligenze extraterrestri, c’è anche un’altra ragione per una rivalutazione: un crescente riconoscimento, negli ultimi due decenni, che una gran parte del comportamento manifestato possa essere visto come piuttosto razionale. L’argomento riguardo il comportamento ET ha suscitato molti dibattiti con il SETI, nelle ultime tre decadi. Il SETI ha avanzato l’ipotesi che il paradosso di Fermi possa essere superato attraverso una continua e incrementata ricerca nel cielo di segnali elettromagnetici che indichino comunicazioni ET [37]. Sono state avanzate diverse possibili ragioni per il mancato successo sino ad oggi [1, 37-38]. Sin dagli anni ’70 anche i sostenitori di una celata presenza ET nelle vicinanze, hanno avanzato le loro ipotesi o scenari. Essi rifiutano come improbabile l’ipotesi che gli ET che viaggiano nello spazio siano governati dai più malvagi ed aggressivi della loro specie – un’ipotesi la cui conseguenza sarebbe che non sopravviveremmo come una civiltà in libero sviluppo in una galassia completamente colonizzata ed esplorata. Gli ottimisti del contatto, invece, ipotizzano che molti gruppi avanzati di ET siano, almeno, etici quanto noi, ancora preoccupati della loro sicurezza ed incolumità. La motivazione degli ET per il viaggio spaziale potrebbe essere l’aumento delle loro conoscenze attraverso l’esplorazione dello spazio piuttosto che la colonizzazione e la ricerca di dominio [39]. Quest’ipotesi è stata formulata relativamente al perché simili ET pur essendo consapevoli della nostra presenza non ci abbiano ancora contattato apertamente. Tra queste ci sono le ipotesi dello zoo, dell’asilo, della quarantena e dell’embargo [1,38,40-42]. La maggior parte presuppone che gli ET coinvolti ci abbiano osservato di frequente in “semi-segreto” e abbiano concluso che non siamo ancora né abbastanza maturi per un contatto aperto, né preparati a questo, perché ogni contatto palese e inaspettato potrebbe causare chaos sociale e crollo di governi. Viene anche postulato che l’interferenza ET con la nostra società ne arresterebbe prematuramente il continuo sviluppo, se dovesse verificarsi prima che le nostre conoscenze fossero progredite al punto da permetterci di capire da dove gli alieni potrebbero provenire e quanto potrebbe essere il loro vantaggio rispetto a noi [39]. Una seria incongruenza in questo ragionamento, comunque, è che il mantenere una totale segretezza ET nei confronti della Terra e del sistema solare porterebbe comunque al chaos sociale nel momento in cui la segretezza o l’embargo fossero finalmente tolti, amenoché gli ET portassero avanti un programma di graduale divulgazione – un embargo “debole” [1,43]. Sebbene l’ipotesi dello zoo o dell’embargo non siano verificabili, quella dell’embargo debole potrebbe esserlo se prendessimo in considerazione la prova UFO. Molte di queste prove sembrano costituire appunto una falla di questo tipo nell’embargo: un programma di istruzione popolare nella forma del fenomeno, che è in opera sin dal 1947, se non prima.

Molti avvistamenti sono stati di una natura tale da attirare l’attenzione sui loro velivoli e far sapere a isolati gruppi di testimoni che i loro occupanti sono consapevoli di noi [24, 44]. Una categoria chiave di tali casi riguarda i resoconti in cui persone con un veicolo in marcia diventano drammaticamente testimoni di un oggetto che li segue sebbene la loro automobile o velivolo faccia manovre che escludono l’avvistamento di oggetti astronomici o di altra normalità, come spiegazione. Similmente, in un certo numero di casi di aereo l’oggetto sconosciuto, che stava o seguendo il velivolo o facendosi vedere da esso, è stato rilevato dai radar come anche visivamente [23-25,27]. Anche l’apparenza straordinaria dell’oggetto, la manovrabilità e la spesso casuale interferenza col sistema elettrico del veicolo, evadono da spiegazioni ordinarie [23-25]. Il fatto è che, per quanto avvistamenti individuali, localizzati e generalmente brevi possano aver fornito prove sufficienti da convincere l’osservatore e gli analisti di avvistamenti, sin da quando cominciarono gli avvistamenti segnalati in lungo e in largo nel 1947, nessun caso ha persistito in un luogo importante un numero di ore sufficiente in una volta sola, o dimostrato le sue abilità ad abbastanza testimoni contemporaneamente, da far riunire i media e pubblicizzarlo al mondo. Né hanno lasciato abbastanza prove per essere completamente convincenti per molti scienziati [25]. Sospettiamo che questo cauto comportamento possa non essere casuale. Per metterla in un altro modo, dal punto di vista dei ricercatori che studiano questi fenomeni, incontri ravvicinati individuali e altri avvistamenti, possono essere molto intrusivi e palesi. Ad ogni modo, dal punto di vista della comunità scientifica e della società nel suo insieme, non è questo il caso, per via della relativa esiguità in termini di tempo e spazio di avvistamenti convincenti, a causa del limitato numero di testimoni nella maggior parte dei casi. La conclusione è che, non fornendo prove sufficienti da rendere completamente ovvia la loro realtà agli scienziati e alla società in generale, gli ET stiano seguendo una strategia o programma che eviti di provocare shock catastrofici alla società nel suo insieme, che qualsiasi contatto palese potrebbe causare, preparandoci nel frattempo, ad un eventuale contatto di questo tipo. Questo potrebbe dirci qualcosa sul loro livello etico. Il prospettare un determinato livello etico degli ET non è una novità; venne ipotizzato, nel 1981, che progrediti ET potessero osservare un Codice Galattico che imporrebbe loro di trattare civiltà in evoluzione, con prudenza [1,45]. Un tale standard di comportamento è coerente con la realtà del fenomeno UFO e con il fatto che né negli ultimi 56 anni, né nei passati millenni siamo stati colonizzati, conquistati o sterminati, né la società è stata traumatizzata da alcuni ET e dalle loro talvolta ipotizzate sonde [1, 41]. E’ coerente anche con il fallimento dei gruppi d’indagine nel cercare di scoprire se gli UFO costituissero qualche diretta minaccia alla sicurezza nazionale. D’altra parte, sembra fin troppo evidente che gli ET non siano intervenuti nelle faccende terrestri in alcun modo benevolo che avrebbe prevenuto guerre umane, carestia e malattia. Infatti, esistono molti casi in cui i testimoni, troppo vicini, sono stati feriti o lesionati. Esistono, comunque, altri casi in cui un testimone è stato guarito da qualche ferita o condizione medica [46]. Tutto questo suggerisce che le interazioni ET con gli esseri umani si basino su un generale livello di benevolente etica neutrale.

Conclusioni

Nonostante il fenomeno UFO continui ancora oggi da più di due generazioni, l’enorme vantaggio tecnologico dei presunti ET si presenterebbe ancora come un grande shock per molti scienziati così come anche cittadini, come ha indicato il Brooking Report [47]. Potrebbe essere così grande da sfidare seriamente la nostra realtà consensuale, un pericolo non insignificante. L’essere impotenti nei confronti della loro presunta potenzialità e vantaggio evolutivo potrebbe non essere in gran parte ben accetto, e non sarebbe una sorpresa il fatto che la scienza avrebbe difficoltà ad accettare la situazione [48]. Ciononostante, la realtà del fenomeno e il fatto di essere stati scoperti già da tempo da ET progrediti ora può risultare più probabile della soluzione al paradosso di Fermi attraverso la non esistenza di ET avanzati o la loro incapacità di esplorare o colonizzare la galassia. Pertanto è necessaria un’aperta ricerca scientifica a riguardo, con una particolare attenzione verso i resoconti UFO di alta qualità, che sembrano mostrare indizi di coinvolgimento d’intelligenza e strategia ET.

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44. R. Haines, “CE-5 Close Encounters of the Fifth Kind”, Saucerbooks, Naperville, illinois, 1998.
45. W. I. Newman e C. Sagan, “Galactic civilizations: Population dynamics and interstellar diffusion”, Icarus, 46, p. 293, 1981.
46. P. E. Dennett e C. Dennett, “UFO Healings”, Granite Publishing Group, Columbus, North Carolina, 1996.
47. U.S. House of Representatives report No 242, “Proposed Studies on the Implications of Peaceful Space Activities for Human Affairs”, 1961.
48. P. A. Sturrock, “Extraterrestrial intelligent life”, Q. J. R. Astron. Soc., 19, p.521, 1989.

mercoledì 9 maggio 2012

Gli alieni ostili non sono mai esistiti

Interessante riflessione dal periodico on line "contro campus". Buona lettura...

Ad occhio nudo sembrano statiche, tranquille, quasi finte. In realtà, le galassie sono in continuo movimento. Ruotano come immense girandole, ed hanno forma ellittica o a spirale. Questi mattoni fondamentali dell’universo, ospitano una serie abnorme di stelle, le quali, a loro volta spinte dalla legge d’attrazione, si muovono vorticosamente. Le galassie sono la conseguenza logicamente prevedibile di un fenomeno che prende il nome di “Clustering Gerarchico”: cioè dell’aggregazione progressiva di strutture piccole fino a formare quelle grandi.


La ViaLattea, in altre parole la struttura Galattica nella quale ci troviamo in questo preciso istante, ha una forma a spirale e comprende più di 200 miliardi di stelle. Fin dai tempi più remoti l’uomo ha coltivato la speranza di non essere solo nell’universo. Ha sperato che l’evoluzione biologica fosse un processo universale, e non un fenomeno casuale tipico del pianeta Terra. Tuttavia, l’umanità ha ben altro a cui pensare. La scienza non è ancora riuscita a determinare con precisione come si sia originata la vita sul nostro pianeta, per poter investigare su come siano andate le cose altrove.

