giovedì 8 settembre 2011

Richard Hoagland (ex consulente Nasa): sulla Luna segni di una civiltà aliena

Da secoli, ormai, consideriamo la Luna come un’instancabile e fedele compagna della nostra esistenza, ne subiamo gli influssi, ne decantiamo il fascino e il romanticismo che ispira tutte le notti della nostra vita. Ma c’è anche chi, senza timore, si spinge oltre ogni possibile traguardo razionale. E’ il caso del ricercatore statunitense Richard Hoagland.


Ex consulente NASA e curatore di astronomia presso il Museo della Scienza di Springfield (in Massachusetts) nonché ex consulente della CBS News durante le missioni del programma Apollo, è oggi un accanito sostenitore dell’esistenza di tracce di civiltà aliene presenti sul nostro satellite. Secondo Hoagland la NASA avrebbe nascosto al mondo, e continua a farlo, i resti di un’antica civiltà preesistente probabilmente alla nostra. Alcune fotografie e riprese video, rese note sul web, ma non ovviamente confermate, ritrarrebbero antiche rovine e particolari anomalie spiegabili soltanto come resti di un’antichissima tecnologia, straordinariamente avanzata. Nel suo libro a tema, intitolato “Dark Mission: la storia segreta della NASA” egli sostiene che il suolo lunare sia cosparso di enormi torri trasparenti e cupole dalla forma geometrica indiscutibilmente innaturale, prove che confermerebbero la presenza extraterrestre sulla Luna.
Proprio a causa di tali scoperte, la NASA (secondo il ricercatore) avrebbe deciso di occultare la realtà, ritenendo l’umanità non pronta per questo tipo di rivelazioni. Come? Manipolando foto e filmati provenienti dallo spazio e dalle missioni umane, criptando le trasmissioni radio tra gli astronauti, elargendo qua e là false speranze ma di fatto continuando ad isolare la razza umana dal resto dell’universo.
Ma cosa dire degli astronauti? Perché anche loro continuano a rimanere in silenzio, seppur con qualche eccezione? Il motivo è ben conosciuto: è il cover up al quale sono vincolati proprio per il legame a doppio filo che li stringe sia all’Ente spaziale americano che ai vertici militari. Perché, non ce lo dimentichiamo, anch’essi sono militari e come tali debbono obbedire ad ordini superiori per la salvaguardia della sicurezza nazionale.
Alcuni di loro, nonostante tutto, hanno cercato di squarciare il velo di segretezza che avvolge questo mistero: tra questi, ad esempio, Edgar Mitchell (sesto uomo a camminare sulla Luna) che da tempo sostiene la possibile esistenza di razze aliene nello spazio pur affermando di non aver mai visto nulla di anomalo durante la sua carriera.
Un’apertura mentale, quella di Mitchell, dovuta a racconti e colloqui avuti con persone dell’ambiente “che sanno”, ma che non hanno mai avuto il coraggio di rivelare pubblicamente ciò che conoscono, perché invischiati in una realtà troppo scomoda.
La ricerca comunque, nonostante tutto, va avanti e ha fatto passi da gigante: oggi sappiamo con certezza che sulla Luna c’è presenza di acqua e quindi, dove c’è acqua, c’è stata o vi è buona possibilità che si sia sviluppata la vita.
Non possiamo, nè dobbiamo quindi aver più paura dell’ignoto poiché ad esso è legato il nostro reale futuro.



Fonte: http://danilo1966.splinder.com/

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