domenica 16 settembre 2012

Deja Vu',una sbirciatina negli universi paralleli?

Chi di noi non ha mai sperimentato, almeno una volta, il curioso fenomeno del déja vu, quella strana sensazione di aver già vissuto una certa esperienza, senza ricordare il luogo e il tempo?


Il termine déjà vu è francese e letteralmente significa "già visto". Si tratta di un fenomeno piuttosto comune nell'esperienza sensoriale umana, ma ancora poco compreso. Può capitare di trovarsi in un posto assolutamente nuovo e avere l'impressione di esserci già stati prima. Cosa genera questa particolare condizione della nostra percezione? In passato, questa curiosa sensazione è stata attribuita a tutto, dai fenomeni paranormali ai disturbi neurologici.

Negli ultimi anni, è cresciuto l'interesse degli scienziati per questo singolare fenomeno, facendo emergere una serie di teorie sull'origine del déjà vu e stabilendo che non si tratta semplicemente di un problema tecnico nel sistema mnemonico del nostro cervello, ma di qualcosa di più profondo. Gli psicologi hanno suggerito che il déjà vu potrebbe verificarsi quando gli aspetti emotivi e cognitivi di una certa situazione, sono simili a episodi già vissuti in precedenza. Tutte le informazioni accumulate nel corso della nostra esistenza, potrebbero generare quella particolare sensazione di familiarità tipica del déjà vu.

C'è anche chi si è spinto in spiegazioni alternative molto più esotiche, come associare il déjà vu a certe capacità profetiche, oppure al ricordo di una vita precedente o alla chiaroveggenza. Qualunque sia la spiegazione, il déjà vu è certamente un fenomeno universale che riguarda la condizione umana e, nonostante le numerose teorie, la sua causa della sua origine è ancora un mistero.

Ma c'è un fisico teorico, il dott. Michio Kaku, conosciuto dalla maggior parte delle persone per la sua attività di divulgatore scientifico - e per le sue teorie che certamente travalicano i confini delle fisica tradizionale - che ha proposto un'interessante connessione tra il fenomeno del déjà vu e l'esistenza degli universi paralleli

Il dott. Kaku è impegnato da anni nello studio della Teoria delle Stringhe, secondo la quale il tessuto fondamentale dell'Universo è costituito da oggetti ad una dimensione, simili a stringhe o membrane, in vibrazione: in base alla tensione e alla frequenza di vibrazione verrebbero prodotte e sostenute le particelle elementari. Una delle conseguenze matematiche dalla Teoria delle Stringhe è che il il mondo che conosciamo non è completo.

Oltre le 4 dimensioni con cui abbiamo familiarità – il tempo e lo spazio tridimensionale – esisterebbero altre sei dimensioni spaziali extra, presenti in forme geometriche invisibili in ogni singolo punto nell’universo. Queste dimensioni extra potrebbero avere migliaia di forme possibili diverse, ognuna teoricamente corrispondente ad un universo con le proprie leggi fisiche. Ciò che definiamo Universi paralleli.

Secondo il dott. Kaku, la fisica quantistica afferma che c'è la possibilità che il déjà vu sia causato dalla nostra capacità di saltare da un universo all'altro! Per approfondire la sua teoria, Kaku cita il lavoro del prof. Steve Weinberg, il famoso fisico teorico, vincitore del premio Nobel, che sostiene l'idea del Multiuniverso. Secondo Weinberg, esiste un numero infinito di realtà parallele che convivono con noi "nella stessa stanza".

E' un pò come le centinaia di onde radio differenti che sono trasmesse intorno a noi, ogni giorno, da stazioni lontane. In ogni istante, il nostro ufficio, la nostra casa o le nostre auto sono avvolte da questo flusso ininterrotto di onde radio. Se abbiamo lo strumento giusto, una semplice radiolina, abbiamo la possibilità di ascoltare una sola frequenza alla volta, questo perchè tutte le frequenze non sono in fase tra loro.

Ogni stazione trasmette il proprio segnale a una frequenza diversa, con un'energia diversa. Il risultato è che la radiolina può captare una sola frequenza alla volta. Allo stesso modo, nel nostro universo noi siamo sintonizzati sulla frequenza che corrisponde alla realtà fisica. Ma ci sono un numero infinito di realtà parallele che esistono attorno a noi, "trasmesse" ad una frequenza differente dalla nostra e con le quali noi non possiamo sintonizzarci.

Mentre la radiolina è sintonizzata per catturare una certa frequenza e quindi una sola stazione radio alla volta, il nostro universo è composto di "stringhe" che vibrano ad una frequenza unica che i nostri sensi riescono a percepire. Gli universi paralleli non sono "in fase", cioè non vibrano alla stessa frequenza. Ma quando sono "in fase" è teoricamente possibile "saltare da un universo a un altro".

Fonte: http://andromedawaked.blogspot.it/2012/09/deja-vuuna-sbirciatina-negli-universi.html#more

mercoledì 5 settembre 2012

Pale Blue Dot

Da questo distante punto di osservazione, la Terra può non sembrare di particolare interesse. Ma per noi, è diverso. Guardate ancora quel puntino. È qui. È casa. È noi. Su di esso, tutti coloro che amate, tutti coloro che conoscete, tutti coloro di cui avete mai sentito parlare, ogni essere umano che sia mai esistito, hanno vissuto la propria vita.


L’insieme delle nostre gioie e dolori, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, così sicure di sé, ogni cacciatore e raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e plebeo, ogni giovane coppia innamorata, ogni madre e padre, figlio speranzoso, inventore ed esploratore, ogni predicatore di moralità, ogni politico corrotto, ogni “superstar”, ogni “comandante supremo”, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie è vissuto lì, su un minuscolo granello di polvere sospeso in un raggio di sole. La Terra è un piccolissimo palco in una vasta arena cosmica.

Pensate ai fiumi di sangue versati da tutti quei generali e imperatori affinché, nella gloria e nel trionfo, potessero diventare i signori momentanei di una frazione di un puntino. Pensate alle crudeltà senza fine inflitte dagli abitanti di un angolo di questo pixel agli abitanti scarsamente distinguibili di qualche altro angolo, quanto frequenti le incomprensioni, quanto smaniosi di uccidersi a vicenda, quanto fervente il loro odio. Le nostre ostentazioni, la nostra immaginaria autostima, l’illusione che abbiamo una qualche posizione privilegiata nell’Universo, sono messe in discussione da questo punto di luce pallida. Il nostro pianeta è un granellino solitario nel grande, avvolgente buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c’è alcuna indicazione che possa giungere aiuto da qualche altra parte per salvarci da noi stessi.

La Terra è l’unico mondo conosciuto che possa ospitare la vita. Non c’è altro posto, per lo meno nel futuro prossimo, dove la nostra specie possa migrare. Visitare, sì. Colonizzare, non ancora.

Che vi piaccia o meno, per il momento la Terra è dove ci giochiamo le nostre carte. È stato detto che l’astronomia è un’esperienza di umiltà e che forma il carattere. Non c’è forse migliore dimostrazione della follia delle vanità umane che questa distante immagine del nostro minuscolo mondo. Per me, sottolinea la nostra responsabilità di occuparci più gentilmente l’uno dell’altro, e di preservare e proteggere il pallido punto blu, l’unica casa che abbiamo mai conosciuto
.

Carl Sagan - Astronomo

fonte: http://qualcosanonva.wordpress.com/

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