Nel 1950, Enrico Fermi si chiedeva: Se gli extraterrestri esistono perchè non sono già qui? In effetti, alcuni scienziati hanno dimostrato che una potenziale civiltà aliena impiegherebbe dai 4 ai 50 milioni di anni per colonizzarela ViaLattea.Un’enormità di tempo, insomma. D’altro canto, sul nostro pianeta non vi sono segnali evidenti di un contatto alieno preistorico, né prove tali da suffragare le odierne tesi degli ufologi. Esistono solo una marea d’indizi, che sommati tra loro non sono sufficienti ad erigere alcunché di definito.

L’unica reale speranza potrebbe scaturire dall’accostamento tra gli angeli del passato, la cui esistenza sembra in qualche modo assodata, e gli alieni del passato, del presente e del futuro. Ma anche questa strada sembra tutt’altro che scontata. Resta, però, assodato che l’iconografia religiosa e quella aliena abbiano un’unica e sublime radice comune: il Cielo, ossia il Cosmo. Qualche tempo fa, don Giuseppe Tanzella Nitti, teologo alla Pontificia Università della Santa Croce, dichiarò: ” La fede dell’uomo nell’essere una creatura di Dio, nell’essere stato redento da Cristo e nell’essere destinato a una vita di eterna comunione con Dio, non verrebbe contraddetta da un contatto con civiltà extraterrestri. D’altronde, la tradizione ebraica e cristiana sull’esistenza degli angeli ci mostra che il senso della creazione non si gioca tutto sul rapporto fra uomo e Dio, ma resta aperto su altre creature, le quali hanno una storia di salvezza distinta da quella del genere umano”.

Al di là del bene e del male, però, nelle parole del teologo, come in quelle di qualsiasi scienziato chiamato ad esprimersi sul tema degli alieni, si scorgono i dogmi, le convenzioni, gli assiomi tipici di chi tratta un argomento del quale non v’è l’ombra di una prova. E’ proprio questo il nucleo nevralgico del problema. Se da un lato, i fedeli ebraico – cristiani hanno fondato le loro rispettive religioni sulla scorta delle rivelazioni storicamente accertate offerte dal Signore sul monte Sinai, dall’altra parte, gli ufologi hanno generato una dottrina sulla base di osservazioni, talvolta amatoriali, di oggetti luminosi e dischi volanti.

Con ciò non voglio affermare che nei nostri cieli non vi siano strani oggetti luminosi, ma semplicemente che non vi siano prove sufficienti a dimostrare la reale fondatezza della “religione ufologica”. Negli ultimi anni sono state avanzate diverse teorie. Qualcuno ha sostenuto che l’unico abitante dell’universo sia l’uomo. Qualche altro, invece, che l’uomo conviva da tempo con razze aliene dalle intenzioni egemoniche, schiaviste ed ostili. Questi ultimi sono i fantomatici teorici del complotto. Secondo loro, ogni cosa è simbolicamente generata al fin d’ordire un complotto e gli alieni ostili sarebbero in procinto di conquistarela Terra. Secondo me, invece, le loro sono pure farneticazioni. E qui di seguito vi spiego perché.

L’uomo ha avuto ed ha, tuttora, la possibilità di porsi quesiti e di avanzare teorie sull’esistenza anche grazie alla comprovata e, fino ad ora, lampante assenza di civiltà dalle intenzioni egemoniche ed ostili. Il progresso, l’evoluzione biologica delle specie terrestri e l’equilibrio del nostro Sistema Solare, non sarebbero mai esistiti se gli alieni superpotenti non lo avessero voluto. In altre parole, se davvero fossero esistiti alieni ostili in cerca di un nuovo pianeta abitabile, probabilmente, l’uomo non avrebbe mai avuto modo di evolversi al punto da porsi simili interrogativi.

Se davvero, come qualcuno sostiene, fossimo governati da civiltà aliene prive di amore e rispetto verso la natura terrestre, per quale ragione questi padri creatori avrebbero scelto di concederci il libero arbitrio, ergo la capacità di agire e di discernere il bene dal male, al posto di indurci in schiavitù? Una simile ipotesi non avrebbe alcun significato logico. Pertanto bisogna asserire l’inesistenza di alieni dalle intenzioni ostili. Se esistessero altre forme di vita intelligenti, potrebbero non essere interessate ad imbastire un dialogo con la specie umana. Oppure, potrebbero provenire da galassie tanto lontane da impiegare migliaia di anni per visitarela Terra.

Tuttavia, questo excursus vale per il passato, non per il futuro. E’ improbabile che la Terra sia stata visitata da alieni ostili, perché come detto se davvero fossero stati ostili, probabilmente l’uomo, oggi, non sarebbe esistito. E’ possibile, invece, che l’uomo del futuro venga soppiantato da civiltà egemoniche. Dunque, quel che sembra certo è che se mai gli alieni avessero visitato in passato il nostro pianeta lo avrebbero fatto in modo del tutto amichevole. Se fossero stati spinti da desideri egemonici ci avrebbero eliminato come delle mosche. Se per assurdo, invece, abitassero da sempre sul nostro pianeta, e fossero delle specie ancora sconosciute alla scienza, non dovremmo temerle, ma accettarle. Dovremmo temere ciò che non si conosce, non ciò che può e forse desidera essere conosciuto.

I fantomatici grigi, rettiliani, esseri di luce, umanoidi e chi più ne ha più ne metta, potrebbero essere dei semplici conterranei. Tuttavia, la loro reale esistenza è tutta da provare, ma in teoria se esistessero da migliaia di anni, e fossero davvero ostili perché sarebbero stati così discreti e scrupolosi da farci credere il contrario? Forse perché non esistono se non nella fantasia di qualche scrittore. Oppure perché, consapevoli della nostra inferiorità spirituale, preferiscono temporeggiare ed attendere che i tempi diventino maturi. E’ probabile, infatti, che essi ci abbiano istruiti, aiutati e forse persino creati in laboratorio. Fin dai tempi più remoti l’uomo ha saputo descrivere e raffigurare con realismo il climax della sua evoluzione.

Nei graffiti primitivi, nelle effigi delle caverne e nei quadri post medioevali, per non parlare di alcuni testi sacri, è possibile rintracciare l’essenza di un contatto, quantomeno visivo, con esseri provenienti dal cielo. Si pensi agli Elohim, agli Annunaki ed agli studi del sumerologo Zecharia Sitchin. Di particolare interesse è la teoria della “Biosfera Ombra” di Paul Davies, fisico e cosmologo di fama mondiale, nonché coordinatore del progetto Seti, che da cinquanta anni cerca di intercettare messaggi radio extraterrestri.

Davies sostiene possano esistere, sulla Terra, microrganismi dotati di meccanismi biochimici diversi da quelli noti, e pertanto d’impronta aliena. Ora la dimostrazione empirica di questa natura ibrida ed indipendente potrebbe aumentare la probabilità che anche altrove, in presenza delle componenti essenziali (carbonio, ossigeno e acqua), possano svilupparsi forme di vita microscopiche. Tuttavia, fino ad ora non è stato registrato alcun messaggio, e Davies ha avuto il tempo ed il coraggio di scrivere “Uno strano silenzio”, libro in cui continua a sostenere l’esistenza sulla Terra di batteri alieni.

Sarà vero? Ai posteri l’ardua sentenza.

Fonte: http://www.controcampus.it/2012/04/gli-alieni-ostili-non-sono-mai-esistiti/

martedì 8 maggio 2012

Studio aperto: Edgar Mitchell su Roswell

Non è la prima volta che Mitchell esterna dichiarazioni di questo tipo, tra l’altro sono cose già risapute in ufologia, ma sentirle dire da Edgar Mitchell, astronauta classe 1930, sesto uomo a poggiare il suo piede sulla Luna durante la missione Apollo 14.
Mitchell ha più volte sostenuto la realtà extraterrestre dell’origine degli oggetti volanti non identificati, sbilanciandosi sulla vita aliena. A questo indirizzo trovate un articolo de La Stampa a proposito di questo argomento, da cui estraiamo quanto segue:

«Gli alieni sono “amichevoli, piccoli e dai grandi occhi”, ha spiegato il 77enne Mitchell, sottolineando con logica inappuntabile come “se fossero ostili, no saremmo più qui”; “Avrete visto qualche disegno di queste piccole creature che ci paiono strane: da quel che so dalle mie fonti che sono state in contatto, sono abbastanza fedeli”.

Il fenomeno degli Ufo è reale, continua Mitchell, anche se “è stato tenuto segreto da tutti i nostri governi per gli ultimi sessant’anni, ma poco a poco le notizie sono filtrate e alcuni di noi hanno avuto il privilegio di essere informati”: l’ex astronauta ha spiegato infatti di essere venuto a conoscenza della questione nel corso della sua carriera alla Nasa.





Fonte: http://noiegliextraterrestri.blogspot.it/2012/05/studio-aperto-edgar-mitchell-su-roswell.html#more

venerdì 4 maggio 2012

giovedì 3 maggio 2012

L'Attesa

L’argomento sull’esistenza di esseri intelligenti non umani in grado di affiancare e dirigere la nostra storia non può essere eluso. La pressione dei media è fortissima e ad essa si accompagna la pressione politica, religiosa e scientifica che induce a riflettere sulla possibilità che un contatto con esseri alieni provenienti dallo spazio sia imminente e pericoloso. In un gigantesco scenario di verità velate e falsità esibite è davvero difficile districarsi, ma ancor più difficile è distogliere l’attenzione da istanze cruciali e non oltre rimandabili.

Non so quale sia lo stato dei fatti e non so se ci troviamo di fronte solo ad un’operazione psicologica di massa ben organizzata, so solo che alcuni presidenti degli Stati uniti d’America ed altri altissimi funzionari hanno parlato esplicitamente di incontri possibili con razze extraterrestri. Al loro coro si sono aggiunti notissimi scienziati, militari, ex astronauti, astronomi gesuiti, politici di ogni dove che, da un lato diffondono una notizia sottesa e dall’altro mettono in guardia dai possibili pericoli derivanti da tale inatteso contatto.




L’atmosfera è sospesa e sembra che tutto conduca ad una sorta di fibrillazione dei tempi in grado di svelarci infine l’arcano, il segreto dei segreti, di fronte al quale nulla avrebbe più il valore di ciò che era prima. Il bivio è vicino e non più rimandabile. Se davvero la possibilità di un incontro è prossima allora la tensione emotiva potrebbe giungere al parossismo mentre non sarebbe possibile dilazionarla ancora se si trattasse di una messinscena planetaria. Siamo stati destinati ad incarnare il ruolo di testimoni in un tempo cruciale? La legna alla pira è giunta alla vetta e l’accensione del fuoco è prossima.

Il sospetto che si tratti solo di un’operazione artificiosa coltivata nei decenni precedenti è fortissima. Letteratura, fumetti e poi cinema e televisione hanno diffuso per decenni una sorta di consapevolezza inconscia dell’imminenza di contatti extraumani. Riletture interessanti anche se forzatamente limitate della nostra storia passata hanno costituito un’ipoteca indissolubile con gli interrogativi primordiali. Grande assente la scienza accademica ed ufficiale che, diretta in modo fascista e miope, non è riuscita ad incarnare una forma di pensiero credibile ma si è auto ghettizzata in una torre d’avorio chiusa e stantia.

Che lo auspichiate o meno, l’argomento alieno è ineludibile. Catalizza la nostra attenzione soprattutto perché non siamo riusciti a concepire altrimenti la nostra genesi e comprendere noi stessi. Un’attesa messianica è il nostro mantra dei mesi a venire, cantilenato con fini autoipnotici. Il cielo trasfigurato in modo formidabile dalle scie chimiche assomiglia all’aratura prima della semina, preludio all’epifania di un germoglio sinistro. Il bagliore polimerico e metallico dei riflessi dei raggi solari rimanda al grande schermo pronto per essere inciso dalla punta di un cesello laser. Il tutto accade, non a caso, in un momento nel quale è impossibile la fuga, materiale e spirituale, dalle nostre incombenze che assumono sempre più le sembianze di condanne imperiture di sapore biblico.

Il terribile Dio delle scritture minaccia il duro lavoro imperituro e le sostanze neurotossiche disperse nell’aria nei suoli e nelle acque abituano all’idea che per protestare contro uno stato dittatoriale ed ingiusto sia necessario suicidarsi invece che organizzarsi e prendere la Bastiglia. Cadono specie animali e gruppi umani; una selezione cruenta è in corso anche se il sangue non si vedrà perché un velo asettico ricopre gli aspetti più deleteri di questa palingenesi acrilica.

Il cambiamento più terrifico è quello che si attua in modo impercettibile. Non di eventi memorabili saremo forse spettatori ma della definitiva trasmutazione coatta della nostra materia, del nostro linguaggio di base, dei nostri sogni e pensieri. Una sovversione silente verso un nulla disperante, un dolce sonno avvilente, un purgatorio senza speme. Il rischio di vivere in uno stato di continue paure immotivate è questo: un’abitudine al non senso. Per fortuna ci viene incontro la parte migliore della nostra storia ed il vero senso ultimo delle arti, tenere sveglia la parte migliore di noi stessi, quella che tentano in ogni modo di seppellire per sempre.


Fonte: http://freeskies.over-blog.com/

mercoledì 2 maggio 2012

John Edward Mack e le Abduction

Questo post è un interessante scorcio sulla vita e il lavoro di J.E. Mack. Buona lettura...





John Edward Mack (New York, 10 aprile 1929 – Londra, 27 settembre 2004). Mack era uno psichiatra statunitense, scrittore, e professore della Harvard Medical School. Ha ricevuto il Premio Pulitzer per le biografie, e progressivamente è diventato una delle maggiori autorità sugli effetti spirituali e/o comportamentali su alcuni pazienti che sostengono di aver subito esperienze di rapimento alieno.
Inizi della carriera:


Nato a New York City, John Mack si laurea in medicina nella Harvard Medical School (Cum Laude, 1955) dopo aver eseguito studi superiori nell’Oberlin College (Phi Beta Kappa, 1951). Si specializzò nella Boston Psychoanalytic Society and Institute e ricevette un certificato che gli consentiva di praticare la psicoanalisi su adulti e minorenni.

Il tema conduttore della sua vita di lavoro è stata l’esplorazione di come le personali percezioni del mondo possono alterare le proprie relazioni. Mack affronta la questione della “visione del mondo” a livello individuale nelle sue prime esplorazioni cliniche dei sogni, degli incubi e del suicidio nell’adolescenza, e nel libro A Prince of Our Disorder, esegue uno studio biografico della vita dell’ufficiale britannico Thomas Edward Lawrence, lavoro per il quale nel 1977 riceve il Pulitzer Prize for Biography.
Fenomeno delle abduction:

Questo tema delle percezioni personali viene portato ad un estremo controverso negli anni novanta quando Mack inizia uno studio pluri-decennale su 200 donne e uomini che riferivano esperienze di abduction da parte di supposte creature aliene. Questo incontri sono stati riferiti almeno sin dagli anni cinquanta (la prima storia riferita da Antonio Villas Boas), che hanno ricevuto un’attenzione dal mondo accademico, ad esempio da specialisti come il Dr. R. Leo Sprinkle, tra i primi ad occuparsi di questi studi negli anni sessanta. John Edward Mack, rimane comunque la più stimata autorità accademica che abbia studiato questa faccenda. All’inizio Mack sospettava che quelle persone soffrissero di qualche disturbo mentale, ma dopo un attento esame, si rese contro che nessuna patologia ovvia era presente nelle persone che intervistava, aumentando ulteriormente il suo interesse. Seguendo l’incoraggiamento del suo amico di vecchia data Thomas Kuhn, che prediceva che l’argomento poteva destare molte controversie, ma che si poteva portare avanti l’indagine se Mack si limitava a raccogliere i dati e ad ignorare le prevalenti interpretazioni materialistiche, dualiste e l’analisi basata sul distinguo “è questo oppure è quello” (“either/or” analysis), Mack cominciò ad organizzare studi e interviste. Molti tra i pazienti da lui intervistati riferirono che i loro incontri avevano cambiato il modo di rapportarsi al mondo, che includeva il sentirsi in un elevato sentimento di spiritualità e di preoccupazione ambientalista.

Mack era piuttosto guardingo nelle sue investigazioni e interpretazioni del fenomeno delle abduction rispetto ai primi ricercatori che si occuparono della materia. Il professore di letteratura Terry Matheson scriveva che “Tutto sommato, Mack presenta il resoconto più ragionevole che si possa trovare al momento, almeno mentre questi racconti di abduction procedevano.” (Matheson, 251) In un’intervista senza data, il Dr. Jeffrey Mishlove dichiarò che Mack sembrava “propenso a dare a questi rapporti di [abduction] un qualche valore”. Mack replicò dicendo:
« Face value I wouldn’t say. I take them seriously. I don’t have a way to account for them. »

(John Edward Mack)
« Io non direi di dargli un valore facciale. Io li prendo seriamente. Non ho alcun mezzo per poterli valutare accuratamente. »

(John Edward Mack)

In modo simile, la BBC disse che John Mack aveva affermato:
« I would never say, yes, there are aliens taking people. [But] I would say there is a compelling powerful phenomenon here that I can’t account for in any other way, that’s mysterious. Yet I can’t know what it is but it seems to me that it invites a deeper, further inquiry. »

(John Edward Mack)
« Io non direi mai, si, vi sono alieni che sequestrano la gente. [Ma] Io direi che qui c’è un interessante e potente fenomeno, che non posso spiegare in altro modo, che è misterioso. Si, Io non posso sapere di cosa si tratta esattamente ma mi sembra che meriti un’inchiesta ulteriore più approfondita. »

(John Edward Mack)

Mack faceva notare che esiste una storia mondiale di esperienze visionarie, specialmente nelle società pre-industriali. Un esempio è la ricerca di visioni mistiche comune a molte culture dei nativi americani. Mack mette in rilievo che soltanto recentemente nella cultura occidentale, questi eventi visionari o di estasi sono stati interpretati come aberrazioni o addirittura come malattia mentale. Mack suggerisce che i racconti di abduction possano essere inquadrati meglio come parte della più vasta e antica tradizione delle esperienze di incontro con santi (nella tradizione cristiana) o con divinità (nella tradizione dei pagani). Il suo interesse negli aspetti spirituali o trasformazionali degli incontri delle persone con alieni, e la sua proposta che l’esperienza di contatto alieno possa essere in sé più trascendente (immateriale) che fisica in natura—ma nonostante questo assolutamente reale— fatto che progressivamente lo distinse da molti dei suoi contemporanei, come Budd Hopkins, che sosteneva la realtà fisica degli alieni.

In seguito il suo interesse si estese alla considerazione generale dei meriti di una nozione espansa della realtà, una nozione che consenta esperienze che possono anche non inquadrarsi nel paradigma occidentale del materialismo, ma che comunque cambiano profondamente la vita delle persone. Il suo secondo libro sulle esperienze di incontro con gli alieni, Passport to the Cosmos: Human Transformation and Alien Encounters (1999), era piuttosto un trattato filosofico che collegava i temi della spiritualità e i punti di vista mondiali moderni, costituendo il culmine del suo lavoro con gli “experiencers”, le persone che hanno vissuto l’incontro con gli alieni, tema centrale al quale è dedicato il libro.
Sottoposto a giudizio professionale dall’Università di Harvard:

Nel 1994, il Decano della Harvard Medical School nominò un comitato paritario (peer review) per indagare sulle pratiche mediche e investigazioni cliniche delle persone che hanno raccontato i loro “incontri alieni” al Dr. Mack (alcuni di questi casi sono stati descritti nel libro Abduction, scritto da Mack nel 1994). Nello stesso articolo della BBC sopracitato, Angela Hind scrive, “Si tratta della prima volta nella storia di Harvard nel quale un professore ordinario viene sottoposto a questo tipo di inchiesta.” Mack descrisse l’investigazione come “kafkiana”: non venne mai informato molto dello status dell’indagine in corso, la natura delle lamentele dei suoi critici cambiava frequentemente, e la maggior parte delle loro accuse si dimostrarono prive di fondamento quando sottoposte a stretto scrutinio.

Dopo 14 mesi di inchiesta, vi erano crescenti interrogativi da parte della comunità accademica (includendo il professore di Legge di Harvard Alan Dershowitz) riguardo alla validità dell’investigazione di un professore ordinario di Harvard che non era sospettato di violazioni dell’etica o di cattiva condotta professionale. Harvard allora pubblicò una dichiarazione nella quale il Decano “riaffermava la libertà accademica del Dr. Mack per studiare qualsivoglia argomento correlato alla psichiatria e per poter formulare le sue opinioni senza impedimento,” concludendo che il “Dr. Mack rimane un membro prominente della Facoltà di Medicina di Harvard.” (Mack venne sottoposto a censura per alcuni errori metodologici.) Ricevette ausilio legale da Roderick MacLeish e da Daniel Sheehan, e il sostegno economico di en:Laurance Rockefeller, che inoltre finanziò il centro di ricerche di Mack per quattro anni consecutivi, per una cifra di 250.000 $/anno.



IL FENOMENO ALIEN ABDUCTION


Fonte: Traduzione della pagina originale pubblicata in www.ufoevidence.org a cura di rapimentialieni

Sebbene in questi ultimi 25 anni migliaia di individui in tutti gli Stati Uniti e in altri paesi hanno riferito esperienze di abduction sia ai ricercatori sugli UFO sia a professionisti della salute mentale, il fenomeno sembra essere più esteso di quanto ci si potesse aspettare. Un sondaggio ad opera della organizzazione Roper incentrato su “strani eventi” condotta tra il luglio e il settembre del 1991 indica che centinaia di migliaia, se non milioni, di individui negli Stati Uniti possono aver sperimentato esperienze di abductions o correlabili alle abductions. Il fatto che un fenomeno difetta di una spiegazione convenzionale o che perfino sfida la nostra accettata nozione di realtà non ci consente per questo di negare la sua esistenza o ci impedisce di esplorare la sua dimensione e il suo significato. Almeno i clinici che si occupano della salute mentale dovrebbero familiarizzare con una condizione che determina una così grande angoscia tra i suoi potenziali pazienti o clienti. Inoltre la reale estensione del fenomeno e i suoi inusuali aspetti psicologici e fisici indicano che il problema potrebbe avere una considerevole importanza socio-culturale scientifica e filosofica. In questo articolo descriverò gli aspetti fondamentali di un’esperienza di UFO abduction, l’impatto che queste esperienze hanno sugli addotti e le implicazioni del fenomeno sulla nostra professione e sulla nostra società.
Esistono anche altri ricercatori che hanno anche una più lunga esperienza con gli addotti della mia ma, a causa della insolita e controversa natura di questa materia, io mi baserò dove possibile sui risultati del mio lavoro personale così che io possa assumermi la mia personale responsabilità sulle osservazioni e sulle esperienze riferite. Alla luce dell’incerto stato ontologico o di “realtà” di quello che gli addotti riferiscono essere loro “successo” esiste il problema di quello che potrebbe essere denominato l’atteggiamento del narratore o il suo “punto di vista.” Piuttosto che usare le virgolette per indicare qualcosa che un addotto crede sia lui accaduto ho riportato i racconti degli addotti ” nudi e crudi ” senza mettere il virgolettato se per colui che ha avuto l’esperienza quello che racconta è veramente accaduto. Questo non significa che si tratta del mio punto di vista riguardo lo stato reale dell’evento ma si ammette soltanto che l’addotto è sincero e che per lui o per lei quello che é raccontato è veramente accaduto.
Quando una psicologa mia amica e collega alla fine del 1989 mi propose di presentarmi a Budd Hopkins (il cui nome e attività non conoscevo) descrivendomelo come un artista che prendeva seriamente quello che raccontavano gli addotti, rifiutai la proposta ritenendo che sia lui che i suoi clienti dovessero condividere un qualche tipo di allucinazione o di disturbo mentale di altro genere. Quando spinto dalla curiosità ebbi modo di far visita ad Hopkins il 10 gennaio 1990, una di quelle date che tendono ad essere ricordate, fui impressionato dalla sua sincerità, dalla profonda conoscenza e dalla grande preoccupazione che lui aveva che gli addotti, spesso non correttamente diagnosticati e non appropriatamente trattati da professionisti della salute mentale. Ma quello che mi colpì anche di più fu l’intrinseca coerenza dei racconti particolareggiati fatti da individui diversi provenienti da diverse parti del paese che non avevano avuto alcun modo di comunicare fra loro e le cui storie erano emerse spesso con grande difficoltà accompagnate da un grande stress emotivo.
Presto dopo questo primo incontro iniziale ebbi modo di incontrare parecchi addotti a casa di Hopkins e ancora una volta fui molto impressionato dalla coerenza dei racconti e anche dall’assenza di qualsiasi chiara malattia mentale o di disturbo della sfera emotiva oltre alle sequenze traumatiche susseguenti alle stesse abductions. Non appariva esserci alcuna lampante spiegazione che potesse in qualche modo giustificare i racconti di abduction come del resto non ne é emersa alcuna anche nei successivi due anni. Mi resi conto che questo gruppo di persone aveva bisogno di capire, di comprensione e di aiuto e che erano lo specchio di un mistero che andava oltre il puro interesse clinico. Decisi perciò di lavorare con persone che avevano queste esperienze per conto mio.
A partire dal giugno 1992 ho visitato più di 56 possibili addotti. Di questi 41 soddisfacevano a tutti gli effetti i criteri di base delle esperienze di abduction: ricordi, con o senza ipnosi, di essere presi e portati contro la volontà del soggetto in un qualche tipo di anomalo luogo chiuso da parte di piccole creature umanoidi dove venivano effettuate su di loro procedure simil-mediche e chirurgiche. Sebbene io offra consulenza e supporto agli addotti il mio ruolo è stato nello stesso tempo tanto quello di co-investigatore quanto quello di terapista. A partire dall’ottobre del 1990 ho iniziato ad effettuare incontri mensili di gruppi di supporto a casa mia che sono stati frequentati da 15-30 individui. I primi casi mi sono stati indirizzati da Budd Hopkins. Più tardi sono giunte persone provenienti dalla rete degli individui interessati agli UFO o al fenomeno abduction, altre persone mi chiamavano di propria iniziativa essendo venute a conoscenza del mio interesse nella materia con il passa parola o perché mi avevano visto in programmi televisivi riguardanti gli UFO e le abductions. Delle 41 persone che io definisco addotte 4 erano donne e 17 uomini. Due di questi sono bambini sotto gli otto anni. Ho eseguito da una a cinque sessioni di regressione ipnotica con 20 dei 41 soggetti e sono stato presente durante sessioni ipnotiche eseguite da altri terapisti con tre di loro. L’età degli adulti varia dai 19 ai 57 anni.

Chi sono gli addotti? Psicopatologia e personalità

In questo momento è possibile fare poche generalizzazioni riguardo a questa importante domanda a causa della scarsità di dati e della insolita natura del fenomeno. Nessuno degli addotti con i quali ho lavorato si é dimostrato essere affetto da una franca psicopatologia come per esempio una psicosi schizofrenica, una grave depressione o altre malattie mentali psichiatriche maggiori. Al contrario quello che mi ha colpito maggiormente è stata la “ordinarietà” di queste persone che comprendono nel mio gruppo per esempio il proprietario di un ristorante, una segretaria, una guardia carceraria, uno studente di college e parecchie casalinghe. Parecchie si mostravano risentite, lievemente sospettose, con un senso di vittimizzazione ed altra sintomatologia post-traumatica. La maggior parte sembrava portare il peso nelle loro vite delle loro esperienze di abduction. Alcuni, sebbene non tutti, degli addotti che ho visto riferiscono travagliate relazioni nell’infanzia con uno o con entrambi i genitori, alcolismo nella famiglia, e abusi nell’infanzia o nell’adolescenza. Parecchi riferiscono una condizione di isolamento personale, travagliate relazioni da adulti e problemi correlati al concepimento e alla crescita dei bambini. Ma in altri casi questi disturbi non sono affatto presenti. In alcuni casi l’atteggiamento verso la sessualità, la decisione di avere o non avere bambini sembrava essere stata influenzata dalla storia di abduction.

Sintomi di allarme, segni e ricordi

Esiste un certo numero di sintomi, segni e ricordi che ho ritrovato nei miei casi e che sono riferiti anche da Hopkins, David Jacobs, e da altri 11 ricercatori nel campo delle ufo abduction, compresi i 6 psichiatri che ho consultato nella preparazione di questa relazione, che fanno supporre un caso o un episodio di abduction. I probabili addotti raccontano di aver visto “piccoli uomini” o altre creature o di avvertire una “presenza” nella loro stanza da bambini. Hanno spesso avuto la sensazione di essere “diversi” o di aver condotto “una doppia vita.” Possono aver avuto avvistamenti ravvicinati di strani oggetti nel cielo durante il giorno o la notte o di aver visto inspiegabili intense e strane luci brillare nei loro soggiorni o nella loro camera da letto. In concomitanza con l’avvistamento UFO, e a volte indipendentemente da esso, loro riferiscono inspiegabili vuoti temporali di un ora, due o più e si sono poi ritrovati spostati in un posto a centinaia di yarde o anche miglia di distanza da casa senza riuscire a spiegare come ci erano arrivati. Gli addotti possono non essersi mai interessati agli UFO ma qualcuno è stato stranamente spinto a leggere libri correlati alle abductions reagendo con terrore al loro contenuto, specialmente alle figure degli alieni (“vidi quella faccia e sono quasi svenuto” mi raccontò un addotto) non riescono a terminarlo e in conseguenza di ciò cercano un aiuto.
Possono ricordare di svegliarsi durante la notte in preda al terrore, “intorpidito” o paralizzato con la sensazione di una presenza fisica, o anche vedendo piccole creature dai grandi occhi neri, nella propria stanza. Altri sintomi comprendono un forte senso di vulnerabilità, un’ansia generalizzata, paura degli ospedali, di volare, degli ascensori, degli animali e degli insetti e del contatto sessuale. Suoni, odori, immagini che sono per loro inquietanti senza alcun apparente motivo e che si può provare più tardi che sono associati con esperienze di abduction. Sono comuni l’insonnia, la paura del buio e di rimanere soli da notte, il coprire le finestre per proteggersi dalle intrusioni, dormire con la luce accesa (da adulto), avere sogni inquietanti e incubi, specialmente associati con apparecchi volanti o con “navi aliene” che portano via la persona. Strane eruzioni cutanee, segni, tagli o cicatrici possono apparire durante la notte come pure inspiegabili sanguinamenti dal naso, dall’orecchio o dal retto, segni che da presi da soli non meriterebbero una particolare attenzione ma che acquistano un loro preciso significato se vengono associati con gli altri fenomeni. Altri sintomi includono disturbi uro-ginecologici, comprese inspiegabili interruzioni di gravidanza, e persistenti disturbi all’apparato gastrointestinale.

Aspetti fisici

Gli aspetti fisici che accompagnano gli avvistamenti e gli atterraggi di Ufo e, per quanto riguarda questa relazione le ufo abductions, rappresentano i più interessanti e stimolanti aspetti del fenomeno. Questi forniscono un’apparente oggettiva conferma dei racconti che sono altrimenti così bizzarri da sfidare la nostra capacità di comprensione. Con o senza le manifestazioni fisiche di contorno, io in quanto psichiatra, considero come validi dati psicologici quelli che gli addotti forniscono se trovo che loro sono affidabili come informatori e non sofferenti di una qualche evidente malattia mentale, o di altri traumi documentati o di motivi di distorsione che possono spiegare quello che loro dicono che è loro successo anche se questo mi lascia altrettanto confuso come quello che in realtà è veramente avvenuto. Tuttavia è chiaro che una simile evidenza, se provata, solleverebbe gli addotti dal fardello di persuadere loro stessi e gli altri della realtà degli eventi, che sono così “pieni di realtà” e tuttavia sfidano la comune nozione di realtà, e focalizzerebbero attenzione e risorse sui bisogni degli addotti e sul significato del fenomeno abduction.
Le manifestazioni fisiche a volte spaventano gli addotti che non vogliono credere che le loro esperienze sono reali e allo stesso tempo rappresentano per loro una riassicurazione per quanto riguarda la loro sanità mentale. Per la popolazione addotta le manifestazioni fisiche sono sfuggenti e contraddittorie. Alcune prese in se stesse non sono patognomoniche di una abduction ma acquistano significato apparendo in contemporanea o immediatamente dopo una abduction.
Gli addotti possono raccontare la loro sorpresa di svegliarsi sopra le coperte o ai piedi del letto, in un’altra stanza della casa piuttosto che nella loro camera da letto o qualche volta fuori dalla casa. I loro vestiti possono essere rimossi, piegati vicino al letto o addirittura essere introvabili. Gli addotti descrivono la loro confusione e l’incredulità che li coglie quando si rendono conto di ritrovarsi a guidare all’improvviso molte miglia lontano dal posto dove si trovavano solo qualche istante prima, qualche volta trovandosi più vicini alla loro destinazione finale e altre volte completamente fuori dal percorso che intendevano compiere.
Gli addotti qualche volta presentano sanguinamenti dal naso o ferite, al risveglio o al ritorno da un episodio di missing time che è in seguito riconducibile ad una interazione aliena. Molti addotti mostrano di avere cicatrici che possano essere ricondotte a due tipi caratteristici: una linea diritta come da fatta da un bisturi o una depressione sulla pelle a cucchiaio. I meccanismi riproduttivi e sessuali umani sembrano essere al centro del fenomeno abduction. Uomini e donne riferiscono un ampio ventaglio di esperienze, correlate alla riproduzione e all’aspetto sessuale, che includono esami ginecologici, rimozione e reimpianto di ovociti, rimozione e scomparsa di feti, raccolta forzata di campioni di sperma, incubazione extra-uterina di embrioni sulle navi spaziali, cura la parte di umani di feti ibridi con osservazione da parte degli alieni, rapporti sessuali umano-alieni e “legami” nei rapporti tra umani osservati dagli alieni fuori e dentro le astronavi.

Sequele dolorose, disturbanti e traumatiche
Qualunque alla fine sia riconosciuta essere la sua origine per gli addotti le loro esperienze sono profonde, permanenti e inevitabili. Gli addotti possono imparare, con o senza aiuto, a convivere e persino a trasformare le proprie esperienze. Ma loro hanno sofferto e qualche volta continuano a soffrire dei residui o delle sequenze delle loro inquietanti e traumatiche esperienze. Psicologicamente si sentono “diversi.” Incubi ed altri sogni inquietanti sono di regola conseguenza delle abductions. Gli addotti soffrono di una ampia gamma di dolori fisici e di paure che sembrano corrispondere anatomicamente e fisiologicamente ai punti delle procedure invasive sperimentate durante le abductions. Oltre alle sequele sessuali-ginecologiche altri sintomi comprendono il mal di testa, dolori ai seni paranasali, dolori alla schiena, dolori e disturbi gastrointestinali, una grande paura degli aghi e frequentemente dei dottori e degli ospedali. Gli addotti soffrono di un complesso quadro traumatico. Non sarebbe corretto chiamarlo “post-traumatico” in quanto la minaccia non diventa mai un fatto del passato. Esistono quattro dimensioni del trauma:

- 1) l’ esperienza traumatizzante in se stessa:
- 2) l’ isolamento personale che nasce dalla difficoltà di raccontare agli altri le proprie esperienze;
- 3) la contraddizione tra queste esperienze e la realtà condivisa che gli addotti conoscono e
- 4) il fatto che le esperienze possono ricapitare ancora in qualsiasi momento a loro e ai loro bambini.

Altri aspetti del trauma devono essere sottolineati. Spesso si sviluppa una presa di distanza quando l’addotto racconta ai suoi genitori o ad altri quello che ha visto o che ha provato. Viene loro frequentemente detto che hanno sognato, che hanno avuto degli incubi o che “dicono bugie” che sono “troppo fantasiosi” che “si inventano le cose” o, come affermato una donna “cercano di assecondarmi solo per essere gentili” ma per loro le esperienze sono reali e chiaramente distinguibili dal sogno. Loro imparano a non parlare con i loro genitori o amici (alcuni dei quali non vogliono nemmeno sentire queste storie nonostante o perché sono essi stessi degli addotti) di queste esperienze cosa che fa nascere in loro un forte senso di isolamento e di alienazione che si continua nella vita adulta.
I bambini possono anche provare rabbia e sentirsi non sostenuti dai loro genitori quando questi non riescono a proteggerli dall’esperienza di abduction. A questo si aggiunge che i genitori adulti sono profondamente preoccupati quando i bambini sono coinvolti, angosciati dal fatto che non sono assolutamente in grado di proteggerli.
Sebbene possano arrivare ad accettare che le loro esperienze sono reali gli addotti sono intensamente tormentati da quello che questo significa per le loro vite. Il problema per loro non è soltanto la minaccia ontologica e la confusione. Ciò significa anche che loro sono incapaci di dimenticare le loro esperienze così facilmente come farebbero con un sogno o con una fantasia.
Infine gli addotti devono convivere con il fatto che la loro esperienza, qualunque ne sia l’origine, può ripetersi in qualsiasi momento, anche dopo anni e senza “attività.”

Crescita personale e trasformazione

Ma nell’esperienza di abduction oltre al trauma alle conseguenze patologiche e alla vittimizzazione c’è qualcosa di più, specialmente quando chi sperimenta queste esperienze si investiga sull’esperienza stessa sforzandosi di comprendere ciò che questa significa per sé e per il suo mondo cercando di venire a patti con essa. Confrontarsi col loro terrore e con la loro sensazione di non poter essere aiutati é stato un importante aspetto della crescita personale che loro hanno sperimentato.
Molti addotti sembrano diventare più intuitivi o “psichici” e sviluppano interessi filosofici che loro ritengono essere una conseguenza del fenomeno abduction. Uno dei più sorprendenti risultati dell’esperienza di abduction per molti addotti, specialmente per quelli che lavorano attivamente per integrare loro esperienze, è una forte sensibilità alle problematiche dell’inquinamento ambientale che qualche volta li porta a varie forme di attivismo ecologico. Sulle navi agli addotti sono frequentemente mostrate visioni di distruzione nucleare e specialmente disastri ecologici. Qualche volta su una specie di schermo televisivo. Qualche volta gli addotti hanno la sensazione che gli sono state date delle speciali missioni da compiere come per esempio di spingere qualcuno ad impegnarsi con responsabilità ambientaliste.
Alcuni addotti hanno la sensazione che anche il fenomeno “ibridizzazione” potrebbe avere una funzione di preservazione della vita.
Se la crescita spirituale e l’impegno ecologico che ho osservato tra gli addotti che io ho studiato é una conseguenza della loro esperienza, cioé l’espansione della consapevolezza che segue l’ampliamento della coscienza che può seguire a qualsiasi esperienza molto traumatica e dolorosa, o rappresenti un più intrinseco aspetto dell’intero processo è un’domanda che richiede ulteriori ricerche. Un addotto crede che gli alieni “sono stati mandati come ingegneri per compiere un lavoro di riparazione, venuti a mostrare che la nostra coscienza si è mossa in una direzione sbagliata… Sono come farfalle che sono tornate indietro per fermare il bulldozer che sta distruggendo il cespuglio con il cibo.”

Fenomeni che necessitano di essere spiegati
Qualsiasi teoria sulle abduction aliene deve tener conto di un ampio ventaglio di sconcertanti fenomeni che includono:

1) Coerenza narrativa. Le storie che gli addotti raccontano i variano nei dettagli ma hanno un forte grado di coerenza narrativa. È qualche volta sostenuto che gli addotti si influenzano l’uno con l’altro e che loro “prendono” le loro esperienze da quello che dicono gli altri, i media televisivi o con le letture. La mia impressione tuttavia è che molto più spesso succede che quando gli addotti comunicano tra di loro circa le loro abduction o guardano alla televisione le versioni cinematografiche delle abduction loro si aiutano l’uno con l’altro e guadagnano nei dettagli di quello che loro hanno già sperimentato o stanno cercando di chiarire. “Le moderne comunicazioni” come il folklorista Thomas Bull ha scritto certamente diffondono il folklore ampiamente e a grande velocità ma non sono gli agenti di omogeneizzazione di cui una volta i folkloristi avevano paura. I media rappresentano una voce in più nella trasmissione del folklore.

2) Assenza di diagnosi di malattia mentale. La maggioranza degli addotti non appare essere allucinata, confabulante, bugiarda o sofferente di una chiara malattia mentale. Questo non significa che gli addotti non possono essere psicotici. Io ho incontrato, sebbene non abbia lavorato direttamente con lui, almeno un probabile addotto che era chiaramente scompensato dal punto di vista psicotico.

3) Associazione con gli UFO. Anche sé molte abduction sembrano avvenire indipendentemente degli avvistamenti UFO da parte degli addotti o di altri testimoni è stata costantemente osservata una stretta correlazione tra avvistamenti UFO e le abductions.

4) Bizzarri effetti fisici. Quanto anche possa provare essere lo stato ontologico di simili racconti una teoria convincente deve spiegare i più insoliti e difficili da credere effetti fisici descritti sopra.

5) I racconti dei bambini piccoli. I genitori possono naturalmente influenzare l’esperienza dei loro bambini. Ciononostante perché la teoria del fenomeno abduction sia completa noi dobbiamo trovare una spiegazione delle emotivamente intense e apparentemente autentiche, dettagliate esperienze anche di bambini molto piccoli la cui esposizione a fonti esterne di informazione è necessariamente limitata.

Che cosa sta avvenendo? Teorie correnti
Le teorie attuali includono cause psichiatriche, psico-socio-culturali, spiegazione extraterrestre e quella che potrebbe essere chiamata l’ipotesi di “altre dimensioni della coscienza.”

- Psichiatriche: non è emersa alcun chiaro aspetto di malattia mentale, sebbene disturbi psichiatrici possono esistere tra gli addotti, correlati o non correlati alla storia di abduction. Sono stato colpito da quanta poca malattia mentale si manifesti tra gli addotti, considerando che spesso il fenomeno abduction dura per tutta la vita con la sua intensa capacità disturbante. Molti addotti soffrono dei sintomi della sindrome da stress post-traumatico ma non è chiaro, al di là di quello che gli addotti riforniscono, quale debba essere l’evento traumatico. È difficile da concepire un quadro clinico post-traumatico che nasca interamente all’interno della psiche. L’abuso infantile, incluso l’abuso sessuale, è stato considerato come una possibile causa ma non sembra poter spiegare la sintomatologia in alcuno dei casi trattati da me o da altri ricercatori.

- Psico-socio-culturali: confrontarsi con storie di abduction da parte di creature aliene fa nascere nella mente di molti ascoltatori l’idea che si tratta di una forma di isteria di massa o di pazzia collettiva. Contro queste idee tuttavia depone il fatto che gli addotti sono raramente in comunicazione l’uno con l’altro prima che si incontrano nei gruppi di supporto o si trovano in qualche modo l’uno con l’altro a causa delle loro comuni esperienze. È stato anche suggerito che gli addotti prendano i dettagli delle loro esperienze dai mass media. Questa è una possibilità seducente ma non regge ad un attento esame. Il fenomeno UFO è stato diffuso dai mass media a partire dal 1947 e le abduction entrano sulla scena da quando è stato ampiamente riportato nel 1966 il caso di Barney e Betty Hill. Ma la maggior parte delle descrizioni da parte dei media come “Incontri Ravvicinati del IV tipo” ed “ET” sono in genere poco precise, superficiali e grossolane e non forniscono il complicato e coerente dettaglio che è rintracciabile in così tanti racconti di abduction. Anche il documentario del 1975 sul caso Hill, “Interrupted Journey,” manca del livello di dettaglio della maggior parte dei casi che io ho visto. Alcuni documentari più recenti sono stati più aderenti alla realtà delle esperienze di abduction ma i racconti di abduction li hanno preceduti e questi films sono del tutto generici e mancano della ricchezza di ‘informazione che forniscono gli addotti. Altri hanno chiamato in causa l’idea di Jung dell’inconscio collettivo o del fenomeno “Psicoide” per le esperienze condivise degli addotti.

Jaques Vallè collega le moderne ufo abductions ai racconti storici e mitici delle visite fatte da piccole creature, contatti con oggetti volanti e rapimenti su veicoli spaziali. Come Bullard ha scritto “la ricerca di parallelismi è cara al cuore dei folkloristi. Si tratta di una questione complessa, che ci conduce nel profondo della natura della realtà come é percepita da particolari culture.”
In una discussione sul mio lavoro avuta con Thomas Khun, storico delle scienze, e con sua moglie Jehane lei mi chiese: “come può un florido stereotipo coagularsi da un brodo frammentato in immagini emotivamente cariche senza essere avvenuto direttamente?” Questa domanda ci costringe ad avviare o riformulare le nostre nozioni di inconscio collettivo. Lei mi ha posto la stessa domanda fondamentale che il filosofo W.V. Quine mi pose ad Harvard pochi giorni dopo quando io presentai questo materiale, cioè, come potrebbe un complesso, dettagliato e traumatico complesso di idee e di eventi, alcuni dei quali ricadono al di fuori della nostra nozione di realtà, che sono sperimentati da altrimenti sane persone come realmente vissute, nascere spontaneamente in migliaia di menti di creature umane geograficamente separate e, per quanto si può dire, non in contatto tra loro? Una spiegazione basata su una simile espressione dell’inconscio collettivo sicuramente amplia le nostre nozioni della psiche e di come la mente umana lavora. Ancora, gli stessi fenomeni fisici associati con gli UFO e le esperienze di bambini piccoli non sono giustificabili con una simile spiegazione.
La ricerca sulle abductions ha veramente in chiunque un impatto dirompente sulla visione della natura e del cosmo. Nello sforzo di spiegare il fenomeno alcuni si sono rivolti a spiegazioni alternative della natura e del cosmo più familiari alle religioni orientali e alla filosofia che dipingono l’universo e le sue realtà come un vasto gioco di coscienze con manifestazioni fisiche. Noi occidentali ci siamo, per ragioni forse tanto misteriose quanto il fenomeno abduction stesso, tagliati fuori quasi totalmente dalla consapevolezza di qualsiasi altra forma di intelligenza superiore.

- L’ipotesi extraterrestre: quasi grazie a un processo di successiva eliminazione molti ricercatori, almeno negli Stati Uniti, sono giunti alla conclusione che gli UFO sono navi spaziali guidate da extraterrestri e che queste creature esistono nella nostra realtà materiale ed effettuano i rapimenti. Come ha scritto Bullard questa ipotesi quadra con le esperienze condivise meglio che con le fantasie personali o con le nozioni culturali… Non importa il perché e il come ma la spiegazione extraterrestre funziona. Essa soddisfa chi ci crede con una sistematica, intimamente razionale spiegazione del fenomeno abduction a patto che venga fatta una sola premessa: origini aliene. Jacobs sembra aver ragione quando afferma: “non è arrivato su questo argomento nessun significativo corpo di pensiero che presenti forti evidenze che qualcos’altro stia accadendo oltre a quello che gli addotti dichiarano”. Tuttavia anche l’ipotesi extraterrestre presenta dei problemi, specialmente come é stata formulata in letteratura. Il professore di scienze naturali Michael Swords esplora qualcosa del genere nel suo articolo “UFO come viaggiatori del tempo”. Per esempio perché non abbiamo visto migliori fotografie di UFO che atterrano in aree popolate e nessuna di queste creature stesse? Perché a parte la possibile eccezione del controverso incidente di Roswell non abbiamo alcun manufatto che confermi una presenza aliena? (Una possibile risposta a queste domande “Ufo cover up”)

- Penetrazione di altre dimensioni: ogni teoria deve quindi far fronte a contraddizioni virtualmente inconciliabili. Se il fenomeno abduction viene considerato dal punto di vista della psiche allora ci dobbiamo confrontare con materiale estremamente bizzarro riferito in tutta sincerità da individui altrimenti sani e non possiamo in questo modo dare alcuna giustificazione alle manifestazioni fisiche che lo accompagnano. D’altro canto una ipotesi extraterrestre amplierebbe la nostra nozione dell’universo fisico e delle sue proprietà verso e oltre i limiti convenzionalmente accettati della realtà. Confrontandosi con questo dilemma alcuni ufologi e specialmente Jaques Vallee e Karl Brunstein stanno scrivendo della penetrazione nella nostra realtà di mondi paralleli, persino di altri universi. Vallee per esempio afferma “io credo che il fenomeno UFO rappresenti la prova dell’esistenza di altre dimensioni oltre lo spazio tempo; gli UFO non possono provenire dallo spazio ordinario ma da un multiverso che si trova intorno a noi…” . È interessante notare che gli addotti stessi, che sono spesso scientificamente poco preparati e ampiamente poco familiari con questi scritti, parlano anche sotto ipnosi, dell’impressione che loro hanno della penetrazione nella loro coscienza di altre dimensioni oltre al nostro familiare concetto di spazio-tempo. Molti degli addotti che io ho incontrato hanno la sensazione che siano all’opera alcune altre intelligenze oltre la nostra, che loro sentono essere responsabili dell’incrocio di nuove forme di vita, che cambiano la loro propria coscienza e toccano le fondamentali nozioni umane di realtà. Un uomo per esempio dice “quando noi vediamo il loro arrivo è come vedere da dietro un telo (un pezzo di materiale usato nel teatro per creare l’illusione di un muro solido o di uno sfondo) o una specie di schermo cinematografico. Quando loro arrivano tu guardi alla realtà ordinaria come se avessi uno schermo cinematografico nel nervo ottico. Quando loro arrivano é come se qualcuno illuminasse con una luce brillante dietro lo schermo per nascondere la scena. Quello che noi percepiamo come uno schermo cinematografico, quello che noi chiamiamo realtà, loro distorcono, provandoci che si tratta solo di una costruzione, di una versione della realtà.”

Sommario e conclusioni

Il fenomeno abduction ci fa confrontare con un autentico ed inquietante mistero. Ma forse come ha scritto Edmund Bolles: “è importante confessarlo quando sia ha a che fare con qualcosa di misterioso”. Per questo io credo che non esiste un modo per dare un senso o una convincente spiegazione a questo fenomeno all’interno della struttura della nostra attuale visione di quello che é reale o possibile. Le nostre teorie psicologiche non comprendono il modo di spiegare la simultanea occorrenza tra migliaia di persone sconosciute l’una all’altra, compresi i bambini piccoli, di complesse, elaborate e qualche volta estremamente potenti esperienze che coincidono l’una con l’altra nei dettagli più minuti accompagnate da una varietà di peculiari fenomeni fisici. Allo stesso modo la nostra comprensione della realtà fisica non può spiegare la tecnologia attraverso la quale una popolazione di creature in qualche altro reale spazio temporale può entrare nel nostro mondo con una così limitata capacità di rilevazione da parte nostra e agire indisturbata su così tante persone.
Tuttavia può essere proprio attraverso questi fenomeni che non si inseriscono nelle nostre categorie scientifiche, come le esperienze vicino alla morte, dalle quale noi possiamo imparare molto anche se ci costringono a cambiare la nostra visione della realtà.
Questi individui, gli addotti stessi, sono profondamente toccati dalle loro esperienze che possono essere emotivamente e fisicamente disturbanti e traumatiche. Loro hanno bisogno di interventi diagnostici intelligenti, empatici e terapeutici da parte di individui che hanno familiarità con i dettagli del fenomeno e volontà di sospendere il proprio giudizio circa la sua origine o le sue possibili cause. Infatti un piccolo aiuto spesso porta lontano in questi casi. Perché questi sono generalmente individui non gravemente disturbati e che non necessitano di intensa psicoterapia. Quando loro incontrano qualcuno che li ascolta, che prende i loro racconti seriamente e che non cerca, come è loro accaduto spesso nel passato, di inserire i loro racconti in categorie diagnostiche note, si ottiene in genere un grande sollievo e un miglioramento del loro stato mentale sebbene loro siano inizialmente preoccupati di doversi confrontare con la realtà di esperienze che avrebbero preferito negare come fantasie, sogni o persino allucinazioni. Alcuni addotti desiderano esplorare più nel profondo attraverso l’ipnosi o altri mezzi i ricordi seppelliti nella mente delle loro abduction. Un più intenso lavoro di questo genere richiede lo sviluppo di standard terapeutici che alcuni ricercatori di questo fenomeno, specialmente l’internista David Gotlib sta cercando di definire a Toronto. Si sono dimostrati di grande aiuto per questa popolazione i gruppi di supporto guidati da qualcuno che faccia trattamento e ricerca sulle abduction attraverso i quali gli addotti possono incontrarsi l’un con l’altro e condividere storie ed esperienze. Perché come è stato già notato gli addotti vivono in una specie di isolamento auto-imposto, temendo, a ragione, che incontreranno come nel passato non soltanto discredito ma ridicolizzazione o la negazione come “pazzia” se parlano di questi aspetti delle loro vite.
Per concludere il fenomeno abduction presenta un considerevole interesse clinico e scientifico. Attualmente non esiste alcuna convincente spiegazione che possa giustificare i racconti degli addotti. Abbiamo la possibilità di imparare attraverso le future ricerche molto circa la natura della psiche umana e ampliare le nostre nozioni della realtà fisica e psicologica. Il fenomeno può consegnarci una specie di quarto colpo al nostro egoismo collettivo dopo quello di Copernico, di Darwin e di Freud. Perché siamo costretti a renderci conto che non soltanto non siamo al centro dell’Universo ma che non siamo nemmeno la preminente o dominante intelligenza nel Cosmo in grado di controllare la nostra esistenza psicologica e fisica. Sembra che possiamo essere “invasi” o rapiti da altre creature, o almeno da alcune altre forme di esseri o coscienze che sembrano capaci di fare con noi quello che vogliono per uno scopo che non siamo ancora capaci di scoprire.

Prof. John E. Mack





Vi propongo anche un’intervista molto interessante:

CONCETTI ALIENI: INTERVISTA CON IL DR. JOHN MACK

Fonte: Articolo di Andrew Lawler (è il corrispondente da Boston per il magazine Science)

La ricerca di John Mack sulle abductions aliene lo ha spinto lontano dal mondo accademico, ma lo Psichiatra di Harvard e il suo Program for Extraordinary Experience Research costruiscono la “scienza del sacro”.
“Area di Virginia – emozionante”, John Mack scrisse in una nota del 1964. Si riferiva ad una possibilità per sviluppare nuovi metodi per la cura mentale all’ospedale del Massachusetts. Però questo entusiasmo e questo spirito per il rischio è un riassunto pulito della lunga e controversa carriera dello psichiatra di Harvard, come scienziato e attivista.
Mack non ha mai evitato l’esplorazione di frontiera. Mentre molti dei suoi colleghi lavoravano tranquilli nella torre d’avorio di Harvard, Mack protestava contro i test nucleari nel Nevada, volava verso le guerre in Libano per dare aiuto alla diplomazia in Medio Oriente e collaborava con i colleghi Sovietici durante la Mosca della guerra fredda. Fatto più famoso, ascoltava le persone che gli raccontavano storie di visite aliene e di abductions e credeva in loro.
Il suo comportamento, inusuale per un accademico di alto livello, lo ha trasformato in una figura divertente di 71 anni per il mondo ufficiale, un moderno Don Chisciotte per quelli di orientamento progressista e un cavaliere sul cavallo bianco per quelli che credono che gli alieni siano fra noi. Persino quegli amici e colleghi contrari alle teorie sulle abductions di Mack, riconoscono il suo profondo impegno nell’affrontare i problemi a tutti i livelli personali, sociali e spirituali.
“La sua visione davvero importante è che le persone possono cambiare, possono aprirsi”, dice un amico accademico.
Un altro amico dice che nel cuore di Mack c’è la passione del comprendere e alleggerire la sofferenza umana. Ironicamente, l’insolito viaggio di Mack nel reame alieno gli ha portato la sua quota di sofferenza, dai danni alla sua credibilità professionale, alla perdita di vecchi amici e alla rottura di un lungo matrimonio.
Mack stesso sembra faticare a spiegare il perchè è quello che è, data la mancanza passata sia nell’attivismo sociale che nelle materie spirituali. Un bambino introspettivo come si descrive, nato in una famiglia di accademici Ebrei Tedeschi a New York. Suo padre legge la Bibbia, ma solo come letteratura in questa famiglia atea.
Però la sofferenza non è stata un concetto astratto nella sua giovane vita. La madre biologica di Mack è morta per appendicite quando lui aveva solo 8 mesi. La sorella di sua madre si sposò più tardi con un sopravvissuto all’Olocausto, un uomo che divenne un esperto nel processo di gruppo e nella psicoterapia. Un altro zio era malato di mente e venne lobotomizzato. “Questo fu un grande fattore nella mia scelta di entrare in psichiatria”, dice. Il manicomio che vedeva durante i viaggi verso il paese lo catturò. Per l’età di 12 anni, stava divorando libri di psicologia nella libreria della sua scuola.
Dopo aver finito la scuola di medicina e sposato Sally Stahl nel 1959, partirono per un’esperienza di due anni in cui Mack servì come psichiatra dell’Air Force in Giappone, dove il primo dei loro tre figli nacque. Lo shock culturale fu intenso. La vita in quel posto, ricordò più tardi, gli insegnò quanto “fantasticamente etnocentrici ed ecologicamente distruttivi possiamo essere noi Americani”. La famiglia tornò negli Stati Uniti e Mack entrò in psichiatria ad Harvard negli anni ’60, quando le idee sulla salute mentale erano state revisionate. Lui giocò un ruolo chiave nel creare una nuova clinica psichiatrica sia per pazienti esterni che interni nel vecchio ospedale di Cambridge di cui Harvard aveva preso il controllo.
La passione di Mack per T.E.Lawrence lo portò a scrivere una approfondita biografia dell’enigmatico uomo che giocò un ruolo chiave nella politica del Medio Oriente e nel 1977, lo sforzo lo portò al Premio Pulitzer. Lawrence visse una visione creativa del cambiare il mondo, cosa che fece appassionare, uno dei suoi amici dice ossessionare, Mack.
Per i primi anni ’80, quando entrò in quella che per molti professori sarebbe la confortevole mezza età, Mack, sotto la spinta dei suoi figli, venne attirato in due altri territori vergini, il regno dei quesiti spirituali e il mondo dell’attivismo politico. Sperimentò la respirazione olotropica e le droghe psichedeliche. Venne attirato nella politica del Medio Oriente, incontrandosi con Yassir Arafat a Beirut per discutere prospettive di pace. In seguito si lanciò in un crescente sforzo antinucleare durante gli anni di Reagan, esplorando gli aspetti psicosociali della minaccia di guerra nucleare e testimoniò davanti al Congresso un problema come gli incubi infantili di un olocausto nucleare. Infine si spinse in un ruolo più attivo; la sua intera famiglia venne arrestata nel 1986 nel Sito di Test governativo del Nevada per aver protestato sulle detonazioni nucleari sotterranee.
Il suo lavoro respiratorio in particolare, impostò le basi per il suo interesse sugli alieni. “Ero aperto alla possibilità che esistesse un mondo oltre quello che possiamo vedere”, ricorda. Mack iniziò a vedere pazienti che descrivevano una varietà di incontri alieni e creò il Programma per la Ricerca sulle Esperienze Straordinarie (PEER) nel Centro di Harvard per il Cambiamento Psicologico & Sociale. (Correntemente il Centro e il PEER non sono affiliati con Harvard.) Il suo libro del 1994 sul soggetto ( Abduction), che si concentra su interviste che descrivono le esperienze di un gruppo di 70 persone che affermarono di essere state addotte, provocarono la ridicolizzazione e l’indignazione nei media ufficiali e una investigazione di Harvard nei suoi metodi scientifici.
Imperterrito, Mack rimase fermo, raccogliendo altri dati e intervistando persone da tutto il mondo, pubblicando Passport to the Cosmos: Human Transformation and Alien Encounters nel 1999, che si concentrava su miti relativi agli alieni ed esperienze nelle culture native, dall’Amazzonia all’Africa del Sud.
Di persona, Mack ha i tratti cauti di uno studioso, la combattività di una figura attaccata dai media e l’entusiasmo innocente di un giovane studente di college che scopre sè stesso. Durante una lunga intervista nei centri del PEER, Mack ha parlato con New Age sulla sua ultima frontiera. Quello che segue è un riassunto dell’ intervista.

Domanda: Qual’è stato il primo incontro con il fenomeno alieno?

Risposta: Ho letto un articolo che trattava il fenomeno come emergenza spirituale e un collega nel mio corso di respirazione, mi portò a vedere Budd Hopkins (autore di diversi libri sugli alieni) nel Gennaio 1990. All’inizio io non credevo che fosse possibile incontrare esseri esterni alla Terra, ma divenne chiaro che non avevo altro modo per spiegare cosa stesse accadendo: se diverse persone che non sono connesse hanno le stesse dettagliate esperienze, allora non hai a che fare con un effetto generato internamente. Quindi divenni curioso.

D: Come verifichi l’attendibilità di queste affermazioni?

R: Faccio una valutazione psicologica accurata dei loro stati mentali, prendo la loro storia psicologica, gli esami clinici standard e, in alcuni dei primi casi, batterie di test psicologici. Valuterò se abbelliscono la verità. C’è altro, con cui ancora combatto. La sensazione che una persona stia parlando come se sia stata lì, questa viene dal linguaggio del corpo, lo sguardo nei loro occhi, dal non avere altri piani. Sto lavorando per definire meglio questi punti.

D: Quindi vedi quello che stai facendo come scienza?

R: Devo essere aperto al fatto che ci sono reami di dimensioni della realtà che non conosco. La conoscenza non è la stessa quando non puoi creare un esperimento controllato, ma rimangono ancora vie affidabili per conoscere. Non posso creare un esperimento che raccoglie un gruppo di UFO. Però credo che esista una qualità d’apertura di mente e rigore che possiamo applicare. Possiamo sviluppare degli standard di autenticità, attendibilità, molteplicità di testimonianze. Questa può essere considerata una scienza del sacro o dell’esperienza umana.

D: Quali tipi di standard visualizzi per tale scienza?


R: Abbiamo un progetto sulle esperienze anomale al PEER, che deriva da un workshop del 1999 sull’argomento che ha incluso teologi, antropologi, astrofisici e filosofi. Non guardiamo solo il fenomeno delle abduction, ma le esperienze di pre- morte e altri fenomeni simili che non cadono in una singola disciplina. Noi vogliamo esplorare le tradizioni dove esistono, se non standard, tradizioni sulla testimonianza oculare e sulla verità, metodi sul come decidere chi prendere seriamente. Le tradizioni Buddiste e Cattoliche affrontano questo in dettaglio, per esempio nel determinare cosa sia miracolo e cosa no.
Padre Corrado Balducci, un gentiluomo vicino al Vaticano, una volta mi colpì dicendo che la Chiesa prende molto seriamente questi rapporti sugli UFO e sulle abductions, perchè sembrano esserci molte testimonianze attendibili. Ho iniziato a pensare a questa nozione del testimone sacro o del testimone del sacro. Non vogliamo prendere, per esempio, gli standard Cattolici o Buddisti, ma possono essere delle guide.

D: Quindi questi standard possono essere applicati ad ogni sorta di esperienza anomala?


R: Il mondo New Age è pieno di persone che lavorano su tutto dalle esperienze aliene al channeling, ma non ci sono criteri reali per dire cosa prendere seriamente. Abbiamo molte critiche appropriate sul lavoro new age. Solo perchè qualcuno dice che può canalizzare qualcosa, non significa che sia vero. Il metodo scientifico ha mezzi per decidere sull’attendibilità di evidenze fisiche. Però se non ci sono evidenze fisiche, segni fisici sul corpo per esempio, ci devono essere modi per raccogliere dati e determinare la validità.

D: Stai cercando con forza di portare la scienza in un’area che è dominio della religione?


R: Barbara McClintock, vincitrice del Premio Nobel in genetica, ha descritto il suo modo di conoscere come altamente soggettivo. Lei potrebbe cadere in amore con spighe di grano; si è fusa con quello su cui lavorava. Chiaramente, dopo aver appreso in questo modo interconnesso e soggettivo, allora puoi usare la tua mente razionale per trovarne un senso. Però il tuo strumento di conoscenza è il tuo intero sè, il tuo sè intuitivo, la tua piena coscienza. Quello che i bravi scienziati e quelli che ci portano “oltre il velo” hanno in comune, è il pieno impegno con questo altro sè.

D: Dici che il lavoro respiratorio ti ha aperto ad altre visioni del mondo. Come si è rivelato questo?

R: Ho realizzato che non ero bloccato nella mia torre accademica e psicoanalitica, mi sono espanso oltre il guscio. Ho avuto questo senso di connessione con tutte queste persone, che era inspiegabile per me. Questo senso per cui ognuno di noi è in qualche modo una persona aperta e che ama e che eravamo una sola cosa in un certo modo, che in condizioni naturali possiamo connetterci in un modo molto differente dal solito isolamento competitivo in cui viviamo.

D: Come si relaziona questo con gli alieni?

R: Siamo esseri spirituali connessi con altre forme di vita e col cosmo in modo profondo e lo stesso cosmo contiene una intelligenza. Non è solo materia morta ed energia.

D: Le tue idee sulle abductions, sono più accettate ora nelle vie ufficiali, rispetto al 1994?

R: No, al contrario. Ci sono coloro che hanno paura di quello che vedono come il pericolo del ritorno dell’irrazionale. Però agli estremi c’è una crescente eccitazione e un interesse nel comprendere una realtà non conosciuta tramite il metodo scientifico tradizionale. Quindi c’è come un riscaldamento, non per una guerra di paradigma, ma un discorso non molto amichevole tra visioni in contrasto.

D: Gli “sperimentatori” del contatto alieno, vengono considerati pazzi nel mondo ufficiale. Li vedi come una minoranza oppressa?


R: La ridicolizzazione di questi individui e la negazione delle loro storie ha profonde implicazioni morali. Una società non può sopravvivere a lungo se chi racconta la verità viene respinto. Io credo che questi testimoni dicano la verità, nonostante il fatto che quello di cui parlano non può essere vero secondo la visione materialista dominante nel mondo. Il fatto che vengano respinti non li rende una minoranza soppressa. Ho iniziato a vedere che l’errato respingimento delle testimonianze di attendibili testimoni era dovuto al fatto che ciò che riportavano non combaciava con la visione dominante del mondo.

D: Come reagisci alle strane varietà di alieni descritti dagli addotti?

R: L’intero discorso della demografia aliena è piuttosto ironica in un certo modo, alcuni biondi, altri rettiliani, altri come insetti, altri come mantidi religiose e chiaramente i grigi. L’intero discorso in un certo modo è comico. Quindi arrivi sulla loro provenienza stellare. Sembra uno scherzo cosmico. Quando una cultura diviene sterile e limitata nella sua visione, arriva qualcosa che strappa l’intero sistema.

D: Quindi credi personalmente in questo fenomeno?


R: Non serve sforzo. Non si può spiegare in modi puramente interpsichici. Molte persone hanno queste esperienze nel mondo, spontaneamente. Deve arrivare da qualche luogo, quella che James William ha chiamato “provocazione dall’esterno”. Lo vedo nel contesto della crisi ecologica globale. La Terra è una fonte di creazione e vita e per ignoranza, avidità e aggressione, la stiamo distruggendo. Vedo un risveglio delle coscienze in questo, una riconnessione spirituale col sacro, col divino.

D: Il pedaggio personale e professionale per aver scavato nel fenomeno abductions, è stato troppo alto?

R: Non ho rimpianti. Nonostante le critiche e gli attacchi, ho incontrato così tante incredibili persone aperte alla conoscenza. Ho probabilmente guadagnato più colleghi e amici da quando ho iniziato questo lavoro, rispetto a quelli che avevo nel periodo precedente, sono semplicemente differenti. Non risuono allo stesso modo con un numero di altre persone. E’ stata come un’espansione dei miei orizzonti e un’apertura a connessioni e possibilità eccitanti, più che una sofferenza. Quello che mi ha portato a sentirmi bene è che le persone hanno iniziato a cercare in anomalie di altro tipo. Ci sono stati molti altri pionieri prima di me.

D: Vuoi avere un’esperienza di abduction?


R: Non penso. Una ragione è che spesso è spaventoso, ma penso che potrei gestirla. Secondo, la mia attendibilità e il mio ruolo come testimone dei testimoni, dipende sul mio essere pulito in questo punto. Ho visto esempi in cui investigatori che hanno avuto esperienze o hanno riconosciuto le loro esperienze, hanno perso credibilità come investigatori. Sento di avere un ruolo diverso. Non mi permetto di pensare troppo a questo.


Fonti: http://sonoconte.over-blog.it/article-john-edward-mack-e-le-abduction-101848822.html

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